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Sistemi di accumulo dell’energia: tutto quello che devi sapere

Sistemi di accumulo dell’energia: cosa sono, a cosa servono e come funzionano

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Se stai leggendo questo articolo probabilmente ha già sentito parlare di sistemi di accumulo dell’energia. Magari già possiedi un impianto innovativo per generare l’energia elettrica per la tua abitazione o ufficio.

Avere a disposizione energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e sapientemente immagazzinata è sicuramente il miglior modo per risparmiare sulla bolletta. Soprattutto quando si riesce ad auto-consumare l’energia che l’impianto, fotovoltaico, eolico o entrambi riescono a produrre. L’autoconsumo è infatti il miglior ritorno economico sull’investimento che hai effettuato dal momento che questo termine significa letteralmente produrre ed utilizzare ‘in proprio’ l’energia prodotta.

Tuttavia per riuscire ad auto-consumare l’energia prodotta dal tuo impianto a fonti di energia rinnovabili sono necessari dei sistemi di accumulo dell’energia. Ecco perché ti consigliamo caldamente di pensare di installa un impianto fotovoltaico o un microeolico con batterie di accumulo.

Ma cosa sono questi sistemi di accumulo dell’energia? A cosa servono? Come funzionano?

Proviamo a spiegarlo qui di seguito sperano di fornirti tutte le informazioni utili che ti servono.

Cosa sono i sistemi di accumulo dell’energia?

Un sistema di accumulo dell’energia è un apparecchio in grado di garantire l’immagazzinamento dell’energia prodotta. L’immagazzinamento di questa energia sarà finalizzato al suo riutilizzo quando, per avverse condizioni atmosferiche o qualsiasi altro motivo, l’impianto di produzione dell’energia non riuscirà a soddisfare il fabbisogno energetico dell’edificio in cui è installato.

In sostanza quindi un sistema di accumulo dell’energia non è altro che una batteria in grado di ricaricarsi attraverso una gestione intelligente dei flussi di energia. Gestione dei flussi energetici intelligente, sia in entrata che in uscita. Una batteria accumulatore riesce infatti sia a massimizzare l’l’energia prodotta dall’impianto di produzione dell’energia stoccandola temporaneamente, sia a restituire l’energia prodotta quando l’impianto non ne produce.

Se ci rifletti un po’ è proprio questo il concetto di autoconsumo vero e proprio.

Come funziona un sistema di accumulo domestico?

Il tuo impianto di produzione dell’energia, fotovoltaico o micro-eolico che sia, durante il giorno produce energia in corrente continua. L’energia elettrica prodotta viene convertita dall’inverter presente in ogni sistema di accumulo in corrente alternata per poter essere utilizzata direttamente dalle utenze di casa.

Il sistema con cui produci l’energia elettrica utilizzando le fonti rinnovabili quindi, prima di tutto fornisce l’elettricità alle utenze domestiche nel momento del bisogno. Questa è la definizione di autoconsumo immediato e fino a qui non c’è nulla di particolarmente difficile da comprendere.

L’efficacia dei sistemi di accumulo domestici però non è tanto nel garantire un autoconsumo immediato, quanto nel garantire autoconsumi differiti. Questo significa che sono in grado di garantire l’utilizzo dell’energia anche nel momento in cui l’impianto non produce elettricità, o non ne produce a sufficienza. Come? Stoccandola nelle batterie di accumulo e rendendola disponibile al momento del bisogno.

La domotica e la gestione intelligente dei flussi energetici

Quando si parla di gestione dei flussi energetici intelligenti non si può non parlare di domotica. E’ grazie ad essa infatti che è possibile programmare ad esempio la distribuzione dell’energia auto-prodotta prima verso gli elettrodomestici, e in un secondo momento verso le batterie di accumulo dell’energia.

Ma non finisce qui, perché se le batterie sono “cariche” sarà anche possibile cedere l’energia prodotta in più . Come? Immettendola direttamente in rete attraverso loscambio sul posto” col Gse (il Gestore dei Servizi Energetici).

Per questo motivo il sistema di accumulo dell’energia dovrebbe essere sempre complementare alla domotica. Inutile accumulare l’energia se poi non viene rilasciata quando serve e viene “sprecata” pertanto, ancor prima di ricorrere a delle batterie di accumulo, assicurati di avere anche a disposizione un buon sistema di domotica per gestire al meglio l’energia che produci.

Quali sono i sistemi di accumulo dell’energia più utilizzati?

Vengono utilizzati principalmente tre tipi di batterie:

  1. batterie al piombo: sono quelle più economiche, ma durano pochissimo (2-3 anni).
  2. Accumulatore al piombo/gel
  3. batterie al litio: sono più costose, ma durano almeno quattro volte di più: 10-12 anni con circa 6.000 cicli di ricarica pertanto sono queste quelle più perfomanti in termini di costi-benefici.

Costi e benefici delle batterie

Il costo delle batterie al Litio è ancora molto variabile inoltre, quando si parla di batterie, è necessario avere un’idea delle dimensioni ottimali del sistema di stoccaggio.

Se prendiamo un esame un famiglia “standard” i suoi consumi si aggirano intorno ai 9-10 kWh di elettricità al giorno. Con un sistema di accumulo domestico da 5-6 kWh una famiglia media (3-4 persone) può garantirsi il 70-80% di autoconsumo, riducendo le bollette elettriche del 70-80% l’anno. Ovviamente questa è una media: l’autoconsumo effettivo varia molto in base ai diversi periodi dell’anno oltre che alle condizioni atmosferiche contingenti.

Un’altra cosa da valutare attentamente è il tempo di rientro dall’investimento ovvero la tempistica con la quale, il risparmio sulle bollette, riuscirà a ripagare l’investimento che hai fatto per l’impianto di produzione dell’energia.

Ma stai tranquillo, noi di Valore Energia siamo qui per questo e non ti lasceremo da solo ad affrontare queste scelte. Ti forniremo tutte le informazioni necessarie senza impegno.

Contattaci richiedendo tutte le informazioni di cui hai bisogno per avere in preventivo cliccando qui!

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Tutto quello che devi sapere sull’impianto microeolico domestico

Scopriamo come funziona il microeolico domestico, quali tipologie esistono e quali sono i vantaggi di una delle soluzioni sempre più diffuse per il risparmio energetico

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In questi anni, sia in abitazioni private, che in edifici industriali e pubblici è sempre più facile trovare impianti che producono energia elettrica in modo sostenibile ed ecologico. Possiamo quindi finalmente affermare che la corsa all’abbandono dei combustibili fossili che tanto inquinano l’ambiente in cui viviamo è felicemente iniziata!

Una di queste soluzioni green più efficienti di cui parlavamo poc’anzi è rappresentata da quelli che vengono chiamati impianti microeolici, ovvero dei piccoli impianti che grazie alla forza del vento sono in grado di produrre energia elettrica e che oramai sono in grado di alimentare intere abitazioni.

Proprio perché questa di cui abbiamo appena parlato è una soluzione che è sempre più diffusa abbiamo pensato che fosse necessario soffermarsi un po’ di più sull’ impianto microelico domestico per fornire alcune nozioni utili sul loro funzionamento ma anche per capirne appieno i vantaggi.

In questo articolo infatti affronteremo i seguenti argomenti:

  1. Cosa è un impianto microeolico?
  2. Quali sono i 10 vantaggi di un impianto che sfrutta l’energia eolica?
  3. Qual’è la Differenza fra un impianto microeolico ed uno minieolico?
  4. Come funziona un impianto micro eolico?
  5. Come funziona un impianto micro-eolico ad asse verticale?
  6. Quali sono i vantaggi di un impianto microeolico verticale?
  7. Come funziona un impianto micro-eolico ad asse orizzontale?
  8. Quali sono i vantaggi di un impianto microeolico orizzontale?
  9. Micro eolico ad Asse verticale e ad asse orizzontale a confronto
  10. Cosa è necessario fare prima di installare un impianto microeolico?

Sei pronto a proseguire nella lettura? Allora reggiti forte!

Cosa è un impianto microeolico?

Come dice il nome stesso di questo impianto, un impianto microeolico non è altro che un impianto eolico di piccole dimensioni. Le dimensioni sono talmente ridotte che addirittura sarebbe più corretto definirlo domestico dal momento che può essere comodamente installato sul balcone di un’abitazione.

Il principio di funzionamento dell’impianto microeolico domestico sostanzialmente è lo stesso del normale eolico.

Si tratta quindi di una serie di pale eoliche che, sfruttando l’energia del vento, girano su se stesse. Proprio questo movimento, attraverso generatori di energia particolari, riesce a trasformare l’energia cinetica del vento in energia elettrica.

La vera forza di questo impianto è che appunto sfrutta il vento, una fonte di energia pressoché inesauribile.

Quali sono i 10 vantaggi di un impianto che sfrutta l’energia eolica?

Prima ancora di prendere in esame i vari tipi di impianti eolici domestici e non, riteniamo sia utile partire dai vantaggi che questo tipo di impianto comporta. In questo modo avrai occasione di capire appieno le potenzialità anche senza sapere come funziona nel dettaglio un impianto micro eolico domestico.

Vediamo quindi quali sono i dieci vantaggi di un impianto mini o micro eolico domestico qui di seguito:

  1. Il vento è una fonte di energia rinnovabile, gratuita ed inesauribile;
  2. L’ energia eolica, al contrario di quella solare, è disponibile anche di notte;
  3. E’ in grado di funzionare anche con velocità del vento molto basse, in linguaggio tecnico queste velocita vengono chiamate “cut in”;
  4. Consente di ottenere un risparmio energetico ed economico come del resto tutti gli altri impianti con fonti rinnovabili;
  5. Il costo di installazione è ridotto perché usufruisce di incentivi statali;
  6. I costi di gestione sono limitati: i costi di manutenzione e di smantellamento sono relativamente bassi e molti componenti sono riciclabili e riutilizzabili. E’ necessario però effettuare un intervento periodico per il controllo del buon funzionamento di tutti i componenti;
  7. L’impianto consente di generare energia elettrica senza emissione di CO2 quindi produce energia pulita;
  8. Le moderne turbine, grazie alla conformazione delle pale ed all’isolamento acustico della navicella, hanno un basso impatto acustico;
  9. Hanno un basso impatto visivo permettendo una facile integrazione con il territorio. Di solito occupano uno spazio di poco superiore a quello di un’antenna parabolica o ambientale;
  10. E’ longevo: Il tempo di vita di un impianto micro eolico è di almeno 20 anni dandoti tutto il tempo necessario a rientrare dell’investimento.

qual’è la Differenza fra un impianto microeolico ed uno minieolico?

Arrivati a questo punto però è necessaria una precisazione sulla differenza fra micro eolico (o microeolico domestico) e minieolico.

Anche se i due termini sono abbastanza simili fra loro in realtà indicano due cose diverse: la differenza sta tuta nella potenza che sono in grado di produrre. In particolare ci si riferisce al microeolico quando vengono prodotte potenze fino a 20 kW . Si parla invece di minieolico quando la potenza prodotta è compresa fra i 20 ed i 200 kW.

Come facilmente ti sarai immaginato se sei arrivato a questo punto della lettura, avrai capito che il microeolico è l’impianto che più facilmente si adatta alle tue esigenze. Infatti questo tipo di impianto è particolarmente indicato per integrare (o produrre completamente) l’energia elettrica necessaria per abitazioni singole o piccoli condomini.

E fino a questo punto ci siamo ma… come funziona un impianto microeolico in dettaglio?

Qui di seguito proviamo a rispondere a questa domanda perciò continua pure la lettura!

Come funziona un impianto micro eolico?

Se il funzionamento teorico di un impianto eolico è semplice da comprendere proviamo a spiegare più nel dettaglio quello di un impianto micro eolico di ultima generazione.

Gli impianti micro-eolici domestici sono infatti realizzati con diversi sistemi ognuno dei quali però è in grado senza problemi di generare energia eolica. I sistemi più diffusi per generare energia dal vento sostanzialmente 2 e si differenziano in base al loro asse. Si parla quindi di: impianto eolico domestico ad asse verticale e l’impianto microeolico ad asse orizzontale.

Entrambi i generatori sono molto sensibili visto che sono in grado di funzionare anche con una velocità del vento compresa fra i 3 ed i 5m al secondo. Inoltre si tratta di sistemi che generalmente non funzionano quando il vento è troppo forte. Quando si verifica questa condizione climatica la pala si blocca per ragioni di sicurezza del dispositivo.

Come funziona un impianto micro-eolico ad asse verticale?

L’impianto micro-eolico ad asse verticale è molto utilizzato quando si tratta di dare energia alla propria abitazione domestica dal momento che è in grado di garantire una buona produzione di energia elettrica una volta installato.

Il meccanismo di funzionamento è molto semplice e si basa sulle relative turbine eoliche. Si tratta di turbine che grazie alla particolare asse del rotore, che appunto è verticale, riescono ad assecondare la direzione del vento e, grazie al sistema integrato del rotore e del bulbo interno della turbina, ne “catturano” una quota parte .Le pale dell’asse verticale e sono quindi perpendicolari alla direzione del vento. .

Indipendentemente da come è strutturata la turbina, una parte di essa ruoterà in direzione opposta al vento ed una a favore. In pratica non si asseconda passivamente l’energia cinetica prodotta dal vento ma la si induce. Questo significa, in primo luogo, che la rotazione è molto più veloce perché è in grado di ridurre l’attrito grazie alla presenza delle pale vicine.

Quali sono i vantaggi di un impianto microeolico verticale?

Il vantaggio più grande di questo tipo di impianti è che il suo funzionamento è indipendente dalla direzione del vento.

Grazie alle loro facilità di installazione sono ottimi per tutti coloro che a che abitano in condominio o che hanno una casa in città specie se dispongono di terrazzi abbastanza alti: gli impianti ad asse verticale offrono le loro prestazioni migliori ad una giusta altitudine. Questi impianti inoltre non hanno bisogno di un sostegno, di conseguenza, il loro poco ingombro, li rende una soluzione perfetta e facile da installare in tante situazioni diverse.

Infine la durata di un impianto simile è stimata in circa 20 anni dal momento che è in grado di resistere bene ai fattori atmosferici esterni grazie alla sua ridotta componentistica mobile.

Come funziona un impianto micro-eolico ad asse orizzontale?

Un impianto micro-eolico ad asse orizzontale invece presenta un aerogeneratore tradizionale. Per intenderci è il tipo di impianto simile ad un mulino a vento, il classico che sicuramente vi verrà in mento pensando all’energia eolica. D’altronde è esattamente il contrario di quello verticale, in quanto questa volta, l’asse di rotazione è parallelo al terreno anziché perpendicolare.

Le turbine ad asse orizzontale sono caratterizzate costruttivamente da un’alta torre dal profilo snello e dall’aerogeneratore posizionato sulla cima di essa. Il tutto è sostenuto a terra da una opera di fondazione di dimensioni adeguate. L’aerogeneratore è solitamente dotato di  tre pale poste a centoventi gradi l’una dall’altra perché rappresenta il migliore equilibrio tra diversi fattori meccanici ed economici.

Quali sono i vantaggi di un impianto eolico ad asse orizzontale?

La velocità minima del vento per la quale le pale iniziano ad essere messe in rotazione è solitamente compresa nell’intervallo 2 ÷ 4 m/s ed è quindi molto bassa.

Questo tipo impianto è in grado, a parità di condizioni, di funzionare producendo più energia rispetto a quello ad asse verticale per questo motivo il suo prezzo è leggermente più elevato.

micro eolico ad Asse verticale e ad asse orizzontale a confronto

Come dicevamo poco prima, a parità di condizioni, l’impianto micro-eolico ad asse orizzontale produce una quantità di energia maggiore rispetto a quello verticale. Questa constatazione, unita al fatto che è in grado di funzionare con una velocità minima inferiore rispetto a quello verticale ne fa senza dubbio quello preferito per chi cerca l’efficienza.

Tuttavia, in entrambi i casi la scelta delle giuste turbine diventa di fondamentale importanza in quanto sarà importante individuare un modello che presenti il massimo di funzionamento in corrispondenza della classe di vento maggiormente presente nel luogo in cui si vuole collocare.

Cosa è necessario fare prima di installare un impianto microeolico?

Prima dell’installazione di questo tipo di impianti ti consigliamo di effettuare un’attenta valutazione perché in funzione del luogo, la potenza, ed altezza dell’installazione le autorizzazioni che vanno richieste variano. Non tutti i luoghi sono adatti infatti per installare un impianto eolico, sebbene di dimensioni ridotte come in questo caso.

Inoltre un altro consiglio che ci teniamo a darvi è quello di considerare bene le caratteristiche meteo del luogo in cui vivete. Inutile installare un impianto eolico in un luogo in cui non tira mai un soffio di vento!

In ogni caso noi di Valore Energia siamo in grado di offrirvi una consulenza per quanto riguarda queste problematiche. Pertanto, se siete interessati a ricevere più informazioni sulla convenienza economica di un impianto micro eolico potete provare a calcolare il risparmio che otterrete installandolo nella la vostra casa o la vostra attività.

Fotovoltaico e micro-eolico sono una valida alternativa alle batterie di accumulo?

Fotovoltaico e micro-eolico sono due sistemi di produzione di energia con fonti rinnovabili fra i più diffusi, sia in ambito domestico che pubblico. Se fino a poco tempo fa però erano trattati come due cose distinte, oggi è possibile anche avere degli impianti eolici e fotovoltaici integrati fra di loro.

Si tratta di una domanda legittima che tuttavia necessita di una spiegazione approfondita, dal momento che non esiste una risposta, positiva o negativa vera e propria in merito.

Fotovoltaico e microeolico sono complementari fra di loro e potrebbero essere una valida alternativa ai costosi, ed in alcuni casi ingombranti, sistemi di accumulo dell’energia ovvero le cosiddette batterie di accumulo. Tuttavia le cose nella realtà sono più complicate di così. Ad esempio per il particolare clima di una relativa zona geografica, potrebbe essere più conveniente per il solo impianto fotovoltaico con batterie, così come viceversa potrebbe essere più produttivo quello micro-eolico.

In alternativa potete richiedere una nostra consulenza per capire se il luogo dove volete installarlo è conveniente semplicemente contattandoci cliccando qui!

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Fotovoltaico o microeolico: quale conviene di più?

Per un utilizzo domestico è meglio ricorrere ad un impianto fotovoltaico o uno microeolico?

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Ricorrere alle energie rinnovabili per soddisfare le esigenze energetiche domestiche è una pratica sempre più diffusa e consigliata. Questa può anche essere considerata come la prova che la società moderna sta iniziando a prestare attenzione alla sostenibilità della sua esistenza sul pianeta Terra.

I motivi che ci spingono verso queste soluzioni più eco-sostenibili sono sia etici che economici: se da un lato c’è chi trova motivazioni filosofiche, dall’altro c’è anche a chi guarda la convenienza economica cavalcando l’onda della Green Economy o cercando di ricorrere in tutti modi agli incentivi che gli Ecobonus distribuiscono.

Solare e ed eolico  sono le energie rinnovabili che più spesso vengono sfruttate nell’impiego domestico. Sono in molti ad avere nella propria abitazione un impianto fotovoltaico o uno microeolico per ridurre i costi delle proprie bollette. E fino a qui siamo tutti d’accordo.

Ma quale è meglio dei due? Fotovoltaico o microeolico?

Sembrerebbe una domanda da un milione di dollari, in realtà come spesso accade la risposta a questa domanda è solo una: dipende. Ma da cosa dipende?

Cerchiamo di scoprire da cosa dipende la risposta alla domanda fotovoltaico o microeolico qui di seguito.

Fotovoltaico o microeolico: quale conviene? Dipende dalla posizione

Scegliere se installare un impianto fotovoltaico o uno microeolico, come puoi leggere dal titolo di questo paragrafo, è una questione di posizione: le condizioni specifiche del luogo in cui vuoi installare il tuo impianto ad energie rinnovabili saranno determinanti nella scelta. In particolare il nostro consiglio in questi casi è quello di ricorrere ad analisi di esperti come noi di Valore Energia che provvedano ad un esame direttamente “sul campo” per comprendere quale delle due alternative è la migliore per il tuo caso specifico.

Generalizzando, è comunque possibile rispondere che in un paese come l’Italia, dove l’esposizione solare è costante e mediamente intensa per quasi tutto l’anno, il solare convenga più dell’eolico. Tuttavia in alcune zone particolarmente ventose, potrebbe convenire il microeolico.

Fotovoltaico vs microeolico

Qui di seguito abbiamo cercato di confrontare i due sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili individuando categorie oggettive che non tengano quindi conto del luogo in cui vengono installati. Questo per cercare di andare un po’ più a fondo nell’analisi di questi due sistemi.

  1. Necessità di manutenzione: i pannelli fotovoltaici generalmente richiedono una manutenzione più semplice e molto più occasionale. Mentre le turbine devono essere monitorate con frequenza oltre ad essere molto più esposte a danni e malfunzionamenti, gli impianti fotovoltaici richiedono soltanto una pulizia periodica dei moduli, ottenibile con semplici ed economici interventi.
  2. Efficienza energetica: l’intensità del vento necessaria a far funzionare un impianto micro-eolico è delimitata all’interno di un range preciso. Valori al di sopra o al di sotto di questo range non metteranno in funzione la turbina, che si troverà ad essere ferma per periodi di tempo prolungati. I pannelli fotovoltaici invece non presentano questo problema, essendo in grado di funzionare con tutte le condizioni meteorologiche. Infine prevedere la quantità di energia generata dal sole  è più facile visto che è nettamente più costante rispetto al vento.
  3. Burocrazia: La burocrazia ridotta e i tempi di installazione più brevi sono due delle ragioni che rendono il solare una delle energie rinnovabili più diffuse nel nostro paese perché le turbine eoliche necessitano di un iter di approvazione molto più lungo e complesso.

La terza via: fotovoltaico più microeolico

Leggendo quanto abbiamo scritto fino a qui, l’impressione che se ne ha, è che il fotovoltaico sia quello generalmente più conveniente. Generalmente perché, come non ci stancheremo mai di ripetere, molto dipende dalla posizione in cui lo installerete dal momento che le eccezioni di posti molto ventilati e con poca esposizione al sole non sono poi così difficili da trovare.

Tuttavia sta prendendo piede una terza via, quella “mista”, che prevede l’installazione di un impianto ibrido tra fotovoltaico ed eolico che si avvale di entrambe le fonti. Questo tipo di impianti di ultima generazione è veramente fenomenale dal momento che la possibilità di integrare fotovoltaico e micro-eolico offre dei vantaggi sicuramente maggiori!

L’idea alla base di questa integrazione fra eolico e fotovoltaico infatti è quella di garantire una produzione energetica più continuativa: quando uno dei due non funziona o non è sufficiente per il fabbisogno energetico richiesto, subentra l’altro

Quello che stiamo cercando di dirti quindi è che se per produrre energia per la tua abitazione o ufficio utilizzi un impianto fotovoltaico ed uno micro-eolico potresti avere energia tutto l’anno dal momento che i due impianti funzionerebbero alternativamente senza problemi!

Conclusioni

A questo punto dovresti avere tutti gli elementi necessari a tua disposizione per capire se ti conviene installare un impianto fotovoltaico o uno microeolico. In ogni caso, i fattori da considerare nella scelta sono molti!

Perciò ti consigliamo caldamente di consultare sempre degli esperti come noi prima di fare la tua scelta!

A questo proposito puoi contattarci tranquillamente cliccando qui!

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Ecobonus 110%: come migliorare la classe energetica di 2 livelli

Alla scoperta delle soluzioni possibili per migliorare la classe energetica di un edificio di 2 livelli per poter accedere all’Ecobonus 110%

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Il tanto annunciato DL Rilancio sta per essere approvato dal Senato, dopo essere a sua volta stato modificato ed approvato alla Camera dei Deputati. Nonostante quindi ancora non sia stato convertito in legge, appaiono chiari alcuni dei suoi contenuti, in particolare quelli legati agli Ecobonus al 110%.

Tra le altre cose relative a queste nuove detrazioni fiscali i requisiti per accedervi non hanno subito grosse modifiche. Appare ormai certo che per poter usufruire di queste detrazioni fiscali sia necessario migliorare la classe energetica di un edificio di almeno 2 livelli.

Del resto, noi di Valore Energia, abbiamo già scritto molto a riguardo di questi nuovi Ecobonus, come avrete avuto modo di leggere fra le nostre pagine. Comprendiamo tuttavia che la mancanza delle linee guida dell’Agenzia delle Entrate, dovuta al fatto che il DL non è ancora stato convertito in legge, possa generare confusione in molti di voi.

Se da un lato appare chiaro che si debba migliorare la classe energetica e che siano previsti degli interventi trainanti, dall’altro i lavori da sostenere per poter aumentare la classe energetica di almeno due livelli sono diversi. A questo proposito puoi consultare la nostra guida su come individuare la classe energetica cliccando qui. Specie per quegli edifici che hanno una APE (attestato di prestazione energetica) che li colloca al livello G ed F.

Abbiamo quindi cercato di fare il punto della situazione sugli interventi da sostenere che possono migliorare la classe energetica di un edificio con i nostri esperti. In questo modo abbiamo tentato di fare un po’ di chiarezza a riguardo, per chi, come te, ha molta confusione in testa.

Se non vuoi perderti le ultime informazioni a riguardo iscriviti alla nostra newsletter o contattaci cliccando qui!

Cosa significa migliorare la classe energetica di un edificio?

Prima di andare a individuare con esattezza quali sono gli interventi per migliorare la classe energetica di un edificio è necessario fare una breve premessa.

La classe energetica di un edificio è una scala con la quale viene identificato il consumo energetico dello stesso. Più la classe è alta, più significa che l’edificio consuma meno energia per riscaldarsi o raffreddarsi ma anche per alimentare gli apparecchi elettrici al suo interno. Consumando meno energia, quindi avvalendosi anche di fonti rinnovabili per produrla, è in grado di ridurre le emissioni di CO2 e quindi ridurre l’inquinamento. La classe energetica più performante è la A4 e quella meno performante è la G.

Gran parte degli edifici italiani, indipendentemente dal fatto che siano abitazioni private o condomini, rientra nella classe G o F. Questo perché si tratta di edifici di vecchia costruzione, nei quali praticamente non c’è isolamento termico o comunque dove non si ricorre alle energie rinnovabili per il proprio fabbisogno termico ed elettrico.

Migliorare la classe energetica di un edificio quindi, significa ad esempio portare un edificio di classe G o F ad esempio, ad una classe energetica A o maggiore. Per incentivare questa buona pratica quindi, il governo onte ha deciso di emanare il DL Rilancio, all’interno del quale sono previsti degli incentivi economici non indifferenti per il miglioramento energetico degli edifici.

Ovviamente, più la classe energetica è bassa, più interventi saranno necessari per migliorarla. Inoltre non è affatto detto che gli interventi sostenuti su di un edificio si possano replicare anche su di un altro della stessa classe energetica.

Quali sono quindi i migliori interventi da realizzare per renderli di classe energetica superiore, se non A, almeno sufficiente per ottenere le detrazioni fiscali?

Scopriamolo qui di seguito.

Cappotto termico per migliorare classe energeticaMigliorare la classe energetica per rientrare nell’Ecobonus 110%

Se si vuole raggiungere la classe A partendo da una classe bassa, è quindi chiaro che non basta intervenire solo su di un ambito ma occorrerà intervenire più pesantemente. Non basterà quindi intervenire sull’isolamento termico, ma occorrerà intervenire anche ad esempio sull’impianto di riscaldamento oppure su quello di produzione dell’energia elettrica.

In pratica, se si parte da una classe energetica come la F e la G occorre realizzare almeno due dei seguenti interventi:

  1. un isolamento a cappotto, eliminare i ponti termici, sostituire i vetri con vetri tripli.
  2. produrre l’energia con fonti rinnovabili migliorando così l’efficienza energetica dell’edificio.
  3. sostituire l’impianto di riscaldamento con uno a pompa di calore ed a pannelli a pavimento, o comunque a bassa temperatura per migliorare l’efficienza termica di un edificio.

Messo in chiaro quanto sopra, a questo punto sarà un professionista del settore, come quelli di Valore Energia, ad indicarvi gli interventi più adatti nel vostro caso specifico. Ovviamente dopo aver svolto gli opportuni calcoli per verificare che la soluzione prospettata consenta effettivamente di raggiungere la classe energetica desiderata e tenendo conto anche di quelle che sono le vostre esigenze/abitudini.

A questo punto, tenendo conto del costo dei materiali e della manodopera, vi verrà presentato un preventivo tramite il quale potrete valutare l’opportunità o meno di eseguire gli interventi di ristrutturazione/riqualificazione.

A questo proposito non esitare a contattarci cliccando qui!

Interventi migliorativi della classe energetica: involucro edilizio

Quello di intervenire sull’involucro edilizio è sicuramente uno dei modi migliori per migliorare la classe energetica di un edificio. Uno dei motivi per cui lo è anche la facilità di esecuzione dell’intervento. I materiali dei vecchi edifici possono infatti essere facilmente integrati, o addirittura sostituiti con dei materiali isolanti opportuni.

Realizzare un cappotto termico infatti implica applicare un involucro ci materiale isolante alle superfici dell’edificio, sia interne che esterne. Quest’ultimo caso è l’opzione migliore.

Per usufruire del Superbonus l’intervento di isolamento termico di superfici opache verticali e orizzontali dovrà riguardare oltre il 25% della superficie della facciata del condominio o dell’edificio unifamiliare.

La spesa massima da portare in detrazione, o trasformare in credito di imposta da cedere a terzi, è di 60.000 euro per ogni unità immobiliare. I materiali per l’isolamento devono rispettare i requisiti antincendio e i CAM, ovvero i Criteri Ambientali Minimi.

In questa categoria di interventi rientra anche la sostituzione degli infissi. In particolare di quelli con vetri singolo con quelli a vetri doppi o tripli a bassissima trasmittanza termica. Sono proprio gli infissi infatti ad essere uno dei punti deboli dell’isolamento termico di un edificio.

migliorare l’Efficienza energetica di un edificio

migliorare classe energetica microeolicoPer migliorare l’efficienza energetica di un edificio quindi, almeno potenzialmente migliorare la classe energetica di 2 livelli, gli interventi sono sostanzialmente 3, i seguenti.

  1. Avvalersi della tecnologia fotovoltaica. Grazie a questa tecnologia è possibile trasformare le radiazioni solari in energia elettrica. Gli impianti fotovoltaici con accumulo garantiscono la produzione di elettricità “green” con la possibilità di accumularla in una batteria per poi sfruttarla anche durante le ore notturne. . L’aumento di classe energetica con fotovoltaico può essere importante, con un incremento di due o più categorie.
  2. Sfruttare l’energia eolica: E’ possibile, qualora le condizioni climatiche e morfologiche lo consentano, avvalersi anche dell’energia del vento per produrre energia elettrica. Inoltre alternativa è possibile integrare gli impianti fotovoltaici con quelli microeolici in modo da garantirsi una costante produzione di energia, sia con il tempo bello che quando è nuvoloso, sia di giorno che di notte. Quest’ultima è una soluzione che permette di coprire fino all’80% del fabbisogno energetico senza più dipendere dalla tradizionale rete elettrica
  3. Impianti di domotica residenziale: per ottenere il massimo dell’efficienza energetica è anche necessario amministrarla in modo ottimale. E’ proprio a questo che servono i sistemi di domotica residenziale. Questi sono infatti in grado di gestire i consumi elettrici in modo ottimale e automatizzato premettendo di raggiungere elevati standard qualitativi e di risparmiare il più possibile. Per questo motivo anche questi interventi possono migliorare la classe energetica di un edificio.

Efficienza termica degli Impianti di casa

fotovoltaico per migliorare classe energeticaGli impianti collegati all’efficienza termica di un edificio sono quelli di riscaldamento, acqua calda sanitaria e raffrescamento. E per questo tipo di impianti esistono diverse soluzioni: pompa di calore, solare termico, impianto a pavimento. Proviamo ad esaminare approfonditamente questi interventi qui di seguito.

  • Miglioramento del riscaldamento: per migliorare il riscaldamento di un edificio è possibile intervenire in diversi modi. Potresti sostituire una vecchia caldaia con una più moderna ad alta efficienza. Oppure potresti sostituirla con una pompa di calore. Potresti anche pensare di integrare un sistema a solare termico al tuo attuale impianto di riscaldamento.
  • Produzione acqua calda sanitaria: Avere acqua calda sanitaria comporta un notevole dispendio di energia, soprattutto durante l’inverno. Ecco quindi una pompa di calore potrebbe ridurre notevolmente il consumo di energia elettrica. Anche un solare termico, il cui scopo principale è quello di produrre acqua calda sanitaria potrebbe servire al tuo scopo. Per non parlare della possibilità di integrare solare termico e pompa di calore, una possibilità che ti permetterà in pratica di ridurre a 0 il consumo di energia per produrre acqua calda sanitaria.
  • Raffrescamento: per quanto riguarda il raffrescamento potresti invece pensare di installare un impianto a pavimento. Si tratta di una soluzione che non solo ti permetterà di mantenere una temperatura fresca e costante durante tutta l’estate ma che durante l’inverno ti permetterà anche di riscaldarti dal momento che per forza di cose sarà collegato alla pompa di calore oppure al solare termico. In questo caso però l’intervento di ristrutturazione è piuttosto consistente. In alternativa potresti ricorrere a dei sistemi di climatizzazione che connessi opportunamente al fotovoltaico e/o microeolico non consumeranno praticamente nulla!

Conclusioni

Ricordiamo che le classi energetiche possono essere differenti a seconda della prestazione che attestano: climatizzazione invernale, estiva, produzione di acqua calda sanitaria.

Nel caso in cui i propri consumi segnalino una classe energetica molto sfavorevole, conviene intervenire quanto prima per risparmiare. Inoltre, intervenire in questo senso ora che gli Ecobonus stanno per essere approvati è sicuramente conveniente!

Come avete visto però gli interventi che si possono sostenere per migliorare la classe energetica di un edificio sono molteplici. Alcune volte sarà possibile effettuare proprio quelli che desiderate voi, altre volte no. Le variabili in gioco sono tantissime e qualche intervento potrebbe essere davvero conveniente, qualche altro no. Meglio quindi affidarsi a degli esperti del settore come noi, che tra le altre cose siamo anche specializzati in cessione del credito e sconto in fattura!

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Il raffrescamento a pavimento funziona davvero?

Cos’è il raffrescamento a pavimento? Come funziona? Perché conviene? Scoprilo nel nostro approfondimento!

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Siamo solo agli inizi dell’estate ma il caldo è già insopportabile. Un caldo che ci costringe a dover ricorrere sempre a nuovi sistemi per poter vivere serenamente dentro casa o in ufficio senza squagliarci. Ed il raffrescamento a pavimento è una delle ultime tendenze in questo settore!

In realtà il raffrescamento a pavimento non è affatto un ultimo ritrovato tecnologico, quanto piuttosto si tratta di una riscoperta di un’antica tecnica. Ad esempio i Romani erano soliti alimentare i loro ambienti con acqua calda e fredda alternativamente. In questo modo riuscivano a riscaldare o raffreddare gli ambienti termali.

Oggi quindi questa tecnologia viene riscoperta ed a ragione. Si tratta infatti di una soluzione che è molto efficace e riesce anche a garantire un grande risparmio energetico.

Ma come funziona un sistema di raffreddamento a pavimento? Quali sono i suoi vantaggi?

Abbiamo cercato di rispondere a queste domande interpellando i nostri esperti che ci hanno fornito le spiegazioni che troverete più avanti.

Se invece siete già a conoscenza di questi sistemi di raffrescamento e siete interessati ad installarli cliccate qui per mettervi in contatto con i nostri consulenti.

Impianto di raffrescamento a pavimento: cosa è?

Probabilmente, interessandoti al mondo degli impianti a pavimento, ti sarà capitato di imbatterti in quelli di riscaldamento. Questi ultimi infatti, soprattutto a partire dagli anni 2000 hanno conosciuto un vero e proprio boom. Ma cosa c’entrano con gli impianti di raffrescamento a pavimento?

Presto detto. Si tratta di impianti che praticamente funzionano alla stessa maniera. A cambiare è solamente la temperatura dell’acqua che circola all’interno delle tubature che compongono l’impianto al di sotto della pavimentazione. Questo significa di fatto che un impianto a pavimento può svolgere due funzioni: raffreddamento e riscaldamento a seconda della stagione e delle necessità di chi vive l’edificio in questione.

Nel periodo estivo infatti, le case o gli edifici che frequentiamo, sono soggetti ad importanti accumuli di calore all’interno dei loro spazi abitativi. Per difendersi da questi accumuli solitamente si ricorre al classico condizionatore. Sicuramente è un ottimo strumento, tuttavia comporta un non trascurabile dispendio energetico. Inoltre, specie se l’ambiente da cui si proviene è molto caldo, è difficile resistere alla tentazione di accenderlo al massimo della sua potenza con tutte le conseguenze del caso sulla nostra salute.

Grazie al raffrescamento a pavimento invece, non si è soggetti a bruschi sbalzi di temperatura come avverrebbe qualora si sfruttassero flussi d’aria. L’acqua che circola all’interno delle serpentine ha una temperatura inferiore a quella dell’ambiente. Siccome il calore passa sempre da un corpo più caldo ad uno più freddo, il calore dell’ambiente da raffreddare verrà passato al pavimento prima, ed alla serpentina poi, che lo assorbirà. L’effetto quindi che si verrà a creare è quello di raffreddare l’ambiente in questione.

Raffrescamento a pavimento: pro e contro

Il pro più grande dei raffrescamenti a pavimento è senza dubbio quello di poter svolgere una duplice funzione. D’inverno infatti può essere utilizzato lo stesso impianto a pavimento per riscaldare gli ambienti, d’estate invece per raffrescarli. Ovviamente questo comporta anche un notevole risparmio energetico come avremo modo di approfondire più avanti.

Come dicevamo poco più sopra inoltre, il raffrescamento a pavimento permette di rinfrescare gli ambienti senza flussi d’aria. Sono proprio questi flussi d’aria ad infastidirci ed a procurarci brutti mal di testa o mal di collo. Inoltre devi considerare anche che muovendo l’aria, il condizionatore muove anche la polvere che è depositata sulle superfici. Cosa che non propriamente ideale dal momento che queste polveri, nel lungo periodo possono nuocere.

Come avrai intuito quindi, il sistema di raffrescamento a pavimento non ha controindicazioni di questo genere.Tuttavia il raffrescamento a pavimento non ha solo i pro, ma ha anche dei contro.

Il più grande svantaggio di questo sistema riguarda il caso in cui si verifichi un guasto all’impianto. Si tratta di inconvenienti che non solo non sono facilmente rilevabili ma che per risolverli potrebbe essere necessario spendere diversi soldi. Questo perché per potrebbe essere necessario svolgere una quantità consistente di lavori dal momento che dovrai necessariamente rimuovere una porzione di pavimento, a seconda dei casi più o meno grande.

Per questo motivo, se deciderai di installare un impianto di questo tipo è sempre bene rivolgersi a delle ditte esperte come la nostra. Solo così avrai la garanzia di lavori eseguiti a regola d’arte e duraturi nel tempo. Contattaci cliccando qui!

accorgimenti utili

Prima di effettuare la realizzazione di un impianto di raffrescamento a pavimento è bene valutare gli standard energetici dell’edificio in cui lo si vuole applicare.

Questa infatti è una tecnologia che funziona al meglio quando non ha a che fare con sbalzi di temperatura pronunciati: sia in inverno che in estate. Pertanto l’edificio in questione deve essere ben isolato dal punto di vista termico grazie a degli infissi e soprattutto al cappotto termico adeguato. Altrimenti rischierete che casa vostra si riscaldi più rapidamente di quanto si raffreddi o viceversa!

Un altro accorgimento cui prestare attenzione è quello di installare un sistema di deumidificazione dell’ambiente. Questo perché se c’è parecchia umidità, questa potrebbe condensarsi quando si abbassa la temperatura dell’ambiente. Solo così è possibile scongiurare la formazione di condensa e di tutti i problemi ad essa connessi.

Costi di un impianto di raffrescamento a pavimento: la convenienza

Come potrai facilmente immaginare, installare una serpentina all’interno della quale far scorrere l’acqua al di sotto del pavimento ha un costo maggiore rispetto all’impianto a radiatori. Un costo che all’incirca è del 30-40% in più ma che siamo certi che si ripagherà dal momento che si tratta di un sistema che funziona sia d’inverno che d’estate.

Il costo di funzionamento di un impianto a pavimento caldo-freddo infatti è sensibilmente più basso rispetto all’utilizzo dei condizionatori. Se volessimo fare un confronto ipotizzando un condizionatore in ogni ambiente, il risparmio annuo sarebbe almeno del 25-30%.

Conclusioni

Installare un sistema di riscaldamento – raffreddamento a pavimento è quindi un ottimo modo per avere sempre una temperatura gradevole all’interno della propria abitazione o ufficio. Inoltre è un sistema che ti permetterà di risparmiare notevolmente in bolletta qualora le condizioni per il suo funzionamento sono rispettate alla perfezione.

Se vuoi maggiori informazioni contattaci cliccando qui oppure seguici su facebook!

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Tutte le modifiche Ecobonus 110%

Il punto sulle modifiche ecobonus 110% per la sua conversione in legge

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Prima di convertire in legge le misure contenute nel DL Rilancio è necessario fare i conti con gli emendamenti che, in misura maggiore o minore ne modificano il contenuto. D’altronde è questo l’iter legislativo in questi casi, pertanto in questi giorni sta proseguendo il lavoro alla Camera dei Deputati per la conversione in legge del decreto. In particolare sono molti gli emendamenti presentati che riguardano le modifiche ecobonus 110 %.

In questo clima di incertezza di cambiamenti repentini sono in molti ad attendere ulteriori sviluppi. Molti infatti sono pronti ad investire, ma solo dopo aver chiaro il quadro degli incentivi fiscali per l’efficienza energetica ma anche per il sisma bonus, il fotovoltaico ecc. Benché le nuove detrazioni fiscali del 110% siano già operative per le spese sostenute dall’1 luglio 2020, ciò che tutti attendono sono i provvedimenti attuativi. Sono questi infatti che faranno chiarezza sulle modalità in cui sarà consentito usufruire dello sconto in fattura o della cessione del credito. A questo proposito stiamo anche attendendo le linee guida dell’Agenzia delle Entrate.

Per questo motivo, se non vuoi perderti le ultime notizie sulle modifiche ecobonus 110% ti consigliamo di iscriverti alla nostra newsletter cliccando qui.

Qui di seguito cerchiamo di fare il punto, insieme ai nostri consulenti ed esperti, sulle modifiche ecobonus 110% presentate fino a questo momento nella V Commissione della Camera dei deputati. E’ questa infatti la Commissione che si occupa appunto della conversione in legge del DL Rilancio.

Modiche ecobonus 110 %: l’emendamento approvato in V Commissione

Dall’annuncio del DL Rilancio sono passati oramai diversi mesi. Nel frattempo la V Commissione della Camera dei Deputati ha approvato un emendamento che sostituisce completamente l’art. 119 del Decreto Rilancio. Si tratta dell’emendamento per gli “Incentivi per l’efficienza energetica, sisma bonus, fotovoltaico e colonnine di ricarica di veicoli elettrici”. 

Questa è una svolta sostanziale dal momento che prevede molte modifiche all’ Ecobonus 110 %, modiche però che nalla maggior parte dei casi ne estendono la portata. In particolare cerchiamo di analizzare nel dettaglio quelle relative agli interventi di efficientamento energetico.

Modifiche Ecobonus 110%: le esclusioni

Cominciamo con le brutte notizie: non solo inclusioni ma anche esclusioni. Le modifiche Ecobonus 110% prevedono anche la riduzione della platea delle unità immobiliari ad averne diritto. In particolare vengono esclusi gli edifici appartenenti alle seguenti categorie catastali:

  • A/1: abitazioni di tipo signorile;
  • A/8: abitazioni in ville;
  • A/9: castelli, palazzi di eminenti pregi storici o artistici.

Modifiche Ecobonus 110 %: i nuovi  beneficiari

Fra le modifiche Ecobonus 110 % più importanti vi sono senza dubbio quelle relative all’aumento della platea dei beneficiari di queste detrazioni. I beneficiari adesso sono:

  • i condomini;
  • le persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arti e professioni, su unità immobiliari;
  • gli istituti autonomi case popolari (IACP);
  • le cooperative di abitazione a proprietà indivisa;
  • organizzazioni non lucrative di utilità sociale;
  • associazioni ed organizzazioni di volontariato iscritte nei registri;
  • dalle associazioni di promozione sociale iscritte nel registro nazionale e nei registri regionali e delle province autonome di Trento e di Bolzano
  • Istituti autonomi case popolari (IACP) possono usufruire delle detrazioni fiscali per le spese, documentate e rimaste a carico del contribuente, sostenute dal 10 gennaio 2022 al 30 giugno 2022.

Le modifiche ai requisiti per accedere agli Ecobonus 110 %

I nuovi requisiti per accedere agli ecobonus 110% sono molto simili ai precedenti anche se hanno subito alcune modifiche. Come prima infatti gli interventi sostenuti, nel loro complesso, devono assicurare il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio.

In particolare però viene aggiunto anche il miglioramento, sempre di almeno due classi energetiche, delle unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari funzionalmente indipendenti o con accessi autonomi. Se ciò non è possibile basterà una APE che attesti il conseguimento della classe energetica più alta possibile confrontando la stessa prima e dopo l’intervento.

Ecobonus 110% anche per la seconda casa

Un’altra modifica molto attesa era quella dell‘eliminazione del vincolo inizialmente previsto per le persone fisiche che avrebbero potuto beneficiare dell’ Ecobonus 110% solo per l’abitazione principale.

Con il nuovo emendamento infatti si potrà beneficiare delle detrazioni anche per interventi realizzati al massimo su due unità immobiliari. Ovviamente sempre solo se questi interventi rispettano i requisiti previsti.

Modifiche ecobonus 110% per interventi trainanti di isolamento termico

La detrazione fiscale del 110% può essere applicata per le spese a carico del contribuente sostenute dal 1 luglio 2020 fino al 31 dicembre 2021. Si tratta di una detrazione che verrà ripartita in cinque quote annuali di parti importo.

E fin qui nulla di nuovo, le modifiche Ecobonus 110 % riguardano piuttosto gli interventi trainanti che ne danno diritto.

Prendiamo in esame gli interventi di isolamento termico delle superficie con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio o dell’unità immobiliare. L’unità immobiliare in questo caso può anche essere situata all’interno di edifici plurifamiliari, l’importante è funzionalmente indipendente e disponga di uno o più accessi autonomi dall’esterno.

Inoltre i materiali isolanti utilizzati nei lavori devono rispettare i criteri ambientali minimi individuati dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.

Tetto di spesa per interventi di isolamento termico

Fra le modifiche più significative agli ecobonus 110% ci sono quelle relative ai tetti di spesa massimi per gli interventi di isolamento termico. Adesso sono sono calcolati su un ammontare complessivo delle spese non superiore a:

  • 50.000 euro per gli edifici unifamiliari o per le unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno;
  • 40.000 euro moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio per gli edifici composti da due a otto unità immobiliari;
  • 30.000 euro moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio per gli edifici composti da più di otto unità immobiliari.

Modifiche ecobonus 110% per interventi su parti comuni edifici per climatizzazione e acqua calda sanitaria

Prendiamo adesso in esame gli interventi sulle parti comuni degli edifici per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti centralizzati per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria.

Anche per questo tipo di interventi sono stati modificati i tetti di spesa. In particolare adesso sono previsti i seguenti:

  • 20.000 euro moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio per gli edifici composti fino a otto unità immobiliari;
  • 15.000 euro moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio per gli edifici composti da più di otto unità immobiliari,

La detrazione è inoltre riconosciuta anche per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dell’impianto sostituito.

Interventi sugli edifici unifamiliari o sulle unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti

Anche in questo caso, le modifiche Ecobonus 110% prevedono un cambiamento dei tetti di spesa. La detrazione infatti verrà calcolata sulla base di un ammontare complessivo delle spese non superiore ai 30.000 euro.

Come nel caso precedente, la detrazione verrà riconosciuta anche per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dell’impianto sostituito.

Modifiche Ecobonus 110 % che riguardano gli altri interventi di efficienza energetica

Il DL Rilancio prevedeva che gli Ecobonus 110% venissero applicati anche a tutti gli altri interventi di efficientamento energetico, a patto che venissero realizzati insieme ad uno degli interventi trainanti di cui sopra.

A questo proposito una delle modifiche Ecobonus 110 % più importanti è la seguente.

Se l’edificio in cui si effettuano questo tipo di lavori è soggetto a dei vincoli culturali o paesaggistici, oppure se gli interventi trainanti sono vietati dai regolamenti edilizi, urbanistici e ambientali allora si può comunque usufruire della detrazione senza realizzare un intervento trainante.

Sostituzione infissi ed impianti di climatizzazione invernale

Dopo le modifiche Ecobonus 110 % la detrazione per questo tipo di interventi è stata ridotta al 50% del totale delle spese sostenute dal 1° gennaio 2018. Le spese prese in considerazione sono quelle relative agli interventi di acquisto e posa in opera di finestre comprensive di infissi, di schermature solari e di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione con efficienza almeno pari alla classe A.

Sono invece esclusi tutti gli interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione con efficienza inferiore alla classe A.

La detrazione si applica nella misura del 65% invece per gli interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione, di efficienza almeno pari alla classe A.

Questo però deve essere contestuale all’installazione di sistemi di termoregolazione evoluti, o con impianti dotati di apparecchi ibridi, costituiti da pompa di calore integrata con caldaia a condensazione, assemblati in fabbrica ed espressamente concepiti dal fabbricante per funzionare in abbinamento tra loro, o per le spese sostenute per l’acquisto e la posa in opera di generatori d’aria calda a condensazione.

Come faccio a rimanere aggiornato?

In questi giorni le modifiche si susseguono rapidamente e fluidamente, pertanto è importante non perdersi mai niente e rimanere aggiornati.

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Quando si potrà cedere il credito di imposta? Tutte le ultime novità

A partire da quando si potrà cedere il credito di imposta? Sarà per forza necessario aspettare la fine dei lavori oppure si potrà fare anche prima?

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Buone notizie in arrivo per chi si appresta a effettuare i lavori di efficientamento energetico previsti nel DL Rilancio. Nel testo finale approvato dalla commissione Bilancio della Camera sono previste nuove disposizioni che prevedono nuove possibilità per cedere credito di imposta. E’ proprio questo testo a contenere infatti il beneficio per gli interventi di miglioramento energetico degli edifici, il cosiddetto SuperBonus 110%.

A questo proposito non sarà infatti più obbligatorio cedere credito di imposta solamente alla fine degli interventi sui quali opera l’ Ecobonus 110 %. Il trasferimento o lo sconto in fattura si potranno fare anche durante i cosiddetti “stati di avanzamento dei lavori”.

Ma cosa significa tutto questo? Perché dovrebbe essere una buona notizia poter cedere il credito di imposta anche durante gli stati di avanzamento dei lavori?

Prima di proseguire oltre, sappi che noi di Valore Energia, siamo specializzati nella cessione del credito e nello sconto in fattura. Il nostro obiettivo è sì quello di perseguire l’efficientamento energetico degli edifici per fare in modo di vivere in un mondo più pulito grazie alle energie rinnovabili (come il fotovoltaico).Per perseguire questo sogno però è necessario che sia sostenibile, soprattutto dal punto di vista economico! Pertanto non perderti le ultime novità sulla cessione del credito e scopri di più cliccando qui!

A questo punto sei pronto per comprendere appieno la potenzialità di questa buona notizia che riguarda la possibilità di cedere il credito di imposta durante gli stati di avanzamento. Prosegui nella lettura per scoprirlo!

Cosa implica dover aspettare la fine dei lavori per poter cedere credito di imposta?

Fino a questo momento era possibile cedere il credito di imposta solamente alla fine dei lavori. In pratica significava che era possibile in pratica usufruire dell’ Ecobonus 110% praticamente solo durante il prossimo anno. Questo perché solitamente gli interventi di efficientamento energetico hanno una certa durata, specie quelli più grandi.

Ovviamente, fare il lavoro, affrontando le relative spese nel 2020, e dover aspettare il 2021 per riscuotere gran parte del proveniente da questi lavori è un problema per le imprese chiamate a farlo. Di conseguenza, la mancanza di fondi per le imprese, è un problema che potenzialmente può coinvolgere anche le banche.

In pratica, imprese e banche avrebbero potuto essere costrette a lavorare per diversi mesi senza poter spalmare nel tempo i loro impegni economici, rischiando quindi seriamente di non sopravvivere a questa fase. Un rischio che difficilmente si sarebbero prese, vanificando di fatto gli Ecobonus 110%

Cosa sono gli stati di avanzamento dei lavori?

Prima di capire il perché di questa buona notizia cui accennavamo poco più sopra, spieghiamo bene in cosa consistono gli stati di avanzamento dei lavori.

Quando si firma il contratto con un impresa per effettuare dei lavori di una certa durata, vengono stabilite delle scadenze intermedie. Una sorta di rateizzazione dei pagamenti che avvengono se il lavoro concordato ha raggiunto una certa fase. Queste scadenze intermedie sono appunto gli stati di avanzamento.

Quando i termini previsti dal contratto vengono raggiunti, l’impresa emette la fattura relativa ed il cliente paga. In questo modo il committente non è costretto a dover pagare in una tranche sola un’ingente somma di denaro, e l’impresa può riscuotere il compenso per il lavoro in diverse tranches.

Cosa significa che non occorre aspettare la fine dei lavori per poter cedere credito di imposta?

Alla luce del ragionamento fatto fino a questo momento, la commissione di bilancio di Montecitorio ha deciso di concedere la possibilità di diluire la cessione del credito in più momenti.

Ecco quindi che grazie a questa nuova norma, il contribuente che deve pagare gli stati di avanzamento, può decidere di cedere il credito oppure optare per lo sconto in fattura.

Quando è possibile cedere il credito di imposta?

La condizione per cui può il committente può farlo è che gli stati di avanzamento non siano più di due per ogni intervento complessivo. Inoltre ciascuno di questi stati di avanzamento deve avere almeno un valore del 30% del costo complessivo dei lavori.

In sostanza quindi si potrà cedere il credito di imposta in massimo 3 momenti diversi: uno per il saldo finale della fine dei lavori e due intermedi.

Nuove modalità di cessione del credito

Sarà possibile anche optare per il trasferimento telematico del credito appoggiandosi ad un intermediario abilitato alla presentazione online delle dichiarazioni.

Inoltre, le disposizioni in materia della cessione di questi crediti derogano la norma che vieta la compensazione dei crediti «relativi alle imposte erariali in presenza di debiti iscritti a ruolo, per imposte erariali ed accessori di ammontare superiore a 1.500 euro».

Conclusioni

In questo articolo abbiamo cercato di analizzare le ultime novità dell’Ecobonus 110% per quanto riguarda la possibilità di cedere il credito di imposta. Ci teniamo ancora una volta a specificare che il DL Rilancio, nel quale è contenuta questa norma, non è ancora legge. Tuttavia l’iter che sta seguendo è a buon punto, pertanto è solo questione di giorni prima che venga approvato.

Non perderti tutte le ulteriori novità che ci saranno nei prossimi giorni e iscriviti alla nostra newsletter cliccando qui!

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Credito di imposta 110 %: finzione o realtà? Ecco perché stiamo ancora aspettando

Il credito di imposta 110% non è ancora effettivo. Come mai? Ne frattempo alcune buone notizie iniziano a trapelare.

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Sono oramai diversi mesi che in molti stanno aspettando la definitiva approvazione del Dl Rilancio che porterà con sé i vari Ecobonus, con particolare attenzione al credito di imposta al 110 %.

Proprio questo del credito di imposta al 110 % è un argomento tanto delicato e complesso da gestire quanto indispensabile. Quindi è normale che i legislatori si prendano tutto il tempo necessario per fare le cose nella maniera migliore possibile, o almeno speriamo sia cosi. I tempi si stanno dilatando sempre di più: le linee guida dell’Agenzia delle Entrate per accedere a questi Ecobonus erano previste il 20 giugno scorso ed ancora non ve ne è traccia.

Tuttavia le cose si stanno muovendo e, per una volta, sembra anche nella giusta direzione, specie per quanto riguarda il credito di imposta 110 %.

Ma quindi passerà o non passerà questo ecobonus al 110 %? Quali sono le buone notizie cui accennavamo qui sopra che ci fanno ben sperare?

Prosegui nella lettura per scoprirlo oppure iscriviti alla nostra newsletter per rimanere aggiornato!

Credito di imposta 110: le banche si stanno muovendo per accettarli

La buona notizia, come riporta questo articolo de Il sole 24 ore, è che le banche più grandi del nostro paese stanno già costruendo dei prodotti per utilizzare il credito di imposta 110. Questo argomento è molto caldo ed hanno già dato disponibilità alcuni tra gli istituti più radicati sul territorio. Il contribuente quindi potrà scegliere fra le molte offerte a sua disposizione, valutando tra le offerte ricevute quelle più conveniente per lui.

D’altronde, sebbene nessuno abbia ancora scoperto le carte a riguardo, già stanno circolando voci di prodotti ad hoc predisposti dalle banche mirati proprio a soddisfare la domanda di cessione del credito di imposta. Domanda che una volta convertito in legge il DL Rilancio si prevede possa crescere a dismisura.

Fra le banche che si stanno muovendo sicuramente figurano Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Carige e Bnl ma non solo. Unicredit, in particolare, è tra le più attive nel mercato dell’ecobonus. Addirittura avrebbe confermato al Sole 24 Ore di  aver erogato nei mesi precedenti al lockdown circa 171 finanziamenti per un importo totale di 39 milioni di euro.

Perché queste sono notizie importanti per il credito di imposta 110?

Il meccanismo del credito di imposta 110 è complesso. Per funzionare necessita di qualcuno che di fatto garantisca denaro fresco alle imprese. E a farlo sarebbero in questo caso le banche.

Come? Cerchiamo di spiegarlo in maniera semplice qui di seguito.

Quando un’impresa effettua un lavoro ha dei costi da sostenere. Ovviamente però oltre ai costi un’impresa deve anche garantirsi un profitto. Fatta questa doverosa premessa possiamo provare a fare un esempio.

Supponiamo che il signor Mario Rossi, effettui un intervento di efficientamento energetico, come l’installazione di un impianto fotovoltaico, che benefici del credito di imposta 110 per un valore di 100.000 euro. Per poter sostenere i propri costi l’azienda deve avere disponibilità liquide in grado di ripagare materie prime, manodopera ed altri costi generali. Seppure sono contenuti nei 100.000 anche una % di utili le imposte su questi non consentirà mai all’impresa di monetizzare tutto il necessario.

A questo punto però, grazie al meccanismo della cessione del credito, non sarà il signor Mario Rossi a sostenere le spese, ma sarà di fatto l’azienda stessa ad anticiparle. Facendo questo acquisterà il credito di imposta 110% del signor Mario Rossi che potrà poi essere ceduto a soggetti terzi, le banche appunto. Questo sarà il meccanismo che consentirà quindi alle imprese di avere la finanza necessaria per eseguire le opere.

E’ facile quindi comprendere quanto la notizia riportata da Il Sole 24 ore, secondo cui le banche si stiano già muovendo per offrire dei prodotti appositi per usufruire della cessione del credito è più che positiva e conseguentemente quanto questa possa avere un impatto reale sulla nostra vita.

Senza l’intervento di una banca o di un soggetto interessato ad acquisire il credito di imposta sarebbe impossibile pensare di sostenere questo tipo di lavori. D’altronde, chi anticiperebbe le spese sostenute per effettuare i lavori, senza la garanzia di riscossione? Nessuno ovviamente.

Cosa manca ancora?

Queste belle notizie per il momento però sono solo indizi di una misura che potenzialmente potrebbe avere delle ripercussioni enormi sull’economia. I gruppi bancari elencati poco più sopra potrebbero di fatto garantire un plafond di 10 miliardi di euro se non di più. Ecco perché si parla del credito di imposta 110 anche in termini di svolta green per l’economia italiana.

Tuttavia, le belle notizie che cominciano a trapelare non significano che le misure siano già in vigore, tutt’altro. Si attende infatti ancora l’ufficialità della conversione in legge del superbonus al 110%. Il quadro normativo ha già preso corpo con numerosi emendamenti che sono stati già presentati in questi giorni e questa è un’ altra buona notizia. Inoltre si attendono ancora provvedimenti attuativi dell’Agenzia delle Entrate oltre che il decreto del Mise.

Conclusioni

Come avrai intuito, quella del credito di imposta 110 potrebbe potenzialmente essere un’occasione unica ed irripetibile per l’economia italiana. Un’occasione unica che può anche dare una svolta decisamente green al nostro paese permettendoci di proiettarci nel futuro con serenità ed in maniera sempre più sostenibile.

L’argomento tuttavia è molto complesso ed ancora è un po’ fumoso dal momento che non è ancora stato approvato nulla. In ogni caso, la strada intrapresa è sicuramente buona ed abbiamo buone ragioni per credere che presto giungerà a destinazione.

Scopri quando si potrà cedere il credito d’imposta cliccando qui!

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Solare Termico e pompa di calore: un’accoppiata vincente

La soluzione per avere acqua calda sanitaria in modo efficiente ed ecologico? Abbinare il solare termico e pompa di calore

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Se stai cercando di capire come mai solare termico e pompa di calore siano una soluzione ottimale per ottenere sempre acqua calda sanitaria sei nel posto giusto. Tuttavia, prima di spiegare perché facciamo un passo indietro.

La pompa di calore è senza dubbi la tecnologia su cui puntare se vuoi rendere confortevole la tua abitazione o l’edificio in cui si trova la tua azienda. La pompa di calore infatti ti permetterà di avere tramite lo stesso impianto, riscaldamento invernale, climatizzazione estiva e  acqua calda sanitaria. Il tutto, specie se è integrata ad un sistema fotovoltaico, sfruttando energia rinnovabile e quindi facendoti risparmiare notevolmente sulla bolletta.

Abbinare solare termico e pompa di calore, tuttavia è ancora più conveniente. Una convenienza che potrebbe portare ad avere un edificio che praticamente non consuma energia visto che riuscirà a soddisfare quasi totalmente il suo fabbisogno energetico grazie alle energie rinnovabili.

Ma come è possibile ottenere ciò? Come funziona questa accoppiata fra solare termico e pompa di calore?

Abbiamo chiesto delle spiegazioni a riguardo ai nostri tecnici specializzati nell’installazione di pompe di calore e impianti solari termici. Speriamo che queste spiegazioni possano esserti di aiuto e che chiariscano almeno in parte il funzionamento di questi due sistemi combinati assieme.

La particolarità della pompa di calore

Come abbiamo già avuto modo di spiegare all’interno di queste pagine, la pompa di calore è in grado di sfruttare l’energia termica dell’aria. Questo dispositivo in pratica trasferisce questa energia termica, o calore, che è presente nell’aria ad un particolare liquido o gas presente nella pompa di calore.

Questo gas o liquido “caldo” viene in seguito compresso, operazione che sua volta ne aumenta la temperatura. Solo in seguito viene immesso all’interno del circuito di riscaldamento riuscendo così riscaldare l’abitazione o l’acqua calda sanitaria.

Come avrai intuito quindi la pompa di calore è un dispositivo che già di per sé  è in grado di ridurre i costi sostenuti dal momento che non ha quasi bisogno di energia elettrica per funzionare. L’energia elettrica utilizzata serve quasi unicamente ad azionare il compressore ed altri dispositivi complementari.

Inoltre la pompa di calore riesce ad adeguare automaticamente il fabbisogno termico richiesto grazie alla tecnologia inverter, evitando così ulteriori sprechi di energia.

Fotovoltaico e Pompe di Calore: come funziona quest’ accoppiata vincente?

L’integrazione tra pannelli solari termici e pompe di calore viene realizzata solitamente con un scopo. Ovvero quello di utilizzare l’energia solare per incrementare le prestazioni della pompa di calore.

Come potrai intuire, il consumo di energia elettrica usata dalla pompa di calore per il suo funzionamento in questo caso viene praticamente azzerato. Questo perché il liquido da scaldare, grazie all’energia incamerata dal pannello solare termico, ha già un temperatura alta e quindi non ha bisogno di essere scaldato ulteriormente.

Quando si abbina solare termico a pompa di calore si riesce a massimizzare lo sfruttamento della fonte solare rinnovabile in due modi: in maniera diretta ed indirettaScopriamo qui di seguito la differenza fra le due tipologie di impianto solare termico e pompa di calore in maniera un po’ più approfondita.

Sistema integrato solare termico e pompa di calore diretto

I sistemi diretti si chiamano così perché integrano il circuito del pannello solare termico direttamente con la pompa di calore.

Il sole riesce a riscaldare il fluido presente nei pannelli solari termici, che è lo stesso che viene utilizzato dalla pompa di calore per riscaldare l’acqua calda sanitaria. Possiamo quindi dedurre che il consumo di energia elettrica che la pompa di calore utilizzava per comprimere il fluido in modo da aumentarne la temperatura viene ridotto drasticamente. Il fluido infatti è già caldo di suo grazie all’apporto del pannello solare termico!

Il sistema integrato solare termico e pompa di calore di tipo diretto dipende però tantissimo dalle condizioni ambientali ma anche da altri fattori. Questo che abbiamo appena descritto infatti è un meccanismo imperfetto dal momento che potrebbe portare al sovradimensionamento del collettore solare. Sovradimensionamento che sarebbe particolarmente evidente durante i mesi estivi dato che porterebbe ad una riduzione delle prestazioni dell’impianto.

Sistema integrato solare termico e pompa di calore INdiretto

I sistemi indiretti invece si chiamano così perché il circuito solare con la relativa sezione termica sono separati fra di loro.

In questo caso quindi il calore incamerato dal pannello solare termico dovrò essere scambiato con quello, minore, del liquido che poi circolerà nell’impianto della pompa di calore. Questo scambio di calore è continuo e fa sì che il liquido del circuito della pompa di calore venga scaldato senza consumo di energia elettrica, semplicemente prendendo il calore dal pannello solare termico.

Il principio rimane quindi sempre lo stesso. Ovvero quello di sfruttare il calore della parte termica in modo da non dover riscaldare ulteriormente il liquido all’interno del circuito della pompa di calore. Meccanismo che, come abbiamo visto poc’anzi è sempre volto a ridurre il consumo di energia elettrica.

Conclusione

Integrare questi due tipi di impianti quindi serve sostanzialmente a “truccare”, quindi aumentare, le prestazioni della pompa di calore.

Realizzare un impianto solare termico integrandolo ad un pompa di calore quindi è molto conveniente! Talmente conveniente che potresti puntare ad ottenere un edificio che per la produzione di acqua calda utilizza solo energie rinnovabili.

Inoltre questo intervento di efficientamento energetico, potrebbe rientrare in uno di quelli previsti dalle agevolazioni fiscali del governo italiano!

Cosa aspetti quindi a realizzarlo?

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Tutti gli emendamenti all’Ecobonus 110%

Una breve panoramica su tutti gli emendamenti che potrebbero cambiare l’Ecobonus 110 %

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Il DL Rilancio sta finalmente per essere convertito in legge e come di consueto in questi giorni sono stati presentati numerosi emendamenti. Questi ultimi riguardano soprattutto le misure a sostegno dell’edilizia, con un occhio di riguardo al settore delle energie rinnovabili e dell’ efficientamento energetico, come riporta Il Sole 24 ore.

Quali sono le principali novità contenute negli emendamenti Ecobonus 110 %? Eccole qui in breve:

  1. nelle villetta bi o trifamiliare è possibile l’intervento separato per unità;
  2. sono stati rivisti i limiti di importo collegati al numero di appartamenti.

Queste che abbiamo elencato qui sopra però sono solo alcuni degli emendamenti Ecobonus 110% presentati. Se vuoi conoscere le altre novità continua a leggere dal momento che in questo articolo parliamo proprio di questo.

Se oltre ad approfondire questa notizia vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità sulle detrazioni fiscali previste per gli interventi di efficientamento energetico e sulle modalità di riscossione (credito d’imposta e sconto in fattura) allora clicca qui!

Vediamo quindi quali sono le novità più importanti proposte negli emendamenti Ecobonus 110 % qui di seguito.

Emendamenti Ecobonus 110 %: isolamento termico per edifici plurifamiliari

Una delle novità degli emendamenti per l’Ecobonus al 110% riguarda il mondo delle villette. In particolare questo emendamento prevede che i lavori per l'”isolamento termico“, cappotti e simili per intenderci, possono essere realizzati anche per singole unità immobiliari in edifici plurifamiliari che abbiano accessi al’esterno indipendenti.

Questo significa che nelle villette bifamiliari o trifamiliari, ogni singola famiglia, se vuole, può realizzare interventi di isolamento termico per la sua unità immobiliare. Tuttavia l’intervento è possibile a patto che l’unità immobiliare sia “funzionalmente indipendente ed abbia un ingresso autonomo. Il che accade nella stragrande maggioranza dei casi.

In questo modo è stato fatto decadere il vincolo che vedeva la necessità del’unanimità (nelle bifamiliari) o della maggioranza dei due terzi (nelle trifamiliari). Da oggi ciascuno potrà effettuare interventi di isolamento termico in autonomia purché l’involucro sia isolato per almeno il 25% ella superficie disperdente lorda. Dovrà quindi essere calcolata la parte di facciata o di tetto corrispondente al’unità interessata.

Emendamenti Ecobonus 110%: cambiamento al tetto di spesa

Un’altra novità proposta negli ultimi Emendamenti per gli Ecobonus al 110% riguarda invece i limiti di spesa.

Quelli per gli interventi di isolamento termico relativi alle singole unità immobiliari sono i seguenti:

  • I condomìni da due a otto unità immobiliari possono spendere sino a 40mila euro per unità (20mila se si sostituisce il vecchio impianto con la caldaia a condensazione),
  • Quelli da nove unità in su possono spendere fino a 30mila euro (15mila per la caldaia a condensazione).
  • Per gli edifici unifamiliari o plurifamiliari (sempre con accesso autonomo dall’esterno) il tetto è di 50mila euro per unità immobiliare.

I limiti di spesa per la sostituzione dell’impianto con pompa di calore o caldaia a condensazione sono i seguenti:

  • 20 mila euro per edifici da una a otto unità,
  • 15 mila euro per gli edifici dalle nove unità in su,
  • per gli edifici unifamiliari (o plurifamiliari con le caratteristiche di autonomia) il tetto di spesa è di 30mila euro a unità.

Per tutti gli altri immobili soggetti a vincolo invece, qualunque intervento di efficientamento energetico sale al 110% di detrazione. Un’ottima notizia considerando che non c’è l’obbligo di effettuare i cosiddetti interventi “trainanti” se sono resi impossibili dal vincolo stesso.

Demolizione e ricostruzione

Potrà usufruire delle detrazioni previste dall’ecobonus 110%  anche la demolizione con la ricostruzione dell’edificio. Una ricostruzione che però dovrà dimostrare di aver raggiunto almeno due classi energetiche in più rispetto all’edificio precedente una volta ultimati i lavori,

Le estensioni dell’ecobonus 110%

Ad usufruire dell’ecobonus 110% non saranno solo gli interventi di cui abbiamo parlato fino a questo momento. Gli emendamenti ecobonus 110 % riguardano la possibilità di effettuare interventi di efficientamento energetico anche in altre due unità immobiliari di proprietà di persone fisiche. In sostanza quindi anche una seconda casa composta da una o due unità immobiliari dello stesso proprietario e, sembrerebbe, anche due appartamenti nello stesso condominio qualora l’intervento sia compatibile con il resto delle norme.

Conclusioni

Gli emendamenti all’ecobonus 110 % non sono ancora definitivi dal momento che la conversione in legge del DL Rilancio ancora non è avvenuta. Certo è che siamo in una fase avanzata della procedura, quindi è davvero questione di giorni!

Non perderti le novità riguardo all’Ecobonus 110% e iscriviti alla nostra newsletter cliccando qui!

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