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La Commissione industria del Senato chiede una proroga bonus edilizi

La Commissione Industria del Senato ha chiesto ufficialmente la proroga bonus edilizi. Tra questi figurano anche il bonus ristrutturazione, gli ecobonus, bonus facciate e bonus mobili, ed il superbonus

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La Commissione Industria del Senato ha ufficialmente chiesto la proroga dei bonus edilizi almeno fino al 31 dicembre 2023. Si tratta a tutti gli effetti di una buona notizia dal momento che questi bonus comprendono il Superbonus 110, il bonus ristrutturazione, il bonus facciate ma anche gli ecobonus. Nella richiesta di proroga bonus edilizi inoltre è compresa anche la richiesta del prolungamento delle modalità alternative alla fruizione dei bonus fiscali, ovvero la cessione del credito e lo sconto in fattura.

Le richieste avanzate dalla Commissione Industria del Senato sono contenute all’interno del parere relativo alla Nota di aggiornamento del del documento di economia e finanza (Nadef) 2021.

Ma quali sono le richieste bonus edilizi avanzate dalla Commissione Industria del Senato? Qual è il contenuto del parere sulla Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2021?

Abbiamo cercato di approfondire la questione insieme ai nostri esperti in questo approfondimento.

Richiesta la proroga al Superbonus almeno fino al 2023

Una delle richieste avanzate dalla Commissione Industria sulla proroga bonus edilizi riguarda il Superbonus 110% che la stessa commissione vorrebbe vedere in vigore almeno fino al 2023.

In merito a questa questione riportiamo le parole dei senatori qui di seguito:

“E’ necessario tenere fede all’impegno preso in sede parlamentare per la proroga del superbonus 110%, almeno fino al 2023. Tale strumento rappresenta una grande opportunità per incrementare il processo di decarbonizzazione delle città, sostenere il settore edile, creare nuova occupazione e accrescere il valore degli immobili”.

“Si tratta dunque di un meccanismo virtuoso volto a sostenere la ripresa dell’economia, consentendo di monetizzare sin da subito il beneficio fiscale altrimenti utilizzabile in un prolungato arco temporale e garantendo, dunque, maggiore liquidità immediata a famiglie e imprese. Il meccanismo produce, infatti, effetti positivi diretti per l’economia reale in quanto vengono immesse maggiori risorse a disposizione dei contribuenti, aumentandone la propensione alla spesa, e l’edilizia e il suo indotto, uno dei settori a più alto contributo del PIL nazionale, ricevono una maggiore spinta propulsiva”.

Dopo queste considerazione la Commissione Industria ha invitato la Commissione parlamentare che si occupa di questo a sollecitare il Governo affinché la prossima Legge di Bilancio contenga questa proroga.

Gli obiettivi della Commissione industria

Gli obiettivi della commissione industria possono essere riassunti così:

  • prorogare il superbonus 110% almeno fino al 31 dicembre 2023. Il Superbonus è infatti una misura economica di importanza strategica per la crescita economica e per tutto il comparto dell’edilizia, ma non solo. La proroga di questo bonus edilizio è raccomandata vista la complessità attuativa della misura stessa. Complessità che ha portato i richiedenti ad avere a che fare con tempi dilatati per la realizzazione dei cantieri ed il relativo ottenimento della detrazione.
  • prevedere la medesima proroga anche per le due modalità alternative alla detrazione fiscale in dichiarazione dei redditi ovvero lo sconto in fattura e la cessione del credito.

Proroga bonus edilizi e/o riordino?

La Commissione industria tuttavia non si limita a richiedere il prolungamento del Superbonus 110. Fra le richieste figurano infatti anche altre proroghe bonus edilizi, proroghe che riguarderebbero in particolare:

  • l’ecobonus,
  • bonus ristrutturazione,
  • il bonus facciate,
  • bonus mobili.

Proprio su questi bonus fiscali è infatti concentrata l’attenzione di imprese, privati e professionisti, specie dopo che è stata approvata dal Consiglio dei Ministri la Nadef 2021. La nota infatti contiene un preciso riferimento alla proroga del Superbonus, dunque perché non sperare anche in una proroga bonus edilizi?

A quanto appena riportato dobbiamo inoltre aggiungere le altre dichiarazioni rilasciate dal premier Mario Draghi prima della trasmissione alla Commissione Europea del PNRR che riportiamo qui di seguito:

“Per il superbonus 110% sono previsti, tra PNRR e Fondo complementare, oltre 18 miliardi di euro, le stesse risorse stanziate dal precedente Governo”

“Per il futuro, il Governo si impegna a inserire nel disegno di legge di bilancio per il 2022 una proroga dell’ecobonus per il 2023, tenendo conto dei dati relativi alla sua applicazione nel 2021, con riguardo agli effetti finanziari, alla natura degli interventi realizzati, al conseguimento degli obiettivi di risparmio energetico e di sicurezza degli edifici”

Conclusioni

Non sembra esserci dunque, al momento, una proroga bonus edilizi che coinvolga tutte le detrazioni fiscali attualmente in vigore. L’unica proroga cui si fa riferimento riguarda la maxi-detrazione fiscale del 110%, proroga per cui si è spesa anche la Commissione Industria del Senato.

Tuttavia la storia dei bonus fiscali per l’edilizia ci insegna come siano stati oggetto, fin dalla loro introduzione, di continue modifiche e proroghe. Modifiche e proroghe che si inseriscono perfettamente in un contesto in cui è necessario favorire la ripresa economica del belpaese. Contesto che ha visto, il 5 ottobre scorso, l’approvazione del DDL delega per la riforma fiscale e che prevede il riordino delle deduzioni e delle detrazioni Irpef, bonus fiscali compresi.

Insomma, ben sperare, in questo caso, potrebbe essere più che giustificato.

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Ci sarà o no una proroga bonus fiscali per la casa?

E’ prevista una proroga bonus fiscali come bonus facciate, ecobonus e bonus casa? Ecco il punto della situazione

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Il dibattito politico di questi giorni è particolarmente acceso. Ad animarlo sono le discussioni attorno all’approvazione della prossima Legge di Bilancio ed alle misure che essa dovrà o non dovrà contenere secondo i vari esponenti politici.

Di particolare interesse, non solo per i cittadini ma anche per i giornali, è la possibilità che la legge preveda una proroga bonus fiscali massiccia. Sono in molti infatti a sperare che per misure come il Superbonus 110% oppure il bonus facciate, ecobonus e bonus venga prorogata la scadenza. Si tratta infatti di misure che hanno avuto un enorme impatto nel settore dell’edilizia, contribuendo non poco al rilancio del settore dopo la pandemia. Un settore che, ricordiamolo, è fra i più importanti dell’Economia Italiana.

A questo momento tuttavia, non sono pervenute notizie riguardanti una così massiccia proroga bonus fiscali. Le uniche notizie in merito riguardano solo la nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NDEF) approvata dal Consiglio dei Ministri. La nota di aggiornamento, di cui parliamo qui, sembrerebbe infatti contenere una proroga al Superbonus.

Ma cosa accadrà a bonus facciate, ecobonus e bonus casa? Ci sarà una proroga bonus fiscali oppure no?

In questo momento l‘incertezza sul futuro dei bonus fiscali regna sovrana. La Legge di Bilancio 2022 è ancora molto lontana dalla sua approvazione e le ipotesi in campo sono molte. Tuttavia, abbiamo cercato di ricapitolare le varie dichiarazioni che si sono susseguite in merito a questa proroga nel corso di questi mesi in modo da capire se possano esserci i presupposti oppure no.

Proroga Superbonus 110%

Il primo aspetto che prendiamo in considerazione per esaminare al meglio la possibile proroga bonus fiscali riguarda la nota di aggiornamento al DEF. Questa riguarda in maniera particolare il Superbonus 110% e la sua possibile proroga al 2023, anche se forse è lecito sperare in una proroga maggiore.

La misura approvata nel DL Rilancio infatti, come abbiamo avuto modo di approfondire in queste pagine, ha riscosso un successo straordinario. Successo di richieste a cui però non è corrisposta una realizzazione altrettanto massiccia dei cantieri previsti. Le lungaggini burocratiche, oggi almeno parzialmente risolte, la scarsità di materie prime, ed altri imprevisti hanno di fatto bloccato sul nascere questi cantieri ritardando di fatto enormemente i tempi previsti per la loro realizzazione.

La proroga al Superbonus, se non altro almeno per concedere il tempo a quanti hanno richiesto la maxi-agevolazione, appare quindi inevitabile. Tuttavia, nonostante la nota di aggiornamento al DEF contenga un accenno a ciò, la proroga al Superbonus 110% non è ancora ufficiale. Potremo avere una relativa certezza di ciò solo quanto inizieranno a circolare le prime bozze della Legge di Bilancio 2022.

La nota di aggiornamento al Def

La nota di aggiornamento al DEF riguarda soprattutto il Superbonus 110%. Era facile immaginarselo visto che praticamente, è solo in questi ultimi mesi, che la misura è entrata a pieno regime. Le persone ad aver richiesto questa detrazione fiscale sono state molte ma per una serie di problematiche, non da ultimi i tempi burocratici e la scarsità di materiali, c’è stato un enorme ritardato rispetto alle tempistiche previste per l’inizio dei cantieri.

In particolare, all’interno della Ndef possiamo leggere:

“Gli indicatori congiunturali tracciano segnali positivi per i prossimi mesi, anche per via dei notevoli incentivi fiscali a supporto del settore e dell’efficientamento energetico e antisismico degli edifici”;

“Sarà previsto il prolungamento di diverse misure di rilievo economico e sociale, fra cui il Fondo di Garanzia per le PMI e gli incentivi all’efficientamento energetico degli edifici e agli investimenti innovativi”.

In realtà, la certezza della proroga al Superbonus non c’è ancora. Per averla è infatti necessario attendere ancora qualche tempo, almeno fino a quando cominceranno a circolare le prime bozze della Legge di Bilancio 2022. 

Tuttavia la nota di aggiornamento al Def non è l’unico indizio di una possibile proroga bonus fiscali. E’ stato infatti lo stesso premier Mario Draghi, lo scorso aprile durante la presentazione del PNRR al parlamento, a confermare l‘intento di prorogare il Superbonus 110%. Un intento confermato dalla promessa pubblica di inserire questa proroga all’interno della Legge di Bilancio 2022.

A quando la proroga bonus fiscali come il bonus facciate ecobonus e bonus casa?

Ovviamente il superbonus 110%, non è l’unica misura a sostegno dell’edilizia che può essere oggetto di proroga. Sono molte infatti le misure che hanno contribuito a risollevare il settore edilizio, non solo post-covid ma anche prima della della pandemia. Per questo motivo sono molti i contribuenti, le imprese, ed i professionisti a richiedere una proroga bonus fiscali che riguardi anche il bonus facciate, il bonus ristrutturazione e tutti gli ecobonus più in generale.

Prima dell’avvento del Superbonus infatti, sono state molte le misure ad hoc di sostegno all’edilizia o agli interventi di riqualificazione energetica. Misure che dopo il loro primo decennio di consolidamento tra il 1998 ed il 2007 sono state via via introdotte in maniera sempre più strutturale. Se è vero che in questo periodo si sono susseguite modifiche su modifiche, dopo il loro consolidamento si sono invece susseguite proroghe alla loro scadenza. In particolare, è tra il 2017 ed il 2021 che abbiamo assistito a proroghe bonus fiscali annuali ed alla nascita di nuovi e veri e propri strumenti fiscali come sismabonus, bonus facciate, bonus verde e, appunto, il superbonus 110%.

La storia dei bonus fiscali per l’edilizia e per la riqualificazione energetica è quindi costellata di proroghe e di modifiche. Cambiamenti e posticipazioni che però hanno di fatto prolungato e rafforzato la portata di questi bonus fiscali. A nostro avviso è quindi lecito ben sperare in una futura proroga bonus fiscali anche se in merito non è arrivata nessuna dichiarazione da parte degli esponenti politici.

Quali sono le attuali scadenze bonus fiscali?

Consultando l’infografica realizzata da Enea, emerge che a meno di una proroga bonus fiscali, le scadenze degli stessi sono le seguenti:

Detrazione Aliquota Scadenza
Bonus verde
36%
31/12/2021
Bonus casa
36%
strutturale
Bonus casa
50%
31/12/2021
Ecobonus
50/65%
31/12/2021
Sismabonus
50%/70/75/80/82%
31/12/2021
Bonus facciate
90%
31/12/2021

Da ciò emerge che le uniche considerazioni che possiamo fare al momento sono quelle relative alle eventuali pressioni che potranno ricevere i nostri legislatori. Pressioni che che saranno soprattutto esterne da parte di associazioni e player del settore ma anche interne dal momento che sono molti i politici ad essersi fatti promotori di misure a sostegno dell’edilizia.

Ipotesi aliquota al 75%

Dunque non ci sono notizie di una eventuale proroga bonus fiscali, ma in questi mesi si sono susseguite voci di semplificazioni riguardanti i bonus fiscali vista l’intricata selva in cui al momento è difficilissimo destreggiarsi.

Queste semplificazioni riguarderebbero l’introduzione o un’unica aliquota al 75% e una riorganizzazione di tutto ciò che riguarda beneficiari, requisiti, adempimenti.

Questa rimane al momento, lo sottolineiamo ancora una volta, solo un’ipotesi, a cui non è possibile fornire alcun commento.

Quello sappiamo di certo è che, nella prospettiva di una proroga bonus fiscali, sarà indispensabile rivolgersi a una società come Valore Energia, specializzata negli anni nel fornire ai clienti consulenza e supporto per tutte le iniziative collegate alle attività di riqualificazione energetica.

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Batterie di accumulo per fotovoltaico: cosa sono e come funzionano

Batterie di accumulo per fotovoltaico. Cosa sono? Come funzionano? Quali sono i loro vantaggi? Scopri tutto quello che devi sapere!

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Installare un impianto fotovoltaico all’interno della propria abitazione presenta numerosi vantaggi non solo da un punto di vista prettamente ambientale/ecologico, ma anche economico. Con un impianto fotovoltaico infatti sarai in grado di sfruttare l’energia del sole per produrre l’energia elettrica necessaria ai tuoi elettrodomestici, risparmiando così in bolletta.

Tuttavia, i pannelli solari, come del resto è facilmente intuibile dal loro nome, sono in grado di produrre energia solamente nelle ore diurne. Di notte non funzionano dal momento che non c’è il sole. Ciò potrebbe rappresentare un problema dal momento che spesso, i consumi elettrici si concentrano soprattutto nelle ore notturne.

Le batterie di accumulo per fotovoltaico servono proprio a risolvere questo problema. Esse infatti sono in grado di conservare l’energia che l’impianto fotovoltaico produce durante il giorno, in modo da renderla disponibile durante le ore notturne. In questo modo grazie alle batterie di accumulo fotovoltaico è possibile ridurre ancora di più i propri consumi e quindi anche i costi delle bollette.

In questo approfondimento esaminiamo a fondo proprio le batterie di accumulo per fotovoltaico. Per scoprire di più continua a leggere!

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Cosa è una batteria di accumulo per fotovoltaico?

Prima di spiegare cosa è una batteria di accumulo per fotovoltaico è necessario fare un passo indietro dal momento che è necessario capire come viene utilizzata l’energia che produce l’impianto. In particolare, l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico viene utilizzata in 3 modi:

  1. una parte di essa viene utilizzata per le utenze di casa ovvero gli elettrodomestici;
  2. la seconda parte viene immagazzinata nelle batterie di accumulo;
  3. l’ultima parte invece viene ceduta alla rete per lo Scambio sul Posto di cui parliamo qui .

Le batterie di accumulo per fotovoltaico sono quindi sistemi che servono ad immagazzinare l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico, domestico o aziendale. Una volta immagazzinata, questa energia, viene rilasciata al momento del bisogno, soprattutto durante le ore serali e notturne.

Come è fatta ed a cosa serve una batteria di accumulo?

La struttura di una batteria di accumulo per fotovoltaico è molto semplice. Di solito è infatti formata da una scatola metallica di forma più o meno rettangolare. Al suo interno troviamo numerose batterie collegate in serie tra di loro ma anche ad altre due componenti:

Le batterie per fotovoltaico sono un prodotto altamente tecnologico. Sono quindi in grado di capire in autonomia se immagazzinare l’energia prodotta dal fotovoltaico oppure utilizzarla nell’immediato.

Sostanzialmente, la funzione primaria di una batteria di accumulo è quella di riserva. E’ infatti tramite di loro che è possibile immagazzinare l’energia solare e di utilizzarla nel momento del bisogno. Per farlo sfrutta un particolare dispositivo: l’accumulatore elettrico. Come avrai capito quindi, è solo con le batterie di accumulo che potrai essere del tutto indipendente dalla rete elettrica comune.

Come funziona una batteria di accumulo per fotovoltaico?

Proviamo a riassumere il funzionamento di una batteria di accumulo per fotovoltaico tramite questa successione dei punti.

  • L’impianto fotovoltaico produce energia elettrica durante le ore diurne;
  • Una parte di questa energia viene utilizzata nell’immediato. L’altra parte invece viene conservata nelle batterie di accumulo per fotovoltaico;
  • L’energia prodotta in eccesso viene utilizzata ai fini dello “scambio sul posto”;
  • Di notte però l’impianto fotovoltaico non produce più energia. E’ quindi in questo frangente che viene prelevata dalle batterie;
  • Se invece le batterie sono scariche, l’utenza preleverà l’energia necessaria dalla rete comune e quindi verrà conteggiata in bolletta.

La batterie del fotovoltaico devono quindi essere collegate sia al sistema a pannelli solari che alla rete elettrica esterna. Ovviamente, il tutto è collegato ad una centralina che in maniera autonoma regola l’utilizzo di energia in base anche alle abitudini delle persone. Inoltre, ogni batteria si avvale anche di un regolatore di carica che serve ad evitare il rischio di sovraccarico delle stesse. Qualora infatti dovessero sovraccaricarsi c’è il rischio di una loro esplosione.

Quali sono i vantaggi delle batterie di accumulo?

Il vantaggio più grande delle batterie di accumulo per il fotovoltaico è che consentono di utilizzare l’energia raccolta dai pannelli solari nelle ore diurne immagazzinandola al loro interno e rilasciandola al momento del bisogno. Una soluzione particolarmente adatta per tutti coloro che durante il giorno si trovano lontano da casa.

Di fatto sono in grado di garantire una maggiore indipendenza dalla rete elettrica nazionale. Consumando l’energia che produce il tuo impianto fotovoltaico infatti, ridurrai notevolmente i tuoi consumi e quindi aumenterà il tuo risparmio nella bolletta dell’energia.

Le batterie di accumulo per fotovoltaico, immagazzinano l’energia prodotta dai pannelli solari. Si tratta quindi di energia prodotta da fonti rinnovabili e che pertanto non contribuisce alle emissioni di CO2 come invece solitamente fa quella della rete elettrica nazionale. In sostanza sarai tu stesso a consumare l’energia pulita che consumi!

Installare una batteria di accumulo per fotovoltaico può farti accedere ad incentivi e detrazioni fiscali riducendo il costo del tuo investimento. In particolare, installando un sistema fotovoltaico con accumulo è possibile rientrare sia negli incentivi del Superbonus 110%, sia negli ecobonus 50%. Entrambe queste modalità ti permettono di fatto di fruire di uno sconto in fattura pari al costo dell’intervento e quindi di pagare questi dispositivi molto di meno rispetto al loro prezzo pieno!

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Impianto fotovoltaico e Superbonus 110%

Impianto fotovoltaico e superbonus 110: tutto quello che c’è da sapere

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L‘installazione di un impianto fotovoltaico rientra fra gli interventi previsti dal Superbonus 110%, oramai questo è un fatto appurato. Quando si tratta del maxi-incentivo con aliquota maggiorata tuttavia è sempre piuttosto complesso comprendere tutto il funzionamento e le modalità di applicazione.

Un impianto fotovoltaico Superbonus 110 deve infatti rispettare determinati requisiti e regole per avere accesso alla detrazione del 110% ed attraversare un lungo iter burocratico. Se hai paura che il tuo impianto fotovoltaico non rientri all’interno della maxi-detrazione comunque puoi sempre usufruire di altri incentivi fiscali. Sono infatti attualmente in vigore degli incentivi che ti permettono di ottenere una detrazione del 50% per il tuo impianto fotovoltaico!

Ma quali sono gli step da seguire per un impianto fotovoltaico realizzato con il Superbonus 110%? Quali sono i documenti necessari?

Abbiamo cercato di fare il punto della situazione con i nostri esperti in questo approfondimento.

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Impianto fotovoltaico e superbonus 110: le regole principali

La prima cosa da sapere se vuoi installare un impianto fotovoltaico con il Superbonus 110% è che l’impianto a pannelli solari vi può accedere solamente come intervento trainato. Sostanzialmente l’installazione di un impianto fotovoltaico deve essere realizzata assieme ad un intervento trainante, ovvero uno dei seguenti:

  • Coibentazione edificio (ramo Ecobonus);
  • Sostituzione di un impianto di climatizzazione invernale con un nuovo impianto ad alta efficienza energetica (ramo Ecobonus);
  • Interventi di riduzione del rischio sismico (ramo Sismabonus).

Inoltre, i lavori trainati, come ad esempio l’installazione di un fotovoltaico, per rientrare nel Superbonus, devono essere eseguiti in concomitanza degli interventi trainati. In questo modo gli interventi risultano a tutti gli effetti “legati” tra loro.

Infine c’è da ricordare che per accedere al Superbonus è necessario rispettare dei requisiti fondamentali, i seguenti:

  • Ecobonus 110%: miglioramento delle prestazioni energetiche di minimo 2 Classi rispetto a prima oppure il conseguimento della Classe Energetica più elevata con salto di 1 Classe;
  • Sismabonus 110%: miglioramento delle prestazioni antisismiche dell’edificio rispetto a prima.

I requisiti da rispettare dell’impianto fotovoltaico

Come abbiamo scritto in precedenza, quando si tratta di impianto fotovoltaico e superbonus, le regole da rispettare sono moltissime. Esaminiamo adesso quelle connesse all’installazione dell’impianto fotovoltaico. 

Innanzitutto è doveroso specificare che la maxi-detrazione può essere applicata solo agli impianti connessi alla rete elettrica, installati su edifici o su strutture pertinenziali agli edifici. E’ inoltre possibile integrare all’impianto dei sistemi di accumulo dell’energia che potranno essere installati nello stesso momento in cui si installa il fotovoltaico, oppure anche successivamente (sempre nello stesso periodo in cui si eseguono i lavori trainanti). Entrambe le installazioni, questo caso, possono beneficiare della detrazione.

Inoltre, altra questione importante su fotovoltaico e superbonus, riguarda la cessione dell’energia non-autoconsumata (o non condivisa per l’autoconsumo) in favore del GSE (Gestore dei Servizi Energetici). Per rientrare nella maxi-detrazione è infatti necessario cedere questa energia al GSE e quindi optare per l’opzione “Ritiro Dedicato” (scopri di più sul Ritiro Dedicato cliccando qui). Non sono quindi agevolabili quegli interventi per i quali è previsto già un sistema incentivante concesso dal GSE, come l’opzione dello Scambio sul Posto.

Impianto fotovoltaico e sistemi di accumulo: i massimali di spesa

In tema di Impianto fotovoltaico e Superbonus è anche importante capire quali siano i massimali di spesa da rispettare.

Per l’installazione di un impianto a pannelli solari è possibile portare in detrazione un importo massimo di 48.000 euro. In ogni caso, l’importante è che la spesa non dovrà risultare superiore a 2.400 euro per ogni kW di potenza nominale dell’impianto.

Stessa situazione anche per quanto riguarda i sistemi di accumulo dell’energia nonostante, la loro installazione, sia legata all’installazione del fotovoltaico. Anche in questo caso il massimale è di 48.000 euro che però non potrà superare la cifra di 1.000 euro per ogni kWh di capacità del sistema di accumulo. Questa detrazione si andrebbe eventualmente a sommare a quella per il fotovoltaico.

Se l’installazione avviene per mano di condomini o enti non commerciali riconosciuti come Gruppi di Autoconsumo Collettivo o Comunità Energetiche Rinnovabili la situazione è diversa. In questi casi l’impianto sarà molto più potente di uno domestico, arrivando al massimo a 200 kW. In questo caso è possibile detrarre al 110% la quota di spesa a corrispondente ad una potenza massima di 20 kW. La restante parte potrà invece usufruire dell’Ecobonus 50%.

Impianto fotovoltaico e Superbonus: cessione del credito e sconto in fattura

Il Superbonus 110% ha avuto l’innegabile merito di ampliare notevolmente la platea dei beneficiari della maxi-detrazione. Un merito che però va soprattutto alle modalità tramite le quali è possibile usufruirne. Installare un impianto fotovoltaico con il Superbonus infatti significa non solo poter detrarre in dichiarazione dei redditi il 110% della spesa che hai sostenuto. Significa anche poter optare per la cessione del credito e per lo sconto in fattura.

In particolare, optare per la cessione del credito d’imposta, significa cedere questo credito a soggetti terzi, fornitori o banche. Nel caso tu decida di cedere il credito alla ditta che effettua gli interventi puoi ottenere in cambio un sconto in fattura dell’importo pari all’ammontare dei lavori. L’impresa quindi eseguirà di fatto i lavori senza farti sborsare nulla, dovendo quindi anticipare le spese. L’impresa però può di fatto cedere il credito d’imposta, il 110% del valore dei lavori eseguiti, a soggetti terzi e quindi trasformare il credito in liquidità. Il vero vantaggio è quello di ottenere questa liquidità in tempi sicuramente più brevi rispetto alla dichiarazione dei redditi.

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Guida 2021 Superbonus 110 % pubblicata dall’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la guida 2021 al Superbonus 110 % con tutte le ultime novità del 2021-2022

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Dopo le novità approvate nel corso di questo ultimo anno riguardanti il Superbonus, si attendeva da tempo la nuova versione della Guida al Superbonus 110%. Guida 2021 al Superbonus 110% che è stata pubblicata dall’Agenzia delle Entrate proprio in questi giorni.

La guida 2021 superbonus contiene tutte le ultime novità, comprese quelle apportate dalla Legge di Bilancio. Grazie infatti alla conversione in legge del decreto legge n. 77/2021, gli interventi di manutenzione straordinaria si possono realizzare con una CILA speciale, la cosiddetta CILAS

Clicca qui per scaricarla!

In questo approfondimento a cura dei nostri esperti cerchiamo di ricapitolare quelle che sono le novità inserite nella nuova guida Superbonus 2021.

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La nuova guida Superbonus 2021

La nuova guida 2021 Superbonus contiene quindi tutte le novità che sono state apportate alla normativa nel corso dell’ultimo anno. Novità che riguardano in particolar modo i seguenti aspetti:

  • indicazioni riguardanti la documentazione da presentare per fruttare le nuove agevolazioni per la rimozione delle barriere architettoniche in favore di soggetti di età superiore a 65 anni,
  • nuovi limiti di spesa per l’installazione di colonnine di ricarica elettriche,
  • novità per gli enti del terzo settore,
  • detrazioni per lavori effettuati su edifici composti da 2 a 4 unità immobiliari distintamente accatastate, anche se posseduti da un unico proprietario e in comproprietà.

La nuova CILA per l’avvio dei lavori lavori

La principale novità della Guida 2020 Superbonus è rappresentata probabilmente dalla nuova CILA.

Questa infatti prevede la possibilità di presentare una semplice comunicazione di inizio lavori asseverata per avviare subito i lavori. Il documento in questione deve semplicemente attestare gli estremi del titolo abilitativo o il provvedimento di legittimazione dell’immobile.

Lo stato legittimo dell’immobile non deve essere più presentato assieme alla CILA per tutti quegli interventi che riguardano parti strutturali o prospetti, esclusi ovviamente quegli interventi che comportano demolizione e ricostruzione degli edifici. Questi interventi sono infatti considerati come lavori di manutenzione straordinaria, pertanto il loro iter burocratico è più semplice in ambito Superbonus.

Al di fuori del Superbonus invece, la CILA deve essere presentata con gli estremi del titolo abilitativo che ha previsto la costruzione dell’immobile o del provvedimento che ne ha consentito la legittimazione. In alternativa è necessario produrre la documentazione che attesta che la costruzione dell’immobile oggetto degli interventi sia stata completata prima del 1° settembre 1967.

Inoltre:

  1. Per le opere in edilizia libera basta la descrizione dell’intervento.
  2. Le varianti in corso d’opera vanno comunicate alla fine dei lavori e costituiscono integrazione della CILA presentata.
  3. Alla conclusione dei lavori non è richiesta la segnalazione certificata di inizio attività.

Le scadenze del Superbonus

La guida 2021 Superbonus contiene anche le nuove scadenze che interessano la normativa della maxi-detrazione. Ovviamente queste scadenze andranno aggiornate qualora la Legge di Bilancio 2022 disponga la proroga al 2023 del Superbonus. Una notizia che appare sempre molto più probabile specie dopo le ultime dichiarazioni del Ministro Giovannini sulla proroga al Superbonus.

In ogni caso, abbiamo pensato di riportare le scadenze attualmente in vigore nella tabella qui di seguito:

SUPERBONUS 110% SCADENZA
Per privati e condomini 30 giugno 2022
IACP (Istituti Autonomi Case Popolari) 31 dicembre 2022
Condomini o edifici di un unico proprietario o comproprietari (massimo 4 unità immobiliari) 31 dicembre 2022 (se al 30 giugno 2022 sono effettuati lavori per almeno il 60% dell’intervento)
IACP 30 giugno 2023 (se al 31 dicembre 2022 sono effettuati lavori per almeno il 60% dell’intervento)

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Proroga al Superbonus nella nota di aggiornamento del Def

Nella nota di aggiornamento del Def approvata dal Consiglio dei Ministri c’è anche la proroga al Superbonus

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Qualche giorno fa hanno suscitato molto scalpore le dichiarazioni del Ministro Giovannini che ha affermato che ci sarà una proroga al Superbonus. Secondo le parole del ministro inoltre il nuovo Superbonus sarà integrato maggiormente con la legislazione esistente dal momento che sarà parte integrante dei processi di riqualificazione urbana.

Ovviamente dichiarazioni estemporanee non avrebbero potuto suscitare questo clamore se non fossero state supportate da dei fatti che le rendono attendibili. In questo caso a renderle attendibili è la nota di aggiornamento al Def che il Consiglio dei Ministri ha approvato in prima lettura.

Ciò è stato possibile solo dopo il via libera alle risorse economiche da destinare anche per il 2023. Un via libera che è arrivato dopo l’approvazione da parte del Consiglio dell’Unione Europea del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza Italiana.

Merita inoltre sottolineare come il PNRR sia stato emanato dal relativo Decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze e già pubblicato in Gazzetta ufficiale. Precisiamo inoltre che il decreto è stato pubblicato con la seguente dicitura:  “Assegnazione delle risorse finanziarie previste per l’attuazione degli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e ripartizione di traguardi e obiettivi per scadenze semestrali di rendicontazione”.

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Proroga al Superbonus: le dichiarazioni del ministro Giovannini

Le dichiarazioni sulla proroga al Superbonus 110% sono arrivate direttamente dalla bocca del Ministro per le Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Il ministro, durante la mattinata del 29 settembre, ha approfittato della sua partecipazione al Festival delle Città per rilasciarle.

In particolare, il Ministro si è espresso in questo modo:

“Il Superbonus 110% continuerà oltre l’attuale scadenza e sarà coniugato con la Riqualificazione Urbana.”

La dichiarazione, come avevamo avuto modo di spiegare precedentemente, si fonda su solide basi. E’ infatti stata rilasciata dal momento che la possibilità di una proroga al Superbonus era stata già affrontata e discussa in Consiglio dei Ministri. La notizia è per cui molto attendibile come del resto testimonia l’inserimento di questa volontà nella Nota di aggiornamento al Def.

Attenzione però, affidabilità ma non ufficialità. L’aggiornamento del Superbonus deve infatti essere ancora essere approvato e ridiscusso e pertanto può subire anche eventuali modifiche, soprattutto per snellire l’iter burocratico che porta all’ottenimento della maxi-detrazione.

Scadenza posticipata

L’attuale scadenza del Superbonus 110% è prevista nei seguenti termini:

  • per i condomini il 31 Dicembre 2022;
  • per le villette monofamiliari il 30 Giugno 2022.

Ma niente paura, la nota di aggiornamento al Def infatti prevede una proroga al Superbonus, con la concreta possibilità che venga prolungato al 2023. La proroga della maxi-detrazione del 110% era attesa da molti vista l’ingente quantità di interventi richiesti dai privati cittadini ma che per svariati motivi non sono potuti iniziare. Le lungaggini burocratiche hanno infatti affossato molte richieste così come gli stretti requisiti da rispettare.

Lungaggini e requisiti particolarmente stringenti adottati a monte per assicurarsi non ci si possa approfittare troppo della maxi-detrazione dal momento che ammonta al 110% del valore degli interventi stessi. Ne approfittiamo inoltre per ricordare brevemente che la detrazione può essere richiesta per tutte le spese sostenute a partire dal 1 di luglio 2020 relative a questi interventi:

  • riqualificazione energetica degli edifici;
  • interventi antisismici;
  • installazione di impianti fotovoltaici;
  • posa in opera di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici.

Chi può beneficiare del Superbonus 110%?

L’annunciata proroga al Superbonus, al momento, sembra solamente intervenire sulla data di scadenza dello stesso. Non ci saranno modifiche quindi sui possibili beneficiari con eventuali allargamenti della platea degli stessi, una platea che risulta essere già piuttosto ampia. Per correttezza elenchiamo qui di seguito gli attuali beneficiari del superbonus:

  • persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arti e professioni, su un massimo di due unità immobiliari. Rimane comunque il riconoscimento delle detrazioni per gli interventi effettuati sulle parti comuni dell’edificio;
  • condomini;
  • Istituti autonomi case popolari (IACP) comunque denominati nonché gli enti aventi le stesse finalità sociali dei predetti Istituti;
  • Cooperative di abitazione a proprietà indivisa per interventi realizzati su immobili dalle stesse posseduti e assegnati in godimento ai propri soci;
  • ONLUS, le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale. Per le associazioni sportive dilettantistiche vale solo per la parte di immobile destinato agli spogliatoi.

Proroga al superbonus ma anche della cessione del credito e sconto in fattura

Con la proroga al superbonus anche le modalità alternative con cui è possibile fruirne rimarranno in vigore. La detrazione potrà quindi essere sempre fruita scegliendo fra cessione del credito e sconto in fattura (di cui parliamo meglio qui) secondo queste due “strade”:

  • Cedere il credito d’imposta direttamente all’impresa che effettua i lavori, in cambio di uno sconto in fattura di pari importo. In questo caso è la ditta che dovrà di fatto anticipare le spese anche se poi potrà cedere il credito acquisito da te ad altri soggetti e quindi ottenere liquidità.
  • Cedere tu stesso il credito d’imposta cui hai diritto ad un istituto di credito, o ad un altro intermediario. Ad esempio cedendolo a noi di Ecobonus 360 potrai ottenere la liquidità necessaria a pagare l’intervento in tempi più brevi rispetto al caso in cui tu debba cederlo alle banche!

Per massimizzare le opportunità ed i guadagni ti consigliamo dunque di rivolgerti ad una società specializzata nella cessione del credito oltre che nel fornire consulenza e nel supportare il cittadino come noi.

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Le caldaie a biomassa per abitazione a policombustibile

Le caldaie a biomassa per abitazione a policombustibile sono davvero una scelta vantaggiosa per il risparmio energetico e per l’ecosostenibilità?

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Una delle alternative più efficaci per risparmiare sulle bollette per il riscaldamento della tua abitazione è l’acquisto di caldaie a biomassa per abitazione policombustibili. Attraverso l’utilizzo di questi dispositivi infatti potrai avere gli ambienti riscaldati sempre al punto giusto senza dipendere dalla fornitura di gas, metano o gpl, necessario al tuo impianto a produrre acqua calda sanitaria e per il riscaldamento.

Il termine policombustibile inoltre sta ad indicare la possibilità della caldaia a biomassa per abitazione di bruciare diverse specie di combustibile. Una flessibilità che di certo ha i suoi vantaggi se vuoi puntare ad un alto risparmio con un sistema non inquinante in grado di riscaldare e produrre acqua calda sanitaria.

Ma come funzionano le caldaie a biomassa per abitazione? Quali combustibili può bruciare una caldaia a biomassa policombustibile? Quali sono i vantaggi di questo sistema?

Proviamo a scoprire a risposta a queste domande nell’approfondimento qui di seguito.

Come funzionano le caldaie a biomassa per abitazione policombustibile?

Il funzionamento delle caldaie a biomassa per abitazione policombustibile è praticamente lo stesso delle normali caldaie a biomassa (ne parliamo anche qui).

Grazie alla combustione delle biomasse, ovvero qualsiasi sostanza di matrice organica, vegetale o animale, utilizzabile a fini energetici, sono in grado di riscaldare l’acqua per il riscaldamento o quella sanitaria. L’energia provocata dalla combustione infatti non è altro che calore che va a scaldare l’acqua presente all’interno della caldaia stessa. 

A differenza della combustione basata sui gas naturali, quella delle biomasse non produce praticamente inquinamento rilasciando in atmosfera solamente vapore acqueo. Certo, la combustione è un processo che genera scarti, in questo caso produce ceneri. Tuttavia, queste sono un ottimo fertilizzante e quindi possono essere utilizzate in agricoltura.

Le caldaie per abitazione a policombustibile generalmente sono integrabili all’impianto di riscaldamento già presente. Di norma presentano un serbatoio che viene riempito con il combustibile sulla loro parte alta a destra o sinistra a seconda del modello. Da questo serbatoio la biomassa passa in un condotto e confluisce nella camera di combustione che generalmente sfrutta la combustione a fiamma capovolta. In questo modo è possibile gestire il consumo del combustibile con più facilità in modo da prolungarne la durata.

Solitamente questo tipo di caldaie non vengono installate all’interno dell’abitazione in un locale che sia abbastanza ampio all’interno del quale sia possibile lo stoccaggio dei combustibili.

Quali sono i combustibili che possono bruciare le caldaie a biomassa policombustibile?

La caldaia a biomassa per abitazioni policombustibile è anche detta “onnivora” dal momento che è in grado di bruciare molti combustibili diversi. Sul mercato infatti esistono numerose tipologie di caldaia che possono essere alimentate da svariate biomasse, sia di origine legnosa che vegetale. Le più comuni sono le seguenti:

  • Pellet. Si ottiene pressando la segatura prodotta dagli scarti della lavorazione del legno. Pressatura che avviene solo dopo averli essiccati producendo dei piccoli cilindri. Si tratta di una fonte particolarmente efficiente dal momento che ha un basso residuo di ceneri ed è molto economico specie se comparato ai combustibili fossili.
  • Cippato. Non è altro che il legno sminuzzato da presse cippatrici. La sua potenza termica ovviamente dipende dal tipo di legname che viene usato per ricavarlo. Potenza che aumenta più la percentuale di umidità residua è inferiore.
  • Sansa di olive. E uno scarto dei processi di estrazione dell’olio di oliva che si ottiene dai residui del nocciolino;
  • Gusci di mandorle e nocciole: sono di facile utilizzo e anch’essi garantiscono un buon rendimento termico.
  • Scarti dell’industria agroalimentare: scarti della produzione di mais, pistacchi, prugne, semi di uva e girasoli oppure gli ossi da albicocca.

Potere calorifero e prezzi di alcune biomasse

Come dicevamo in precedenza, il grande vantaggio delle caldaie a biomassa per abitazione policombustibile è quello di poter scegliere il combustibile. Non tutti i combustibili sono uguali fra di loro: nella loro scelta devi considerare il loro potere calorifero e, soprattutto, il loro prezzo. In questo modo puoi variare a seconda delle tue esigenze e necessità riuscendo sempre a risparmiare il più possibile.

Abbiamo cercato di riportare nella tabella sottostante dei dati che possano rendere bene l’idea del potere calorifero e del prezzo di alcuni dei combustibili più diffusi.

COMBUSTIBILE POTERE CALORIFICO IN Kcal/Kg PREZZO IN TONNELLATE
SANSA DI OLIVA 4500 70 €
CIPPATO 3000 85 €
GUSCI DI MANDORLE 4200 132 €
LEGNA DA ARDERE 3500 150 €
PELLET 4500 195 €
MAIS 6000 210 €

Altre funzioni delle caldaie a biomassa per abitazione a policombustibile

Scegliere una caldaia a biomassa per abitazione policombustibile di nuova generazione è garanzia di comfort e di elevata funzionalità. Questi dispositivi infatti sono dotati di sistemi altamente tecnologici che garantiscono un’elevata praticità e semplicità nel loro uso quotidiano. Sono inoltre in grado di garantire notevoli livelli di efficienza ed una significativa riduzione degli sprechi di combustibile.

Per far funzionare questo tipo di dispositivi di solito basta caricare il serbatoio e programmarla correttamente. Dopodiché la caldaia funziona automaticamente. Tuttavia esistono anche modelli più completi ed all’avanguardia che possono essere dotati di:

  • centralina elettronica-digitale. In questo modo è possibile programmarne l’accensione, lo spegnimento, il rifornimento della camera di combustione, e regolare il mantenimento del focolare acceso e di modulare la fiamma. Con questo tipo dispositivo dovrai procedere all’accensione manuale solo la prima volta e caricare il serbatoio almeno una volta al giorno anche se ciò dipende dall’utilizzo che hai intenzione di farne. 
  • sensore di livello del combustibile: regola la quantità di combustibile che deve affluire nella camera di combustione, quando il livello è giusto il meccanismo di ricaricamento automatico si blocca;
  • modulo per la produzione di acqua calda. Grazie ad uno scambiatore di calore a piastre è in grado di riscaldare l’acqua calda sanitaria in maniera pressoché istantanea. Di solito è presente anche una pompa che serve da imprimere la potenza necessaria all’acqua riscaldata per farla entrare nell’impianto.
  • aspiratore autopulente a pale: è un sistema automatico regolato da un motore che pulisce le parti interne della caldaia. In questo modo eviterai pericolose incrostazioni che possono provocare malfunzionamenti all’apparecchio oltre che frequenti spese di manutenzione.
  • cassettino per l’estrazione delle ceneri: che facilita le operazioni di pulizia.

Vantaggi

I vantaggi dello scegliere una caldaia a biomassa per abitazione policombustibile non sono di certo pochi, specie quando prendiamo in considerazione i dispositivi più evoluti. Proviamo quindi a riassumerli qui di seguito:

  • scegliere una caldaia a biomassa per abitazione policombustibile ti permette di scegliere di volta in volta il combustibile più adatto alle tue esigenze;
  • questi apparecchi sono molto efficienti ed offrono prestazioni davvero ottime con il minimo apporto di combustibile;
  • praticità di utilizzo: una volta accesa e programmata la caldaia funzionerà praticamente da sola;
  • caricamento semplice progettato secondo criteri ergonomici e talvolta addirittura automatico;
  • risparmio notevole rispetto alle caldaie a combustibile fossile. Soprattutto nei periodi in cui questi combustibili sono soggetti a variazione di prezzi non indifferenti proprio come in questo momento;
  • riduzione delle emissioni di CO2;
  • possibilità di riutilizzare gli scarti in agricoltura per fertilizzare.
  • possibilità di fruire delle detrazioni fiscali del 65% per la sostituzione della tua vecchia caldaia!

Ecobonus al 65% per l’installazione di una caldaia a biomassa

Installare una caldaia a biomassa per abitazione è quindi conveniente da un punto di vista economico visto il notevole risparmio in bolletta che può garantire, ma non solo per questo motivo. Se è vero infatti che sfruttare questo sistema per il riscaldamento richiede un investimento non indifferente è anche vero che oggi sono disponibili molti incentivi fiscali in grado di ridurne il costo.

Grazie ai cosiddetti Ecobonus al 65% potrai ottenere una detrazione fiscale che ti permetterà di ottenere uno sconto in fattura del 65% sul costo totale. Una bella possibilità che ti permette di pagare solamente il 35% del valore della caldaia a biomassa per abitazione!

In questo modo non solo ridurrai l’investimento iniziale ma, grazie al risparmio che potrai ottenere in bolletta, potrai rientrare prima dell’investimento che ti appresti ad effettuare.

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Caldaia a Biomassa: come funziona e cosa brucia?

Come funziona una caldaia a biomassa? Come fa ad ottenere il calore necessario per riscaldare l’acqua calda sanitaria?

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Se sei qui forse è perché stai pensando di sostituire la tua vecchia caldaia alimentata a combustibile fossile con una caldaia a biomassa. Quest’ultima infatti è senza dubbio un ottima soluzione ed una valida alternativa se comparata alle caldaie tradizionali dal momento che è in grado si riscaldare sia abitazioni, che condomini ma anche attività commerciali ed industriali.

Se ti trovi in un area extraurbana che non è coperta dalla fornitura del gas metano ricorrere alla caldaia a biomassa potrebbe essere l’unica soluzione da percorrere. Inoltre se ti trovi in zone montuose o forestali potresti anche avere facilmente accesso al combustibile (legna o trucioli legnosi) che spesso potrai trovare ad un prezzo conveniente.

Ma perché la caldaia a biomassa è così conveniente rispetto a quelle tradizionali? Cos’è la biomassa? Come funzionano questi tipi di caldaie?

Abbiamo cercato di fare il punto della situazione in questo approfondimento.

Che cos’è la biomassa?

Prima di spiegare il funzionamento della caldaia a biomassa riteniamo sia opportuno fare un passo indietro e spiegare il concetto di biomassa.

Con il termine biomassa viene indicata qualsiasi sostanza di matrice organica, vegetale o animale, utilizzabile a fini energetici. In sostanza rientrano in questa definizione tutti quei materiali organici che possono essere utilizzati come combustibili indipendentemente dal loro stato (solido, liquido, gassoso).

I vantaggi più grandi di questi combustibili sono sostanzialmente due: il primo è che durante la loro combustione generano pochissimi residui inquinanti. Il secondo è che i materiali sono generalmente scarti di altre lavorazioni, generalmente attività agricole, che possono essere trasformati semplicemente in energia termica ed elettrica. Rientrano infatti nel concetto di biomassa i seguenti materiali:

  • residui di attività agricole o forestali;
  • legna da ardere;
  • liquidi reflui derivanti dagli allevamenti;
  • scarti delle industrie alimentari;
  • alghe marine.

L’elemento delle biomasse che approfondiremo in questa sede però è quello della parte legnosa. L’energia termica delle caldaie a biomassa può infatti essere ottenuta bruciando direttamente combustibili legnosi all’interno delle caldaie.

Caldaia a biomassa: le differenti tipologie

A differenza delle caldaie tradizionali come quella a gas, la caldaia a biomassa brucia al suo interno una fonte rinnovabile. Il legno infatti è a tutti gli effetti una fonte rinnovabile dal momento che le piante ricrescono continuamente al contrario dei giacimenti di gas naturale che si esauriscono.

Tuttavia di materiali legnosi ne esistono diversi ed le caldaie a biomassa si distinguono in base al materiale che bruciano. In particolare i combustibili legnosi esistenti sono i seguenti:

  • Pellet ovvero scarti di lavorazione legno resi in cilindretti pressati. Questo materiale si impiega nelle stufe per il riscaldamento diretto degli ambienti, oppure nelle caldaie per riscaldare acqua per i termosifoni e/o pannelli radianti a pavimento. Scopri di più sulle caldaie a pellet cliccando qui ;
  • Cippato ovvero legno naturale di provenienza boschiva tritato con o senza corteccia;
  • Segatura derivante da scarti industriali;
  • Tronchetti di legno: costituiti da residui di legno pressati;
  • Legna a pezzi (ciocchi): porzioni di tronco e di provenienza boschiva. Parliamo meglio della caldaia a legna qui.

Una caldaia a biomassa si contraddistingue in base alla possibilità di essere alimentata solo con uno dei precedenti tipi di combustibile oppure anche tramite diversi tipi. In quest’ultimo caso ne aumenta quindi la sua versatilità ed usabilità da parte degli utenti finali. Inoltre le caldaie a biomassa sono particolarmente sicure visti i loro affidabili sistemi di sicurezza.

La tipologia più comune di caldaia a biomassa è quella a fiamma inversa o rovesciata. In sostanza la fiamma non si sviluppa verso l’alto, bensì verso il basso, mentre la carica di biomassa si trova nella parte superiore. In questo modo è possibile caricare la caldaia o stufa al massimo senza che la biomassa bruci troppo in fretta e tutta insieme riuscendo quindi a gestire il calore in grado di generare in maniera ottimale.

Come funziona?

Il funzionamento di una caldaia a biomassa non è poi così differente rispetto a quello di una caldaia tradizionale a gas. E’ la combustione della biomassa, anziché quella del gas naturale, a fornire l’energia necessaria a riscaldare l’acqua calda sanitaria. 

La facilità con cui è possibile reperire le biomasse legnose, assieme al loro costo molto ridotto, rende inoltre conveniente l’installazione di una caldaia a biomassa. Ricorrendo a questa soluzione è possibile infatti ridurre drasticamente i costi della gestione della tua caldaia.

Anche dal punto di vista della manutenzione sono convenienti. L’unica cosa a cui devi prestare attenzione è infatti la pulizia dalle ceneri prodotte dalla combustione all’interno della caldaia ogni 2-3 giorni o ogni 4 settimane. La frequenza con cui svuoterai la caldaia dipende soprattutto dalle dimensioni della stessa. Le ceneri che possono essere a sua volta riutilizzate, magari conservandole in un cumulo di compost che si utilizza per aiutare la fertilizzazione.

Durante la stagione estiva infine la tua caldaia a biomassa può essere tranquillamente spenta e “messa a riposo”.

Ecobonus al 65% per l’installazione di una caldaia a biomassa

Installare una caldaia a biomassa può essere quindi conveniente da un punto di vista economico visto il notevole risparmio in bolletta che può garantire. Utilizzando le biomasse infatti non devi più temere i rincari di gas, cosa che ad esempio si sta verificando proprio in questo momento.

Tuttavia, per installare un caldaia a biomassa, è richiesto un investimento inziale che non tutti sono in grado o si sentono di sostenere. Il prezzo di una caldaia biomassa infatti si aggira intorno ai 4000 €. Ma allora dove sta la convenienza?

La convenienza sta nel fatto che in questo momento sono in vigore i cosiddetti Ecobonus al 65%. Si tratta di una detrazione fiscale che in sostanza ti permette di ottenere uno sconto in fattura del 65% sul costo totale dell’intervento di installazione della caldaia a biomassa. Una bella possibilità che ti permette di pagare solamente il 35% del valore della caldaia!

In questo modo non solo ridurrai l’investimento iniziale ma, grazie al risparmio che potrai ottenere in bolletta, potrai rientrare prima dell’investimento che ti appresti ad effettuare.

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Ecologisti: “Stop caldaie a gas dal 2025”

La rete di associazioni Coolproduct spinge per lo stop caldaie a gas facendo pressione sulla Commissione Europea

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L’Unione Europea. come hai già avuto modo di leggere fra queste pagine, si è posta l’ambizioso obiettivo di azzerare le proprie emissioni di CO2 entro il 2050. In particolare, l’obiettivo prefissato evidenzia come l’Europa possa e debba avere un ruolo guida per conseguire un impatto climatico zero.  Un ruolo guida che verrà raggiunto investendo in soluzioni tecnologiche realistiche, coinvolgendo i cittadini e armonizzando gli interventi in settori fondamentali, garantendo una transizione ecologica giusta. Tuttavia, le nuove regole che la Commissione Europea sta per adottare non prevedono lo stop caldaie a gas almeno fino al 2030.

Per approfondire l’argomento con le ultime novità clicca qui!

A denunciarlo è la coalizione di ong Coolproduct, secondo cui le nuove regole non solo non prevedono lo stop alle caldaie a gas ma ne permetteranno l’installazione almeno fino al 2050. Una pratica che è in forte contrasto con gli obiettivi di impatto climatico zero da raggiungere, secondo Bruxelles, entro il 2050.

Alcuni dati a sostegno dello stop caldaie a gas

Lo stop alle caldaie a gas viene inserito in un contesto più ampio frutto di un’attenta analisi. Secondo la rete di ong Coolproduct infatti:

“Attualmente ci sono circa 129 milioni di caldaie (di tutti i tipi) installate nell’Ue… Più del 50% delle quali sono molto inefficienti, classificate in classe energetica C o inferiore… più dell’80% di tutti gli impianti di riscaldamento installati in Europa sono alimentati da fonti fossili”.

Anche l’Agenzia Internazionale dell’Energia lo scorso maggio è intervenuta sulla questione ribadendo la sua posizione a favore dello stop caldaie a gas e ad altri combustibili fossili entro il 2025. La data del 2025 non è una data simbolica ma è una data frutto di ricerche che dimostrano come:

“permettere la vendita di caldaie e riscaldatori a combustibili fossili nell’Ue dopo quell’anno rischia di compromettere gli sforzi che diversi Stati membri stanno facendo per impedire nuove vendite di vecchie tecnologie di riscaldamento inquinanti”.

Le richieste di Coolproduct

Come si evince dalla situazione sopra riportata è facile capire come mai la rete di O.N.G. Coolproduct sostenga in maniera decisa lo stop caldaie a gas. Le O.N.G. infatti richiedono un’eliminazione graduale degli apparecchi di riscaldamento a combustibile fossile entro il 2025 attraverso le norme sull’ecodesign. Norme che la Commissione Europea dovrebbe approvare entro la fine del 2021 come più volte garantito dalla Commissione stessa.

In particolare, fra le richieste delle O.N.G. ce ne sarebbe una specifica in quanto vorrebbero far cessare l’installazione di nuove caldaie a combustibili fossili al di sotto dei 400 kW entro il 2025.

La situazione italiana

Coolproduct ha anche prodotto un quadro completo della situazione italiana sul riscaldamento degli edifici residenziali, commerciali e pubblici citando i dati Ispra.

In particolare, questo settore pesa per oltre il 17,7% delle emissioni di anidride carbonica totali. Ha dunque un ruolo particolarmente decisivo nell’inquinamento atmosferico (secondo i dati del 2018) in quanto è responsabile del:

  • 64% della quantità di polveri sottili PM 2,5,
  • 53% di PM10
  • 60% di monossido di carbonio emessi

Le soluzioni dopo lo stop caldaie a gas

La scelta di obbligare ad uno stop caldaie a gas è quindi, secondo gli ecologisti una scelta da prendere nel più breve tempo possibile e da non rinviare al 2030. Ma se ci sarà lo stop alle caldaie a gas, quali saranno le modalità con cui sarà possibile riscaldare gli ambienti di lavoro o di casa tua?

Le soluzioni sono sostanzialmente 2:

  • Caldaie a condensazione: ovvero una caldaia ad acqua calda nella quale si riesce ad ottenere la condensazione del vapore acqueo dei fumi di scarico. In questo modo si ha il recupero del calore latente di condensazione e di conseguenza maggiore efficienza energetica rispetto ad una caldaia tradizionale. Se è un dispositivo molto efficiente e dall’inquinamento ridotto, è pur vero che per scaldare l’acqua è comunque necessario l’utilizzo di gas e pertanto non è la soluzione migliore.
  • Caldaie a biomassa: il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria per la casa è fornita dalla combustione della biomassa ovvero trucioli di legno. Il combustibile produce per combustione il calore che viene poi utilizzato per riscaldare l’acqua. Il vantaggio di questo sistema è l’enorme facilità del combustibile che spesso si trova a prezzi bassissimi e che quindi permette di ridurre drasticamente i costi della gestione della caldaia.

Accanto a queste soluzioni di facile implementazione ne esistono altre basate su diverse tecnologie come le pompe di calore o come il solare termico. Soluzioni di sicura affidabilità che però, in questa sede non ci interessa approfondire.

Gli incentivi per la sostituzione della caldaia

Non aspettare lo stop caldaie a gas per sostituire la tua!

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Come difendersi dal rincaro luce e gas?

In questi mesi è previsto un rincaro luce e gas che potrebbe arrivare fino al 40%. Come difendersi da questi aumenti delle bollette?

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Dopo un anno terribile come quello del 2020, il 2021 sembra volgere al termine meglio di come ci si aspettasse. O meglio, sembrava. Se infatti il 2020 è stato segnato dalla pandemia con la chiusura di molte attività produttive durante il lock-down, il 2021 ha segnato una netta ripresa economica. Tuttavia questa è solamente un analisi superficiale del quadro complessivo.

Focalizzandoci sui consumi energetici, la situazione è un po’ più complessa di quanto abbiamo appena riportato. La chiusura di molte attività ha infatti fatto calare drasticamente la domanda di energia, pertanto il costo delle materie prime necessarie a produrla è calato in maniera sostanziale. Ciò ha quindi contribuito a fare in modo che le bollette delle utenze subissero una riduzione significativa.

Tuttavia, la ripresa delle attività produttive, ha contribuito ad innalzare la domanda delle materie prime contribuendo a farne alzare nuovamente il costo. In questo momento quindi si sta verificando un rincaro luce e gas che potrebbe colpire duramente le utenze domestiche ed aziendali.

Probabilmente a questo punto, come noi del resto, avrai diverse domande che ti frullano in testa. Forse ti starai chiedendo: “E’ possibile che la pandemia sia stata l’unica causa del rincaro luce e gas?” anche se la domanda più importante di tutte è probabilmente un altra. Forse infatti ti starai chiedendo: “Come faccio a proteggermi dal rincaro luce e gas una volta per tutte?”.

Abbiamo cercato di analizzare a fondo la questione insieme ai nostri esperti ed abbiamo riassunto le nostre considerazioni qui di seguito.

LA PANDEMIA DA SOLA È SUFFICIENTE A GIUSTIFICARE UN RINCARO LUCE E GAS COSÌ ALTO?

Come abbiamo cercato di spiegare poco fa, l’effetto pandemia sul costo dell’energia inizia a farsi sentire prepotentemente in questi giorni. Se infatti il costo delle materie prime necessarie alla produzione di energia era sceso al suo minimo storico nel corso del 2020, ora sta risalendo in maniera esponenziale. D’altronde un calo della domanda provoca sempre un calo dei prezzi così come è altrettanto vero il contrario. Tuttavia, può questa ragione essere sufficiente a provocare un rincaro così alto?

A ben vedere esistono anche altri motivi dietro al rincaro luce e gas tra cui i seguenti:

  1. Gazprom, colosso russo del settore del gas naturale, ha, oramai da qualche tempo, tagliato le forniture all’Europa. Risale infatti al dicembre 2020 la notizia secondo cui, i volumi di gas che viaggiavano verso l’Europa sono diminuiti di un terzo. Il calo della fornitura di gas, al pari della stessa domanda ha provocato un innalzamento dei prezzi dello stesso che non può non riflettersi sulle bollette.
  2. Le centrali nucleari francesi stanno attraversando una fase di manutenzione piuttosto importante. Come è noto, l’Italia acquista ogni anno parte dell’energia di cui ha bisogno dalla Francia. Quest’anno, e forse anche il prossimo, la Francia non potrà quindi garantire la stessa produzione di energia pertanto, inevitabilmente, l’energia acquistata dai transalpini costerà di più.
  3. Infine c’è da considerare un fattore strutturale italiano che riguarda le energie rinnovabili. La maggior parte degli impianti fotovoltaici installati sui tetti delle case e delle imprese italiane sono stati installati tra il 2007 ed il 2014. Si tratta quindi di impianti dotati di una tecnologia oramai datata e, soprattutto per i più vecchi, soggetti ad un calo di efficienza. Se a questo aggiungiamo la scarsa ventosità del 2020 è evidente come l’apporto energetico delle energie rinnovabili nel 2020 si sia ridotto notevolmente.

E’ evidente quindi che la sola pandemia non è sufficiente a giustificare un rincaro luce e gas così alto ma c’è tutto un insieme di cause che lo determinano. Non ultima una volontà di speculare che, come sempre nei momenti di crisi, torna a farsi prepotente a discapito dei normali cittadini.

Come è possibile tutelarsi dall’aumento delle bollette per sempre?

La soluzione per risolvere il problema del rincaro luce e gas una volta per tutte è solo una: l’autoconsumo di energia. Tramite questo concetto intendiamo la possibilità di produrre da soli l’energia che si consuma tramite le energie rinnovabili.

Con un fotovoltaico abbinato ad una batteria di accumulo ad esempio, sarai in grado di produrre gran parte dell’energia elettrica di cui hai bisogno per far funzionare gli elettrodomestici di casa tua. Un impianto solare termico invece potrebbe essere in grado di farti ottenere acqua calda sanitaria gratuitamente senza dover utilizzare il gas per riscaldarla. Con una pompa di calore abbinata ad un fotovoltaico invece potresti produrre l’energia elettrica necessaria al funzionamento della PDC oltre che quella per i tuoi elettrodomestici.

Certo, per fare in modo di utilizzare uno o alcuni di questi impianti a fonti rinnovabili precedentemente elencati, è necessario fare un investimento non indifferente.

Per fortuna, in questo momento esistono una miriade di detrazioni fiscali, come gli ecobonus 65% o gli incentivi per il fotovoltaico al 50% in grado di alleggerire notevolmente l’investimento. In questo modo, non solo abbatterai drasticamente i costi delle tue bollette, ma riuscirai a rientrare dell’investimento che ti appresti ad effettuare in tempi più brevi!

Cosa aspetti quindi? Compila il modulo qui sotto e ricevi tutte le informazioni sulle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica!

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