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Proroga al 30 novembre 2023 per la Comunicazione per la cessione del credito all’Agenzia delle Entrate. Entro quando la fine lavori Superbonus?

Arriva la proroga al 30 novembre 2023 per la Comunicazione per la cessione del credito all’Agenzia delle Entrate. A stabilirlo sono la circolare 33 del 6 ottobre e la risoluzione n. 58 dell’11 ottobre 2022 dell’Agenzia delle Entrate. Entro quando la fine lavori superbonus?

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I lavori del superbonus per la tua unifamiliare sono in ritardo?

Sei preoccupato perché pensi di non rientrare nella data di scadenza per la Comunicazione per la cessione del credito all’Agenzia delle Entrate?

Non preoccuparti. Abbiamo una bella notizia per te! In questo approfondimento infatti esamineremo in maniera approfondita la circolare n. 33 del 6 ottobre e la risoluzione n.58 dell’ 11 ottobre 2022 dell’Agenzia delle Entrate. Questo perché in questi documenti viene precisato che il termine ultimo per la Comunicazione per la cessione del credito all’Agenzia delle Entrate è il 30 novembre 2023. Una notizia che influisce in maniera determinante sulla data di fine lavori del Superbonus che, alla luce di quanto appena esposto, sembra coincidere con questa data o un po’ prima. Il 30 novembre 2023 infatti, oltre ad aver finito i lavori, dovrai anche essere in possesso dei documenti necessari a presentare la Comunicazione.

Questa notizia è molto importante visto che potrebbe rimettere in gioco anche la tua unifamiliare. Soprattutto nel caso in cui tu sia molto in ritardo con i lavori. Un’eventualità con cui purtroppo sono in molti a dover fare i conti visti tutti i problemi di reperibilità dei materiali e per la cessione del credito.

Per fare chiarezza in merito abbiamo fatto il punto sulla data di scadenza del fine lavori superbonus 110 qui di seguito insieme ai nostri esperti.

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i termini Scandeza lavori unifamiliari: facciamo chiarezza

Se sei in ritardo con i lavori Superbonus, questo è perché probabilmente il tuo tecnico ti avrà detto che la scadenza è il 31 dicembre 2022.

In realtà però non è affatto così. La data in questione infatti si riferisce non alla fine dei lavori o quello per la comunicazione per la Cessione del credito, ma al termine ultimo entro il quale è necessario sostenere le spese per avere diritto, su quelle spese, all’agevolazione del 110%.

Ma allora, se il 31 dicembre 2022 è il termine ultimo per sostenere le spese, entro quando è necessario effettuare la comunicazione per la cessione del credito all’Agenzia delle Entrate? Entro quando devo finire i lavori Superbonus?

La realtà è che non c’è un termine vero e proprio entro cui finire i lavori del Superbonus 110 per le unifamiliari. Ci sono però degli altri termini che condizionano questa data. Fra questi termini c’è senza dubbio quello del 16 marzo 2023 che sarebbe il termine ultimo per la comunicazione dell’opzione per la cessione del credito. 

In particolare, quest’ultima non è altro che quell’attività che il tuo CAF o commercialista devono svolgere per te e che comunica la tua intenzione di non utilizzare il superbonus in detrazione nella dichiarazione dei redditi. Ricordiamo che i tempi per ottenere questa detrazione in dichiarazione dei redditi sono 5 anni per le spese sostenute nel 2021 e 4 per quelle sostenute nel 2022.

Questa comunicazione infatti serve per far conoscere all’Agenzia delle Entrate la tua intenzione di beneficiare della detrazione tramite la cessione del credito. Non importa a chi cederai il credito ottenuto in questa maniera ovvero se lo cederai ad un fornitore in cambio dello sconto in fattura oppure ad una banca o altro soggetto.

Se quindi, il termine ultimo per la comunicazione dell’opzione per la cessione del credito all’Agenzia dell’entrate è il 16 marzo 2023, questo significa che i lavori dovranno essere terminati almeno un paio di settimane prima. In questo modo avrai tempo di preparare la necessaria documentazione da allegare alla domanda. Di fatto quindi siamo già di fronte ad una prima proroga unifamiliari per la fine dei lavori superbonus.

Circolare n. 33 del 6 ottobre: proroga comunicazione cessione del credito al 29 aprile 2022 per le spese sostenute nel 2021

Un primo chiarimento in merito alla proroga unifamiliari per la fine dei lavori del Superbonus 110 arriva dalla circolare numero 33 del 6 ottobre 2022 dell’Agenzia delle Entrate. In particolare, al capitolo 5.4 la circolare affronta l’argomento della Remissione in bonis.

All’interno del capito si afferma ancora una volta il termine ultimo del 16 marzo dell’anno successivo alle spese sostenute per la comunicazione della fruizione dell’opzione della cessione del credito anziché della detrazione in dichiarazione dei redditi. Tale termine ovviamente vale per le spese sostenute entro il 31 dicembre dell’anno precedente a quello in cui si effettua la domanda per l’opzione.

Tuttavia, all’interno dello stesso capitolo si menziona una prima proroga per quanto riguarda il termine della cessione del credito. Possiamo infatti leggere:

Per le spese sostenute nel 2021, nonché per le rate residue non fruite delle detrazioni riferite alle spese sostenute nel 2020, l’articolo 10-quater, comma 1, decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4, convertito con modificazioni dalla legge 28 marzo 2022, n. 25, ha consentito l’invio della Comunicazione, a pena di decadenza, entro il 29 aprile 2022.

Quindi il termine del 16 marzo 2022, era in realtà già stato posticipato al 29 aprile 2022, ovviamente sempre per quanto riguarda la comunicazione per la cessione del credito delle spese sostenute nel 2020 e 2021. Una comunicazione, quest’ultima, che come abbiamo visto, ha anche effetto sulla data della fine dei lavori Superbonus.

Comunicazione della cessione del credito e fine dei lavori superbonus: costa stabilisce la Remissione in de bonis

Tuttavia occorre fare anche un’altra precisazione in merito al termine ultimo per la comunicazione della cessione del credito. La circolare numero 33 del 6 ottobre 2022 dell’Agenzia delle Entrate stabilisce anche che, in presenza di determinate condizioni, è  trasmettere la Comunicazione per la cessione del credito anche successivamente al 29 aprile 2022. Per quanto riguarda le spese sostenute nel 2020 e nel 2021 quindi saresti ancora in tempo così come per quelle sostenute nel 2022!

Per farlo è necessario ricorrere allo strumento della Remissione de Bonis.

La Remissione in de bonis infatti garantisce l’accesso ai benefici di natura fiscale subordinati all’obbligo di preventiva comunicazione anche in caso non sia tempestivamente eseguita nei seguenti casi:

  • avere tutti i requisiti richiesti dalla norma di riferimento quindi, in questo caso del Superbonus;
  • effettuare tale comunicazione prima del termine di scadenza di presentazione della prima dichiarazione dei redditi utile. Tale termine è individuato nel 30 novembre dell’anno successivo di riferimento della dichiarazione dei redditi. Pertanto, per le spese sostenute nel 2020 e 2021 la scadenza è il 30 novembre 2022. Per quelle sostenute nel 2022 la scadenza è quella del 30 novembre 2023;
  • versare contestualmente la sanzione prevista. Si tratta di poche centinaia di euro (250);
  • non dovranno essere in vigore attività di controllo in merito alla spettanza del suddetto beneficio fiscale.

Ne consegue quindi che potrai sfruttare la remissione in bonis anche per l’esercizio dell’opzione per lo sconto in fattura e della cessione del credito. Ovviamente sempre che tu rispetti le precedenti condizioni.

Infine, la trasmissione della nuova Comunicazione entro il termine di cui sopra è ammessa anche nelle ipotesi in cui sia stato chiesto all’Agenzia delle entrate l’annullamento dell’accettazione dei crediti derivanti da una Comunicazione errata. Ovviamente deve comunque essere verificato il rispetto delle indicazioni fornite nei paragrafi precedenti,

Risoluzione 58/E dell’11 ottobre

La scadenza per la Comunicazione dell’opzione della Cessione del Credito all’Agenzia delle Entrate, ha quindi effetto anche su quella quella per il fine lavori superbonus. Se il termine ultimo per la comunicazione dell’opzione per la cessione del credito all’Agenzia dell’entrate è il 30 novembre 2023, questo significa che i lavori dovranno essere terminati almeno un paio di settimane prima. In questo modo avrai tempo di preparare la necessaria documentazione da allegare alla domanda. Di fatto quindi siamo di fronte ad una proroga per la fine dei lavori superbonus sulle abitazioni unifamiliari.

Tale scadenza per la Comunicazione all’Agenzia delle Entrate è spiegata ancora meglio nella Risoluzione 58/E dell’11 ottobre della stessa Agenzia. In questa risoluzione sono infatti contenute “Istruzioni per il versamento della sanzione dovuta per avvalersi della Remissione in bonis”.

La risoluzione ricorda ancora una volta che la scadenza per la comunicazione per l’esercizio dell’opzione per la prima cessione del credito o lo sconto in fattura. Tale scadenza è il 16 marzo dell’anno successivo a quello di sostenimento delle spese che danno diritto alle detrazioni. 

In seguito riprende ancora una volta quanto stabilito dalla precedente circolare n.33 del 6 ottobre 2022. Il riferimento è appunto alla remissione in  bonis il quale prevede il pagamento di una sanzione a fronte dell’effettuazione della comunicazione entro il 30 novembre dell’anno successivo al sostenimento delle spese che danno diritto alla detrazione.

In particolare il versamento della sanzione di cui trattasi è effettuato tramite modello F24 ELIDE, indicando il codice tributo “8114”, denominato Sanzione di cui all’art. 11, comma 1, d.lgs. n. 471/1997, dovuta ai sensi dell’articolo 2, comma 1, del d.l. n. 16/2012 – REMISSIONE IN BONIS”.

Fine lavori superbonus 110: Quali sono le reali implicazioni della proroga al 30 novembre 2023?

Le reali implicazioni della proroga al 30 novembre 2023 per la comunicazione dell’opzione per la cessione del credito all’Agenzia delle Entrate sono molto semplici da comprendere. Il risultato è che avrai a disposizione molto tempo in più per finire i lavori superbonus 110%!

Se il tuo commercialista o il tuo CAF devono inviare la comunicazione per la cessione del credito d’imposta entro il 16 marzo 2023, ovviamente è necessario che debbano avere anche tutta la documentazione necessaria per quella data. Asseverazioni, attestazioni, e tutti gli altri documenti previsti dall’art. 119 e 120 del DL Rilancio, dovranno essere pronti qualche giorno prima della scadenza. Pertanto anche i lavori dovranno esserlo. Possiamo quindi concordare che il 28 febbraio 2023 potrebbe essere il termine ultimo in pratica, per la fine dei lavori Superbonus.

Ma, grazie a questi chiarimenti, hai scoperto che la scadenza della comunicazione dell’opzione per la cessione del credito è in realtà il 30 novembre 2023 (remissione in bonis). Pertanto, per lo stesso ragionamento di prima, la fine dei lavori superbonus dovrà verificarsi qualche giorno prima di questa scadenza.

Grazie a questa circolare e risoluzione dell’Agenzia delle Entrate quindi è avrai a disposizione ben 9 mesi in più per terminare i lavori se hai sostenuto le spese entro il 31 dicembre 2022 e se, soprattutto sei arrivato al 30% dei lavori entro settembre 2022.  Da oggi quindi, potresti avere più di un anno di tempo per terminare i lavori!

Alla luce della nuova scadenza per la fine lavori superbonus 110, cosa succede se invece non li ho ancora iniziati?

Se non hai ancora iniziato i lavori superbonus, allora probabilmente avrai una domanda che ti frullerà in testa: come devo comportarmi in questo momento?

In questo caso, il nostro consiglio è quello di attendere ancora un po’. In questi giorni infatti si sta vociferando sempre di più di una possibile proroga della scadenza del Superbonus al 30 giugno 2023 da parte del nuovo governo Meloni. Scopri le ultime novità sul nuovo Superbonus cliccando qui!

Qualora ciò avvenisse avresti tempo fino al 30 novembre 2024 per la comunicazione dell’opzione della cessione del credito. Ottimisticamente quindi la fine lavori Superbonus 110 potrebbe avvenire tra più di due anni a partire da oggi!

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Solare termico 2023: tutto quello che devi sapere

Solare termico 2023. Come funziona, quali sono i vantaggi e gli svantaggi, quali sono i costi e le agevolazioni ed in quanto tempo posso rientrare dell’investimento?

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Ricorrere all’energia solare, in italia, è senza dubbio una buona idea. I valori di insolazione del nostro paese infatti, sono molto alti sia al nord che al sud. Ed è proprio basandoci su questi valori che possiamo affermare che l’uso del solare termico nel 2023 ti consentirebbe di risparmiare fino:

  • all’80% dell’energia necessaria per la preparazione dell’acqua calda;
  • al 40% della domanda complessiva di calore per l’acqua calda sanitaria ACS e per il riscaldamento degli ambienti.

E’ grazie a questi due fattori che è possibile spiegare il successo del solare termico 2023 considerato anche il rincaro del costo del gas. Il prezzo del metano infatti, complice il conflitto tra Russia e Ucraina è salito alle stelle e pertanto sono in molti a cercare dei metodi alternativi per risparmiare sulle bollette. Metodi alternativi per ridurre i consumi che sono davvero necessari visto che questi prezzi stanno riducendo alla fame famiglie ed imprenditori.

Il solare termico nel 2023 è quindi una valida soluzione (come abbiamo scritto anche qui) per diminuire drasticamente i costi delle bollette in quanto garantirebbe più autonomia sul riscaldamento. Tuttavia possiamo comprendere che ci siano ancora delle questioni da chiarire attorno ad esso. Per questo abbiamo deciso di approfondire l’argomento cercando anche di fornire delle delucidazioni in merito al suo funzionamento, alla sua convenienza, ai bonus di cui potrai usufruire per abbattere il costo dell’investimento.

Come funzionano i pannelli di un impianto solare termico quali sono i loro usi consigliati

Un impianto solare termico è composto da uno o più pannelli solari termici che sono diversi da quelli fotovoltaici. Seppur entrambi gli impianti hanno in comune il fatto di sfruttare l’energia solare, la utilizzano per finalità diverse. Il fotovoltaico converte l’energia in corrente elettrica, mentre, il solare termico sfrutta il sole per riscaldare l’acqua utilizzabile per il riscaldamento e/o per la cucina e il bagno.

Puoi installare un impianto solare termico 2023 per:

  • produrre acqua calda sanitaria;
  • riscaldare gli ambienti di casa tua o del tuo appartamento;
  • riscaldare gli impianti sportivi come piscine e palestre;
  • applicazioni industriali a bassa temperatura,
  • e molte altre cose.

Proviamo ad esaminare alcuni aspetti sulla scelta del tuo solare termico 2023 qui di seguito.

Puoi richiedere una nostra consulenza o maggiori informazioni cliccando qui!

Scelta del tipo di pannello

Un pannello solare termico è sostanzialmente un piastra che grazie alle proprietà della sua superficie, assorbe energia solare e la converte in calore (conversione fototermica). Il calore così prodotto viene trasmesso ad un fluido termovettore che circola all’interno del pannello stesso.

I pannelli di un impianto solare termico 2023, detti anche collettori, possono essere di due tipi:

  • pannelli solari piani. Questa tipologia è sicuramente quella più diffusa ed è molto utilizzata nel residenziale. A loro volta, questi collettori, possono essere vetrati, quindi costituiti da una copertura in vetro e una piastra captante isolata termicamente nella parte inferiore, oppure scoperti. Questi ultimi sono in materiale plastico e direttamente esposti ai raggi del sole. Di solito vengono utilizzati per il riscaldamento dell’acqua delle piscine e sono più economici ma meno efficienti.
  • pannelli solari sottovuoto. Di solito vengono usati in ambito industriali visto che sono progettati con lo scopo di ridurre le dispersioni di calore verso l’esterno e quindi sono particolarmente efficienti. Il calore raccolto da ciascun tubo sottovuoto viene trasferito alla piastra in rame, presente all’interno del tubo. In tal modo, il fluido termovettore si riscalda e, grazie al vuoto, minimizza la dispersione di calore verso l’esterno. Questi pannelli solari termici hanno efficienze molto maggiori rispetto a quelli piani, perciò hanno costi maggiori.

Come abbiamo appena avuto modo di approfondire, un impianto solare termico 2023 con i collettori piani è l’ideale per l’ambito residenziale. Per ottenere il massimo delle prestazioni ti consigliamo di orientarlo verso sud con un inclinazione pari alla latitudine del sito.

Sistema di circolazione

Una volta riscaldato, il fluido termovettore che scorre all’interno del pannello solare termico 2023 dovrà raggiungere le varie utenze o essere accumulato. Per raggiungere le varie utenze è quindi necessario distribuire il fluido termovettore. In questo caso, il sistema di ricircolo dell’acqua può essere di tipo naturale o forzato (ne parliamo anche qui):

  • I sistemi a circolazione naturale si basano sul principio che il fluido riscaldato dal sole diminuisce la propria densità. In questo modo diventa più leggero e sale verso l’alto. Questo provoca un movimento naturale del fluido medesimo. In questo tipo di sistemi il serbatoio di accumulo dell’acqua deve essere sempre più alto del pannello e situato nelle vicinanze dello stesso, pertanto il suo utilizzo è abbastanza limitato. Sono molto semplici e richiedono scarsa manutenzione oltre ad essere più economici rispetto a quelli a circolazione forzata. Di solito si usano per la produzione di acqua calda per uso sanitario, quindi, bagno e cucina.
  • Gli impianti a circolazione forzata si basano su un principio di funzionamento diverso rispetto a quello precedente. Il fluido contenuto nel collettore solare, scorre nel circuito chiuso per effetto della spinta fornita da una pompa. A sua volta la pompa è comandata da una centralina o dal termostato che si attiva grazie ai sensori posti sul collettore e nel serbatoio. Grazie alla pompa, questo impianto solare termico 2023 può essere utilizzato anche per il riscaldamento di appartamenti o condomini oltre che nel settore industriale.

Ogni impianto solare termico ha anche un suo serbatoio in grado di conservare l’acqua riscaldata di giorno anche durante la notte ed utilizzarla quindi a proprio piacimento. La capacità del serbatoio ovviamente dipende dalle tue esigenze anche se possiamo affermare che per una famiglia di 4 persone è sufficiente un solare termico 2023 con un serbatoio di 250 litri riscaldati da 2 collettori.

I vantaggi del solare termico 2023

Abbiamo cercato di riassumere i vantaggi di un’installazione di un impianto solare termico 2023 qui di seguito:

  • Tempi di rientro dell’investimento ridotti visto che è in grado di garantire discreti risparmi in bollette e visti i recenti rincari del costo del metano.A vremo in ogni caso modo di approfondire in dettaglio l’argomento tra poco;
  • Garanzia e durata della vita lunga. I pannelli solari vengono garantiti per 10 anni e la vita utile è di circa 20 anni;
  • Valorizzazione dell’edificio in cui sono installati. Certamente, un’abitazione o un qualsiasi altro edificio che hanno un impianto solare termico 2023 hanno un valore maggiore;
  • Manutenzione ridotta. L’unica cosa che dovrai fare è controllare il crearsi di calcare e la basicità del fluido che circola all’interno;
  • Accesso ad incentivi fiscali per la sua installazione. Anche in questo caso avremo modo di approfondire più in dettaglio l’argomento.

Un impianto solare termico conviene davvero oppure no? Calcoliamo i risparmi ed il tempo di rientro

Per rispondere a questa domanda abbiamo dovuto seguire un caso ipotetico che puoi prendere come spunto per calcolare i tuoi risparmi. Solo così è stato possibile valutare la convenienza di un’installazione di un impianto solare termico 2023.

Abbiamo immaginato di doler installare un impianto a circolazione naturale per soddisfare le esigenze di 4 persone, del costo di 4.000 euro tutto compreso. Esso abbatte il consumo di acqua calda sanitaria del 70-80%.

A questo punto abbiamo quindi dovuto stimare il risparmio annuo ottenuto con l’impianto solare termico 2023. Pertanto abbiamo calcolato la spesa annua per l’acqua calda sanitaria di una famiglia di 4 persone. Per farlo abbiamo considerato un consumo di almeno 10 metri cubi di metano per metro cubo (ovvero 1.000 litri) di acqua calda sanitaria nel caso in cui si usi una caldaia a gas per ottenere l’acqua calda sanitaria.  Il consumo domestico è di circa 40-60 litri di acqua calda al giorno per persona, pari a circa 18.250 litri all’anno per persona, per riscaldare i quali occorrono circa 182 metri cubi di gas.

Se consideriamo che un metro cubo di gas adesso costa intorno agli 1,2 € la spesa annua per acqua calda sanitaria ammonta a 218 € a persona. Pertanto spesa per l’acqua calda sanitaria di una famiglia di 4 persone è di circa 873 euro all’anno. Un risparmio del 75% su questa spesa si traduce quindi in circa 655 euro.

Da ciò ne consegue che una stima del tempo di rientro di un impianto solare termico 2023 è data da 4.000 / 873 = 5,1 anni, che è un ottimo valore.

Approfondisci l’argomento con questo confronto tra solare termico e pompa di calore cliccando qui.

Accesso ai bonus ed alle detrazioni fiscali per il solare termico 2023

Il tempo di rientro o di ritorno dell’investimento per il solare termico 2023 può in realtà essere ancora inferiore. Decidere di installare questo sistema infatti ti permetterà di usufruire degli incentivi fiscali previsti dalla normativa italiana. L’installazione del solare termico rientra tra le opere soggette a detrazione fiscale per le ristrutturazioni al 50 % o per il risparmio energetico con l’Ecobonus al 65%. Vediamoli brevemente qui di seguito.

  • Bonus ristrutturazione: l’importo massimo di spesa da cui si può detrarre il 50% è di 96.000 euro. Ciò significa che l’ammontare massimo della detrazione è di 48.000 euro, restituiti in 10 rate annuali tramite la dichiarazione dei redditi.
  • Ecobonus 65%. Il valore massimo della detrazione per risparmio energetico è di 60.000 euro. Tuttavia, rispetto al bonus ristrutturazione non è necessario attendere 10 anni per recuperare l’importo. Potrai infatti usufruire di uno sconto in fattura di pari ammontare alle detrazione e pagare di tasca tua solo il 35% della spesa rimanente!

Le due detrazioni non sono cumulabili, per cui bisognerà decidere quale delle due utilizzare. In ogni caso puoi approfondire l’argomento cliccando qui.

Inoltre, solo se la fornitura dell’impianto è posta in essere nell’ambito del contratto di appalto, quindi l’impianto viene acquistato dalla ditta installatrice, avete diritto ad un’iva al 10% e non al 22%. L’impresa, in questo caso, acquisterà i prodotti dal fornitore con l’IVA al 22% e poi applicherà al committente l’IVA al 10% (andando quindi in “credito d’IVA” nei confronti dello Stato).

Il solare termico funziona di inverno?

Se stai pensando di installare un impianto solare termico 2023, probabilmente ti sarai già posto questa domanda. Tranquillo, non c’è niente di cui preoccuparsi.

D’inverno, grazie al solare termico, non rimarrai senza acqua calda. L’unica differenza è che probabilmente arriverà più tiepida. Il quanto più tiepida dipende dal luogo in cui vivi, dall’orientamento e dall’inclinazione del tetto e dal corretto dimensionamento dell’impianto.

Il nostro consiglio è comunque quello di integrare il tuo solare termico con un generatore a metano, GPL o un boiler elettrico in grado di sopperire alla minore efficienza del solare termico in inverno.

Richiedi il tuo solare termico 2023 a Valore Energia

Come avrai capito se hai letto il nostro approfondimento, installare un impianto solare termico 2023 è sicuramente un investimento conveniente che ti permetterà di ridurre notevolmente il costo delle tue bollette. Un fattore sicuramente importante in tempi come questi in cui il costo del gas sta crescendo praticamente ogni giorno di più!Tuttavia, installare un sistema di questo tipo non è affatto semplice, soprattutto se vuoi sperare di ottenere gli incentivi fiscali.

Per questo ti consigliamo di rivolgerti al nostro staff qualificato che saprà consigliarti nella scelta migliore in base alle tue esigenze guidandoti per farti accedere alle agevolazioni in essere.

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Meloni: superbonus verso la riforma

Meloni: Superbonus verso cambiamenti importanti. Ecco cosa potrebbe cambiare per prima e seconda casa

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Quello fra la vincitrice delle ultime elezioni Giorgia Meloni e il Superbonus non è mai stato un rapporto d’amore idilliaco. Mentre è in attesa di ottenere l’incarico per formare il nuovo governo dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed insediarsi come premier, sono molte le speculazioni che circolano sulle sorti del Superbonus.

Nonostante questo rapporto non proprio sereno tra Meloni e Superbonus, l’unica cosa certa è che la futura premier non ha intenzioni di scontentare gli imprenditori edili. In un contesto come questo, tra crisi energetica ed inflazione galoppante, sarebbe infatti un suicidio frenare quel vasto settore economico che ruota e vive sulle ristrutturazioni edilizie.

Molto probabilmente i bonus resteranno anche se, con ogni probabilità, verranno rivisti profondamente. Si parla di accorpamenti di bonus e di nuove distinzioni che prevedono divisioni tra prima e seconda casa. In particolare, la riforma Meloni Superbonus consisterebbe in una detrazione dell’80% sulla prima casa e del 50 o 65% sulla seconda. Molto probabilmente però verrà inserita una clausola di salvaguardia per tutte le pratiche già autorizzate in modo da non dare ai contribuenti «altre brutte sorprese».

Abbiamo quindi deciso di fare il punto sulle intenzioni della Meloni sul Superbonus e sui bonus fiscali qui di seguito.

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La riforma Meloni sul Superbonus: cosa potrebbe cambiare per prima e seconda casa

Mentre attendiamo l’insediamento del nuovo governo, iniziano a trapelare già le prime anticipazioni sulle misure che faranno parte della nuova legge di Bilancio. Come abbiamo già avuto modo di anticipare, i bonus edilizi resteranno.

Tuttavia, è quasi sicuro che ci sarà una forte riduzione sulle aliquote di fruizione di questi bonus tanto che alcuni parlano di un vero e proprio “effetto tagliola” voluto dalla Meloni sul Superbonus. L’obiettivo, come tra l’altro è possibile rintracciare sul programma elettorale di Fratelle d’Italia, è quello di accorpare i vari bonus casa, con un’aliquota che dovrebbe attestarsi intorno all’80%.

L’aliquota dunque passerebbe dal 110 all’80% ma per quanto riguarda le prime case. Tuttavia, la riforma Meloni Superbonus prevede una distinzione tra prime e seconde case. Il superbonus infatti, per le seconde case potrebbe essere praticamente dimezzato visto che, secondo le ultime novità, l’aliquota in questione potrebbe essere ridotta tra il 50 ed il 65%.

Le modifiche della Meloni al Superbonus però non sono le uniche che ha subito la normativa. Anche il governo Draghi è intervenuto, con la scorsa legge di Bilancio, su aliquote e scadenze del superbonus. Secondo la normativa attualmente in vigore, infatti, l’aliquota al 110% rimane fino al 2023, per poi scalare al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025. Per le villette, cioè gli edifici unifamiliari, la scadenza è il 31 dicembre 2022.

Superbonus e cessione del credito: i controlli dell’Agenzia delle Entrate

La riforma Meloni sul superbonus potrebbe anche riguardare il meccanismo della cessione del credito.

Per il momento però la situazione è ferma agli ultimi chiarimenti sulle novità introdotte dai decreti Aiuti e Aiuti bis. Queste novità riguardano la responsabilità in solido delle banche e dei fornitori ed hanno l’obiettivo di sanzionare chi opera senza rispettare la legge dall’altro di sbloccare la cessione del credito d’imposta.

Ed è proprio con l’obiettivo di evitare frodi e far circolare così crediti fiscali inesistenti che la stessa Agenzia intensificherà le sue attività di controllo e accertamento. Per effettuare questi controlli si baserà sugli indici di valutazione della diligenza, che riguardano questi aspetti:

  • l’assenza di documentazione;
  • la contraddittorietà rispetto al riscontro documentale prodotto;
  • l’incoerenza reddituale e patrimoniale tra il valore e l’oggetto dei lavori asseritamente eseguiti e il profilo dei committenti beneficiari delle agevolazioni in esame;
  • la sproporzione tra l’ammontare dei crediti ceduti ed il valore dell’unità immobiliare;
  • l’incoerenza tra il valore del credito ceduto e il profilo finanziario e patrimoniale del soggetto cedente il credito qualora non primo beneficiario della detrazione;
  • le anomalie nelle condizioni economiche applicate in sede di cessione dei crediti e la mancata effettuazione dei lavori.

Meloni e Superbonus: quando entrerà in vigore la riforma?

In questo articolo abbiamo cercato di immaginare cosa potrebbe succedere, in base alle indiscrezioni, al superbonus dopo l’insediamento al governo di Giorgia Meloni. Si tratta quindi per il momento di pure ipotesi che sono però basate su fatti certi, come ad esempio il programma elettorale di Fratelli d’Italia.

Per far entrare in vigore la riforma Meloni Superbonus però è ancora necessario attendere diverso tempo. Nel frattempo iniziano a circolare anche altre indiscrezioni: leggile qui! Prima di tutto è infatti necessario far insediare il governo, con il primo passo che si terrà il 13 ottobre, quando è stata convocata la prima seduta della nuova legislatura, per l’elezione dei presidenti di Camera e Senato.

Scopri le ultime novità sul nuovo Superbonus cliccando qui!

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Fotovoltaico o solare termico: quale conviene di più?

In questo momento di crisi energetica stanno aumentando le richieste dei pannelli solari. Ma quale conviene di più tra fotovoltaico o solare termico?

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Visti i recenti aumenti delle bollette di luce e gas, sono molte le famiglie che stanno pensando di ricorrere alle energie rinnovabili per abbattere i propri costi energetici. In particolare, sono molte le persone che stanno valutando se investire o meno in pannelli solari da posizionare sul tetto delle proprie abitazioni. Ma quali pannelli installare? Fotovoltaico o solare termico?

Queste due soluzioni sono entrambe efficienti ma hanno due scopi diversi. Scegliere tra fotovoltaico o solare termico significa infatti scegliere tra la possibilità di produrre elettricità dall’energia solare, oppure scegliere di avere un impianto termico per riscaldare l’acqua sanitaria e, almeno parzialmente, per riscaldare casa.

In sostanza quindi prima di scegliere tra fotovoltaico o solare termico, dovresti per prima cosa capire quali sono le tue esigenze. Una volta chiarito questo punto sarai indubbiamente pronto a compiere il grande passo. In ogni caso, abbiamo provato a chiedere ai nostri esperti il loro parere e quanto è possibile risparmiare con questi impianti. In questo modo speriamo di chiarirti le idee e di esserti d’aiuto in quest’ardua scelta.

Fotovoltaico o solare termico? Le differenze in breve

Ti sarai sicuramente accorto di come la crisi energetica stia portando i prezzi di energia elettrica e gas alle stelle. In particolare, la bolletta dell’elettricità è recentemente aumentata del 59% per chi è fortunata visto che ancora si trova nel mercato tutelato. Il gas invece sta per aumentare di mese in mese.

Ed è proprio per cercare di limitare questi costi che sono in molti, proprio come te, a voler installare un impianto fotovoltaico o solare termico. Grazie a questi impianti infatti potresti risparmiare notevolmente sulle tue bollette. Prima di scegliere se installare fotovoltaico o solare termico è necessario però capire bene quali sono le differenze tra i due. Proviamo a spiegartele qui di seguito.

Impianto fotovoltaico

I pannelli solari fotovoltaici sono in grado di produrre elettricità sfruttando l’energia del sole. Per questo di solito vengono posizionati sui tetti delle abitazioni che sono ben esposti al sole e che hanno un’adeguata superficie. I pannelli solari occupano spazio, e tanto più ne occuperanno se la loro esposizione non è ottimale. Per ottimizzare l’impianto è altamente consigliata anche l’installazione di una batteria di accumulo in modo da poter sfruttare l’energia prodotta in eccesso di giorno anche durante la notte.

Infine, gli impianti fotovoltaici non sono proprio economici, soprattutto se deciderai di installare anche una batteria di accumulo. Tuttavia, esistono degli incentivi fiscali che possono abbattere notevolmente il costo dell’investimento ed i suoi tempi di rientro grazie ai risparmi in bolletta.

Solare termico

I pannelli solari termici invece permettono di riscaldare l’acqua tramite il calore assorbito dal sole. Un liquido passa in una serpentina sotto al pannello, per poi riscaldare l’acqua in un serbatoio tramite uno scambiatore. Questi pannelli necessitano pur sempre di un’adeguata esposizione al sole ma occupano senza dubbio una minor superficie rispetto a quelle fotovoltaici. Tuttavia hanno bisogno di un serbatoio di discrete dimensioni per poter contenere l’acqua che hanno riscaldato. Questa di solito viene usata come acqua calda sanitaria anche se nulla impedisce di utilizzarla direttamente per il riscaldamento dell’abitazione. In questo modo andrai ad incidere notevolmente sui consumi della tua caldaia e quindi sul gas risparmiando notevolmente.

Anche in questo caso i costi non sono proprio irrisori: il costo di un impianto solare termico si aggira tra i 2500 e i 3500 euro per una famiglia di quattro persone. Tuttavia, anche in questo caso è possibile di avvalersi di incentivi fiscali che ti permetteranno di abbattere il costo dell’investimento iniziale anche del 65%. Per approfondire puoi cliccare qui.

Fotovoltaico o solare termico: quanto risparmio?

Come abbiamo avuto modo di esaminare in questo articolo, i prezzi degli impianti solari, fotovoltaico o solare termico che sia, non sono proprio irrisori. Certo, è sempre possibile usufruire dei bonus fiscali per la loro installazione, ma c’è comunque un investimento iniziale da sostenere che non tutti possono essere disposti a sostenere. In entrambi i casi comunque potrai rientrare dell’investimento in alcuni anni.

Fra i due investimenti però quello sul fotovoltaico è quello che senza dubbio è più votato al risparmio. Un impianto fotovoltaico da 3 kW costa circa 9.000 euro, senza particolari sconti permette di risparmiare fino a 1100 euro l’anno ipotizzando un costo della corrente di 30 centesimi a KW. Pertanto potresti rientrare dell’investimento in 9 anni, 4 anni e mezzo se ottenessi il bonus fotovoltaico al 50%. Inoltre il costo della corrente continua comunque a salire, pertanto i tempi di rientro potrebbero ridursi ancora di più

Per i solari termici il discorso invece è diverso. Questi sono infatti prettamente dedicati al riscaldamento dell’acqua sanitaria. In pratica sono dedicati solamente a riscaldare l’acqua che utilizziamo quando ci laviamo le mani, o facciamo la doccia. Certo, il costo di questi dispositivi è decisamente inferiore rispetto al fotovoltaico, però è inferiore anche il risparmio che potresti ottenere. Inoltre, i tempi di rientro, anche al netto di eventuali bonus sono comunque più lunghi anche se non di tanto visto che si attestano intorno ai 7 anni.

Fotovoltaico o solare termico? Conclusioni

Fotovoltaico o solare termico quindi?

Per rispondere a questa domanda, dovresti innanzitutto capire quali sono le tue esigenze e valutare quali sono i tuoi consumi. Inoltre dovresti anche considerare la superficie che hai a disposizione per l’installazione di questi dispositivi e come è orientata. Sebbene i tempi di rientro di un solare termico possano essere più lunghi infatti, non è detto che tu abbia a disposizione abbastanza superficie o che essa sia orientata in maniera ottimale per poter installare un fotovoltaico. In questo caso un solare termico è sicuramente la scelta migliore.

In conclusione, non esiste una risposta precisa alla domanda fotovoltaico o solare termico. La verità è che ogni situazione è diversa dalle altre e che è necessario valutare caso per caso. Una valutazione che i nostri tecnici esperti sono sicuramente in grado di fare visto che il nostro obiettivo è quello di trovare la migliore soluzione per te in modo da farti risparmiare il più possibile!

Sei pronto a fare il grande passo o vuoi ancora più informazioni? Compila il modulo qui sotto con i tuoi dati ed attendi la chiamata di un nostro operatore che ti fornirà tutte le informazioni necessarie!

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4 bufale sul fotovoltaico da smascherare

Abbiamo raccolto le 4 bufale sul fotovoltaico più diffuse che stanno bloccando il passaggio alle energie rinnovabili e le abbiamo smentite

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Pannelli fotovoltaici brutti, funzionanti a intermittenza e poco performanti e per giunta con costi altissimi. Sono queste le bufale sul fotovoltaico più diffuse che rischiano di compromettere la transizione ecologica italiana. Un obiettivo strategico, quest’ultimo, che gli ultimi governi hanno fatto di tutto per incentivare.

Sembra quindi un paradosso, ma il passaggio alle fonti rinnovabili è di fatto ostacolato da alcune bufale sul fotovoltaico o credenze popolari che rischiano di farci rimanere ancorati al passato. Un rischio che però non vale la pena di correre e che potrebbe costarci molto caro.

Non c’è infatti solo una questione ambientale, comunque urgente, dietro al tentativo di smettere di utilizzare i combustibili fossili per la produzione di energia. Essi infatti rilasciano tonnellate di CO2 in atmosfera, un gas che provoca il surriscaldamento globale che a sua volta è il responsabile dei recenti cambiamenti climatici. C’è anche, oggi come non mai, un fattore economico visto che il costo dell’energia e quindi delle bollette non fa altro che crescere negli ultimi mesi. A complicare il tutto c’è anche l’incertezza generata dal conflitto tra Russia ed Ucraina.

Ecco perché abbiamo raccolto le 4 bufale sul fotovoltaico che girano di più ed abbiamo cercato di smascherarle insieme ai nostri esperti. In questo modo speriamo di esserti d’aiuto in una scelta consapevole se anche tu stai pensando di ricorrere all’energia solare per abbattere i costi delle tue bollette. A questo proposito puoi sempre leggere questo articolo.

Bufale sul fotovoltaico: i pannelli solari funzionano solo quando c’è il sole

Una delle bufale sul fotovoltaico più diffuse predica che i pannelli fotovoltaici funzionino solo quando splende il sole. Questa affermazione non è del tutto sbagliata: in effetti se non c’è il sole, un pannello solare, non è in grado di produrre energia. A dimostrazione di ciò basta chiedere ad un possessore di pannelli fotovoltaici quanta energia sono in grado di produrre di notte. La risposta sarà solo una: 0 kWp!

Tuttavia, un discorso è parlare di singoli pannelli o moduli fotovoltaici, un altro di impianti fotovoltaici. Un impianto infatti non è semplicemente l’insieme di più moduli collegati fra loro ma è anche composto da altri elementi. In particolare ci sono gli inverter e, soprattutto, le batterie di accumulo. Grazie alle batterie di accumulo infatti è possibile immagazzinare l’energia prodotta dall’impianto durante il giorno e rilasciarla durante la notte. E’ in questo modo che è alimentare i dispositivi elettrici di un edificio anche quando non c’è il sole.

Ovviamente è necessario anche dotarsi di tutte le accortezze necessarie per massimizzare la produzione dell’impianto fotovoltaico. Per questo è importante scegliere il giusto numero (o potenza) di pannelli solari per consentire loro di accumulare energia sufficiente a coprire le ore in cui la produzione è pressoché nulla. Meglio prediligere un orientamento a sud dei moduli fotovoltaici i quali devono essere inclinati di 25/35° per massimizzare la loro esposizione al sole per il maggior numero di ore possibile.

Gli impianti fotovoltaici hanno costi altissimi e sono anti-economici

Un’ altra delle bufale sul fotovoltaico più diffuse è che l’installazione dei pannelli solari prevede dei costi altissimi. In questo caso, prima di ammortizzare l’installazione dell’impianto fotovoltaico grazie a risparmi sulle bollette della luce, ci vorrebbero molti anni. Tuttavia, questa credenza, è infondata.

L’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico può di fatto azzerare la tua necessità di prelevare energia elettrica a pagamento dalla rete nazionale. In altre parole grazie ad essa potrai dire addio alla tua bolletta della luce! Ovviamente non sempre sarà così, ma in ogni caso il risparmio che puoi ottenere è notevole, soprattutto adesso che i costi energetici sono saliti alle stelle (ne parliamo meglio qui).

Inoltre c’è da considerare che i costi per la realizzazione di un impianto fotovoltaico domestico sono praticamente dimezzati rispetto a 10 anni fa. Ai suoi esordi un impianto necessario per fornire 3 kW costava più di 20.000 euro. Oggi è possibile realizzarlo con una spesa che solitamente si aggira sui 10.000 euro prezzo chiavi in mano.

Ma non solo. Dicevamo che lo stato italiano cerca in tutti i modi di incentivare la transizione ecologica verso le fonti rinnovabili. Gli impianti fotovoltaici sono quindi cruciali per raggiungere questo obiettivo: pensate a cosa succederebbe se ogni edificio, residenziale o produttivo o pubblico che sia, fosse dotato di un proprio impianto fotovoltaico! Per questo motivo quindi lo stato italiano ha introdotto una serie di agevolazioni fiscali volte ad abbattere il costo iniziale dell’investimento per coloro che intendono installare impianti fotovoltaici (ne parliamo qui).

Insomma, installando un impianto fotovoltaico usufruendo al tempo stesso anche degli incentivi si può di fatto dimezzare il tempo di rientro dell’investimento. In pratica è come dire che quei costi “altissimi” voluti dalle bufale sul fotovoltaico, sono in realtà una fonte di risparmio sicuro e garantito nel tempo visto che questi impianti durano almeno 20 anni.

Bufale sul fotovoltaico: solo il 20% della luce solare si trasforma in energia

Un’altra delle bufale più diffuse sul fotovoltaico vuole che solo 1/5 della luce solare sia di fatto trasformata in energia elettrica e che quindi sprecherebbero l’80% di energia.

Ebbene si, questo dato è vero, tuttavia, per analizzare appieno la questione è necessario inserire questo dato nel giusto contesto.

Iniziamo subito col precisare che oggi esistono anche pannelli solari la cui efficienza raggiunge il 23% e che pertanto sono più performanti. Al di là di questo, c’è da considerare lo studio svolto dall’ufficio interno del Dipartimento Energia USA, l’ Office of Energy Efficiency & Reneawable Energy, che spiega come la quantità di energia contenuta nei raggi solari che splendono per un’ora e mezzo è sufficiente a coprire il consumo annuo mondiale.

Come può quindi non essere sufficiente anche convertire solo il 20% di energia in energia elettrica ogni ora per soddisfare i nostri fabbisogni energetici? Premettendo che la tecnologia sta comunque facendo dei passi da gigante in quanto a efficienza dei pannelli solari, è evidente che anche convertire solo il 20% di energia è più che sufficiente!

I pannelli solari sono antiestetici

I pannelli solari non convincono molte persone che li definiscono come brutti, antiestetici ed arrivano a definirli come colpevoli di deturpare l’ambiente. In realtà siamo di fronte all’ennesima delle bufale sul fotovoltaico.

Fermo restando che l’installazione di pannelli solari non deve basarsi su motivi estetici, ma economici, dobbiamo precisare che più che deturpare l’ambiente, i pannelli lo salvaguardano. Inoltre, proprio per venire incontro alle esigenze estetiche, oggi sono molte le aziende che producono pannelli solari bianchi o colorati. In questo modo sono in grado di integrarsi meglio nell’ambiente e dare meno fastidio agli “esteti”.

Certezze sui pannelli solari

Dopo aver svelato le 4 bufale sul fotovoltaico più diffuse adesso è venuto il momento di elencare quelle che sono le certezze che li riguardano.

  • I pannelli solari consentono di avere energia pulita da fonti rinnovabili anche in inverno. Per questo rivestono un ruolo strategico nella lotta a quel cambiamento climatico in atto che ha fatto registrare negli ultimi mesi caldo estremo prima e allagamenti poi.
  • L’ energia ottenuta dai pannelli solari è a tutti gli effetti energia a costo zero. Per questo può consentirci di tagliare i costi in bolletta, ridando così respiro alle famiglie ed alle imprese italiane. Inoltre, non meno importante, può aiutarci ad accelerare la corsa verso l’indipendenza energetica dalla Russia.
  • Costi contenuti. Installare pannelli fotovoltaici non richiede un investimento esorbitante vista anche la possibilità di ottenere degli sconti, anche del 50% sulla spesa totale, grazie alle agevolazioni fiscali disponibili fino al 2024. Per i condomini invece è ancora possibile usufruire dello sconto del 110% previsto dal Superbonus.

Conclusioni

Al netto delle bufale sul fotovoltaico, scegliere energie rinnovabili oggi ci aiuterebbe ad arrivare preparati ad un importante traguardo europeo. Qualche mese fa i nostri politici si sono impegnati a fare in modo che entro il 2030 tutti gli edifici debbano essere provvisti di pannelli solari. Questo, come ha dichiarato la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, è: “Un piano ambizioso ma fattibile”.

Il piano è indubbiamente fattibile, tuttavia, aggiungiamo noi, è necessario che vengano sfatati i falsi miti che oggi non fanno altro che spianare la strada alle fonti di energia fossile. Le rinnovabili non sono il futuro, ma possono e devono essere il presente, e questo sarà possibile solo con l’impegno di tutti.

E ora, se vuoi scoprire qualche informazione utile in più sugli impianti fotovoltaici, non esitare a contattarci compilando il modulo che trovi qui di seguito.

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Tutti i bonus pompa di calore 2023

Ecco la guida completa ai bonus pompa di calore 2023 di Valore Energia!

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Installare una pompa di calore ha indubbiamente tanti vantaggi. Questo dispositivo, anche in caso di climatizzazione invernale, è particolarmente efficiente e quindi in grado di assicurare un risparmio notevole sui costi energetici. Una questione di primaria importanza, quest’ultima, visto il continuo aumento dei prezzi dell’gas che si riflettono sulle bollette. Ma non solo, è anche sostenibile visto che non funzionando tramite combustione, non emette gas serra o CO2.

I vantaggi però non sono solo in termini di efficienza e di sostenibilità. Esistono infatti moltissimi bonus pompa di calore per il 2023, ovvero delle agevolazioni o incentivi fiscali in grado di abbattere notevolmente il costo dell’investimento. Questi bonus sono sostanzialmente i bonus edilizi attualmente in vigore come l’Ecobonus, il Bonus Casa, il Conto Termico ed il Superbonus 110% anche se adesso rimane valido solo per i condomini.

Possono rientrare nei bonus pompa di calore 2023 le seguenti tipologie di questi dispositivi:

  • aria-acqua
  • acqua-acqua
  • aria-aria
  • geotermiche
  • sistemi ibridi composti da pompa di calore ed altro generatore idoneo

Ma quali sono i bonus pompa di calore 2023 di cui è possibile usufruire?

Abbiamo cercato di fare il punto della situazione insieme ai nostri esperti qui di seguito.

Puoi richiedere una nostra consulenza o maggiori informazioni cliccando qui!

Sei curioso di scoprire quali sono gli incentivi per il riscaldamento domestico in vigore nel 2024? Allora clicca qui e scoprili subito!

Scadenze dei bonus pompa di calore 2023

La Legge di Bilancio 2022 ha confermato i bonus edilizia che riguardano anche le pompe di calore cui accennavamo poc’anzi, ma non solo, ha anche individuato nuove scadenze. Qui di seguito abbiamo cercato di ricapitolare quali sono i bonus pompa di calore 2023 e le loro scadenze:

  • L’Ecobonus 65% fino al 31 dicembre 2024,
  • Bonus casa (ristrutturazione) 50% fino al 31 dicembre 2024,
  • Superbonus per case unifamiliari fino a fine 2022
  • Superbonus per condomini, proprietari di edifici composti da due a quattro unità immobiliari ed enti del terzo settore: 110% fino al 31 dicembre 2023, 70% fino a fine 2024 e 65% a fine 2025
  • Conto termico: possono fruire di questo incentivo sia privati che pubbliche amministrazioni. L’unico limite sono i fondi erogati visti che sono fissi e quindi potrebbero esaurirsi. Ricordiamo che il bonus è dedicato agli interventi per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili e all’incremento dell’efficienza energetica.

A questo punto c’è una sola domanda cui è necessario rispondere: “Quale bonus pompa di calore 2023 scegliere?” Abbiamo cercato di rispondere a questa domanda tramite questa semplice guida.

Superbonus 110% per le pompe di calore

L’installazione della pompa di calore può usufruire del Superbonus 110% a patto che venga utilizzata come sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale esistente. Quindi non è possibile usufruire di questa agevolazione su un’abitazione che non dispone ancora di un impianto di riscaldamento.

Per usufruire del superbonus inoltre è necessario che l’edificio su cui si effettui l’intervento effettui un doppio salto di classe energetiche. Tale miglioramento dovrà essere provato attraverso l’Attestato di Prestazione Energetica (APE) eseguito prima e dopo l’intervento.

Ricordiamo a questo proposito che il 30 settembre è scaduta l’ultima data per la presentazione della domanda per gli edifici unifamiliare. Possono quindi accedere a questo bonus solo i condomini. In particolare i massimali di spesa da rispettare per questi edifici sono i seguenti:

  • 20,000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, per gli edifici composti fino a otto unità immobiliari;
  • 15,000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, per gli edifici composti da più di otto unità immobiliari.

Bonus pompa di calore 2023: le detrazioni al 50 ed al 65%

La pompa di calore è in grado di riscaldare, raffrescare, e produrre acqua calda sanitaria sfruttando le energie rinnovabili. Tali energie, nello specifico il calore presente naturalmente nell’aria, sono gratuite pertanto è evidente che garantiscono dei risparmi non indifferenti. Il risparmio, abbinato all’alto livello di comfort termico garantito da questi dispositivi in qualsiasi stagione, sono i veri punti di forza delle pompe di calore. Per questo, a partire dal 2007, la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti di pompe di calore è stata inclusa fra gli interventi agevolati con l’Ecobonus al 65%.

I bonus pompa di calore 2023 che prenderemo in esame adesso sono sostanzialmente due:

  • Ecobonus 65%;
  • Bonus casa 50%.

Abbiamo effettuato questa distinzione perché le agevolazioni, nonostante siano simili, richiedono differenti condizioni di installazione degli impianti e seguono iter burocratici diversi.

Precisiamo però fin da subito che, se un intervento rientra in entrambe le agevolazioni, potrà fruire, per le medesime spese, soltanto dell’uno o dell’altro beneficio fiscale, rispettando gli adempimenti previsti per l’agevolazione prescelta.

Ecobonus 65%

Questa detrazione fiscale da diritto ad un’aliquota di detrazione del 65% sulla spesa totale sostenuta per interventi di riqualificazione energetica su edifici (abitazioni, uffici, negozi) purché dotati di impianto di riscaldamento. Questo significa che è necessario sostituire l’impianto esistente – caldaia o generatore presente – con un sistema a pompa di calore ad alta efficienza. In altre parole, se l’edificio non è provvisto di impianto di riscaldamento non è possibile beneficiare di questo bonus pompa di calore 2023. Anche gli apparecchi ibridi, costituiti da pompa di calore integrata con caldaia a condensazione, possono fruire della detrazione.

Gli altri due aspetti fondamentali sono i seguenti:

  • Chi può usufruire della detrazione: tutti i contribuenti residenti e non residenti, anche se titolari di reddito d’impresa, che possiedono l’immobile nel quale viene effettuato l’intervento
  • Importo massimo detraibile: 30.000 euro come da tabella presente nella Guida “Le agevolazioni fiscali per il risparmio energetico” dell’Agenzia delle Entrate

La detrazione può essere usufruita tramite la dichiarazione dei redditi in 10 quote di pari importo. In alternativa è possibile usufruire della detrazione anche tramite lo sconto in fattura e la cessione del credito e quindi senza dover aspettare 10 anni per recuperare tale importo.

Bonus casa 50%

Se l’intervento effettuato non rientra nella riqualificazione energetica, è possibile usufruire  di un altro bonus pompa di calore 2023: la detrazione fiscale per le ristrutturazioni edilizie al 50%. Tale agevolazione però è applicabile solamente a spese per lavori eseguiti su abitazioni o su parti comuni di edifici residenziali.

Gli altri due aspetti fondamentali sono i seguenti:

Bonus pompa di calore 2023: Conto termico 2.0

Adesso è venuto il momento di parlare anche dell’ultimo bonus pompa di calore 2023: il Conto termico 2.0. Questo bonus non è una detrazione fiscale quanto un incentivo stabile per interventi per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili e per l’incremento dell’efficienza energetica.

Questo incentivo può essere utilizzato sia dai privati sia dalle Pubbliche amministrazioni. Inoltre, non ha scadenza, ma è legato alla disponibilità dei fondi stanziati dallo stato.

Può essere richiesto da chi ha effettuato interventi di piccole dimensioni per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili e per l’incremento dell’efficienza energetica. La sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale esistente con una pompa di calore, sistema ibrido o scaldacqua a pompa di calore, sono ammesse all’incentivazione del Conto termico.

Questo bonus pompa di calore 2023 viene calcolato in base all’energia termica prodotta e non in base alle spese sostenute per la sostituzione di un impianto.

Come funziona?

Questo bonus pompa di calore 2023 si sostanzia in incentivi corrisposti dal GSE nella forma di rate annuali costanti della durata compresa tra 2 e 5 anni o in un’unica soluzione, nel caso in cui l’ammontare dell’incentivo non superi i 5.000 euro.

Il beneficiario dell’incentivo è il “soggetto responsabile”, ovvero chi ha sostenuto la spesa per gli interventi, ma è possibile avvalersi di una Esco (Energy Service Company) come Valore Energia.

Infine precisiamo che l’incentivo può essere assegnato solo agli interventi che non accedono ad altri incentivi statali, a eccezione dei fondi di garanzia, dei fondi di rotazione e dei contributi in conto interesse.

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Bonus solare termico 2023: la guida completa!

Tutto quello che devi sapere sul bonus solare termico 2023

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Il prezzo del gas sta salendo sempre di più e purtroppo non accenna a diminuire, anzi, è molto probabile che accada tutto il contrario. Purtroppo questa è la conseguenza dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia con il conseguente scoppio della guerra e dell’applicazione di sanzioni sempre più pesanti da parte dell’occidente. Un quadro, quello energetico, che era già stato messo a dura prova dall’emergenza pandemica e che adesso è ulteriormente peggiorato.

In questo contesto sono in molti coloro che cercano di avvalersi di fonti alternative per il riscaldamento o per la produzione di energia. Il solare termico rientra fra queste soluzioni a tutti gli effetti.

A questo proposito abbiamo una buona notizia da darti. Esiste infatti un vero e proprio bonus solare termico 2023 che ti farà risparmiare notevolmente sul costo dell’investimento! In particolare, il bonus solare termico sarà in vigore fino al 2024 dopo la proroga contenuta nella Legge di Bilancio 2021 approvata dal Governo Conte II.

Con il bonus solare termico 2023 potrai sostanzialmente installare un sistema in grado di fornirti acqua calda sanitaria e per il riscaldamento a costo 0. Il sistema infatti sfrutta l’energia solare per produrla e quindi un’energia gratuita e ed infinita che rientra tra le rinnovabili.

Ma in cosa consiste questo bonus solare termico 2023? Come si può beneficiare di questa detrazione?

Attenzione! Il Decreto Legge 11/2023 ha impattato sulla cessione del credito d’imposta. Clicca qui per conoscere le ultime novità.

Abbiamo cercato di fare il punto qui di seguito.

Puoi richiedere una nostra consulenza o maggiori informazioni cliccando qui!

Cos’è il bonus solare termico 2023?

Il bonus solare termico è 2023 è sostanzialmente una detrazione del 65% dall’IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche) o dall’IRES (Imposta sul reddito delle società). La detrazione in oggetto viene concessa sulle spese che si sostengono per aumentare l’efficienza energetica di edifici esistenti che rispettano determinati requisiti. Fra queste spese, è evidente, rientrano anche quelle per l’installazione di un impianto solare termico in sostituzione o ad integrazione del tuo sistema di riscaldamento.

La detrazione è erogata in 10 anni in 10 quote di parti importo da portare in detrazione durante la dichiarazione dei redditi. Tuttavia, con l’approvazione del Decreto Rilancio, è possibile anche usufruire dello sconto in fattura con concomitante cessione del credito d’imposta all’impresa che effettua i lavori. In questo modo potresti semplicemente pagare immediatamente il 65% in meno della spesa che avresti dovuto sostenere.

Come abbiamo avuto modo di anticipare in precedenza, il bonus sarà valido anche per tutto il 2024 e quindi non solo per il 2023.

Quali sono gli interventi agevolati dal bonus solare termico 2023?

Per godere del bonus solare termico 2023 è necessario installare un impianto di questo tipo in grado di produrre acqua calda sanitaria, o comunque per essere integrato con l’impianto domestico di climatizzazione. Inoltre, il materiale utilizzato per questi lavori deve possedere determinate caratteristiche:

  • innanzitutto deve essere certificato secondo alcune norme tecniche di settore UNI EN 12975 o UNI EN 12976 o EN 12975 e EN 12976.
  • inoltre il beneficiario del bonus solare termico 2023 deve essere anche in possesso delle informazioni relative alla garanzia degli impianti. In particolare, la garanzia non deve essere inferiore a 5 anni per quanto riguarda i pannelli, mentre per gli accesso, come ad esempio i sistemi di fissaggio, deve durare almeno 2 anni.

Documentazione da conservare ed inviare all’ENEA

La pratica per ottenere il bonus solare termico 2023 deve essere conservata dal richiedente assieme a tutta una serie di documenti specifici. Alcuni di questi documenti devono inoltre essere inviati all’ENEA tramite una procedura informatica.

Per facilitarti il lavoro, abbiamo elencato la documentazione necessaria all’ottenimento del bonus qui di seguito dividendola in documentazione necessaria all’ENEA e documentazione da conservare. Iniziamo da quest’ultima per prima:

  • Relazione asseverata di un professionista tecnico abilitato che certifichi l’ottenimento delle prestazioni energetiche previste dalla normativa o anche la dichiarazione della direzione lavori.
  • Fattura emessa dall’impresa che ha eseguito i lavori ma anche tutte le fatture per le quali si chiederà il rimborso fiscale.
  • Ricevuta del bonifico bancario che si è eseguito per pagare le prestazioni portate in deduzione.
  • Documento che attesta l’invio della documentazione all’ENEA.

Dovrai invece inviare all’ENEA:

  • certificato di collaudo dell’impianto solare termico entro 3 mesi dalla fine dei lavori,
  • scheda informativa allegata al certificato di collaudo e riporti tutte le informazioni previste dall’allegato F del decreto 19 febbraio 2007.

Massimali di spesa e massima detrazione ottenibile

Il bonus solare termico 2023 ti permetterà di detrarre al massimo 60.000€ per gli interventi della sua installazione. Questo significa che per installare un sistema di questo tipo e rientrare nella detrazione non dovrai spendere più di 92.308 euro.

Per avere accesso alla detrazione è inoltre necessario rispettare alcune regole in modo da compilare correttamente il bonifico bancario “parlante”, come ad esempio l’indicazione sulla corretta causale da inserire.

Quelle dei 60.000 € rimane comunque una cifra di tutto rispetto per la semplice installazione di un nuovo impianto solare termico visto e considerato che per una famiglia di 4 persone la spesa potrebbe ammontare a 10.000. La cifra in questione però e destinata a salire in caso di sostituzione di un vecchio impianto viste le opere murarie che è necessario sostenere.

Bonus solare termico 2023: conviene davvero installare questi pannelli?

Per rispondere a questa domanda è necessario calcolare quanto si potrebbe risparmiare con il solare termico. Per farlo cerchiamo di considerare sia gli incentivi cui potresti avere accesso, sia i tempi di rientro dell’investimento.

Come prima cosa però è necessario ipotizzare la spesa per il riscaldamento di una famiglia media. Una famiglia di quattro persone, con un impianto tradizionale per riscaldamento, acqua calda sanitaria e altri usi domestici (fornelli ed elettrodomestici) di solito spende circa 1800 euro l’anno. In realtà, visti gli ultimi aumenti, sarebbe più corretto esprimersi al passato visto che i costi saranno senz’altro maggiori.

Con un impianto solare termico è però possibile abbattere i costi del 75%. Ciò significa che la famiglia risparmierebbe circa 1300 euro ogni anno. Una cifra che oggi sarebbe senza dubbio maggiore sempre a causa dei recenti aumenti.

Ma i vantaggi non finiscono qui. Infatti è necessario anche considerare il risparmio che si otterrebbe con il bonus solare termico 2023. Grazie ad esso è infatti possibile ottenere uno sgravio fiscale fino ad un massimo del 65% della spesa. Un impianto solare termico a circolazione forzata dimensionato per una famiglia di quattro persone costa circa 10.000 euro. Qualora però si usufruisse della detrazione, la spesa potrebbe essere di soli 3.500 euro!

A questo risparmio di 6500 euro, andrebbero aggiunti anche i 1300 € annuali derivanti dalla riduzione del costo delle bollette (nel caso in cui il prezzo del gas rimanga costante nel tempo). In sostanza, in soli tre anni, il costo dell’impianto potrebbe essere completamente ripagato!

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Quanto si risparmia con il solare termico?

Doccia calda in inverno a costo zero? Abbiamo provato a calcolare quanto si risparmia con il solare termico.

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I rincari delle bollette sono sotto gli occhi di tutti: le tasche degli italiani sono sempre più leggere. Sono in molti pertanto a cercare dei metodi alternativi per fronteggiare questi rincari e diminuire i propri consumi.

A causa delle guerra tra Russia e Ucraina, ad essere salito di prezzo, è soprattutto il costo del gas. Far funzionare la caldaia per ottenere acqua calda o per riscaldare gli ambienti sta diventando sempre più un lusso. Da una parte lo stato italiano sta imponendo delle misure restrittive sull’utilizzo dei sistemi di riscaldamento, dall’altra sta proponendo incentivi per l’efficientamento energetico. Ed è proprio grazie a questi incentivi che è possibile installare un impianto solare termico ed abbattere i costi della bolletta del gas.

Ma quanto si risparmia con un solare termico? E’ davvero una soluzione conveniente?

Abbiamo cercato di capire quanto si risparmia con il solare termico in modo da capire se è effettivamente conveniente qui di seguito.

I vantaggi del solare termico

Prima di rispondere alla domanda: “quanto si risparmia con il solare termico?” è necessario un breve excursus su questo sistema. Abbiamo deciso di iniziare dall’esaminare quali sono i principali vantaggi di questo sistema. In particolare, ne abbiamo individuati tre:

  • Risparmio sulle bollette. L’impianto solare termico ti consentirà di riscaldare l’acqua calda sanitaria di casa tua e quella per il riscaldamento senza consumare gas ma solamente sfruttando l’energia del sole. Ecco perché cercheremo di rispondere più dettagliatamente alla domanda: quanto risparmio con il solare termico?
  • Emissioni zero. Siccome il solare termico sfrutta l’energia del sole, non ci saranno emissioni di anidride carbonica o di gas inquinanti o ad effetto serra derivanti dalla combustione a differenza di quanto avviene con le caldaie.
  • Aumento della classe energetica dell’edificio in cui è installato. Installare un impianto di questo tipo a casa tua ti permette quindi aumentarne il valore, ma anche di ottenere alcune detrazioni fiscali il cui requisito è per l’appunto il miglioramento della classe energetica.

Ma quanta acqua sono in grado di produrre questi pannelli? Questa domanda, oltre ad essere legata alla precedente “quanto si risparmia con il solare termico” non ha una risposta ben precisa. Ogni pannello ha infatti le sue caratteristiche specifiche che di solito sono riportate sull’etichetta del dispositivo. Tuttavia, ancora meglio, è effettuare un altro tipo di ragionamento che è basato sul dimensionamento dell’impianto.

Il dimensionamento di un solare termico

Cosa significa possedere un impianto solare termico dimensionato? In parole semplici possiamo affermare che la potenza dell’impianto solare termico installato sull’edificio è stata calcolata tenendo conto di diversi fattori.

Per poter calcolare quanto si risparmia con il solare termico è infatti innanzitutto capire quali sono i consumi che l’impianto deve soddisfare. Per questo è necessario prendere in considerazione il numero dei conviventi e di bagni, la superficie dell’abitazione e la tipologia dell’impianto di riscaldamento esistente. Conoscendo questi fattori è possibile stabilire il numero di pannelli solari termici che occorrono per trarre il massimo beneficio in termini di confort ed economico.

Definire questo parametro è molto importante per evitare un sovradimensionamento dell’impianto ovvero ad essere sottoposti a costi maggiori di fornitura e posa. Fattori che potrebbero compromettere la risposta alla domanda su quanto risparmio con il solare termico. In linea di massima possiamo però affermare che servono circa 1,5 mq di superficie solare a persona. Per una famiglia di quattro persone serviranno quindi 2 pannelli solari termici per l’erogazione della sola acqua calda. A questi vanno aggiunti altri collettori per ottimizzare l’impianto di riscaldamento, per un totale di circa massimo di 10-12 collettori solari termici.

Tipologie di impianto solare termico

Prima di rispondere alla domanda: “Quanto risparmio con il solare termico?” forse è necessario anche spiegare quali sono le differenti tipologie di impianti termici. Ogni tipologia infatti può essere indicata per differenti scopi e quindi, anche in base alle necessità, offrire più o meno garanzie di risparmio.

Le principali tipologie di impianti solari termici sono le seguenti:

  • a circolazione naturale, per generare la sola acqua calda sanitaria;
  • a circolazione forzata per la produzione di acqua calda sanitaria, se la geometria dell’abitazione non permette di avere il bollitore sopra i pannelli solari;
  • a circolazione forzata per la produzione di acqua calda sanitaria e riscaldamento congiuntamente.

Quanto risparmio con il solare termico?

Per calcolare quanto risparmio con il solare termico è necessario considerare anche altri due fattori:

  • l’ammortamento dei costi di impianto;
  • gli incentivi statali.

A questo punto è necessario capire anche a quanto ammonta la spesa “da abbattere” di una famiglia. Per farlo è possibile stabilire una media azionale geografica, basata su una serie di parametri, tra cui costi di gestione, spese di trasporto, numero di persone del nucleo familiare, insolazione media.

In media, possiamo ipotizzare che, una famiglia di quattro persone con un impianto tradizionale per riscaldamento, acqua calda sanitaria e altri usi domestici (fornelli ed elettrodomestici) spendeva circa 1800 euro l’anno. Il passato è d’obbligo visti i recenti rincari che hanno senza dubbio fatto lievitare questa cifra.

Un impianto solare termico sarebbe ottenere un risparmio sui consumi abbattendo i costi fino ad un massimo del 75% complessivo. Pertanto la famiglia in questione avrebbe risparmiato complessivamente fino ad un massimo di 1300 euro l’anno. Una cifra che oggi sarebbe senza dubbio maggiore sempre a causa dei recenti aumenti.

Il risparmio aumenta con gli incentivi fiscali!

Non risponderemmo in maniera esaustiva alla domanda quanto risparmio con il solare termico se non prendessimo in considerazione anche gli incentivi fiscali di cui è possibile beneficiare.

Con gli ecobonus 50-65%, è possibile installare un solare termico beneficiando di uno sgravio fiscale fino ad un massimo del 65% della spesa. Precisiamo inoltre che è possibile beneficiare della detrazione tramite lo sconto in fattura o la cessione del credito d’imposta e quindi in maniera immediata senza aspettare i 10 anni della classica detrazione fiscale.

Un impianto solare termico a circolazione forzata dimensionato per una famiglia di quattro persone costa circa 10.000 euro. Qualora però si usufruisse della detrazione, la spesa potrebbe essere di soli 3.500 euro!

A questo risparmio di 6500 euro, andrebbero aggiunti anche i 1300 € annuali derivanti dalla riduzione del costo delle bollette (nel caso in cui il prezzo del gas rimanga costante nel tempo).

Questo significa che in appena tre anni il costo dell’impianto sarà completamente ripagato!

Conclusioni

Se hai letto fino a questo punto dovremo averti spiegato abbastanza chiaramente quanto risparmierai con il solare termico. Un risparmio evidente che senza dubbio potrà invogliarti a sostenere il costo di questo impianto. Tra l’altro, con il costo del gas che è in libera risalita, questo investimento è ogni giorno più conveniente!

Cosa aspetti quindi? Rivolgiti a noi di Valore Energia per installare un impianto di questo tipo ed essere sicuro di rientrare nelle detrazioni fiscali!

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Risparmio energetico a casa: ecco come risparmiare in bolletta diminuendo i consumi

I rincari di luce e gas impongono di applicare una strategia di risparmio energetico in casa

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Applicare delle strategie di risparmio energetico a casa è oramai fondamentale per evitare di spendere cifre astronomiche per le bollette delle proprie utenze. Se infatti nel primo semestre del 2021 il costo dell’elettricità era di appena 22€/MWh nello stesso semestre del 2022 è arrivato a 100€/MWh. Ma questo prezzo non accenna a diminuire, anzi, è in continuo rialzo, tanto che si calcola che nel 2022 le famiglie spenderanno all’incirca il doppio dello scorso anno per pagarle. Le cause dell’aumento di questi prezzi sono molteplici, anche se di certo, la guerra tra Russia ed Ucraina ha contribuito non poco a far lievitare questi prezzi. In ogni caso approfondiremo queste cause qui di seguito.

L’unica soluzione efficace e duratura contro il caro bollette è quella di sostituire i vecchi impianti di riscaldamento o di approvvigionamento dell’energia elettrica con quelli ad energie rinnovabili. Con un impianto fotovoltaico potresti a tutti gli effetti ottenere l’indipendenza energetica e produrre da solo l’elettricità che consumi, oltre ad esempio ad utilizzare questa energia per far funzionare il tuo riscaldamento con pompa di calore. Stesso discorso per il solare termico: con questo impianto potresti abbattere drasticamente i tuoi consumi di gas per il riscaldamento o per l’acqua calda sanitaria.

Tuttavia ciò non sempre è possibile per una moltitudine di ragioni. In questi casi, l’unica cosa certa è  non ci sono grandi alternative oltre a pagare le bollette. Certo ovviamente, ci sono delle strategie di risparmio energetico in casa da attuare in modo da ridurre i consumi come vedremo tra poco. Inoltre, tali tecniche e strategie di risparmio energetico in casa possono essere applicate nell’attesa della sostituzione dei vecchi impianti con quelli a fonti rinnovabili. Ma in cosa consistono queste strategie di risparmio energetico in casa? 

Abbiamo cercato di riportarle semplicemente in maniera esaustiva qui di seguito.

Perché sono aumentati i prezzi delle bollette?

L’energia elettrica non esiste allo stato libero in natura, ma è necessario produrla tramite appositi impianti dedicati. Di solito, per produrla, si converte un’altra energia, detta primaria, in elettricità. In sostanza si sfrutta il più importante principio della fisica: “Nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma”.

Ad esempio l’energia termica può essere sfruttata per produrre vapore che correttamente incanalato può far muovere una turbina e quindi generare elettricità. In questo caso, può essere anche impiegato del gas per la produzione di elettricità: il gas infatti serve a scaldare l’acqua o a produrre il vapore necessario. L’energia elettrica viene poi distribuita alle centrali di trasmissione e trasformata in corrente da distribuire per via aerea (tramite cavi sospesi/tralicci) o tramite linee interrate che passano in cavi sottomarini o sottoterra.

Il prezzo dell’energia elettrica è però stabilito sulla base della fonte energetica più costosa: il gas. Tale prezzo è uguale per tutti i fornitori intermediari, che poi applicano il loro prezzo al cliente finale, per avere un profitto. Il problema è proprio qui. Il prezzo del gas è infatti aumentato tantissimo e probabilmente continuerà a farlo per diversi motivi. Fra questi c’è senza dubbio la crisi delle materie prime ma sicuramente quelli che pesano di più sono altri due:

  • il conflitto tra Russia e Ucraina con le sanzioni applicate alla Russia, il maggior esportatore di gas del mondo;
  • la decisione della Russia di vendere meno gas in Europa come ritorsione sulle sanzioni applicate dal vecchio continente nei suoi confronti;

La conseguenza di tutto ciò è che oramai è troppo complicato per i fornitori fornire delle tariffe a prezzo fisso. Oramai, le tariffe seguono l’andamento del mercato e quindi, anche i relativi aumenti o  sbalzi. Gli aumenti in bolletta si stanno facendo sentire nelle tasche degli italiani, e la situazione per i prossimi mesi rimane tragica. Talmente tragica che l’autorità dell’energia ha aperto alla possibilità che l’invio della bolletta del gas diventi mensile. In questo modo si eviterebbe alle famiglie di accumulare cifre che spesso potrebbero riuscire a non pagare. Ma la situazione più tragica riguarda le imprese, che a causa di questi aumenti non riescono più a generare utili e che quindi sono costrette a chiudere.

In questo contesto, dicevamo, appare sempre più necessario trovare dei modi per ottenere un risparmio energetico in casa ed in azienda.

Risparmio energetico in casa: la strategia da seguire

Quando si parla di risparmio energetico in casa ci sono numerosi consigli da mettere in pratica riconducibili a diverse strategie. 

La strategia migliore per ottenere un risparmio energetico in casa è quella di ricorrere ad impianti a fonti rinnovabili, tuttavia ciò non sempre è possibile. Non è infatti detto che questi impianti possano essere installati negli edifici in cui si trovano persone che hanno necessità di abbattere i loro consumi. Inoltre, non è detto che, in caso ci sia la possibilità di installare uno di questi impianti, ci sia la disponibilità nel farlo, sia a livello di volontà sia a livello economico (nonostante gli incentivi attualmente in vigore o al reddito energetico).

Allora la strategia per il risparmio energetico in casa che ti consigliamo di seguire parte innanzitutto dal presupposto di scegliere un fornitore di energia che attinga il più possibile da fonti rinnovabili. Scegliendo un fornitore di energia pulita, la quantità di energia green che circola nella rete, aumenterà e con il tempo costerà sempre meno. Il costo dell’energia infatti non dipende solo dal costo della materia prima ma anche dalle richieste del mercato. Scegliendo un fornitore di energia sostenibile contribuirai in maniera decisa a rendere il mercato sempre più indipendente dal gas e dai suoi prezzi.

Consigli per il risparmio energetico a casa

Dopo aver parlato della strategia migliore da seguire per ottenere più risparmio energetico in casa proviamo a ricapitolare alcuni consigli che possono tornarti utili:

  • Evitare di lasciare dispositivi in stand-by. I dispositivi elettronici che lasciamo in stand-by possono pesare tra il 5 e il 10% dei consumi elettrici di un anno;
  • Non lasciare i dispositivi in carica per ore, e nemmeno il caricabatterie attaccato alla corrente.  Se la batteria è carica oppure il caricabatterie è attaccato alla corrente, ci sarà comunque un consumo di corrente. Per ottenere risparmio energetico in casa ti consigliamo di dotarti di dispositivi che permettono di interrompere il flusso di energia quando raggiunge il massimo della carica. Tra le altre cose, in questo modo, garantirai alla batteria una durata maggiore;
  • Spegnere i router wi-fi durante la notte;
  • Farsi una doccia significa consumare un quarto dell’acqua di un bagno in vasca. Inoltre, sempre meglio non riscaldare eccessivamente l’acqua se vuoi ottenere un notevole risparmio energetico casa;
  • Utilizzare gli incentivi per migliorare l’efficienza energetica della propria casa ed effettuare l’installazione di un cappotto isolante, serramenti isolanti, pannelli solari etc;
  • Limitare ed efficientare l’uso degli elettrodomestici energivori cercando inoltre di adoperarli nelle fasce orarie in cui l’elettricità costa di meno. Occhio quindi a lavatrici, asciugatrice e lavastoviglie ma anche scaldabagno, stufette, phon, lavastoviglie, climatizzatori, ferri da stiro etc;
  • Una menzione particolare la merita la lavatrice. Cerca sempre di utilizzarla a pieno carico, meglio con temperature basse (30-40 °C), scegliendo il programma eco (una lavatrice in classe A consente un risparmio di energia elettrica del 35% rispetto ad una molto vecchia);
  • Valutare alternative al riscaldamento a gas è sicuramente un ottimo modo per ottenere un risparmio energetico a casa tua;
  • In cucina si può risparmiare su energia elettrica e gas, senza rinunciare a piatti gustosi e nutrienti. Scelta delle giuste pentole, attenzione ai tempi di cottura, pianificazione dell’uso del forno e molto altro.
  • Climatizzatori e riscaldamento impostati ad una temperatura non superiore o inferiore ai 6 gradi rispetto a quella dell’ambiente esterno.

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Fotovoltaico condominiale: come funziona in caso di più utenze?

L’impianto fotovoltaico condominiale può essere utilizzato per i consumi privati delle singole unità immobiliari?

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Installare un impianto fotovoltaico condominiale è sicuramente una buona idea per ridurre le bollette dei condomini o quelle del condominio. L’impianto fotovoltaico in questione infatti può essere al servizio sia delle utenze comuni del condominio che di quelle private come previsto dalla normativa. In particolare, i riferimenti a ciò si trovano nel l Decreto Legge n. 162 del 30/09/2019, cd. “Decreto Milleproroghe”, convertito, con modifiche, dalla legge n. 8 del 28/02/2020. Tale decreto contiene infatti la disciplina per le “Comunità Energetiche Rinnovabili” costituite in forma di enti non commerciali o di condomini che aderiscono alle configurazioni.

Grazie alla conversione in legge del decreto infatti viene introdotto l‘importantissimo concetto di auto-consumo di energia. In sostanza, il possessore o i possessori di un impianto fotovoltaico, condominiale o no, consumano l’energia che produce lo stesso impianto. In questo modo evitano di consumare l’energia distribuita tramite la rete nazionale a pagamento ottenendo un notevole beneficio economico.

Se il principio di autoconsumo e quello di comunità energetica, intesa come una moltitudine di soggetti che si associa dotandosi di impianti di produzione dell’energia da fonti rinnovabili con lo scopo di consumarla e condividerla fra loro, possono essere applicati anche ai condomini, è quindi merito di queste normative.

Ma qual’è precisamente la situazione per le utenze che si trovano all’interno dello stesso condominio? I condòmini possono utilizzare l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico condominiale per le loro utenze private?

Abbiamo deciso di chiarire la situazione una volta per tutte qui di seguito insieme ai nostri esperti.

Comunità Energetiche Rinnovabili e autoconsumo

Prima dell’entrata in vigore del Decreto Milleproroghe, un solo impianto fotovoltaico condominiale non avrebbe potuto fornire energia contemporaneamente alle utenze comuni e quelle private.

Tuttavia, il disposto “Autoconsumo da fonti rinnovabili”, entrato in vigore l’1/03/2020, attua gli articoli 21 e 22 della direttiva (UE) 2018/2001 dell’11/12/2018 stabilisce il contrario. Grazie a questo disposto è possibile attivare le configurazioni di autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili attraverso le Comunità Energetiche Rinnovabili. Ciò significa che in questo momento è possibile, per un contesto composto da più unità immobiliari, utilizzare l’impianto solare fotovoltaico condominiale per alimentare le utenze comuni del condominio e quelle private.

Inoltre, l’autoconsumo collettivo e le comunità energetiche condominiali non escludono la fruizione della detrazione fiscale del superbonus 110%. Installare un impianto fotovoltaico condominiale in concomitanza con uno degli interventi trainanti, potrebbe quindi far usufruire delle maxi detrazione del 110% il condominio.

I requisiti per installare un impianto fotovoltaico condominiale e costituire una C.E.R.

I singoli utenti, o in questo caso condòmini, in qualità di soggetti associati, sono a tutti gli effetti gli auto-consumatori dell’energia rinnovabile. Ovviamente, tali soggetti devono rispettare alcuni requisiti per poter far parte di una C.E.R. I requisiti sono i seguenti:

  • I soggetti non appartenenti al nucleo familiare possono associarsi esclusivamente se producono energia attraverso fonti rinnovabili con impianto di potenza complessiva non superiore a 200 kW. Tali soggetti devono inoltre condividere la stessa energia mediante la rete di distribuzione esistente. La condivisione può avvenire a condizione che l’energia sia pari al minimo in ciascuna fascia oraria tra quella prodotta e quella immessa in rete dall’impianto e l’energia prelevata dal totale dei clienti finali associati;
  • Gli azionisti ed i membri della comunità energetica devono essere persone fisiche, piccole e medie imprese, enti territoriali, autorità locali, amministrazioni comunali.

In entrambi i casi la partecipazione alla comunità non può, inderogabilmente, configurarsi nell’attività commerciale o professionale principale. Lo scopo dell’associazione infatti deve risiedere nel fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai suoi azionisti o membri o alle aree locali in cui opera, non profitti finanziari.

I soggetti che possono aderire alle Comunità Energetiche Rinnovabili

I soggetti che possono aderire alla C.E.R. sono coloro i quali sono ubicati su reti elettriche di bassa tensione sottese alla stessa cabina di trasformazione media tensione – bassa tensione che vivono nello stesso edificio. Ovviamente farà fede la data di costituzione dell’associazione.

Da ciò è possibile dedurre che, a prescindere dal gestore dell’energia elettrica, l’installazione di un impianto fotovoltaico (condominiale o non) consente al singolo proprietario di:

  • condividere l’energia prodotta dall’impianto (condominiale o non);
  • installare più di un impianto che permetta ad ogni componente della comunità di effettuare la condivisione in rete.

Ai sensi del comma 7 dell’art. 119 del Decreto Rilancio è, altresì, previsto che l’energia non auto-consumata o non condivisa per l’autoconsumo si ceda al Gestore del Servizio Elettrico Nazionale (GSE). Ne consegue che, anche nel caso delle Comunità Energetiche Rinnovabili, la stessa energia, non condivisa o non auto-consumata non si cumuli con altri incentivi pubblici, agevolazioni, fondi di garanzia e di rotazione o incentivi per lo scambio sul posto.

Condomini e Comunità Energetiche Rinnovabili

Nei condomini, sia fiscalmente costituiti che non, creare una Comunità Energetica, consente di formare la rete al cui interno viene scambiata l’energia a favore degli auto-consumatori. In particolare, questi auto-consumatori, vengono definiti come “prosumer”.

Gli edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate appartenenti ad un unico soggetto vengono assimilati ai condomini. Questa assimilazione trova riscontro anche nella casistica in cui sia il proprietario del fabbricato a formare la C.E.R. qualora i punti di connessione del gruppo di auto-consumatori risultano ubicati all’interno dello stesso immobile.

Infatti l’art.42- bis del Decreto Milleproroghe stabilisce le condizioni ed i requisiti per i soggetti/consumatori dell’energia elettrica legati alla possibilità di associarsi per divenire auto-consumatori. In questo modo essi potranno agire collettivamente, ovvero per concretizzare la Comunità Energetica Rinnovabile. La stessa normativa ammette inoltre, a riguardo dei rapporti i tra i soggetti componenti le Comunità Energetiche Rinnovabili , che tali rapporti possano essere regolati da un contratto di diritto privato. E’ tramite questo contratto che la C.E.R. individua un delegato o un individuo responsabile della suddivisione dell’energia condivisa.

Tale designato pertanto, nella casistica degli edifici plurifamiliari aderenti alla C.E.R. sarà:

  • il condominio che agisce attraverso la figura dell’Amministratore Condominiale,
  • oppure un rappresentante opportunamente nominato se non ricorre obbligo alla nomina del primo;
  • nel caso di persone giuridiche sarà il legale rappresentante.

Impianto fotovoltaico condominiale: utilizzi comuni e privati

L’impianto fotovoltaico condominiale può quindi essere finalizzato agli utilizzi comuni e privati contemporaneamente solo nel caso in cui vengano costituite le C.E.R. In caso in cui non vengano costituite si dovrà ricorrere a differenti impianti e quindi un fotovoltaico condominiale centralizzato per gli utilizzi sulle parti comuni ed i relativi singoli impianti legati alle singole utenze. Ovviamente, in questa seconda casistica si dovrà considerare anche la disponibilità di:

  • eventuali spazi disponibili per la collocazione dei pannelli;
  • eventuale necessità di utilizzare le parti comuni del fabbricato in mancanza dell’area occorrente nella singola unità immobiliare. Va infatti tenuto conto che i pannelli del fotovoltaico, quale componente principale dell’impianto, hanno una dimensione di circa un metro per due, ed occorrono almeno dieci componenti anche per una potenza da 3 kw.

Non ricorrendo, alla costituzione della Comunità Energetica Rinnovabile rimane comunque la possibilità dell’installazione dell’impianto fotovoltaico condominiale. Tale impianto potrà essere centralizzato e finalizzato all’utilizzo cui preposto con abbinamento dell’impianto privato che sarà a sé stante, con ottenimento di un doppio o anche triplo impianto.

Ulteriori precisazioni su impianto fotovoltaico condominiale

Per essere ulteriormente chiari in merito all’impianto fotovoltaico condominiale ed alla comunità energetica abbiamo deciso di riportare qui di seguito alcune precisazioni che possono chiarire alcuni aspetti fondamentali. Il condominio infatti può decidere di installare anche altri dispositivi per il suo efficientamento energetico che possono essere alimentati dall’impianto fotovoltaico condominiale come le pompe di calore.

In questo contesto ci teniamo a precisare che un edificio formato da più unità immobiliari nel quale sia installata una pompa di calore centralizzata comune a tutte le unità potrà avere anche un impianto fotovoltaico condominiale centralizzato. Tuttavia ciò è possibile solo nel caso si costituisca la Comunità Energetica Rinnovabile. In questo caso, l’energia prodotta dall’impianto potrebbe alimentare sia la pompa di calore che le utenze condominiali comuni come ascensore, illuminazione esterna ecc.

Tuttavia, l’impianto fotovoltaico condominiale potrebbe produrre più energia di quella consumata dalle utenze comuni del condominio. In questo caso, sempre e solamente previa costituzione delle C.E.R. sarebbe possibile utilizzare tale energia in eccesso per i consumi interni delle singole unità immobiliari. Pertanto i singoli condomini potrebbero ottenere anche un significativo beneficio in bolletta!

Sei interessato a risparmiare sulla bolletta della luce grazie alle comunità energetiche rinnovabili? Compila il modulo qui sotto con i tuoi dati ed attendi la chiamata del nostro operatore per sapere tutto su Valore Comunity, la C.E.R. di Valore Energia!

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