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Pannelli fotovoltaici Perugia: scopri il servizio “chiavi in mano” di Valore Energia

Il fotovoltaico in Umbria è una soluzione che ha ancora un grande potenziale davanti a sé. Scopri il nostro servizio pannelli fotovoltaici Perugia “chiavi in mano”!

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Attualmente sono poco più di 17.000 gli impianti fotovoltaici in Umbria e la regione si piazza al 16° posto della classifica nazionale.

C’è ancor molto da fare, soprattutto per quanto riguarda le comunità energetiche, e Valore Energia si propone come un ottimo veicolo per te che stai pensando di dare una svolta alle tue abitudini di consumo, risparmiando sulla bolletta e facendo del bene all’ambiente.

Pannelli fotovoltaici Perugia ed in Umbria:  in cosa consiste e quali sono le opportunità

La transizione ecologica è ormai un percorso obbligato che sta investendo l’intero pianeta ed è dirimente per poter risolvere la crisi climatica che stiamo vivendo. Solitamente si pone l’accento sui benefici che si ottengono dall’installazione dei pannelli solari, grazie alla drastica riduzione delle emissioni di CO2, mentre i vantaggi economici passano generalmente in secondo piano.

Conviene quindi installare pannelli fotovoltaici a Perugia oggi?

La risposta è sì, grazie ai numerosi incentivi fiscali che il Governo prevede e la collaborazione con la Regione Umbria per quanto riguarda le eccedenze di produzione.

Valore energia non soltanto si occupa dell’installazione di un impianto fotovoltaico perugia con batteria di accumulo o senza, ma ti seguirà in tutti gli aspetti burocratici per poter godere dei bonus previsti, senza incorrere in errori e garantendoti il buon esito delle operazioni.

Come funziona l’ecobonus 50%?

Il Superbonus 110% e l’ecobonus 50% sono stati prorogati per tutto quest’anno con alcune modifiche, soprattutto al primo. Non tutti rientrano  nella maxi-detrazione prevista per i lavori di riqualificazione energetica, mentre il secondo è accessibile per coloro che desiderano installare pannelli solari in Umbria, beneficiando degli incentivi. Questi incentivi possono essere usufruiti tramite due modalità:

  • le detrazioni IRPEF da suddividere in 10 anni come credito d’imposta,
  • lo sconto in fattura, ottenibile immediatamente, con l’opportunità di ammortizzare le spese sostenute al 50%.

L’ecobonus 50% è applicabile a pannelli fotovoltaici Perugia per immobili i cui lavori non superino i 96.000 euro: una grande occasione per i condomini che si vedono decurtare i costi da sostenere di ben 48.000 euro.

Come funziona l’ecobonus 50% per i pannelli fotovoltaici Perugia?

Vediamo di seguito come funziona l’ecobonus 50% per i pannelli fotovoltaici Perugia, grazie agli esperti di Valore Energia:

  • i tecnici qualificati di Valore Energia installeranno l’impianto fotovoltaico con o senza batterie di accumulo presso il tuo immobile;
  • dopo aver allacciato l’impianto alla rete, potrai effettuare il pagamento tramite bonifico bancario. Tutto dev’essere tracciato, altrimenti non beneficerai del bonus;
  • nel caso in cui optassi per lo sconto in fattura, cederai il credito d’imposta del valore del 50% della spesa totale dei lavori effettuati a Valore Energia e la tua spesa sarà ridotta all’esatta metà;
  • per poter beneficiare degli ecobonus, i bonifici devono essere effettuati con la giusta causale. Precisiamo che si tratta infatti dei “bonifici parlanti”, che descrivono il tipo di detrazione che si andrà ad applicare. È molto importante essere precisi e non commettere errori, ma non devi temere, in quanto Valore Energia ti seguirà costantemente e saprai esattamente come fare;
  • le ricevute di pagamento vanno sempre conservate, a maggior ragione se si opta per la detrazione fiscale. Per ricevere il credito d’imposta andranno infatti inserite nella dichiarazione dei redditi, insieme ai dati catastali dell’immobile oggetto dei lavori e alle fatture emesse.

In cosa consiste un impianto fotovoltaico chiavi in mano: i vantaggi delle batterie d’accumulo

Se hai deciso di installare un impianto fotovoltaico in Umbria o comunque nella zona di Perugia, puoi scegliere di farlo con o senza batterie d’accumulo. Tuttavia, se hai intenzione di ottimizzare al massimo le spese per il consumo di energia, le batterie di accumulo offrono decisamente la soluzione migliore.

Innanzitutto devi sapere che tutta la componentistica legata ai pannelli fotovoltaici Perugia, gode delle medesime detrazioni proposte dall’ecobonus 50%, per cui potrai anche decidere di installare le batterie in un secondo momento.

Valore Energia, in ogni caso, si occuperà dell’intera progettazione impianto fotovoltaico, dell’installazione e delle procedure fiscali previste, senza dover ricorrere ad altri professionisti.

Per comprendere come funzionano le batterie d’accumulo, dobbiamo capire come funziona un impianto fotovoltaico.

Sul tetto della tua abitazione, vengono installati dei moduli costituiti da celle in silicio, utili ad assorbire l’energia solare, che verrà poi trasformata, da corrente continua a corrente alternata, grazie a un dispositivo elettronico detto “inverter”.

Come potrai immaginare è durante le ore diurne che avviene il processo più intenso di accumulo di energia. Tuttavia. sappiamo che generalmente è la sera che teniamo le luci accese e che consumiamo più energia, specialmente se per la maggior parte della giornata ci troviamo fuori casa.

Grazie alle batterie d’accumulo è possibile immagazzinare tutta l’energia prodotta e utilizzarla anche nella notte, senza sprechi e senza dover accedere ai distributori di energia esterni per le ore serali. Senza batterie d’accumulo, l’energia prodotta in eccesso viene ceduta alla rete elettrica che ti consente di ottenere un piccolo sconto, tuttavia non ti rende indipendente ed è molto più conveniente installare un sistema di questo tipo.

Scambio sul posto e comunità energetiche in Umbria: cosa prevede la legge e la Valore Comunity

Abbiamo detto che in alternativa alle batterie d’accumulo, c’è la possibilità di cedere a un gestore esterno l’energia prodotta in eccesso.

Ma come funziona in Umbria?

Si chiama Scambio sul Posto di cui parliamo qui  e consiste in un servizio erogato dal GSE che, ogni anno, effettua un raffronto fra l’energia immessa in rete dal proprio impianto e quella prelevata. In base alla differenza ottenuta, se l’esito è a vantaggio dell’utente, questo ottiene un rimborso che corrisponderà all’energia prodotta in eccesso. Con questo sistema non si è indipendenti dal gestore dell’energia elettrica, in quanto si continuano a pagare tutte le voci tipiche di un normale impianto, per l’energia che si utilizza nelle ore in cui i pannelli fotovoltaici Perugia non sono in funzione (ore notturne).

In alternativa, c’è un’ottima soluzione, rappresentata dalle comunità energetiche.

La comunità energetica è un soggetto composto da diversi utenti che producono energia con il proprio impianto fotovoltaico: Valore Comunity è uno di questi. Invece di immettere l’energia prodotta in una rete di distribuzione classica, potrai ottenere importanti sconti sull’energia prodotta ed immessa nella comunità energetica di riferimento. Valore Comunity si occuperà di tutti gli aspetti burocratici e ti consentirà di visualizzare i tuoi consumi e i tuoi guadagni, rendendoti indipendente dal punto di vista energetico e contribuendo alla distribuzione di energia pulita.

I vantaggi di un impianto fotovoltaico: pro e contro

Installare un impianto fotovoltaico a Perugia ed in Umbria è sempre vantaggioso per una serie di motivi:

  • drastica riduzione delle tariffe
  • aumento del valore dell’immobile grazie all’incremento della classe energetica
  • possibilità di ottenere rimborsi e sconti grazie allo scambio sul posto o alle comunità energetiche
  • immissione nell’ambiente di energia pulita

Tuttavia ci sono delle criticità che dobbiamo mettere in evidenza e che, eventualmente, possono essere ovviate, se gestite da professionisti come Valore Energia.

Per prima cosa, installare pannelli fotovoltaici a Perugia significa sostenere un investimento iniziale. Lo sconto in fattura è in grado di abbattere il costo in modo significativo. Tuttavia è importante verificare che i propri consumi giustifichino questa spesa, valutando in quanto tempo essa potrà essere ammortizzata.

Con Valore Energia però, avrai dei consulenti che saranno in grado di fornirti assistenza e proporti la soluzione migliore, come per esempio l’installazione di batterie d’accumulo impianti fotovoltaici che permettono di ottenere molti benefici economici.

Infine la burocrazia è una nota dolente da affrontare: con Valore Energia i pannelli solari Perugia potranno essere installati secondo i giusti criteri e con un team di professionisti che possiede tutto il know how necessario ad espletare qualunque pratica, senza costringerti ad affidarti a consulenze esterne, in totale serenità.

Se sei interessato ai pannelli fotovoltaici Perugia compila il modulo che trovi qui sotto con i tuoi dati per ricevere la chiamata di un nostro operatore!

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Caldaia a idrogeno: ecco perché il futuro è la caldaia a idrogeno

Come funziona una caldaia a idrogeno? Perché è considerata una soluzione green per il riscaldamento domestico e per la produzione di energia? Scopriamolo in questo approfondimento

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La caldaia a idrogeno è una tecnologia innovativa dal momento che riesce a sfruttare come risorsa di combustione l’idrogeno. Per chi non lo sapesse, l’idrogeno è l’elemento chimico in assoluto più presente sul pianeta terra. Il fatto di sfruttare l’idrogeno come combustibile è quindi un bel vantaggio dal momento che si tratta di un combustibile praticamente inesauribile.

Ma in tutto questo c’è un però. L’idrogeno infatti non è presente singolarmente in natura ma è sempre legato con altri elementi. Ad esempio l’acqua è composta da due atomi di idrogeno legati ad uno di ossigeno. Pertanto se vogliamo utilizzare l’idrogeno come combustibile nella caldaia a idrogeno è necessario prima separarlo dagli elementi con cui è legato.

Senza, per il momento, addentrarci ulteriormente nella discussione, possiamo semplicemente affermare che la caldaia a idrogeno rappresenta il futuro. Le caldaie a idrogeno infatti sono dei veri e propri dispositivi di cogenerazione ovvero in grado di produrre più tipi di energia.

In particolare, esistono dei modelli di caldaie a idrogeno che sono in grado di produrre acqua calda sanitaria, acqua per il riscaldamento ed energia elettrica. Un bel vantaggio questo, considerato il fatto che il prezzo delle bollette sta aumentando sempre più, complice anche il conflitto tra Russo-Ucraino e le sanzioni imposte al maggior esportatore di gas del mondo, la Russia.

Ma come funziona una caldaia a idrogeno di questo tipo? E’ davvero possibile riuscire a co-generare energia sfruttando l’idrogeno? 

Abbiamo cercato di fare il punto della situazione insieme ai nostri esperti in questo approfondimento.

Cos’è l’idrogeno?

Prima di approfondire l’argomento del funzionamento della caldaia a idrogeno, merita accennare brevemente al combustibile che utilizzerebbero queste caldaie.

Abbiamo già avuto modo di specificare che l’idrogeno è l’elemento più presente sul nostro pianeta. In particolare, più del 75% della materia presente sulla terra è composta da idrogeno. Il fatto che la materia sia composta anche da idrogeno però significa che questo materiale non è l’unico presente al suo interno. Fra le proprietà chimiche dell’idrogeno infatti c’è senza dubbio quella di essere altamente predisposto a legarsi con altri atomi.

Se quindi è vero che siamo di fronte ad un combustibile praticamente inesauribile è altrettanto vero però che questo combustibile deve essere “raffinato” ovvero separato dagli altri elementi con cui si lega.

Questo processo può avvenire anche utilizzando fonti di energia pulite, in questo caso l’idrogeno potrebbe, a tutti gli effetti, essere considerato un “vettore energetico a zero emissioni”. Una particolarità che permetterebbe di utilizzarlo in maniera completamente ecosostenibile per alimentare settori quali quello alimentare, chimico, petrolchimico, tessile, metallurgico e aerospaziale.

Come funziona la caldaia ad idrogeno?

Sarebbero sufficienti le considerazioni che abbiamo riportato per comprendere come le caldaie a idrogeno siano le caldaie del futuro. Per comprendere meglio il perché di questa affermazione però proviamo ad analizzarne il funzionamento cercando di rispondere in maniera semplice e chiara alla domanda: “Come funzionano le caldaie a idrogeno?”.

La caldaia a idrogeno utilizza come combustibile l’idrogeno, pertanto come prima cosa devono avere una fornitura di ad idrogeno. Per ovviare a questi problemi quindi le caldaie a idrogeno dovrebbero avere a loro disposizione degli appositi contenitori all’interno dei quali stipare questo materiale. In effetti, i primi prototipi di queste caldaie avevano anche dei contenitori all’interno dei quali era conservato l’idrogeno.

Oggi però esistono dei componenti particolari, detti celle di fusione, realizzati a base di titanio, che vengono irrorati ad alta pressione dall’idrogeno e dall’acqua per produrre vapore ad acqua ad alta pressione. E’ proprio questo vapore ad essere usato per alimentare la turbina che genera elettricità. Questa viene poi convertita in corrente continua da un trasformatore di elettricità ed immagazzinata in batterie di 48 V al litio. Mediante un inverter poi, la corrente immagazzinata in queste batterie viene convertita in alternata monofase a 220V ovvero quella usata dai nostri elettrodomestici.

Il vapore acqueo non viene però utilizzato solamente con questo scopo. Il vapore di scarto viene infatti fatto condensare liberando energia termica in grado di riscaldare l’acqua sanitaria o alimentare un impianto di riscaldamento come quello a pavimento.

E’ in questa maniera che la caldaia a idrogeno è in grado di riscaldare una casa o un ufficio ed al tempo stesso produrre elettricità allo stesso tempo mettendo in moto di fatto quel meccanismo di cogenerazione cui abbiamo accennato precedentemente.

Prestazioni della caldaia ad idrogeno

Le prestazioni di una caldaia a idrogeno sono simili a quelle delle normali caldaie tradizionali (biomassa o condensazione). La loro potenza termica va da 21 di 31 kW ed hanno anche un serbatoio di accumulo per l’acqua sanitaria di 150 litri, più che sufficiente per una famiglia di 4 persone.

La temperatura massima per l’uscita dell’acqua sanitaria è di 55 °C mentre invece per l’acqua di riscaldamento è di circa 80 °C. Per quanto riguarda la produzione di energia elettrica, questa può oscillare dai 3,3 ai 6,2 kW di picco.

Ovviamente, la caldaia ad idrogeno può essere anche combinata con altre fonti impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili oppure che sfruttano energie green. Niente vieta infatti di integrare queste caldaie con impianti fotovoltaici!

I vantaggi delle caldaie ad idrogeno

Qui di seguito riportiamo brevemente i vantaggi della caldaia a idrogeno in questo elenco:

  • Vantaggi per l’ambiente: utilizzando l’idrogeno come combustibile, si potrebbe ridurre drasticamente l’utilizzo di combustibili fossili e quindi le loro emissioni di CO2 altamente inquinanti. Scegliere una caldaia ad idrogeno sicuramente è una etica soprattutto nell’ottica di ridurre il più possibile le emissioni di gas serra.
  • Vantaggi economici: dal momento che le caldaie ad idrogeno ti permetterebbero di avere calore ed elettricità potresti di fatto dire addio alle bollette di luce e gas con tutti gli evidenti vantaggi economici. Il prezzo di queste bollette infatti, complice anche il mutato contesto geo-politico internazionale, è salito davvero alle stelle. Parliamo di un amento de 95% per quanto riguarda il costo del gas e del 131% per quanto riguarda il costo dell’elettricità. E’ quindi evidente come rendersi indipendenti da questi costi significa, soprattutto in questo momento, rendersi indipendenti da un punto di vista energetico.
  • Dimensioni non eccessive. Nell’acquistare ed installare una caldaia ad idrogeno c’è da considerare che le dimensioni di un dispositivo di questo genere non sono eccessive dal momento che sono grandi all’incirca quanto un frigorifero. Tuttavia il vantaggio è che possono essere installate sia internamente che esternamente pertanto il problema dello spazio occupato può essere facilmente risolto.
  • Facilità d’installazione. Le caldaie ad idrogeno necessitano di essere collegate all’impianto idraulico della casa in modo da averne sempre a disposizione ed inoltre necessitano anche di essere collegate all’impianto elettrico e di riscaldamento. Sono però collegamenti non particolarmente difficili da realizzare, che i nostri esperti sono in grado di portare a termine in breve tempo e con molta precisione.
  • Sicurezza. Gli ultimi modelli sono dotati di “sensori” (PLC) in grado di segnalare qualsiasi anomalia meccanica o elettrica che viene segnalata prontamente al Centro Assistenza oltre che attraverso un interfaccia frontale (display) all’utilizzatore. Inoltre, è presente anche un controllo remoto che permette al Centro Assistenza di riparare errori di sistema e anomalie che il PLC non è in grado di riparare.
  • Accesso ad incentivi fiscali. E’ possibile usufruire delle agevolazioni del 65% per la sostituzione della caldaia o di quelle che ammontano al 50% che rientrano nel cosiddetto bonus ristrutturazion

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Debiti fiscali: come regolare la propria posizione con il fisco con il credito d’imposta

Debiti fiscali iscritti a ruolo: come regolare la propria posizione con il fisco tramite il credito d’imposta derivante da bonus come il Superbonus 110%

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Una delle maggiori curiosità sul credito d’imposta è la sua possibilità di utilizzarlo in compensazione tramite il modello F24. Le nuove norme sulla cessione del credito multipla limitano questo passaggio a sole 3 volte, pertanto è in evitabile che alla fine del percorso qualcuno usi questi crediti in compensazione (ne parliamo anche qui).

Ma cosa accade se il soggetto in questione ha dei debiti erariali iscritti a suo carico? 

Nel Decreto Rilancio è prevista una specifica deroga alla normativa fiscale in vigore che permette l’utilizzo del credito d’imposta in compensazione in F-24 anche in presenza di debiti erariali maggiori di 1500 euro.

Cerchiamo di esaminare i dettagli di questa deroga in maniera approfondita qui di seguito.

Il Superbonus 110% in breve

Delle misure contenute nel Superbonus 110% abbiamo già avuto modo di parlare ampiamente fra queste pagine. Riportiamo brevemente alcuni aspetti salienti della misura per chiarezza.

Il Decreto Rilancio introduce prevede delle detrazioni per l’efficientamento energetico e sismico degli edifici che ammontano al 110% della spesa sostenuta. Gli interventi che le persone fisiche possono sostenere sono stati suddivisi in due categorie, interventi trainanti e trainati. Gli interventi trainati possono essere effettuati solo in concomitanza di interventi trainanti che pertanto sono più consistenti ed invasivi.

Altro punto saliente del Superbonus 110% è la possibilità, per coloro che effettuano questi interventi, di optare, al posto della detrazione per:

  • un contributo, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, anticipato dal fornitore di beni e servizi relativi agli interventi agevolati. In questo caso il fornitore consenziente, recupera il contributo anticipato direttamente nel proprio cassetto fiscale, sotto forma di credito d’imposta di importo pari alla detrazione spettante;
  • cessione di un credito d’imposta corrispondente alla detrazione spettante, ad altri soggetti, ivi inclusi istituti di credito e altri intermediari finanziari, con facoltà di successive cessioni.

In entrambi i casi, il credito d’imposta può essere ulteriormente ceduto anche se con le dovute limitazioni, come riportiamo qui di seguito.

La cessione del credito

Cerchiamo adesso di fare chiarezza sulla cessione del credito. In particolare, se questa in un primo momento poteva essere disposta in favore di:

  • fornitori dei beni e dei servizi necessari alla realizzazione degli interventi;
  • altri soggetti (persone fisiche, anche esercenti attività di lavoro autonomo o d’impresa, società ed enti);
  • istituti di credito e intermediari finanziari.

per un numero illimitato di volte, oggi non è più così. Il legislatore ha infatti ritenuto opportuno limitare questo meccanismo a sole 3 volte massimo.

Il  DL 13/2022, infatti stabilisce che è possibile utilizzare questo credito d’imposta cedendolo, dopo il primo passaggio derivato dallo sconto in fattura solo per 2 ulteriori volte. I soggetti a cui però è possibile cedere il credito sono però solamente:

“banche e intermediari finanziari iscritti all’albo previsto dall’articolo 106 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, società appartenenti a un gruppo bancario iscritto all’albo di cui all’articolo 64 del predetto testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia ovvero imprese di assicurazione autorizzate ad operare in Italia ai sensi del de-creto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, ferma restando l’applicazione dell’articolo 122 -bis , comma 4, del presente decreto, per ogni cessione intercorrente tra i predetti sog-getti, anche successiva alla prima.”

L’utilizzo del credito d’imposta in compensazione in F-24

I concetti che abbiamo riportato qui sopra si legano in maniera profonda all’utilizzo in compensazione tramite il modello F-24 dei crediti d’imposta anche in presenza di debiti fiscali.

I crediti d’imposta infatti, sia quelli maturati che quelli acquistati, possono poi essere portati in detrazione e quindi usati in compensazione orizzontale. Questa possibilità non riguarda solo il superbonus 110%, ma anche le detrazioni ordinarie come quelle del bonus casa, degli ecobonus, del bonus facciate, ecc.

Il limite entro cui è possibile utilizzare questi crediti in compensazione è di 2 milioni di euro come stabilito dalla nuova Legge di Bilancio 2022.

Precisiamo inoltre che il credito d’imposta è utilizzato con la stessa ripartizione in quote annuali con la quale sarebbe stata utilizzata la detrazione. In questo modo è possibile utilizzare la quota di credito d’imposta non utilizzata nell’anno in corso spalmandola negli anni successivi senza poter però essere chiesta a rimborso.

La compensazione in presenza di debiti fiscali

A questo punto sorge spontanea una domanda. Posso comunque utilizzare in compensazione i crediti d’imposta che ho acquistato o maturato anche se ho dei debiti fiscali iscritti a ruolo presso l’Agenzia delle Entrate? In altre parole, posso compensare i miei debiti con il fisco anche se ho già delle cartelle esattoriali non saldate?

Prima dell’approvazione del DL Rilancio, la normativa fiscale prevedeva un blocco all’utilizzo in compensazione dei crediti d’imposta in presenza di debiti fiscali per almeno 1500 euro. La normativa in questione però riguardava solamente la compensazione orizzontale di tali crediti, e non quella verticale (tra lo stesso tipo di imposte). Il blocco entrava in vigore solo in presenza di cartelle esattoriali non saldate ed assieme ad esso, al contribuente veniva corrisposta una sanzione del 50%.

L’articolo 122 del decreto Rilancio cambia totalmente quanto appena espresso prevedendo la possibilità di utilizzare i crediti d’imposta per la compensazione anche in presenza di debiti fiscali. In particolare, il testo dell’articolo è il seguente:

“non si applicano i limiti di cui all’articolo 31, comma 1, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122”.

Questo significa quindi che il fatto che una persona fisica abbia dei debiti fiscali scaduti non comporta il blocco all’utilizzo del credito d’imposta legato alle detrazioni cedibili. Una previsione che non riguarda solamente la prima cessione, ma anche tutte le successive, ovvero le altre due.

Clamoroso dietrofront: arriva il blocco della cessione del credito da parte del governo Meloni!

Con il Decreto Legge n. 11 del 16 febbraio 2023 è arrivato il tanto temuto “Blocco della cessione del credito”. Ma cosa significa? Perché si è arrivati a tanto?

Leggi tutto quello che devi sapere sullo sto alla cessione del credito qui!

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La compensazione F24 dei crediti fiscali

Tutto quello che c’è da sapere sulla compensazione F24 dei crediti fiscali, compresi quelli derivanti dai bonus edilizi come il Superbonus 110% o gli Ecobonus

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Uno dei cambiamenti più sostanziali introdotti dalla nuova Legge di Bilancio 2022 è il nuovo limite massimo per la compensazione F24 che passa a 2 milioni di euro. Del resto, fra gli obiettivi della legge di Bilancio 2022 c’era quello di stabilizzare tutte le compensazioni pervenute tramite il modello F24.

Per compensare tramite il modello F24 è necessario seguire alcune regole ben precise, come ad esempio le rigide modalità attraverso cui è possibile farlo. Regole che è stato necessario adottare per evitare il fenomeno delle false compensazioni.

Inoltre, per le compensazioni Irpef, Ires ed Irap superiori a 5.000 euro, è previsto il blocco dell’utilizzo dei crediti maturati fino alla data di presentazione della relativa dichiarazione.

A fornire queste istruzioni operative ci ha pensato la risoluzione numero 110/E del 31 dicembre 2019 dell’Agenzia delle Entrate.

A prescindere da queste novità, le regole e le modalità di utilizzo dei crediti in compensazione F24 non sono cambiate. Ecco perché abbiamo ritenuto opportuno ricapitolare brevemente le istruzioni da tenere a mente qualora si dovesse fruire di questa opportunità.

Le ultime novità sulla compensazione in F-24

Sono state introdotte novità che riguardano la possibilità di versare le imposte con l’uso del modello F24 in compensazione di crediti fiscali. Le novità in questione sono entrate in vigore dopo l’approvazione DL 50/2017 e del blocco preventivo delle compensazioni stabilito dalla Legge di Bilancio 2018.

Riepiloghiamo i principali aspetti qui di seguito.

La soglia per la compensazione F24 IVA

Fra le nuove disposizioni c’è l’abbassamento della soglia da 15.000 a 5.000 euro della compensazione crediti IVA. Tutti i crediti superiori ai 5.000 euro, dovranno possedere il visto di conformità per essere compensati tramite l’IVA.

Quali crediti è possibile compensare in F24?

E’ possibile compensare in F24 i crediti o i debiti verso l’erario derivanti da queste imposte:

  • sui redditi o addizionale (Irpef e Ires),
  • ritenuta alla fonte,
  • imposta sostitutiva sul reddito,
  • Irap,
  • crediti d’imposta di cui al quadro RU della dichiarazione dei redditi

Obbligo di invio telematico

Il DL n. 124/2019 dispone l’obbligo di inviare il modello F24 telematico tramite Entratel o Fisconline. L’obbligo vale anche per le compensazioni di crediti maturati dal sostituto d’imposta per il recupero delle eccedenze di versamento delle ritenute e dei rimborsi erogati ai dipendenti, come rimborsi 730 e bonus Renzi.

Il modello F24 telematico è infine obbligatorio anche per i non titolari di partita IVA.

Compensazioni Irpef Ires ed Irap

Le regole previste per l’IVA valgono anche per le compensazioni dei crediti Irpef, Ires ed Irap (Decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2020). Anche in questi casi, quindi, per compensazioni di importo superiore a 5.000 euro è necessaria la preventiva presentazione della dichiarazione dei redditi di riferimento.

Compensazione modello F24 2022 contribuenti titolari di partita IVA

Saldo modello F24

Modalità di compensazione utilizzabile

Modello F24 con saldo positivo senza compensazioni Obbligo di Home Banking e facoltà canale intermediari
Modello F24 con saldo positivo e compensazione di qualsiasi tipo Obbligo di utilizzare i canali dell’Agenzia delle Entrate (Entratel/F24 online)
Modello F24 con saldo zero Obbligo di utilizzare i canali dell’Agenzia delle Entrate (Entratel/F24 online)

Compensazioni modello F24 2022 contribuenti non titolari di partita iva:

Saldo modello F24

Modalità di compensazione utilizzabile

Modello F24 con saldo positivo senza compensazioni È ammesso il pagamento del modello F24 cartaceo ovvero tramite home banking o canale intermediari
Modello F24 con saldo positivo e compensazione di qualsiasi tipo Obbligo di utilizzare i canali dell’Agenzia delle Entrate (Entratel/F24 online)
Modello F24 con saldo zero Obbligo di utilizzare i canali dell’Agenzia delle Entrate (Entratel/F24 online)

I contribuenti titolari di partita IVA devono quindi presentare le compensazioni nel modello F24 passando dal canale dell’Agenzia delle Entrate a prescindere da qualsiasi tipologia di imposta a credito utilizzata.

Nel caso di modello F24 con saldo positivo senza compensazioni o con saldo zero la situazione rimane invariata. Ciò significa che:

  • nel primo caso, il contribuente titolare di partita IVA ha l’obbligo di pagamento tramite home banking (non può essere quindi utilizzato il modello F24 cartaceo);
  • in caso di compensazione di un modello F24 con saldo finale uguale a zero, invece, rimane l’obbligo di pagamento tramite i canali dell’Agenzia delle Entrate (Entratel ed F24 online).

Compensazioni modello F24 2022: le istruzioni delle Entrate nella risoluzione n. 110/E/2019

L’Agenzia delle Entrate, ha rilasciato ulteriori istruzioni per le compensazioni fiscali tramite la risoluzione n. 110/E dello scorso 31 dicembre 2019.

Le imposte interessate dall’obbligo di preventiva presentazione della dichiarazione o dell’istanza da cui emerge il credito per le compensazioni sono:

  • IVA;
  • IRAP;
  • imposte sostitutive;
  • imposte sui redditi e addizionali.

Tali crediti possono essere compensati a partire dal decimo giorno successivo alla corretta presentazione della documentazione.

La risoluzione dell’Agenzia delle Entrate in questione si sofferma anche sull’obbligo di presentazione del modello F24 in modalità telematica. Le imposte per le quali è previsto l’obbligo di presentazione appartengono alle categorie seguenti:

  • imposte sostitutive;
  • imposte sui redditi e addizionali;
  • IRAP;
  • IVA;
  • agevolazioni e crediti indicati nel quadro RU della dichiarazione dei redditi;
  • sostituti d’imposta.

La presentazione del modello F24 per via telematica deve avvenire solo attraverso le modalità elencate di seguito:

  • direttamente dal contribuente o dal sostituto d’imposta, attraverso i servizi “F24 web” o “F24 online”;
  • tramite intermediario abilitato.

Il documento spiega inoltre che l’obbligo è escluso:

“qualora l’esposizione del credito nel modello F24 rappresenti una mera modalità alternativa allo scomputo diretto del credito medesimo dal debito d’imposta pagato nello stesso modello F24″

Perché compensare un credito d’imposta tramite il modello F24 è conveniente?

Per rispondere a questa domanda è necessario premettere che i crediti d’imposta compensabili sono anche quelli provenienti dai bonus edilizi come il Superbonus 110% o Ecobonus ecc. Si tratta quindi di crediti che oltre ad un discreto ammontare, possono anche essere ceduti e comprati come abbiamo già spiegato qui.

Da ciò possiamo facilmente dedurre tre cose:

  1. Chi cede un credito d’imposta di solito lo fa ad un importo inferiore rispetto al loro reale valore. Questo perché i fornitori che operano con lo sconto in fattura potrebbero trovarsi a corto di liquidità;
  2. Chi li acquista, come abbiamo spiegato, può utilizzarli in compensazione orizzontale tramite F-24. Acquistando un credito ad un valore inferiore rispetto al suo importo detraibile di fatto è come ottenere uno sconto sulle imposte da versare all’erario.
  3. Può avvalersi di questa possibilità anche chi deve regolare la sua posizione nei confronti dell’erario in presenza di debiti non saldati. Di fatto quindi, in presenza di cartelle esattoriali scadute, un contribuente può compensarle tramite un credito d’imposta acquistato ottenendo uno sconto.

Clamoroso dietrofront: arriva il blocco della cessione del credito da parte del governo Meloni!

Con il Decreto Legge n. 11 del 16 febbraio 2023 è arrivato il tanto temuto “Blocco della cessione del credito”. Ma cosa significa? Perché si è arrivati a tanto?

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Torna la cessione del credito multipla!

Con l’approvazione del DL 13/2022 correttivo al DL Sostegni ter torna la cessione del credito multipla!

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Lo scorso 19 maggio 2020 il decreto Rilancio introduceva delle nuove agevolazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica e sismica degli edifici.

La novità più significative in merito erano, oltre all’aliquota di detrazione che ammontava ed ammonta ancora adesso al 110% le alternative all’utilizzo della detrazione in dichiarazione dei redditi. Queste alternative, di cui abbiamo ampiamente parlato fra queste pagine come qui, non sono altro che lo sconto in fattura e la cessione del credito d’imposta multipla e senza limiti.

Da allora la normativa è stata oggetto di continue revisioni e modifiche con numerosi tentativi di limitare le frodi ai danni dello stati. Una cessione del credito indiscriminata infatti ha corrisposto a dei continui tentativi di frode realizzati ai danni dello stato. Per questo motivo, da una cessione illimitata, il legislatore è passato ad una cessione unica, per poi tornare su suoi passi e prevedere una cessione del credito multipla fino a 3 passaggi con il D. Legge 13/2022.

Ed è proprio questi ultimi cambiamenti alla normativa che vogliamo analizzare in questa sede.

Il Decreto Rilancio in breve

Delle misure contenute nel Superbonus 110% abbiamo già avuto modo di parlare approfonditamente in queste pagine (come qui). Qui di seguito riportiamo riportiamo gli aspetti più salienti per comodità.

Il Decreto Rilancio introduce delle detrazioni per l’efficientamento energetico e sismico degli edifici che ammontano al 110% della spesa sostenuta. Gli interventi che possono dare luogo a questa detrazioni sono suddivisi in due categorie interventi trainanti e trainati. La suddivisione sta ad indicare che gli interventi trainati possono essere effettuati solo in concomitanza di interventi trainanti che pertanto sono più invasivi.

Coloro che effettuano questi interventi, invece che ottenere una detrazione del 110% possono anche decidere di optare:

  • per un contributo, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, anticipato dal fornitore di beni e servizi relativi agli interventi agevolati. In questo caso il fornitore consenziente, recupera il contributo anticipato, sotto forma di credito d’imposta di importo pari alla detrazione spettante nel proprio cassetto fiscale;
  • per la cessione di un credito d’imposta per un massimo di 2 volte a favore di banche e intermediari finanziari, società appartenenti a un gruppo bancario, imprese di assicurazione.

Precisazioni sullo sconto in fattura

Ai fini della cessione del credito multipla è però necessario soffermarsi più approfonditamente sullo sconto in fattura.

I soggetti che realizzano i lavori optando per lo sconto in fattura, faranno sì che sia il fornitore che hanno scelto a realizzare materialmente gli interventi. Sarà quindi quest’ultimo a maturare il credito d’imposta pari alla detrazione spettante nel proprio cassetto fiscale.

A questo punto il fornitore, come ad esempio noi di Valore Energia, potrà, ai sensi del DL 13/2022: 

  • Cedere questo credito ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari, senza facoltà di successiva cessione da parte di questi soggetti se non verso banche e intermediari finanziari, società appartenenti a un gruppo bancario, imprese di assicurazione per un massimo di due volte;
  • Cedere il credito per un massimo di 2 volte a favore di banche e intermediari finanziari, società appartenenti a un gruppo bancario, imprese di assicurazione.

La nuova cessione del credito multipla

Il D. Legge 13/2022, ha quindi modificato nuovamente la cessione del credito d’imposta, ottenuto tramite lo sconto in fattura, portandola a massimo 3 passaggi (2 oltre il primo relativo allo sconto in fattura).

Le due ulteriori cessioni, dopo il primo passaggio, possono essere effettuate solo verso:

  • banche e intermediari finanziari iscritti all’albo previsto dall’art. 106 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia (banche, intermediari);
  • società appartenenti a un gruppo bancario iscritto all’albo di cui all’art. 64 del predetto testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia;
  • imprese di assicurazione autorizzate ad operare in Italia ai sensi del D.Lgs. 7 settembre 2005, n. 209.

Cessione del credito multipla: Introduzione del codice univoco

Il D. Legge 13/2022 non si limita a ripristinare, seppur parzialmente, il meccanismo della cessione del credito multipla.

Con questo decreto, in particolare, il legislatore ha previsto che a partire dal 1° maggio 2022, l’Agenzia delle Entrate assegni un codice univoco ai crediti d’imposta. I crediti d’imposta diverranno a questo punto indivisibili e quindi non potranno più essere praticate ulteriori cessioni parziali.

Perché cedere o acquistare un credito d’imposta?

Dal momento che torna in essere la cessione del credito multipla è lecito anche chiedersi quali sono i vantaggi dell’acquistare o del cedere un credito d’imposta. Abbiamo cercato quindi di riassumerli qui di seguito.

Solitamente, chi cede un credito d’imposta ha necessità di monetizzare questo credito. Ad esempio, un fornitore che realizza i lavori per il Superbonus 110%, dovendo anticipare i costi del materiale per realizzare il cantiere, potrebbe trovarsi a corto di liquidità. Cedere quindi il credito d’imposta permetterebbe di fatto a questo soggetto di trovare una liquidità certa e pressoché immediata anche a costo di rinunciare a parte della dertrazione.

Tuttavia, anche chi acquista questi crediti ha i suoi vantaggi. Il legislatore ha infatti previsto la possibilità di utilizzare i crediti fiscali vantati nei confronti dell’erario in compensazione orizzontale. Per la precisione, per compensazione orizzontale intendiamo la possibilità di regolarizzare la propria posizione fiscale utilizzando dei crediti fiscali per coprire debiti fiscali relativi ad imposte di natura diversa. Ad esempio possiamo utilizzare un credito Irpef, come quelli provenienti dai bonus edilizi, per compensare un debito INPS (ne parliamo anche qui) tramite il modello F-24. E’ quindi possibile, regolare la propria posizione nei confronti dell’erario semplicemente tramite i crediti d’imposta.

Ma non finisce qui. E’ infatti doveroso riportare un’altra considerazione: i crediti d’imposta di solito infatti vengono ceduti ad un importo inferiore al loro reale valore. Ad esempio è possibile acquistare 100.000 euro di crediti fiscali a soli 87.000 € ottenendo un guadagno immediato di 13.000 €. Un guadagno che a tutti gli effetti è anche uno sconto sulle imposte che dovresti pagare allo stato dal momento che puoi utilizzare i crediti prevenienti da questi bonus fiscali in compensazione orizzontale.

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Compensazione orizzontale: come utilizzare i crediti fiscali nel 2022

I crediti fiscali possono essere utilizzati in compensazione orizzontale anche nel 2022. Scopri come!

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Da qualche anno a questa parte il legislatore ha previsto la possibilità di utilizzare i crediti fiscali vantati nei confronti dell’erario in compensazione orizzontale. Per la precisione, per compensazione orizzontale intendiamo la possibilità di regolarizzare la propria posizione fiscale utilizzando dei crediti fiscali per coprire debiti fiscali relativi ad imposte di natura diversa. Ad esempio possiamo utilizzare un credito Irpef, come quelli provenienti dai bonus edilizi, per compensare un debito INPS (ne parliamo anche qui).

La compensazione orizzontale per quanto sia un concetto semplice ed intuitivo può però essere complicato dal punto di vista della sua gestione pratica tanto che sta per passare un DL Semplificazioni. Non è semplice infatti intercettare i tentativi di frode così come monitorare il reale stato di debiti e crediti nei confronti dell’erario della singola persona. Per questo motivo, nel corso degli anni le compensazioni orizzontale hanno subito limitazioni a più riprese.

Qui di seguito abbiamo cercato di riassumere brevemente alcune delle norme attualmente vigenti che riguardano appunto la compensazione orizzontale. 

compensazione orizzontale dei crediti IVA

Il credito IVA che scaturisce dalla dichiarazione annuale può essere utilizzato in compensazione a partire dal primo gennaio dell’anno successivo per importi sino a 5.000 euro.

Oltre i 5000 euro la compensazione dei crediti IVA deve:

  • Essere eseguita solo dopo il 10 giorno successivo a quello di presentazione della dichiarazione da cui esso emerge (articolo 17, comma 1 D.Lgs. n. 241/97);
  • Essere effettuata tramite soggetti abilitati che dovranno eseguire i controlli previsti ai fini dell’apposizione nella dichiarazione annuale del “visto di conformità” rilasciato telematicamente (art. 1, comma 574 Legge n. 147/13

Per portare a compensazione questi crediti IVA gli utenti dovranno inoltre utilizzare i canali telematici messi a disposizione dell’Agenzia delle Entrate Entratel/Fisconline.

Il vincolo in questione non vale però per le compensazioni verticali ovvero per quelle IVA da IVA, anche se l’importo supera i 5.000 euro.

Il limite cambia per le startup innovative iscritte nella sezione speciale del Registro delle Imprese. Queste attività hanno infatti un limite di compensazione più favorevole di euro 50.000.

L’utilizzo del credito d’imposta in compensazione in F-24

E’ inoltre possibile utilizzare i crediti d’imposta in compensazione orizzontale tramite il modello F-24. Precisiamo subito che questa compensazione orizzontale non riguarda solamente i crediti d’imposta derivanti dal Superbonus 110% ma anche quelli derivanti dagli altri bonus edilizi come il bonus casa, gli ecobonus ecc.

Possono essere compensati così i debiti:

  • Irpef;
  • Ires;
  • Irap
  • tutti gli altri crediti compensabili tramite il modello F24 ordinario.

Utilizzare questi crediti fiscali significa poter regolare la propria posizione nei confronti dell’erario portandolo compensazione con il modello F-24 ordinario. Per entrare in possesso di questi crediti è anche possibile acquistarli, un’ operazione che di solito rappresenta un enorme vantaggio.

I crediti d’imposta di solito infatti vengono ceduti ad un importo inferiore al loro reale valore. Ad esempio è possibile acquistare 100.000 euro di crediti fiscali a soli 87.000 € ottenendo un guadagno immediato di 13.000 €. Un guadagno che a tutti gli effetti è anche uno sconto sulle imposte che dovresti pagare allo stato dal momento che puoi utilizzare i crediti prevenienti da questi bonus fiscali in compensazione orizzontale.

Limite massimo alle compensazioni nel 2022

Dal 2022 il limite alle compensazioni è stato incrementato a 2 milioni di euro (Legge di Bilancio 2022). Precisiamo inoltre che il limite alla compensazione di cui all’art. 34

“opera cumulativamente, per anno solare, per tutti i crediti d’imposta dei quali è titolare il contribuente, e non singolarmente per ciascun credito d’imposta”.

La compensazione in presenza di debiti fiscali

L’art. 31, comma 1, del decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010 bloccava l’utilizzo in compensazione dei crediti fiscali in presenza di cartelle esattoriali non pagate per almeno 1500 euro. Un divieto che però riguardava solamente la compensazione orizzontale. Tuttavia oggi non è più così.

L’articolo 122 del decreto Rilancio, prevede espressamente che, ai crediti d’imposta ottenuti tramite le detrazioni cedibili:

“non si applicano i limiti di cui all’articolo 31, comma 1, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122”.

Questo significa quindi che il fatto che una persona fisica abbia dei debiti erariali scaduti non comporta il blocco all’utilizzo del credito d’imposta legato alle detrazioni cedibili. Una previsione che non riguarda solamente la prima cessione, ma anche tutte le successive, ovvero le altre due.

Clamoroso dietrofront: arriva il blocco della cessione del credito da parte del governo Meloni!

Con il Decreto Legge n. 11 del 16 febbraio 2023 è arrivato il tanto temuto “Blocco della cessione del credito”. Ma cosa significa? Perché si è arrivati a tanto?

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Utilizzo del credito d’imposta in compensazione orizzontale

Tutte le possibilità di utilizzo del credito d’imposta proveniente dai bonus edilizi in compensazione orizzontale, anche in presenza di debiti con l’erario

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Una delle maggiori curiosità in merito al credito d’imposta è il suo utilizzo in compensazione tramite il modello F-24. In questo caso ci riferiamo soprattutto a quella che viene definita come compensazione orizzontale ovvero alla possibilità di utilizzare un credito per compensare un debito relativo a imposte di natura diversa. Quello che stiamo cercando di dire è che, chiunque sia in possesso di questi crediti, sostanzialmente può utilizzarli per regolare la propria posizione nei confronti dell’Agenzia delle Entrate.

Una possibilità questa a dir poco eccezionale, sia per i privati ma che per le imprese che si trovano a dover pagare ogni anno cifre a dir poco importanti di imposte. Ancora più eccezionale visto che il Decreto Rilancio prevede i contribuenti possano usufruire di questa possibilità anche in presenza di debiti erariali maggiori di 1500 euro.

Cerchiamo di esaminare i dettagli di quanto appena affermato qui di seguito.

Il Decreto Rilancio in breve

Delle misure contenute nel Superbonus 110% abbiamo già avuto modo di parlare approfonditamente in queste pagine (come qui). In particolare, qui di seguito riportiamo riportiamo gli aspetti più salienti per comodità.

Il Decreto Rilancio introduce delle detrazioni per l’efficientamento energetico e sismico degli edifici che ammontano al 110% della spesa sostenuta. Gli interventi che possono dare luogo a questa detrazioni sono suddivisi in due categorie interventi trainanti e trainati. La suddivisione sta ad indicare che gli interventi trainati possono essere effettuati solo in concomitanza di interventi trainanti che pertanto sono più invasivi.

Sconto in fattura e cessione del credito

Coloro che effettuano questi interventi, invece che ottenere una detrazione del 110% possono anche decidere di optare:

  • per un contributo, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, anticipato dal fornitore di beni e servizi relativi agli interventi agevolati. In questo caso il fornitore consenziente, recupera il contributo anticipato, sotto forma di credito d’imposta di importo pari alla detrazione spettante nel proprio cassetto fiscale;
  • per la cessione di un credito d’imposta corrispondente alla detrazione spettante, ad altri soggetti, ivi inclusi istituti di credito e altri intermediari finanziari, con facoltà di successive cessioni.

In entrambi i casi, il credito d’imposta può essere ulteriormente ceduto fino ad un massimo di tre volte (D.L. 13/2022) a: 

  • banche e intermediari finanziari iscritti all’albo;
  • società appartenenti a un gruppo bancario iscritto all’albo;
  • imprese di assicurazione autorizzate.

In questa sede è però opportuno precisare anche che qualora i soggetti che realizzano i lavori optino per lo sconto in fattura, sarà il fornitore che ha realizzato materialmente gli interventi a maturare il credito d’imposta pari alla detrazione spettante nel proprio cassetto fiscale.

A questo punto il fornitore, come ad esempio noi di Valore Energia, potrà: 

  • Cedere questo credito ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari, senza facoltà di successiva cessione da parte di questi soggetti se non verso anche e intermediari finanziari, società appartenenti a un gruppo bancario, imprese di assicurazione per un massimo di due volte;
  • Cedere il credito per un massimo di 2 volte a favore di banche e intermediari finanziari, società appartenenti a un gruppo bancario, imprese di assicurazione.

L’utilizzo del credito d’imposta in compensazione in F-24

A questo punto è venuto il momento di spiegare l’utilizzo dei crediti d’imposta in compensazione orizzontale tramite il modello F-24. Precisiamo subito che la possibilità di utilizzo dei crediti d’imposta non riguarda solamente i crediti d’imposta derivanti dal Superbonus 110% ma anche quelli derivanti dagli altri bonus edilizi come il bonus casa, gli ecobonus ecc.

Acquistare o utilizzare questi crediti fiscali significa poter regolare la propria posizione nei confronti dell’erario portandolo a compensazione con il modello F-24. Possono essere utilizzati così i crediti:

  • Irpef;
  • Ires;
  • Irap.
  • tutti gli altri crediti compensabili tramite il modello F24 ordinario.

Il limite annuo di crediti compensabili per il 2022 è di 2 milioni di euro (art. 72 Legge n. 234/2021).

In ogni caso è bene precisare che il credito d’imposta è utilizzato con la stessa ripartizione in quote annuali con la quale sarebbe stata utilizzata la detrazione. In questo modo è possibile utilizzare la quota di credito d’imposta non utilizzata nell’anno in corso spalmandola negli anni successivi senza poter però essere chiesta a rimborso.

La compensazione in presenza di debiti fiscali

L’art. 31, comma 1, del decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010 bloccava l’utilizzo in compensazione dei crediti fiscali in presenza di debiti fiscali che ammontano almeno a 1500 euro. Un divieto che però riguardava solamente la compensazione orizzontale. Tuttavia oggi non è più così.

L’articolo 122 del decreto Rilancio, prevede espressamente che, ai crediti d’imposta leggi alle detrazioni cedibili:

“non si applicano i limiti di cui all’articolo 31, comma 1, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122”.

Questo significa quindi che il fatto che una persona fisica abbia dei debiti erariali scaduti non comporta il blocco all’utilizzo del credito d’imposta legato alle detrazioni cedibili. Una previsione che non riguarda solamente la prima cessione, ma anche tutte le successive, ovvero le altre due.

I vantaggi del credito d’imposta

Dopo aver spiegato brevemente i vari metodi di utilizzo del credito d’imposta in compensazione orizzontale cerchiamo di ricapitolare perché acquistare dei crediti d’imposta potrebbe convenirti:

  • Acquistare un credito d’imposta significa realizzare un guadagno certo. Il punto è che solitamente i crediti d’imposta sono venduti ad un importo inferiore rispetto al loro reale valore. Ad esempio, puoi acquistare un credito d’imposta del valore di 100.000 euro, a 87.000 euro guadagnando di fatto 13.000 euro.
  • Abbattere il carico fiscale maniera legale. Come abbiamo spiegato prima, il credito d’imposta può essere utilizzato in compensazione orizzontale tramite il modello F-24. Acquistare un credito d’imposta ad un importo inferiore rispetto al suo reale valore significa quindi di fatto pagare meno tasse!
  • Investimento sicuro. L’articolo 121 del DL Rilancio, commi 5,6 e 7, stabilisce che eventuali violazioni di norme e requisiti sono a carico del beneficiario della detrazione. Questo significa che Fornitori e cessionari rispondono solamente quando venga provato il loro concorso di colpa nella nascita del credito, oppure per l’utilizzo del credito in modo irregolare.

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Valore Energia è in possesso di tutte le Global System Certification previste dalla normativa ISO!

Valore Energia è finalmente in possesso di tutte le Global System Certification previste dal pacchetto della normativa ISO

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Quando un’azienda attraversa una crescita, sia in termini di fatturato che di personale, è necessario cercare di armonizzare questa crescita attraverso l’implementazione di precise procedure. Non solo per evitare che l’anarchia possa farsi strada tra le dinamiche aziendali, ma anche per garantire il continuo miglioramento dei propri standard produttivi e quindi una presenza sul mercato sempre competitiva. In particolare, le procedure di gestione che servono a garantire la qualità dei servizi ai clienti che possono essere raggruppate all’interno della famosa normativa che prevede il rilascio delle certificazioni ISO.

Ebbene, siamo orgogliosi di annunciare che Valore Energia ha finalmente ottenuto il pacchetto completo della normativa ISO (scopri di più qui) che comprende le seguenti certificazioni.

  • ISO 9001:2015;
  • ISO 14001:2015;
  • ISO 45001:2018.

Un risultato straordinario questo, se pensiamo che in questi due anni abbiamo dovuto affrontare momenti drammatici come l’esplodere della pandemia. Ancor più straordinario se lo contestualizziamo con la nostra crescita non indifferente che oggi ci porta ad essere una delle realtà più importanti del centro Italia per quanto riguarda il settore dell’efficientamento energetico. L’ottenimento di queste certificazioni però non è solo un traguardo che siamo orgogliosi di aver raggiunto, ma un punto di partenza per fare ancora meglio.

Per essere più chiari abbiamo cercato di riassumere brevemente tutto il discorso legato alla normativa ISO 9001 qui di seguito.

Cos’è la normativa ISO 9001?

La norma ISO 9001 specifica i requisiti di un sistema di gestione per la qualità quando un’organizzazione ha l’esigenza di dimostrare la propria capacità di fornire con regolarità prodotti o servizi che soddisfano i requisiti del cliente. La norma in questione quindi serve anche per individuare i requisiti applicabili a ciò, specie quando l’organizzazione mira ad accrescere la soddisfazione del cliente tramite l’applicazione efficace del sistema, compresi i processi per il miglioramento del sistema stesso, e ad assicurare la conformità ai requisiti.

La norma si basa su sette principi:

  • Attenzione al cliente
  • Leadership
  • Coinvolgimento delle persone
  • Approccio per processi
  • Miglioramento
  • Processo decisionale basato sull’evidenza
  • Gestione delle relazioni con le parti interessate

Tutti i requisiti della ISO 9001 sono generici e destinati ad essere applicati da tutte le organizzazioni, indipendentemente dalla tipologia, dimensione e natura dei prodotti/servizi forniti, che intendano migliorare il proprio modo di operare.

Il miglioramento non rappresenta semplicemente l’aspirazione ad una performance sempre migliore, ma anche la gestione del continuo cambiamento che le organizzazioni devono attuare per rispondere alle esigenze e necessità del mercato in continua e veloce mutazione.

Valore Energia ha quindi adottato un Sistema di Gestione della Qualità Certificato con lo scopo di aumentare la quota di mercato, ridurre i costi aziendali e migliorare la soddisfazione del cliente oltre che per adattarsi in maniera efficace al cambiamento. In questo modo cerchiamo di guardare al futuro tramite strumenti gestionali finalizzati al successo dell’organizzazione a completa disposizione del nostro management.

Le certificazioni della normativa ISO di Valore Energia

Il pacchetto completo delle certificazioni ISO che abbiamo ottenuto è il seguente.

  • ISO 9001:2015;
  • ISO 14001:2015;
  • ISO 45001:2018.

Proviamo a descrivere brevemente qui di seguito in cosa consistono queste certificazioni.

ISO 9001:2015

La norma ISO 9001:2015 individua lo standard inerente la gestione della qualità. Questo riguarda un insieme di procedure che assicuri da parte dell’azienda la cura della soddisfazione del cliente, in accordo con lo sviluppo continuo e il miglioramento delle performance aziendali.

ISO 14001:2015

L’ambito di riferimento di questa norma è quello ambientale. A un’azienda in possesso di certificazione ISO 14001:2015 è riconosciuto il rispetto dei requisiti individuati dallo standard rispetto al sistema di gestione ambientale. Nel dettaglio questo si traduce nell’adozione di una serie di procedure atte alla valutazione e al controllo dell’impatto delle attività di un’azienda.

Ci teniamo a sottolineare come, visto che il settore della nostra azienda è quello dell’efficientamento energetico, siamo particolarmente orgogliosi di aver ottenuto questa certificazione. Siamo infatti convinti che l’Efficienza Energetica non sia solo un investimento per ridurre i costi ma anche una priorità per l’ambiente e per la nostra vita. 

ISO 45001:2018

La norma ISO 45001:2018 individua i requisiti standard di un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro da parte di un’azienda. Quest’ultimo è applicabile a tutte le realtà produttive e mira al rispetto della normative, al miglioramento continuo e al raggiungimento degli obiettivi prefissati in tema salute e sicurezza sul lavoro.

Conclusioni

Scegliere Valore Energia, anche alla luce di quanto abbiamo appena cercato di spiegare tramite l’ottenimento del pacchetto completo di certificazioni ISO, significa quindi scegliere un’azienda seria, solida ed affidabile oltre che attenta alle persone che ne fanno parte.

Un’azienda che non solo mette al centro l’esigenze dei propri clienti ma anche quelle del pianeta in cui viviamo contribuendo attivamente alla riduzione dell’emissione di gas serra in atmosfera. Un doppio obiettivo che sicuramente mette d’accordo tutte le esigenze, anche e soprattutto quelle delle persone che verranno dopo di noi.

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Caldaia a idrogeno: pro e contro

Caldaia a idrogeno pro e contro: quali sono? Ne parliamo in questo approfondimento

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L’Europa, insieme a tutto il mondo, sta cercando di ridurre sensibilmente le emissioni di gas serra inquinanti. L’obiettivo è ridurre dell’80% queste emissioni entro il 2050 cercando in sostanza di cambiare il modo tramite cui i cittadini riscaldano le loro case. D’altronde il riscaldamento costituisce circa il 40% del consumo energetico.

L’introduzione di nuovi carburanti come ad esempio l’idrogeno, oltre a ridurre sensibilmente i costi, potrebbe anche diminuire notevolmente la nostra impronta di carbonio e quindi a riscaldarci in maniera più sostenibile.

Ma l’idrogeno potrebbe servire non solo a riscaldarci, ma a anche ad utilizzare i nostri elettrodomestici in maniera sempre più sostenibile. La caldaia a idrogeno a microcogenerazione in particolare, riesce a generare anche energia elettrica tanto che in combinazione con un impianto fotovoltaico ti permette di staccarti dall’energia elettrica.

Ma i vantaggi della caldaia ad idrogeno non finiscono certo qui.

Abbiamo cercato di ricapitolare in questo approfondimento i pro ed i contro della caldaia a idrogeno insieme ai nostri esperti.

Perché passare al riscaldamento a idrogeno?

In questo momento circa 8 case su 10 in Italia utilizzano caldaie a gas come combustibile per il loro impianto di riscaldamento. Le restanti 2 invece utilizzano sistemi come pompe di calore o il solare termico e quindi, almeno da un punto di vista di sostenibilità ambientale sono a posto. Per le restanti 8 invece, sarebbe necessario sostituirle con un’alternativa meno inquinante un processo costoso e proco pratico.

Anziché sostituire i sistemi di riscaldamento quindi, una soluzione migliore sarebbe quella di utilizzare un carburante a basse emissioni di carbonio. Per questo l’alternativa ideale è rappresentata dall’idrogeno. Le caldaie ad idrogeno infatti possono fornire sia riscaldamento che acqua calda che elettricità.

Come funzionano le caldaie a idrogeno?

Prima di passare a spiegare quali sono i pro ed i contro delle caldaie a idrogeno forse è necessario spiegare brevemente il loro funzionamento. 

Il principio di base è quello di usare l’idrogeno per alimentare gli elettrodomestici è quello di usare questo elemento, il più presente sull’atmosfera terrestre, come combustibile. Per fare ciò è quindi necessario separare l’idrogeno dagli elementi con cui è legato come ad esempio l’ossigeno.

All’interno delle celle a combustione avviene la scissione dell’elemento dell’acqua H2O nei suoi due elementi costitutivi ovvero idrogeno e ossigeno, un processo che genera vapore contenente energia termica. E’ questo vapore a rilasciare il calore necessario al riscaldamento così come è sempre questo vapore a muovere le turbine in grado di produrre l’energia elettrica innescando un vero e proprio processo di micro-cogenerazione. Ovviamente questa non è l’unica tecnologia tramite cui è possibile ottenere l’idrogeno, ma questa è sicuramente la più conveniente.

Le caldaie ad idrogeno vengono installate come le caldaie a gas, e, almeno esternamente, sono molto simili. L’unica differenza è che queste caldaie a idrogeno devono essere collegate, anziché all’impianto del gas, a quello dell’acqua in modo che possano essere sempre collegate al loro combustibile. Queste caldaie devono essere collegate anche alla rete elettrica però dal momento, che sono in grado di generare anche energia elettrica.

Caldaie a idrogeno pro e contro

I vantaggi delle caldaie a idrogeno

I pro delle caldaie ad idrogeno sono i seguenti:

  • Riduzione delle emissioni dei gas serra a zero. Uno degli obiettivi principali per cui sono state sviluppate le caldaie a idrogeno è quello della decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento che utilizziamo nelle nostre case. I combustibili fossili infatti ogni giorno rilasciano tonnellate e tonnellate di gas serra nell’atmosfera provocando un sempre più accentuato riscaldamento globale con conseguenze disastrose sul nostro pianeta.
  • Efficienza energetica. L’idrogeno contiene una quantità abbastanza grande di energia. Alcuni calcoli dimostrano come un kg di idrogeno sia in grado di generare la stessa energia che generano 2,8 kg di benzina. Inoltre l’idrogeno, essendo l’elemento più presente nel nostro pianeta, non rischia di esaurirsi.
  • Stoccaggio. L’idrogeno può essere conservato ed immagazzinato in diversi modi. Può essere compresso, oppure liquefatto ecc.
  • Possibilità di utilizzare l’attuale infrastruttura. Gli esperti sono concordi nell’affermare che, in caso ci sia la necessità di distribuire ai vari utenti l’idrogeno, sarà possibile utilizzare la stessa infrastruttura sulla quale oggi circola il gas.
  • Accesso ad incentivi fiscali. E’ possibile usufruire delle agevolazioni del 65% per la sostituzione della caldaia o di quelle che ammontano al 50% che rientrano nel cosiddetto bonus ristrutturazione.

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Gli svantaggi

  • Possibilità di dover convertire gli apparecchi esistenti. Non è possibile utilizzare il 100% di idrogeno sugli apparecchi attuali costruiti per utilizzare altre fonti di carburante in quanto potrebbero avere funzioni di combustioni diverse.
  • Possibilità di emissioni di carbonio. Nella produzione di idrogeno, le tecnologie utilizzate sono diverse. Alcune di essere potrebbero comunque produrre emissioni di carbonio, specie quando nella sua produzione vengono utilizzati combustibili fossili. Questo problema potrebbe essere risolto qualora, per il processo di elettrolisi ovvero di separazione degli atomi di idrogeno da quelli con cui è legato, vengano utilizzate energie provenienti da fonti rinnovabili
  • Occhio alla sicurezza. L’idrogeno è un elemento altamente infiammabile. Nonostante le caldaie a idrogeno siano molto sicure, è sempre necessario fare attenzione all’alta infiammabilità del gas.

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Come funziona il riscaldamento ad idrogeno?

Gli impianti di riscaldamento ad idrogeno sono soluzione sostenibile ed economica soprattutto in ottica futura. Ecco di cosa si tratta.

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L’idrogeno è l’elemento più diffuso sulla superficie del nostro pianeta. Possiamo trovare tracce della sua presenza in tutte le combinazioni organiche ma anche nei gas naturali che utilizziamo per scaldarci. A questo proposito dobbiamo sottolineare come un impianto ad idrogeno sia in grado di fornire calore ed energia elettrica. In questo modo i contesti domestici ma anche quelli aziendali saranno di fatto indipendenti dalla rete di distribuzione di energia elettrica nazionale e quella del gas e quindi non dovranno più pagare le bollette.

Le caldaie ad idrogeno, o forse dovremo dire micro-generatori, oggi sono di diverse dimensioni, a seconda della grandezza e potenza che si desidera. Non si tratta più quindi di grossi macchinari ingombranti, ma possono avere anche le dimensioni di una grossa valigia.

Abbiamo cercato di descrivere in maniera approfondita ed al tempo stesso semplice il funzionamento di questi tipi di riscaldamento.

Come funziona il riscaldamento ad idrogeno?

Le celle combustibili presenti all’interno di questi sistemi di riscaldamento funzionano utilizzando idrogeno. In particolare, per la combustione utilizzano l’ossigeno presente nell’aria e l’idrogeno che ottengono tramite un processo di reforming attraverso un dispositivo specifico. Il monossido di carbonio generato da questo processo, un gas molto pericoloso tristemente noto per i tragici incidenti che ha provocato, viene ulteriormente scomposto in modo da restituire della semplice anidride carbonica.

Le emissioni di anidride carbonica e degli altri gas serra ottenute con questo metodo, sono comunque inferiori di un terzo rispetto agli attuali sistemi di riscaldamento.

Ma non solo. Le celle a combustibile che fanno parte del sistema di riscaldamento a idrogeno sono decisamente meno pericolose di tradizionali sistemi di riscaldamento come la stufa a legna o uno scaldabagno a gas. Uno dei loro svantaggi è però quello legato ai costi di produzione ancora molto alti.

Quali sono i vantaggi del riscaldamento a idrogeno?

Abbiamo riassunto i principali vantaggi di un riscaldamento a idrogeno in questa semplice lista che puoi consultare qui di seguito:

  • Installazione semplice almeno quanto quella di una normale caldaia a condensazione;
  • Dimensioni non eccessive e comunque maneggevoli;
  • Alta efficienza per quanto riguarda la produzione di energia elettrica;
  • Basse emissioni di CO2: almeno fino al 50% in meno rispetto ai tradizionali sistemi di produzione di energia elettrica e termica;
  • Tecnologia sicura e certificata. Basti pensare che in paesi come il Giappone è utilizzata da anni.
  • Accesso ad incentivi fiscali. E’ possibile usufruire delle agevolazioni del 65% per la sostituzione della caldaia o di quelle che ammontano al 50%.

Lo stato dell’arte oggi

Nonostante il riscaldamento ad idrogeno sia un’idea su cui si sta lavorando da anni si tratta di un’idea ancora in evoluzione. Tuttavia oggi esistono dei modelli di caldaia a idrogeno così efficienti che sono in grado di rendere indipendenti i contesti domestici dalla rete elettrica nazionale e da quella di distribuzione del gas (ne parliamo qui).

Accanto alle caldaie ad idrogeno si stanno inoltre sviluppando degli impianti combinati con quelli fotovoltaici. In questo modo, durante il giorno, l’energia elettrica prodotta dai pannelli viene utilizzata per produrre idrogeno che a sua volta viene usato come combustibile durante la notte per la produzione di energia elettrica e calore.

La caldaia ad idrogeno YDRO Serie HG

Le caldaie a idrogeno che utilizziamo nei nostri impianti di riscaldamento sono in grado di generare autonomamente energia elettrica, acqua calda sanitaria ed acqua calda da riscaldamento. La vera peculiarità di questi sistemi sta nel fatto che funzionano ad isola, quindi senza collegamenti da fonti energetiche esterne. Inoltre, un enorme vantaggio è che questo sistema permette di non rilasciare gas di scarico nell’atmosfera e quindi scarti nell’ambiente con lo 0% di emissioni di CO2.

Il cuore di questi prodotti è la loro cella di fusione che al suo interno utilizza componentistiche, come il titanio, combinate agli elementi della natura: idrogeno, ossigeno e acqua.

Quando l’acqua viene a contatto con le piastre di titanio, preriscaldate da resistenze interne, genera vapore ad alta temperatura. Sarà questo vapore ad azionare la turbina che tramite il trasformatore elettrico è in grado di produrre elettricità, così come, sempre l’energia termica contenuta in questo vapore sarà utilizzata per il processo nel blocco della caldaia.

Le nuove frontiere del riscaldamento ad idrogeno e le prospettive future

Fra le nuove frontiere inerenti il riscaldamento ad idrogeno ci sono alcuni interessanti progetti che puntano a sviluppare dei generatori di energia portatili ad idrogeno.

In particolare, questi generatori a forma di sfera portatile potrebbero impiegare capsule che producono energia istantaneamente. Queste capsule infatti contengono al loro interno due polveri inerti. Aggiungendo acqua a questa miscela si forma idrogeno che una volta immesso nel reattore produce elettricità.

Grazie anche allo sviluppo ed al possibile perfezionamento di questi sistemi il riscaldamento ad idrogeno sarà sempre più una realtà solida e che potrà aiutare a risparmiare numerose famiglie in Italia e nel mondo. Un aiuto economico di non poco conto dal momento che queste famiglie, così come anche i vari condomini, non consumerebbero più energia elettrica o gas, ma soddisferebbero il proprio fabbisogno elettrico o di riscaldamento solo tramite le caldaie ad idrogeno.

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