Author archives: Andrea Sepiacci

Cosa è e come funziona il bonus caldaia 65 % del 2021?

Tutto quello che devi sapere sul bonus caldaia 65 % in vigore fino al 31 dicembre 2021

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Come probabilmente già saprai, il governo italiano offre delle agevolazioni fiscali per gli interventi di efficientamento energetico. Stiamo parlando di quelli che oramai sono conosciuti dalla maggior parte degli addetti ai lavori come Ecobonus. Fra queste misure di sostegno all’efficientamento energetico rientra anche il bonus caldaie 65% per quanti si apprestano a sostituirla. Ovviamente ci sono dei requisiti da rispettare per rientrare in questa detrazione, ma di questo avremo modo di parlare più avanti all’interno di questo approfondimento.

Questi Ecobonus 65%, così come il bonus caldaia sono sostanzialmente delle detrazioni fiscali sull’IRPEF e sull’IRES che vengono concesse quando si effettuano interventi di riqualificazione energetica in edifici già esistenti come appunto la sostituzione della caldaia. La detrazione in questione, qualora sia concessa, ammonterebbe al 65% della spesa sostenuta per chi deve sostituire la propria caldaia.

Ma come funziona questo Bonus Caldaia 65%? Quali spese vi possono rientrare?

Abbiamo cercato di fare il punto della situazione insieme ai nostri esperti in questo approfondimento. Continua a leggere per scoprire di più.

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Ecobonus 65 % per la sostituzione della caldaia valido per tutto il 2021

Con il termine “Ecobonus” come abbiamo visto, sii intende l’agevolazione fiscale che consiste in una detrazione del 65% dall’IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche) o dall’IRES (Imposta sul reddito delle società). La detrazione in oggetto viene concessa sulle spese che si sostengono per aumentare l’efficienza energetica di edifici esistenti. Fra queste spese rientrano quindi anche quelle da sostenere per la sostituzione della caldaia.

In particolare, è stata la Legge di Bilancio 2018 (Legge 27 dicembre 2017, n. 205), ad introdurre importanti novità su quello che è anche chiamato bonus caldaie 65 %. Secondo la legge:

“la detrazione del 65% si applica per gli interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione di efficienza almeno pari alla classe A di prodotto prevista dal citato regolamento delegato (UE) n. 811/2013 e contestuale installazione di sistemi di termoregolazione evoluti, appartenenti alle classi V, VI oppure VIII della comunicazione della Commissione 2014/C 207/02, o con impianti dotati di apparecchi ibridi, costituiti da pompa di calore integrata con caldaia a condensazione, assemblati in fabbrica ed espressamente concepiti dal fabbricante per funzionare in abbinamento tra loro, o per le spese sostenute all’acquisto e posa in opera di generatori d’aria calda a condensazione.”

La norma in oggetto inizialmente non doveva avere una validità estesa nel tempo. Tuttavia, anche a causa della pandemia dovuta al Coronvirus, il governo Conte bis ne ha prorogato la durata. Con la Legge di Bilancio 2021 infatti si estende la durata del bonus caldaia 65% anche a tutto il 2021.

Cosa rientra negli ecobonus al 65% per la sostituzione della caldaia?

La proroga del bonus caldaia fino al 31 dicembre 2021 apportata dall’ultima legge di bilancio tuttavia non è l’unico aspetto toccato dall’approvazione di questa legge. Sono state apportate anche alcune modifiche alla normativa che riguardano gli interventi che vi possono rientrare. Vediamo quali qui di seguito.

  1. Chi decide di effettuare una sostituzione dell’impianto di riscaldamento con una caldaia a condensazione di classe A o superiore, con contestuale installazione dei sistemi di termoregolazione può beneficiare del bonus caldaia.
  2. Invece, chi decide di sostituire la caldaia con una caldaia a condensazione di classe A, ma senza le valvole, può ottenere una detrazione fiscale del 50%.
  3. Infine, non può beneficiare di alcuna detrazione fiscale per chi decide di sostituire la propria caldaia con quelle i classe inferiore alla A (quindi classe B, C o inferiori).

Requisiti e fruibilità della detrazione del bonus caldaia

Per poter rientrare nell’Ecobonus e quindi beneficiare del bonus caldaia 65% bisogna ottenere l’asseverazione di un tecnico abilitato dimostri che tutti i requisiti sono stati rispettati. Il tecnico in questione dovrà anche trasmettere all’ENEA la scheda degli interventi realizzati.

La detrazione fiscale a cui si può accedere tramite il bonus caldaie 65 % viene spalmata in 10 anni. L’importo totale della detrazione va quindi suddiviso in 10 rate di uguale importo che andranno scaricate tramite la dichiarazione dei redditi (modello 730 o Unico).

Ci teniamo inoltre a specificare che, per poter usufruire di queste agevolazioni fiscali, fa fede la data del bonifico bancario o postale, non la data della fattura. Il bonifico con il quale si salda l’intervento di sostituzione della caldaia deve quindi avvenire prima del 31 dicembre 2021 per poter accedere al bonus caldaia 65%.

A partire dal 2022, salvo ulteriori proroghe, la percentuale di detrazione potrebbe cambiare a seconda del grado di efficienza energetica della caldaia installata. In ogni caso ti consigliamo di tenere d’occhio il sito dell’Agenzia delle Entrate per eventuali aggiornamenti sulle procedure, sulla proroga o cambiamenti della percentuale dell’aliquota.

Altre Agevolazioni per la sostituzione della caldaia

Se devi sostituire la tua caldaia abbiamo un’altra buona notizia da darti.

Non esiste infatti solamente il bonus caldaia al 65% ma esistono anche detrazioni al 50% che riguardano però le ristrutturazioni edilizie ed al 110% o Superbonusi.

Le detrazioni in questione ovviamente non sono cumulabili fra loro, pertanto prima di decidere di quale intervento effettuare ti consigliamo di rivolgerti a degli esperti come noi. Solo in questo modo saprai con certezza in quale delle detrazioni previste per la sostituzione della tua caldaia puoi rientrare e risparmiare notevolmente sul costo finale del tuo intervento.

Scopri il nuovo bonus caldaia 2023!

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Tutti gli incentivi per gli impianti fotovoltaici industriali per le aziende del sud

Alla scoperta degli incentivi per installare impianti fotovoltaici industriali per le aziende del mezzogiorno

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Se hai un’azienda nel mezzogiorno, a prescindere dal settore in cui opera, che sia manifatturiero, commerciale, turistico o agricolo, ogni anno ti trovi a dover fare i conti con il costo dei consumi elettrici. Un costo che può arrivare a rappresentare una delle principali voci di spesa del bilancio della tua azienda e che siamo sicuri, ogni anno ti procura dei grattacapi non indifferenti.

Per evitare di ritrovarti in questa situazione una soluzione potrebbe essere quella di installare degli impianti di produzione dell’energia a fonti rinnovabili. Ad esempio potresti installare uno dei nostri impianti fotovoltaici industriali per aziende beneficiando degli incentivi fiscali previsti per le aziende del mezzogiorno. Incentivi che sono stati potenziati, vista l’esigenza di rilancio dell’economia dopo l’emergenza dovuta al COVID, dalla nuova legge di Bilancio 2021.

In questo approfondimento in particolare, abbiamo preso in esame insieme ai nostri esperti proprio queste particolari misure di sostegno le aziende del mezzogiorno possono beneficiare. Gli incentivi, come avrai capito, si rivolgono soprattutto a quelle imprese che necessitano di installare degli impianti fotovoltaici industriali, in modo che possano trasformare la loro coperture in una fonte di energia e di risparmio.

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Quali aziende possono usufruire del nuovo credito di imposta per il sud?

Se la tua azienda si trova nel Sud Italia, come abbiamo accennato precedentemente, può usufruire di sgravi fiscali davvero vantaggiosi per installare degli impianti fotovoltaici industriali. Le aziende che si trovano in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo, possono infatti usufruire del Credito d’imposta per il Sud o Bonus Mezzogiorno.

Possono usufruire di questi bonus, le imprese per cui la produzione di energia elettrica sia funzionale alla loro attività.

Non possono invece tutte quelle aziende che operano nei seguenti settori:

  • produzione e distribuzione di energia,
  • infrastrutture energetiche
  • industria siderurgica,
  • industrie carbonifere,
  • costruzione navale,
  • fibre sintetiche,
  • trasporti.

In cosa consistono le agevolazioni fiscali per gli impianti fotovoltaici industriali per le aziende del Sud?

Ma perché questa misura è così vantaggiosa? In cosa consiste questo Bonus Sud che può essere utilizzato per installare degli impianti fotovoltaici industriali? Sicuramente queste domande ti staranno frullando in testa stimolando la tua curiosità. Vediamo quindi di affrontare tutti questi aspetti con ordine qui di seguito.

Il bonus Sud per gli impianti fotovoltaici industriali è sostanzialmente un credito di imposta che varia dal 25% fino al 45%.

Ad influire sul variare di questa percentuale di sgravo sono diversi fattori come ad esempio l’ ubicazione e la dimensione della tua impresa. Il Bonus Investimenti infatti prevede un’aliquota agevolata riconosciuta pari al 45% nel caso di piccole imprese, del 35% per le medie e del 25% per quelle di grandi dimensioni.

Sono previsti anche dei limiti di spesa massimi per ottenere queste detrazioni: per le grandi imprese è previsto un limite di 15 milioni di euro, per le medie 10 e per le piccole 3. Infine il credito d’imposta così ottenuto deve essere spendibile nello stesso anno.

Gli altri benefici per le imprese del mezzogiorno

Accanto a queste misure previste in maniera specifica per aziende ed imprese del mezzogiorno, rimangono in vigore anche tutte gli altri benefici previsti per le imprese. Si tratta sostanzialmente di due possibilità:

  1. Il piano Nazionale di transizione 4.0
  2. La possibilità di far parte di una comunità energetica.

Esaminiamo qui di seguito queste due opportunità che possono rafforzare ulteriormente gli incentivi per gli impianti fotovoltaici industriali per le aziende del sud.

il Piano di transizione 4.0

Il Piano Nazionale Transizione 4.0 andrà ad agevolare tutti quegli investimenti che sono in stretta relazione con la transizione tecnologica e la sostenibilità ambientale. In conseguenza di questa premessa possiamo affermare che esso comprende anche gli incentivi per gli impianti fotovoltaici industriali.

Il Piano subentra a misure come l’iper-ammortamento e super-ammortamento, ampliandone l’applicazione. Sarà infatti possibile usufruirne per investimenti in beni di varie tipologie come ad esempio per i beni strumentali materiali. Fra questi rientrano appunto gli impianti fotovoltaici per aziende come stabilito dalla Circolare 46/E/2007 l’Agenzia delle Entrate.

Sostanzialmente queste misure riguardano tre punti principali:

  1. Potenziamento dell’aliquota di ammortamento degli incentivi per il fotovoltaico per le aziende nel 2021.
  2. Fruizione del credito d’imposta. In particolare, gli investimenti in beni strumentali e in beni immateriali non rientranti nel Piano Industria 4.0 effettuati da Piccole e Medie Imprese con ricavi inferiori ai 5 milioni di euro nel 2021, potranno fruire del credito d’imposta in un anno.
  3. Estensione della durata del credito d’imposta. Il credito d’imposta infatti potrà essere richiesto per ben 2 anni: 2021 e 2022.

Comunità energetiche e fotovoltaico per l’industria: un doppio vantaggio da non perdere

Una comunità energetica si basa sul concetto di autoconsumo collettivo dell’energia (per scoprire di più clicca qui). L’autoconsumo collettivo è fatto da una pluralità di soggetti produttori e consumatori di energia ubicati all’interno di un edificio oppure che fanno parte della stessa stessa cabina elettrica di media/bassa tensione.

La disposizioni in vigore relative alle comunità energetiche prevedono che i soggetti che partecipano alla C.E. devono produrre energia destinata al proprio consumo con impianti alimentati da fonti rinnovabili di potenza complessiva non superiore a 200 kW.  Per condividere l’energia prodotta, gli utenti possono utilizzare le reti di distribuzione già esistenti e utilizzare forme di autoconsumo virtuale.

Dal momento che la partecipazione è aperta a tutti gli utenti sotto la stessa cabina elettrica è evidente che possano rientrarvi anche soggetti come le imprese, quindi anche le aziende ed industrie del Sud. Queste ultime possono far parte della C.E. anche se hanno usufruito degli incentivi per gli impianti fotovoltaici industriali a patto di averne installato uno dopo il primo marzo 2020. Quest’ultima in particolare è una condizione prioritaria per accedere agli ulteriori incentivi della C.E.

In particolare, si tratta di due vantaggi, i seguenti:

  • Per promuovere l’utilizzo di sistemi di accumulo e la coincidenza fra produzione e consumo, infatti è stata stabilita una tariffa d’incentivo, cumulabile con gli incentivi per gli impianti fotovoltaici industriali. Per quanto riguarda l’energia condivisa nell’ambito delle comunità energetiche la tariffa incentivante è di 110 €/MWh.
  • La norma inoltre prevede anche la restituzione di alcune voci in bolletta a fronte dell’evitata trasmissione dell’energia in rete che questi impianti permettono. La somma di tutti i benefici derivanti dalla restituzione delle voci in bolletta ammonterebbe a circa 150-160 €/MWh.

Affidati a degli esperti per ottenere le detrazioni per gli impianti fotovoltaici industriali

Ottenere le agevolazioni per installare impianti fotovoltaici industriali, come hai visto, è abbastanza complicato. Noi di Valore Energia abbiamo fatto nostra questa sfida ed è diventato il nostro cavallo di battaglia. Per ottenere tutti questi benefici è importante affidarsi ad esperi del settore che possono quindi consentirti di ammortizzare il tuo investimento fino anche all’80% del costo. Il nostro Team è in grado di fornirvi tutte le informazioni del caso ma soprattutto di approfondire le tematiche legate a tutti gli aspetti sia tecnici che fiscali.

Per essere certo di rientrare in queste agevolazioni ti consigliamo di consultare un esperto in materia come noi.

Per farlo compila il modulo che trovi qui sotto!

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Scopri come rientrare negli incentivi per il fotovoltaico per le aziende!


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Tutti gli incentivi per il fotovoltaico per le aziende del 2021

Alla scoperta di tutti gli incentivi fotovoltaico per le aziende nel 2021

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Sono sempre di più le aziende che fanno ricorso alla soluzione del fotovoltaico per produrre l’energia che consumano durante le loro attività. Sempre più imprenditori sono infatti concordi nel fatto che produrre energia pulita possa contribuire a far crescere il proprio business in maniera intelligente e sostenibile.

D’altronde è semplice intuire come mai. L’energia prodotta ed auto consumata è vantaggiosa dal momento che permette di abbattere i costi energetici notevolmente ma non solo questo.

Grazie agli incentivi fotovoltaico per le aziende nel 2021, installare pannelli solari che producano l’energia necessaria alla propria azienda è davvero vantaggioso. Incentivi che tra le altre cose, sono incrementati notevolmente, viste le misure di sostegno all’economia che sono state approvate a causa dell’emergenza dovuta alla pandemia (il Superbonus 110% è una di queste). L‘accesso al Recovery Fund, potrebbe rafforzare queste misure ed accelerare così la transizione ecologica del nostro sistema di produzione dell’energia.

In quest’ottica è stato predisposto il Piano di Transizione 4.0 che prevede misure a sostegno all’economia prevedendo anche incentivi per il fotovoltaico per le aziende nel 2021 che si vanno ad affiancare a quelle già esistenti.

In questo approfondimento abbiamo cercato di fare il punto della situazione cercando appunto di riassumere la situazione degli incentivi per il fotovoltaico per le aziende nel 2021.

E per il 2023 invece? Clicca qui per scoprire tutte le agevolazioni fotovoltaico aziende 2023!

Continua a leggere per scoprire di più!

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Incentivi  fotovoltaico per le aziende nel 2021

Se quando arriva la bolletta per l’energia elettrica la prima cosa a cui pensi è: “Come posso risparmiare su questi costi? Esistono degli incentivi che posso sfruttare per installare il fotovoltaico per la mia azienda per ridurne i costi?” allora sei nel posto giusto.

Utilizzare gli incentivi per il fotovoltaico per le aziende nel 2021 significa cogliere una grossissima opportunità visto il duplice vantaggio: se da un lato puoi ridurre il costo dell’investimento, dall’altro, una volta installato il fotovoltaico puoi ridurre notevolmente le spese energetiche della tua azienda (clicca qui per approfondire).

In particolare, come dicevamo, il 2021 si appresta ad essere un anno molto speciale per via delle misure di sostegno all’economia approvate nel 2020 e quelli introdotte dalla legge di Bilancio 2021. Misure che si vanno ad aggiungere a quelle già in vigore.

Ma quali sono questi incentivi fotovoltaico per le aziende per il 2021?

Le elenchiamo brevemente qui di seguito e poi cerchiamo di analizzarle più approfonditamente una per una:

Incentivi per il fotovoltaico aziende nel 2021: il Piano di transizione 4.0

Il Piano Nazionale Transizione 4.0 andrà ad agevolare tutti quegli investimenti che hanno stretta relazione con la transizione tecnologica e la sostenibilità ambientale. Dopo questa premessa che è facilmente intuibile come questo PNT 4.0 comprenda anche degli incentivi per il fotovoltaico per le aziende nel 2021.

Il Piano di Transizione è sostanzialmente frutto di alcune modifiche apportate al precedente Piano Industria 4.0, dal momento che a causa del Covid, quest’ultimo ne è uscito fortemente penalizzato. Nelle intenzione dei legislatori, grazie all’approvazione di questa misura, sarà più semplice e vantaggioso per le aziende con sede in Italia promuovere il proprio sviluppo green. La misura infatti dovrebbe sfruttare circa 24 miliardi di Euro di aiuti previsti dal Recovery Fund.

Sostanzialmente il Piano Transizione 4.0 subentra a misure come l’iper-ammortamento e super-ammortamento, ampliandone l’applicazione. Sarà infatti possibile usufruirne per investimenti in beni i beni strumentali materiali fra i quali rientrano appunto gli impianti fotovoltaici per le aziende.

Ma in cosa consistono questi incentivi per il fotovoltaico per le aziende nel 2021 di preciso? Sostanzialmente queste misure riguardano tre punti principali:

  1. Potenziamento dell’aliquota di ammortamento degli incentivi per il fotovoltaico per le aziende nel 2021. Questa passa infatti dal 6% del 2020 al 10% nel 2021 per un massimale di spesa non superiore ai 2 milioni di euro.
  2. Fruizione del credito d’imposta. In particolare, gli investimenti in beni strumentali e in beni immateriali non rientranti nel Piano Industria 4.0, potranno fruire del credito d’imposta in un anno. L’acquisto dei beni strumentali materiali potrà generare un credito fruibile nei successivi 3 anni.
  3. Estensione della durata del credito d’imposta. Il credito d’imposta potrà essere richiesto per ben 2 anni: 2021 e 2022! Si potrà richiedere solo per interventi e acquisti di beni strumentali contrattualizzati dal 16 novembre 2020 al 31/12/2022.

Comunità energetiche e fotvoltaico per l’industria: un doppio vantaggio da non perdere

Oltre a fruire degli incentivi per il fotovoltaico per le aziende del 2021, le imprese possono anche entrare a far parte di una comunità energetica.

Una comunità energetica si basa sul concetto di autoconsumo collettivo dell’energia (per scoprire di più clicca qui). L’autoconsumo collettivo è fatto da una pluralità di soggetti produttori e consumatori che, nel caso specifico delle imprese, fanno parte della stessa stessa cabina elettrica di media/bassa tensione.

La disposizioni in vigore stabiliscono che i soggetti che partecipano alla C.E. devono produrre energia destinata al proprio consumo con impianti alimentati da fonti rinnovabili di potenza complessiva non superiore a 200 kW.  Per condividere l’energia prodotta, gli utenti possono utilizzare le reti di distribuzione già esistenti e utilizzare forme di autoconsumo virtuale.

La partecipazione alla Comunità Energetica è aperta a tutti gli utenti sotto la stessa cabina elettrica. Pertanto possono far parte della C.R. anche soggetti come le imprese. In particolare, queste ultime possono farne parte anche se hanno usufruito degli incentivi per il fotovoltaico per le aziende a patto di averne installato uno dopo il primo marzo 2020. Quest’ultima in particolare è una condizione prioritaria per accedere agli ulteriori incentivi della C.E.

Qualora un impresa decida di far parte di una C.E: potrà usufruire anche dei seguenti due vantaggi, i seguenti:

  • Per promuovere l’utilizzo di sistemi di accumulo e la coincidenza fra produzione e consumo, è stata stabilita una tariffa d’incentivo, cumulabile con gli incentivi per il fotovoltaico per le aziende. Per quanto riguarda l’energia condivisa nell’ambito delle comunità energetiche la tariffa incentivante è di 110 €/MWh.
  • La norma inoltre prevede anche la restituzione di alcune voci in bolletta a fronte dell’evitata trasmissione dell’energia in rete che questi impianti permettono. La somma di tutti i benefici derivanti dalla restituzione delle voci in bolletta ammonterebbe a circa 150-160 €/MWh.

credito di imposta per le imprese del mezzogiorno

Un altro degli incentivi per il fotovoltaico per le aziende nel 2021 riguarda solamente le imprese del mezzogiorno (quelle con sede in: Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna, Abruzzo)

Tutti i soggetti che sono titolari di impresa possono beneficiarne o almeno quelli cui l’attività di produzione di energia elettrica sia funzionale all’attività della tua azienda e non rappresenti il suo business principale. Non potranno usufruirne quindi coloro che operano nel settore della produzione e distribuzione di energia e infrastrutture energetiche.

Gli incentivi per il fotovoltaico per le aziende del Sud Italia del 2021 sono sostanzialmente dei crediti d’imposta la cui aliquota di detrazione varia dal 25% fino al 45%. Influiscono sul variare di questa percentuale di sgravo sono diversi fattori come ad esempio l’ ubicazione e la dimensione della tua impresa. Inoltre sono previsti anche dei massimali di spesa.

In sostanza la situazione è quindi la seguente:

  1. 45% di aliquota di detrazione nel caso di piccole imprese per un massimale di spesa di 3 milioni di euro;
  2. 35% di aliquota di detrazione per le medie imprese per un massimale di spesa di 10 milioni di euro;
  3. 25% di aliquota di detrazione per le imprese di grandi dimensioni per un massimale di spesa di 15 milioni di euro.

Infine il credito d’imposta così ottenuto deve essere spendibile nello stesso anno.

Affidati a degli esperti per ottenere le detrazioni per gli impianti fotovoltaici industriali

Ottenere gli incentivi fotovoltaico per le aziende nel 2021, come hai visto se hai letto fino a qui, è abbastanza complicato. Noi di Valore Energia siamo specializzati nell’utilizzo di questi strumenti e grazie ai nostri consigli ed alla nostra esperienza un impresa che decide di realizzare un impianto fotovoltaico finanziandolo con noi può ottenere un beneficio fino all’80% del costo. Sappiamo benissimo che districarsi in questi meandri non è semplice ma avremo cura dei vostri progetti come se fossero i nostri.

Per essere certo di rientrare in queste agevolazioni ti consigliamo di consultare un esperto in materia come noi.

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Fotovoltaico 50 % e comunità energetiche: ecco perché conviene

Fotovoltaico 50 % e comunità energetiche: alla scoperta delle detrazioni di cui puoi usufruire e delle tariffe incentivanti che ti spettano se entri a far parte di una comunità energetica

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Come forse già saprai, in Italia ci sono numerose opportunità sotto forma di detrazioni fiscali per installare un nuovo impianto fotovoltaico che può limitare il consumo energetico della tua abitazione. Quello che molti chiamano fotovoltaico 50 % è infatti un vero e proprio Eco-bonus che prevede una detrazione IRPEF del 50% sulle spese sostenute per l’installazione di un nuovo impianto a pannelli solari. La detrazione in questione, tra le altre cose, sarà valida per tutto il 2021. Chi vuole godere di queste agevolazioni inoltre può ottenere anche uno sconto in fattura che gli consentirà di pagare solo la metà della fattura che deve ricevere.

Ma i vantaggi di avere un impianto fotovoltaico non finiscono qui. Se è vero che grazie al fotovoltaico 50 % puoi risparmiare la metà della spesa che devi affrontare per installarlo, potrai godere di ulteriori benefici economici qualora decidessi di entrare a far parte di una Comunità Energetica come Valore Comunity. Infatti come produttore di Energia, potrai “vendere” l’energia in eccesso attraverso la nostra comunità energetica ed ottenere una tariffa incentivante. Quello che oggi è un buon investimento per ridurre i consumi diventa un’opportunità di guadagno. Se invece sei solo un consumatore e quindi non intendi realizzare un impianto otterrai il rimborso degli oneri di distribuzione, 10 cent di euro ogni kwh consumato e prelvato dalla comunità.

Per affrontare questi due argomenti, che peraltro interessano anche chi possiede delle aziende, abbiamo deciso di interpellare i nostri esperti in modo che tu possa capire i vantaggi del fotovoltaico 50% e delle Comunità Energetica.

Per scoprirli continua a leggere!

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Fotovoltaico 50 % anche nel 2021: come funziona la detrazione?

Chi desidera installare un impianto fotovoltaico per una riqualificazione energetica e sostenibile della propria abitazione può usufruire degli incentivi fiscali per il fotovoltaico 50%. Questa possibilità rientra fra quelle previste dagli ecobonus 50% che riguardano non solo il fotovoltaico ma anche  le ristrutturazioni edilizie.

Grazie agli ecobonus è quindi possibile detrarre dalla dichiarazione dei redditi nella percentuale del 50% le spese sostenute fino al 31/12/2021 per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico. Per questo motivo abbiamo indicato questa possibilità con il nome di detrazione fotovoltaico 50 %.

La detrazione in oggetto può essere richiesta fino ad un massimale di spesa di 96.000 euro. Inoltre è detraibile in 10 anni, quindi l’ammontare totale della detrazione viene suddiviso in 10 quote annuali di pari importo. Saranno quindi queste quote ad essere portate in detrazione annualmente tramite la dichiarazione dei redditi.

Proroga alla Detrazione 50% anche per il 2021

La norma che vede il fotovoltaico poter usufruire di una detrazione al 50% è in vigore fin dal 2012. Inizialmente infatti il decreto sviluppo del 2012 aveva portato il bonus delle detrazioni IRPEF allora in vigore dal 36 al 50% con validità fino al 30 giugno 2013.

Da quel momento, la data di validità del fotovoltaico 50% è stata prorogata più volte, quasi con cadenza annuale. L’ultima volta ad essere stata prorogata è stata tramite la Legge di Bilancio 2021 approvata dal Governo Conte bis che ne ha posticipato la scadenza al 31 dicembre 2021.

Viste le numerose proroghe, e vista le numerose difficoltà con cui è possibile accedere agli altri incentivi per la riqualificazione energetica (come il Superbonus 110%), probabilmente anche il governo di Mario Draghi farà lo stesso.

Requisiti per usufruire della detrazione fotovoltaico 50%

Per poter usufruire della detrazione fiscale del 50% sulla spesa sostenuta per l’installazione di un nuovo impianto fotovoltaico è necessario rispettare alcuni requisiti che abbiamo riportato qui di seguito:

  1. Per rientrare nel fotovoltaico 50 % non si deve usufruire del Quinto Conto Energia;
  2. L’impianto fotovoltaico deve servire per produzione di energia per autoconsumo e non per fini commerciali;
  3. Se l’energia prodotta supera il fabbisogno, non sarà possibile venderla, si immetterà in rete e si potrà utilizzare in altre ore della giornata, pena la perdita della detrazione IRPEF del 50%.

I vantaggi del fare parte di una comunità energetica

Poniamo il caso che tua abbia usufruito degli ecobonus e che tu sia riuscito ad ottenere la detrazione prevista dal fotovoltaico 50%.

In questo caso avrai un impianto fotovoltaico che produrrà energia elettrica per il tuo auto-consumo e che immetterà in rete l’energia che produce in eccesso. Come abbiamo visto precedentemente, proprio quest’ultimo aspetto è previsto dalla normativa che regola il fotovoltaico al 50% quindi non c’è pericolo di perdere le detrazioni.

Quest’ultimo aspetto è anche quello che riguarda più da vicino il discorso della comunità energetica. Far parte di una comunità energetica in questo caso significa immettere l’energia prodotta in eccesso in rete. In particolare, una parte di questa energia verrà immessa nella rete nazionale ed una parte nella rete della comunità energetica.

Questo comporta due vantaggi:

  1. il primo è che in qualità di produttore di energia potrai auto-consumare l’energia che produci.
  2. Il secondo deriva dal fatto che l’energia che produci in eccesso viene immagazzinata e poi redistribuita agli altri membri della comunità. In questo modo questa energia non viene distribuita tramite la rete nazionale, ma si sposta nell’arco di qualche centinaia di metri. E’ per questo motivo che gli utenti di una Comunità energetica non dovranno pagare “il trasporto” dell’energia elettrica risparmiando notevolmente (circa 10 cent di € per ogni Kw/h).

Oltre a questo, come abbiamo detto prima, non tutta l’energia che produci sarà a tua disposizione o a disposizione dei membri della Comunità Energetica. Parte di essa sarà immessa anche nella rete elettrica nazionale. In sostanza è come se la Comunità Energetica la vendesse al distributore in cambio di una tariffa incentivante di circa 16 cent di € per ogni Kw/h.

A questo punto dovrebbero esserti chiari quali sono i vantaggi del fotovoltaico 50%. Soprattutto nel caso in cui tu voglia entrare a far parte della nostra Comunità Energetica: Valore Comunity!

Clicca qui per scoprire quali sono i vantaggi di cui potresti beneficiare invece per quanto riguarda il revamping!

Per scoprire di più ed avere tutte le informazioni in merito compila il modulo che trovi qui di seguito.

 

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I non residenti in Italia possono usufruire del Superbonus?

Come funziona il superbonus per i non residenti? Possono beneficiare lo stesso della detrazione?

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Quella del superbonus 110 è un’occasione a dir poco ghiotta per quanti stanno aspettando il momento giusto per effettuare interventi di riqualificazione energetica. Con le norme introdotte dal DL Rilancio è infatti possibile usufruire della maxi detrazione fiscale per ad esempio, installare il cappotto termico alla propria abitazione, oppure un impianto fotovoltaico o ancora un pompa di calore.

La normativa, come abbiamo avuto modo di approfondire fra queste pagine anche in passato (ad esempio qui), è molto precisa per indicare i beneficiari di questa detrazione. Platea di beneficiari che, tra le altre cose, è stata ampliata dalle recenti modifiche apportate dall’approvazione della Legge di Bilancio 2021.

Ma per quanto riguarda i non residenti in Italia, è possibile usufruire del Superbonus? Come possono i non residenti beneficiare dell’Agevolazione fiscale del 110%?

A fornire chiarimenti in merito è stata proprio l’Agenzia delle Entrate, chiarimenti sul Superbonus per i non residenti che abbiamo analizzato assieme ai nostri esperti. Se vuoi scoprirli continua a leggere!

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La risposta n. 60 dell’Agenzia delle Entrate

I chiarimenti della risposta n.60 dell’Agenzia delle Entrate riguardano proprio la questione se i non residenti in Italia possono usufruire del Superbonus o meno. 

Il merito di questo chiarimento va ad un istante che si è rivolto all’Ade ponendo proprio un quesito che riguarda da vicino questo argomento. L’istante in questione infatti è una persona non residente in Italia che tuttavia possiede un abitazione nel nostro paese sulla quale vuole effettuare degli interventi che possono essere ammessi al Superbonus. Per questo vuole sapere se, il fatto di non essere residente sul suolo italiano, può impedirgli o meno di usufruire dell’opzione per la cessione del credito d’imposta.

Tramite la risposta n. 60/E l’Agenzia che regola il fisco italiano ha ricordato quanto già riportato dal contenuto delle circolare n.24/E del 2020 che riportiamo qui di seguito:

“atteso che ai sensi dell’articolo 119, comma 1, lettera b) e comma 9 lettera b) del decreto Rilancio tra i destinatari del superbonus sono individuati ‘le persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arti e professioni’, la detrazione in argomento ‘riguarda tutti i contribuenti residenti e non residenti nel territorio dello Stato che sostengono le spese per l’esecuzione degli interventi agevolati'”.

La risposta alla domanda oggetto di questo approfondimento, ovvero “I non residenti in Italia possono usufruire del Superbonus?” è quindi affermativa. Tuttavia costoro possono farlo solo in alcuni casi che esamineremo nel prossimo paragrafo.

Specificazioni sul Superbonus per non residenti

I non residenti in Italia, quindi i residenti all’estero, non potrebbero utilizzare la detrazione fiscale del superbonus: questi soggetti infatti hanno dei redditi soggetti a tassazione separata o ad imposta sostitutiva, L’imposta lorda, quella su cui si scarica la detrazione, in questi casi non è dovuta e quindi per loro è impossibile detrarre in dichiarazione dei redditi la detrazione. 

Tuttavia la detrazione diretta in dichiarazione dei redditi è solo una modalità tramite cui usufruire della detrazione del 110%. I soggetti non residenti in Italia possono infatti optare, ai sensi dell’articolo 121 del decreto Rilancio delle modalità alternative di utilizzo previste. Nel caso preso in in esame dalla risposta n.60 dell’Agenzia delle Entrate l’istante possiede una casa in Italia, pertanto l’istante è titolare del relativo reddito fondiario, di conseguenza può beneficiare del superbonus tramite la cessione del credito d’imposta e lo sconto in fattura.

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Gli interventi di demolizione e ricostruzione possono rientrare nel Superbonus?

E’ possibile per gli interventi di demolizione e ricostruzione iniziati rientrare nella maxi detrazione del 110%? Facciamo il punto della situazione

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Quella del Superbonus 110, è senza dubbio un’occasione che fa gola a tanti. Sono in molti a dichiarare, almeno nelle intenzioni, di voler usufruire della maxi-detrazione fiscale del 110% per effettuare interventi di riqualificazione energetica e sismica dell’edificio in cui vivono. Condomini, villette a schiera, case singole, almeno in teoria, possono usufruire di questa opportunità a patto di rispettare le condizioni minime richieste per farlo.

Tuttavia, i casi sopra elencati non rappresentano di certo la totalità di quelli esistenti. E’ possibile ad esempio, soprattutto nell’ottica del Sismabonus, che per realizzare questi interventi in maniera davvero efficiente sia necessario effettuare una demolizione e ricostruzione dell’edificio.

A questo punto possono sorgere delle legittime domande come le seguenti: “E’ possibile beneficiare del superbonus 110 per cento per interventi di demolizione e ricostruzione? E’ possibile farlo anche per gli interventi iniziati prima del decreto Rilancio?“.

Abbiamo affrontato questi quesiti insieme ai nostri esperti i quali hanno preso in esame i numerosi chiarimenti in materia arrivati direttamente dall’Agenzia delle Entrate e dall’Enea.

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SismaBonus 110 e demolizione con ricostruzione.

Come prima cosa, quando si parla di demolizione e ricostruzione, è necessario specificare questa possibilità è prevista dalle misure che rientrano nel sismabonus. Da queste norme è possibile evincere che per migliorare e adeguare le strutture degli edifici ai nuovi criteri antisismici è possibile si possono effettuare interventi di demolizione e ricostruzione degli stessi (D.L. 63/2013 articolo 16).

In particolare, alle disposizioni in vigore emerge in modo chiaro la possibilità di ristrutturare gli edifici esistenti. Per edifici esistenti si intendono quelli che hanno (ancora) una struttura integra, sulla quale intervenire per migliorare le prestazioni, tramite le opportune opere.

La risposta n.88 dell’Agenzia delle Entrate

La risposta n. 88, dell’Agenzia delle Entrate chiarisce ulteriormente la questione riguardante gli interventi di demolizione e ricostruzione.

In particolare, nella risposta si prende in esame il caso di un contribuente che nel mese di maggio 2019 ha avviato lavori di ristrutturazione edilizia su una unità immobiliare unifamiliare indipendente. Sottolineiamo che quindi, il caso presenta un’altra criticità ovvero quella dell’inizio dell’intervento di demolizione e ricostruzione prima dell’entrata in vigore del Superbonus 110. Un aspetto che approfondiremo nel prossimo paragrafo.

Specifichiamo che l’intervento edilizio, al momento della risposta, risulta essere in corso d’opera e gli interventi di efficientamento energetico in programma non sono ancora stati fisicamente realizzati.

Nella loro risposta, le Entrate rimandano al contenuto della circolare n. 24/E del 2020. All’interno di questa circolare è precisato che:

“l’agevolazione spetta anche a fronte di interventi realizzati mediante demolizione e ricostruzione inquadrabili nella categoria della ‘ristrutturazione edilizia’”.

In seguito alla modifica normativa precisiamo che quindi c’è stato un vero e proprio via libera agli interventi di demolizione e ricostruzione. Interventi che sono ammessi anche nei seguenti casi:

  1. quando non vengono rispettati la sagoma e il sedime originari dell’edificio demolito;
  2. oppure quando l’intervento di ricostruzione prevede un incremento volumetrico a patto che sia consentito dalle disposizioni normative urbanistiche o dagli strumenti urbanistici comunali.

Superbonus 110 per demolizione e ricostruzione. E’ valido anche se l’intervento è iniziato prima dell’approvazione del DL rilancio?

Come abbiamo sottolineato in precedenza, gli interventi di demolizione e ricostruzione per il quale l’istante desidera beneficiare del superbonus 110 per cento sono iniziati prima dell’entrate in vigore decreto Rilancio.

In merito a ciò l’Agenzia delle Entrate ha sottolineato che, come evidenziato nella circolare n. 24/E del 2020, è possibile fruire del superbonus solo per le spese sostenute nel 2020 e nel 2021. Ovviamente le spese in questione devono riguardare interventi ammissibili oltre a rispettare tutti i requisiti e gli adempimenti previsti dalla normativa agevolativa e dalla prassi (ad esempio essere in posso dell’Ape ante e post intervento).

Inoltre, l’Enea ha chiarito che, nel caso di lavori iniziati prima del 1° luglio 2020, l’Ape ante intervento deve riferirsi alla situazione esistente alla data di inizio dei lavori.

Per interventi di demolizione e ricostruzione con ampliamento, invece l’Enea ha poi spiegato che dalle spese sostenute a partire dal 1° luglio 2020 è necessario scorporare le spese derivanti all’ampliamento. Inoltre l’Ape post operam deve essere redatto considerando l’edificio nella sua configurazione finale.

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Tutte le fasi per ottenere il Superbonus 110

Nella nuova guida Enea sono riportate tutte le fasi da seguire per ottenere il Superbonus 110 %

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L’Enea ha pubblicato una nuova guida (puoi leggerla cliccando qui) per facilitare la ricezione della normativa del DL Rilancio. La guida in questione tuttavia non contiene le ultime modifiche apportate dalla Legge di Bilancio 2021 alla normativa perché è stata pubblicata prima della definitiva approvazione della legge.

Nonostante questo, la guida in questione, contiene delle importantissime informazioni che ti saranno utili per ottenere il Superbonus 110. Infatti all’interno di questa sorta di manuale vengono definite quelle che sono delle fasi per ottenere la detrazione fiscale del 110% prevista dal Decreto Rilancio.

Proprio queste fasi abbiamo deciso di esaminare insieme ai nostri esperti in questo approfondimento. Pertanto se vuoi scoprire come ottenere il Superbonus 110 seguendo le fasi individuate dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile continua a leggere!

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Guida al Superbonus Enea: le fasi per ottenere il superbonus

All’interno della nuova guida Enea è presente la sezione denominata “Come si ottiene il Superbonus 110%”. All’interno di questa sezione sono quindi state individuate le fasi per ottenere il Superbonus previste dal Decreto Rilancio. Ci teniamo a specificare però che queste fasi riguardano soprattutto gli interventi in condominio anche se sono comunque utili a capire come procedere per ottenere il Superbonus a chiunque.

Qui di seguito elenchiamo le fasi contenute in questa nuova guida.

Ottenere il superbonus:Fase 1

Per quanto riguarda gli interventi di riqualificazione energetica per prima cosa nella guida viene consigliato di contattare un tecnico esperto (come i nostri). Sarà lui (nel caso tu decida di rivolgerti a noi invece saremo proprio noi) ad effettuare tutte le valutazioni preliminari relative alla analisi di pre-fattibilità degli interventi e di Due Diligence Amministrativa. In particolare quest’ultima questione comporta:

  1. verifiche urbanistiche,
  2. l’accertamento dell’esistenza o meno di eventuali vincoli territoriali (ambientali, monumentali, infrastrutturali o paesaggistici).

Secondo l’Enea, in questa fase il professionista, per far ottenere il superbonus al cliente dovrebbe:

  • esaminare lo stato di fatto dell’intero edificio;
  • controllare la conformità di ogni singola UI per asseverare che rispetti lo stato legittimo approvato dall’Ente comunale e dagli altri Enti coinvolti (Soprintendenza etc.);
  • verificare che il tutto sia stato riportato in Catasto.

Fase 2

Nella seconda fase l’Enea consiglia di effettuare i seguenti passaggi per ottenere il superbonus 110:

  • effettuare una verifica preliminare che stabilisca che tramite gli interventi di progetto si consegua almeno il miglioramento di due classi energetiche;
  • far effettuare al tecnico incarica una verifica del rispetto delle condizioni minime. Queste condizioni minime sono quelle prescritte dal decreto interministeriale 06/08/2020 “requisiti ecobonus” e dalla legislazione vigente in materia di efficienza energetica (decreto 26/06/2015 “requisiti minimi”).

Una volta rispettato lo svolgimento di queste due fasi, si potrà procedere con l’inizio degli interventi previsti dai progetti per ottenere il Superbonus 110.

Esempio di Superbonus per un condominio

La nuova guida dell’Enea al Superbonus 110 riporta alcuni utili esempi su come ottenere il superbonus.

Tra questi in particolare figura un esempio che prende in esame la riqualificazione di un piccolo condominio (6 unità), con coibentazione e cambio centrale termica e infissi in tutte le unità.

Abbiamo cercato di riassumere in maniera chiara quanto riportato nella nuova guida.

  1. Spesa: per il condominio preso in esempio, a fronte di un investimento totale di 118.000 euro, spetterebbe un Superbonus di 198.000 euro. Queste cifre, suddivise per ogni condomino sarebbero quindi le seguenti: 30.000 euro di spesa per ogni unità immobiliare che potrebbero far usufruire di una maxi-detrazione di 33.000 euro ciascuna.
  2. Utilizzo diretto della detrazione: nel caso in cui i condomini decidano di fruire della detrazione in denuncia dei redditi, ogni condomino potrebbe farlo per una cifra di 6.600 euro annui (per 5 anni). L’inflazione ridurrebbe il valore reale del bonus a 32.346 euro nel 2026 (a fronte di un esborso iniziale per condomino di 30.000 euro).
  3. Ottenere il superbonus ed usufruire della cessione del credito e finanziamento. Il condominio che deve affrontare i lavori può decidere all’unanimità di cedere il credito alla banca e richiedere un contestuale finanziamento dei lavori. In questo caso la differenza tra prezzo di cessione e costo del prestito si traduce in un esborso effettivo di 300 euro per singolo condomino (più oneri non detraibili e costi accessori).

Superbonus e cessione del credito

Precisiamo inoltre che, in quest’ultimo caso, per ottenere il superbonus 110 ed usufruire della cessione del credito si dovranno anche rispettare le seguenti condizioni:

  • Comunicare all’Agenzia delle Entrate la scelta dell’opzione della cessione del credito tramite lo specifico modello.
  • E’ necessario inviare questa comunicazione entro il 16 marzo dell’anno successivo a quello di pagamento.
  • Per le rate residue di detrazione, entro il 16 marzo dell’anno in cui va presentata la dichiarazione dei redditi.
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