Cosa sono i gruppi di autoconsumo collettivo? Come funzionano?

Cosa sono i gruppi di autoconsumo collettivo? Come funzionano?

Tutto quello che c’è da sapere sui gruppi di autoconsumo collettivo: cosa sono e come funzionano?

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Da qualche tempo a questa parte si parla sempre di più di gruppi di autoconsumo collettivo e di comunità energetiche rinnovabili. Queste infatti sono delle nuove configurazioni che stanno trasformando sempre di più l’architettura del sistema elettrico nazionale.

Siamo di fronte, e lo saremo sempre più, ad una vera e propria rivoluzione dell’architettura di questo sistema che da “uno a molti” diventerà sempre più da “molti a molti”. Il risultato che si punta ad ottenere attraverso i gruppi di autoconsumo collettivo o le comunità energetiche è quello di rendere il sistema elettrico sempre più sostenibile, meno costoso e indipendente dalla situazione geopolitica internazionale.

Soprattutto quest’ultimo particolare è il motivo per cui l’Italia e l’Europa stanno guardando con interesse a queste configurazioni. Il conflitto tra Russia ed Ucraina infatti ha avuto la conseguenza di far lievitare enormemente il prezzo per la fornitura di energia elettrica e del gas impattando notevolmente sulle tasche dei cittadini e delle imprese. Con le comunità energetiche ed i gruppi di autoconsumo collettivo invece si stimolerebbe l’installazione degli impianti fotovoltaici su edifici residenziali o produttivi. In questo modo l’Italia e l’Europa potrebbero aumentare notevolmente la loro indipendenza energetica e mettersi al riparo dai ricatti di fornitori di energia poco affidabili come la Russia.

Quello che deve essere chiaro a tutti è che i regolamenti attuativi dei gruppi di autoconsumo collettivo pubblicati fino a questo momento sono tesi a “favorire la transizione energetica del sistema elettrico italiano, con benefici ambientali, economici e sociali”.

Visto che di comunità energetiche abbiamo già parlato qui, quello che ci accingiamo a fare adesso è approfondire cosa sono i gruppi di autoconsumo collettivo e qual’è la differenza tra questi e le comunità energetiche. Continua a leggere per scoprirlo!

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Cos’è l’autoconsumo collettivo

La definizione di gruppi di autoconsumo collettivo indica la possibilità di produrre energia elettrica da fonti di energia rinnovabile e di consumare questa energia secondo le proprie necessità. Non è il singolo a sfruttare questa possibilità ma un gruppo inteso come un insieme di entità differenti che si trovano all’interno di uno stesso edificio (come i condomini). Pertanto iniziamo subito col precisare che un gruppo di autoconsumo collettivo può essere composto anche da:

  • condòmini che abitano all’interno dello stesso condominio,
  • persone fisiche,
  • aziende e/o soggetti che condividono uno stesso edificio,
  • enti pubblici.

Un altro importante riferimento normativo sui gruppi di autoconsumo collettivo è fornito dalla Direttiva UE 2018/2001 che stabilisce che:

“autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente sono un gruppo di almeno due autoconsumatori che si trovano nello stesso edificio o condominio che intendono produrre energia elettrica rinnovabile per il proprio consumo e accumulare o vendere energia elettrica rinnovabile autoprodotta in rete, purché tali attività non costituiscano l’attività commerciale o professionale principale”.

La vera novità delle configurazioni di autoconsumo collettivo è che i membri del gruppo non sono dei semplici consumatori di energia. E’ infatti corretto definirli come dei prosumer“, un termine inglese che deriva dalla fusione di “producer” e “consumer” dal momento che sono consumatori e produttori di energia, grazie ai loro fotovoltaici, al tempo stesso.

E’ proprio il fatto di produrre da soli, l’energia di cui hanno bisogno, a fornire ai membri di un gruppo di autoconsumo collettivo, una serie di vantaggi soprattutto economici, ma anche ambientali oltre che energetici. Vantaggi che avremo modo di esaminare fra poco.

Come funziona il gruppo di autoconsumo collettivo?

Le e modalità di incentivazione dei gruppi di autoconsumo collettivo sono state individuate dalle seguenti normative:

E’ proprio quest’ultimo decreto a stabilire quelle che sono le agevolazioni e gli incentivi volti a spingere l’acceleratore sulla costituzione di queste configurazioni che si basano sull’energia rinnovabile.

In particolare, gli incentivi sono necessari perché non sempre la configurazione di autoconsumo collettivo sarà in grado di soddisfare le esigenze energetiche di tutti i suoi membri. In questo caso sarà necessario ricorrere all’energia, a pagamento, della rete elettrica nazionale.

Gli incentivi per i gruppi di autoconsumo collettivo prevedono che i membri di questa configurazione abbiano accesso ad una tariffa incentivante per il consumo di energia pari a 100 €/MWh. Tale incentivo viene riconosciuto per un periodo di 20 anni ed è gestito direttamente dal GSE. Ma non finisce qui.

Oltre alla tariffa incentivante per il consumo di energia infatti, i membri di questa configurazione possono anche contare sugli incentivi fiscali per gli impianti fotovoltaici 2023 (di cui parliamo qui): Un doppio incentivo con una doppia convenienza quindi!

Precisiamo inoltre che gli incentivi statali puntano a supportare l’autoconsumo anche attraverso sistemi di accumulo (o energy storage). Una necessità visto anche l’imminente abbandono del meccanismo dello scambio sul posto. Gli storage o batterie di accumulo in effetti permettono di immagazzinare l’energia in accumulo per poi utilizzarla quando serve.

Gruppi di autoconsumo collettivo: ulteriori precisazioni

Entrare a far parte dei gruppi di autoconsumo collettivo non è così facile come potresti pensare. A questo proposito è necessario fare altre due ulteriori precisazioni:

  • possono far parte di un gruppo di autoconsumo collettivo tutti i possessori di impianti fotovoltaici installati dopo dicembre 2021.
  • l’impianto di autoconsumo deve essere collegato alla rete elettrica e non deve superare una produzione di 200 kW.

Per supportare cittadini e imprese nella valutazione e scelta rispetto all’adozione di un impianto fotovoltaico per autoconsumo collettivo o per una comunità energetica, lo stesso GSE ha creato un portale dedicato. In particolare, il sito permette agli interessati di analizzare e prevedere i possibili vantaggi dell’investimento sia in termini di risparmi energetici ed economici in bolletta, sia di riduzione dell’impatto ambientale. Inoltre, sempre tramite il portale, è possibile calcolare gli incentivi cui si avrebbe accesso.

Come funziona il sistema?

La legge che regola i gruppi di autoconsumo collettivo specifica che, i soggetti che fanno parte del gruppo, condividono l’energia prodotta utilizzando la rete di distribuzione esistente. 

In altre parole, ad ogni utente verranno associati due contatori: uno per l’energia consumata ed uno che misurerà l’energia che immetterà in rete.

L’energia per l’autoconsumo che sarà condivisa è definita così:

“il minimo tra la somma dell’energia elettrica immessa e quella prelevata dalla rete”.

Tutta l’energia prodotta dagli impianti del gruppo di autoconsumo collettivo che non sarà auto-consumata in loco, verrà quindi riversata nella rete pubblica prima di essere prelevata dagli utenti.

Quali sono le differenze tra i Gruppi di autoconsumo collettivo e le comunità energetiche?

Ad una prima impressione, i gruppi di autoconsumo collettivo e le comunità energetiche, potrebbero sembrare la stessa cosa. In realtà, sebbene condividano obiettivi comuni, sono due cose diverse. E’ innegabile come entrambi siano volti ad una gestione più efficiente della produzione ed utilizzo di energie rinnovabili, così come sono innegabili le loro differenze sostanziali.

La prima differenza tra i gruppi e le comunità energetiche riguarda la loro costituzione. La spieghiamo qui di seguito.

  • I gruppi di autoconsumo collettivo si costituiscono quando c’è un singolo edificio con una molteplicità di utenze. Ad esempio possono sfruttare questa configurazione i condomini oppure i centri commerciali.
  • Le comunità energetiche rinnovabili invece sono costituite da un gruppo di privati, enti, Pmi o persone fisiche che possono essere dislocate nel territorio. Costoro si associano in forma giuridica con l’esplicito fine di produrre e condividere energia.

Obiettivi di gruppi di autoconsumo collettivo e comunità energetiche

Come abbiamo anticipato poco fa, seppur i gruppi di autoconsumo collettivo e C.E.R: sono diversi nella forma, hanno gli stessi obiettivi. Possiamo riassumerli in questa lista:

  • Favorire i processi di transizione energetica e de-carbonizzazione;
  • Ridurre l’impatto ambientale complessivo;
  • Promuovere l’uso delle fonti rinnovabili;
  • Raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica al 2050;
  • Aumentare i livelli di risparmio ed efficienza energetica.

Questi modelli, unitamente ai sistemi di incentivazione ad essi collegati, stanno inoltre spingendo la collettività a effettuare delle scelte in modo consapevole e condiviso e a portare un cambiamento culturale e sociale.

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