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Con il “bando stufe” di Regione Umbria arrivano sconti fino al 95%! Tutto quello che devi sapere

Pubblicato il bando stufe di Regione Umbria: agevolazioni fino al 95% per la sostituzione della vecchia stufa a legna o camino. Leggi questo approfondimento per scoprire tutto quello che devi sapere!

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Pubblicato il 2 agosto nel bollettino numero 37 il “Bando stufe” di Regione Umbria che si pone come obiettivo primario la promozione dell’efficientamento energetico in ambito domestico, offrendo una straordinaria opportunità per tutti i cittadini umbri. Grazie a questo importante bando stufe Regione Umbria, è ora possibile ottenere sconti fino al 95% per la sostituzione della vecchia stufa a legna o camino con sistemi di riscaldamento di ultima generazione.

Per chi risiede in Umbria e desidera sottrarsi ai crescenti rincari del gas, è l’occasione ideale per effettuare il passaggio a soluzioni più efficienti ed ecologiche, come quelli a pompa di calore, ibridi a pompa di calore, termocamini, o nuove stufe e camini a legna o pellet. I benefici sono molteplici, a cominciare dalla significativa riduzione dei consumi energetici e delle emissioni inquinanti.

Il bando stufe prevede incentivi sostituzione stufa a legna, incentivi sostituzione camino e incentivi sostituzione riscaldamento a biomassa, mirando così a coprire un ampio spettro di necessità domestiche. La Regione Umbria ha dimostrato una grande attenzione all’ambiente e al benessere dei suoi cittadini, mettendo in campo misure concrete per stimolare la transizione energetica.

Il meccanismo di accesso all’incentivo è chiaro.

Per beneficiarne, è necessario rispettare questi requisiti:

  • E’ essenziale aver fatto domanda di ottenimento dell’incentivo nazionale Conto Termico dal 19 gennaio 2023 al 31 dicembre 2025.
  • Il beneficio inoltre è riservato a chi presenta un ISEE inferiore o uguale a 75.000 €
  • Può essere richiesto per un massimo di due immobili.

Non lasciatevi sfuggire questa preziosa opportunità: se siete tra i privati cittadini che desiderano un futuro più verde e sostenibile, è arrivato il momento di agire. 

Sei curioso di scoprire quali sono gli incentivi per il riscaldamento domestico in vigore nel 2024? Allora clicca qui e scoprili subito!

Come funziona l’incentivo previsto dal Bando Stufe della regione Umbria?

Il bando stufe della Regione Umbria rappresenta una grande opportunità per i cittadini umbri che desiderano abbracciare soluzioni di riscaldamento più sostenibili, soprattutto in vista dei rincari del gas. Questo incentivo è stato pensato per chi aspira a sostituire la propria stufa a legna o camino con opzioni più efficienti e moderne, come i sistemi a pompa di calore, gli ibridi a pompa di calore, i termocamini, o le nuove stufe e camini a legna o pellet.

Il cuore dell’incentivo risiede nella sua capacità di essere cumulabile con altre offerte. L’incentivo è obbligatoriamente cumulabile al Conto Termico. E’ proprio grazie a questa caratteristica che può arrivare coprire tra l’85 al 95% dei costi ammissibili riconosciuti dal GSE. Questo significa che la spesa effettiva per i cittadini può essere notevolmente ridotta.

Ma come viene calcolato questo incentivo? Si basa su due criteri principali:

  1. Zona di installazione: Viene riconosciuto un massimale del 90-95% per i Comuni della Zona della conca ternana ed della Zona di valle, mentre i Comuni nella Zona Collinare Montuosa beneficiano di un massimale dell’85-90%.
  2. ISEE del beneficiario: Un ISEE inferiore a 30.000 € concede il 95% nei comuni della Zona Conca Ternana e della Zona di Valle e il 90% negli altri Comuni. Al contrario, un ISEE tra 30.000 € e 75.000 € garantisce un incentivo del 90% nei comuni della Zona Conca Ternana e della Zona di Valle e l’85% nelle altre zone.

I massimali di erogazione dell’incentivo previsti

L’incentivo riconosciuto dalla Regione ha inoltre un massimale da 2.000 a 5.000 € in base alla tipologia di impianto a biomassa installato:

  • Nuova stufa a 4 stelle: 2.000 €;
  • Nuova stufa a 5 stelle: 3.000 €;
  • Nuovo termocamino a 4 stelle: 3.000 €;
  • Nuovo termocamino a 5 stelle: 4.000 €;
  • Nuova caldaia a 4 stelle 4.000 €;
  • Nuova caldaia a 5 stelle 5.000 €.

L’entità effettiva dell’incentivo viene quindi calcolata tenendo in considerazione sia il massimale dell’incentivo regionale che il massimale cumulato tra incentivo regionale e Conto Termico.

Questo bando, dunque, rappresenta un passo concreto verso l’efficientamento energetico, offrendo incentivi sostituzione stufa a legna, incentivi sostituzione camino e incentivi sostituzione riscaldamento a biomassa. Per i cittadini umbri, è l’occasione ideale per modernizzare il proprio sistema di riscaldamento, salvaguardando l’ambiente e risparmiando sulle bollette.

Esempio di calcolo dell’incentivo

L’attuale scenario energetico sottolinea l’importanza di optare per soluzioni di riscaldamento efficienti, soprattutto in Umbria, dove il bando stufe Regione Umbria emerge come una soluzione chiave per i residenti. Questo bando è una risposta diretta per coloro che vogliono districarsi dai crescenti costi del gas, offrendo incentivi sostituzione stufa a legna, incentivi sostituzione camino e incentivi sostituzione riscaldamento a biomassa.

Immaginiamo una situazione comune: l’installazione di un nuovo termocamino a 5 stelle in sostituzione di un camino aperto da parte di un beneficiario con un ISEE di 29.000 € nel Comune di Terni. La dinamica dell’incentivo funziona così: il GSE riconosce al beneficiario un incentivo di 1.500 € su 5.000 € di spese ammissibili. Ma non si ferma qui. Grazie al bando stufe, il beneficiario può presentare domanda alla Regione Umbria per ulteriori agevolazioni. In questo caso, ottiene un ulteriore incentivo di 3.250 €, calcolato come il valore inferiore tra il valore ottenibile basato sul massimale cumulato (5.000 x 95% – 1.500 = 3.250 €) e l’importo massimo regionale per quella tecnologia specifica (Termocamino a 5 stelle = 4.000 €).

Questa struttura di incentivi non solo agevola la transizione verso soluzioni di riscaldamento più sostenibili, ma rappresenta anche un sostanziale risparmio economico. La Regione Umbria, con il suo bando stufe, conferma l’impegno a supportare i suoi cittadini nella scelta di opzioni energetiche più ecologiche, come quelli a pompa di calore, ibridi a pompa di calore e termocamini. È un’occasione imperdibile per chi desidera un’abitazione più verde ed efficiente dal punto di vista energetico.

Come presentare la domanda per il Bando Stufe della Regione Umbria?

A questo punto rimane solo da chiarire solo un aspetto: Come presentare domanda e accedere a tali benefici? Le domande di incentivazione potranno essere presentate a sportello dalle ore 15:00 del 1 settembre 2023, alle ore 14:00 del 31 ottobre 2025 nell’apposita pagina web resa disponibile sul portale regionale nella sezione Bandi dell’area tematica Ambiente.

Per quanto riguarda le risorse stanziate, sono state allocate 5.500.000 € suddivisi nel modo seguente:

  • 1.000.000 € nell’esercizio finanziario 2023;
  • 2.500.000 € nell’esercizio finanziario 2024;
  • 2.000.000 € nell’esercizio finanziario 2025.

Desideri approfondire? Consulta il Bando sul sito istituzionale della Regione Umbria nel Bollettino n. 37 del 02/08/2023. L’Allegato B del Bando fornisce anche un dettagliato elenco dei Comuni interessati dalla zonizzazione.

Tuttavia, se la prospettiva di navigare attraverso questi dettagli ti sembra scoraggiante, Valore Energia è qui per guidarti. Decidendo di affidarti a noi, il nostro esperto team si occuperà di tutto. Non esitare e compila il modulo contatti: sarai presto ricontattato dal nostro staff, pronto a fornirti tutte le informazioni necessarie e ad accompagnarti in questo percorso verso l’efficienza energetica.

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Cosa è il PUN (prezzo unico nazionale) e come determina il costo dell’elettricità?

Cosa è il PUN (Prezzo Unico Nazionale)? Qual è la sua influenza sul costo dell’elettricità? Il punto della situazione

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Nel complesso scenario energetico italiano, è fondamentale comprendere come vengono calcolate le tariffe luce che influenzano la nostra quotidianità e le strategie aziendali. Una delle chiavi per decifrare questo mistero risiede nella comprensione di cosa è il PUN, ovvero il Prezzo Unico Nazionale.

Tra i numerosi fattori che determinano le tariffe della luce c’è anche il PUN dell’energia elettrica. Come gran parte dei prodotti presenti sul mercato nazionale, infatti, anche la vendita di elettricità a partire dal 2007 è stata liberalizzata e quotata in una speciale borsa. Prima di questa data, l’approvvigionamento elettrico non rientrava nella modalità del mercato libero, bensì era gestito in regime di monopolio pubblico.

Con l’avvento del decreto Legislativo n. 79/99 e 125/07, conosciuto come decreto Bersani, l’Italia ha intrapreso un percorso di riforma, introducendo la distinzione tra mercato elettrico libero e servizio di maggior tutela. Questo cambiamento ha permesso a privati e imprese di scegliere liberamente quale tipo di fornitura elettrica sottoscrivere e quale fornitori di energia preferire.

La chiave per una scelta informata e vantaggiosa, soprattutto in un periodo di crescente attenzione verso l’efficientamento energetico e l’uso di fonti rinnovabili come il fotovoltaico, risiede nella comprensione del funzionamento e delle dinamiche del PUN dell’energia elettrica. Solo attraverso la piena consapevolezza di cosa è il PUN e di come influenzi il costo finale sulla bolletta, sarà possibile per imprenditori e cittadini adottare le scelte più idonee al proprio profilo di consumo e alle proprie esigenze.

Pronto a scoprire di più? Allora prosegui nella lettura!

Cosa è il PUN (prezzo unico nazionale) per l’energia?

La sigla PUN si riferisce al Prezzo Unico Nazionale, un indicatore fondamentale nel settore dell’energia. Esso rappresenta la media pesata dei prezzi di vendita dell’energia elettrica in Italia, tenendo conto delle contrattazioni che avvengono in differenti zone del Paese, ad ogni ora e giornata.

In altre parole, cosa è il PUN? Fondamentalmente, il PUN dell’energia elettrica riflette le operazioni di compravendita che si svolgono nell’IPEX (Italian Power Exchange), ossia la Borsa Elettrica Italiana. Attraverso queste dinamiche, produttori e fornitori stabiliscono il costo dell’energia elettrica che poi raggiungerà i clienti finali.

Le fluttuazioni dell’indice PUN dell’energia elettrica giocano un ruolo cruciale nella determinazione delle tariffe energetiche. Se il PUN aumenta, ciò potrebbe riflettersi in un aumento dei costi in bolletta. Tuttavia, l’effetto del PUN può manifestarsi in tempi differenti a seconda della tipologia di tariffa luce scelta. Mentre una tariffa a prezzo fisso garantisce una certa stabilità, le offerte a prezzo indicizzato sono più sensibili alle variazioni del PUN, offrendo sia vantaggi in caso di ribassi che l’esposizione a potenziali rincari. Conoscere e comprendere questi meccanismi è fondamentale per fare scelte informate e strategiche, sia per le aziende che per i singoli consumatori.

Cos’è e come funziona la borsa elettrica nazionale?

Per capire cosa è il PUN, è fondamentale comprendere meccanismi complicati come quello della Borsa Elettrica Nazionale.

Abbiamo visto che, il prezzo unico nazionale (PUN) rappresenta la media pesata dei prezzi di vendita dell’energia elettrica in Italia. Deriva direttamente dalle operazioni di compravendita tra produttori e fornitori di energia, che, a loro volta, forniscono l’elettricità ai clienti finali. In parole povere, questo significa che:

  • Se il PUN sale, il costo dell’energia aumenta;
  • Se il PUN scende, si abbassa il costo dell’energia.

Cosa c’entra allora la Borsa Elettrica Nazionale? Questa rappresenta un mercato all’ingrosso dove avvengono le contrattazioni dell’energia prima della sua consegna effettiva ai fornitori. Questo mercato è suddiviso in diverse sessioni, e tra le più rilevanti troviamo il MGP (Mercato del Giorno Prima). All’interno del MGP, vengono presentate le offerte di energia destinate all’acquisto e alla vendita per il giorno successivo. In particolare, tali offerte seguono il modello del “prezzo marginale”, un concetto che approfondiremo tra poco.

Come si calcola il PUN?

Come avrai sicuramente capito, comprendere cosa è il PUN (Prezzo Unico Nazionale) diventa essenziale, specialmente per imprenditori e privati cittadini come te che mirano a proteggersi dai continui rincari energetici. Il PUN dell’energia elettrica rappresenta infatti l’elemento cardine della Borsa elettrica italiana, funzionando come prezzo di riferimento per l’energia tratta proprio da questo mercato. La sua valenza viene regolarmente divulgata sul portale mercatoelettrico.org, gestito dal Gestore dei Mercati Energetici.

Ma come viene determinato il PUN? Si tratta della media dei prezzi zonali del Mercato del Giorno Prima, ponderata sulla base degli acquisti complessivi, escludendo pompaggi e zone esterne. In altre parole dobbiamo tenere in considerazione che:

  1. Il prezzo al quale l’energia viene venduta in borsa varia a seconda della zona geografica.
  2. Contrariamente, le proposte d’acquisto si basano sul prezzo unico nazionale o PUN.

Pertanto, è fondamentale notare che il valore del PUN può oscillare in ogni singola ora, dipendendo dall’equilibrio tra domanda e offerta. Solitamente, raggiunge picchi nelle ore dove la produzione energetica si mostra più intricata e costosa. Viceversa, nei momenti in cui la produzione è abbondante, il prezzo tende a ridursi.

Infine, una volta che un mese solare si conclude, viene stabilito il prezzo mensile del PUN, che deriva dalla media dei prezzi rilevati durante tutti i giorni di quel mese. Conoscere e monitorare queste dinamiche è cruciale per chi ambisce a ottenere il meglio dalle energie rinnovabili, in particolare dal fotovoltaico.

Il rapporto tra PUN e Prezzo Marginale

Approfondiamo adesso il concetto di Prezzo Marginale. Comprendere questo concetto infatti può aiutare imprenditori e privati cittadini come te a navigare in un mercato in continua evoluzione e a individuare strategie per proteggersi da possibili rincari.

Poco più sopra abbiamo cercato di spiegare cosa è il PUN, o prezzo unico nazionale, ovvero il valore che rappresenta il costo dell’energia elettrica all’ingrosso.

Il Prezzo Marginale, invece, si riferisce al costo per fornire un’unità addizionale di energia elettrica al mercato. È determinato dall’offerta di energia più costosa accettata dal mercato in un determinato momento (ne parliamo anche qui). Tale prezzo quindi influisce in maniera direttamente proporzionale sul PUN. In altre parole, è chi ha il prezzo più alto per la fornitura dell’energia, a fare il PUN. Questo significa che il prezzo dell’energia dipende dal costo del metano visto che le centrali elettriche a fonti fossili sono quelle che hanno i costi di produzione più alti. Soprattutto adesso vista la difficile situazione tra Russia e Ucraina.

Di fronte a queste dinamiche, le soluzioni basate sulle energie rinnovabili, come il fotovoltaico, emergono come una risposta concreta. Installando impianti fotovoltaici, sia le aziende che i privati possono produrre energia in modo autonomo, riducendo la dipendenza dalle fluttuazioni del PUN e dei prezzi marginali e garantendosi una maggiore stabilità nelle spese energetiche.

Dove puoi trovare il valore del PUN

In un’era dove la consapevolezza energetica sta diventando centrale, comprendere cosa è il PUN, o Prezzo Unico Nazionale, diventa fondamentale per chi desidera fare scelte informate in termini di consumo energetico.

Ma, dove puoi trovare il valore del PUN?

La risposta è semplice:

  1. Sito del Gestore Mercati Energetici (GME): Questa è la risorsa principale e più affidabile per trovare il PUN dell’energia elettrica. All’interno del portale, nella sezione “sintesi mensile”, vengono pubblicati i dati relativi al valore del PUN.
  2. Procedure di Accesso: Prima di poter visualizzare i dati, devi accettare le Condizioni Generali e il contenuto del sito del GME. Una volta fatto, avrai libero accesso alla documentazione dettagliata.
  3. Dettagli del PUN: Selezionando il mese di interesse, non solo potrai vedere il valore del prezzo unico nazionale, ma anche differenziare tra il PUN di Picco e di Fuori Picco, offrendoti una visione completa del mercato energetico.

Andamento del PUN nel corso degli anni

L’analisi dell’andamento del prezzo unico nazionale o PUN rivela l’evoluzione del mercato energetico italiano, fornendo spunti preziosi per chi desidera comprendere e pianificare la propria strategia energetica, specialmente in un’ottica di efficientamento e sostenibilità. Di fondamentale interesse per imprenditori e privati cittadini che guardano al fotovoltaico come soluzione per mitigare gli impatti dei rincari, l’andamento del PUN è un indicatore che rivela, tra le altre cose, quanto sia rilevante nella determinazione dei costi energetici.

Momenti chiave dell’andamento del PUN:

  1. Inizio Pandemia (2020-2022): Prima dell’avvento della pandemia, il PUN era stabile intorno ai 50 €/MWh. Tuttavia, con il lockdown di marzo 2022 e la conseguente contrazione dei consumi, si è assistito a un crollo vertiginoso, con un minimo storico di 21,79 €/MWh a maggio 2020.
  2. Ripresa Post-Lockdown (2020-2021): Il periodo post-lockdown ha segnato una risalita repentina del PUN, che nell’estate 2021 ha raggiunto picchi di 100 €/MWh.
  3. Crisi energetica e tensioni geopolitiche (2021-2022): Con il deteriorarsi della crisi energetica e i conflitti in Ucraina, il PUN ha toccato record di 308 €/MWh nel marzo 2022, per poi culminare a 543 €/MWh in agosto 2022.
  4. Correzioni e fluttuazioni (2022-2023): Il 2023 ha mostrato segnali di stabilizzazione, con il PUN che ha mostrato una tendenza al ribasso, assestandosi intorno ai 105 €/MWh a luglio 2023.

Implicazioni per il Futuro:

Per chi desidera difendersi dai rincari, è essenziale monitorare l’andamento del PUN dell’energia elettrica e capire come questo influenzi i prezzi all’ingrosso. Le soluzioni basate sulle energie rinnovabili, come il fotovoltaico, offrono un’opportunità concreta per ridurre la dipendenza dai rincari del mercato e contribuire a un futuro energetico più sostenibile.

Se sei interessato a proteggerti dai rincari ti consigliamo di compilare il modulo sottostante con i tuoi dati per essere ricontattato dal team di Valore Energia!

 

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Da cosa dipende l’aumento del prezzo dell’energia elettrica?

La causa principale dell’aumento del prezzo dell’energia elettrica è legato al “sistema marginale” ovvero il sistema attraverso il quale viene deciso ogni giorno il costo della corrente elettrica.

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La causa principale dell’aumento del prezzo dell’energia elettrica è legato al sistema marginale ovvero il sistema attraverso il quale viene deciso ogni giorno il costo della corrente elettrica.

Nel contesto energetico attuale, il aumento prezzo energia elettrica è diventato una problematica sempre più pressante, tanto per gli imprenditori quanto per i privati cittadini. L’industria, le piccole imprese e le famiglie sono direttamente colpite dai continui rincari elettricità, che influenzano non solo la gestione economica ma anche la programmazione futura. Uno dei principali colpevoli di questo incremento sta nel sistema attraverso il quale viene determinato il costo della corrente: il sistema marginale.

Il sistema marginale, in pratica, stabilisce il prezzo dell’elettricità basandosi sulla proposta di prezzo dell’ultima fonte di energia accettata per soddisfare la domanda. Questa dinamica ha portato ad un nuovo caro energia, con previsioni di ulteriori rincari energia fine 2023 (ne parliamo anche qui). L’impennata dei prezzi preoccupa, ma esiste una soluzione sostenibile ed efficace: le energie rinnovabili.

Difendere la propria azienda o il proprio bilancio familiare dai rincari luce è possibile, grazie all’adozione di fonti energetiche alternative. Il fotovoltaico, in particolare, emerge come un baluardo contro l’instabilità del mercato elettrico. Invitiamo, dunque, tutti coloro che desiderano liberarsi dalla spirale dei rincari a considerare le potenzialità del fotovoltaico come strumento di autonomia e sostenibilità energetica.

Nel frattempo puoi scoprire più approfonditamente come funziona il mercato dell’energia e da cosa dipende l”aumento del prezzo dell’energia elettrica continuando nella lettura.

Il mercato dell’energia in breve

Iniziamo a dire che il prezzo dell’energia elettrica è definito dal mercato, dalla borsa dell’energia elettrica o IPEX (Italian Power Exchange). Per gli addetti ai lavori questo prezzo è chiamato PUN – Prezzo Unico Nazionale. Il prezzo del giorno successivo viene negoziato incrociando domanda e offerta per ogni ora e in base alla zona. In altre parole, il PUN non è nient’altro che la media di questi prezzi pesata sui volumi di energia scambiati, e viene misurato in euro al megawattora.

L’aumento del prezzo dell’energia elettrica non è una semplice notizia di passaggio. Negli ultimi anni, con particolare intensità nel 2023, abbiamo assistito a significativi rincari elettricità che hanno inciso sui bilanci di imprenditori e famiglie. Questo nuovo caro energia non è da sottovalutare, considerando le proiezioni che segnalano ulteriori rincari energia fine 2023.

In Italia, chi gestisce la borsa elettrica è il Gestore dei Mercati Energetici o GME, alla quale è attribuito l’incarico di promozione e sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica. Il PUN prima della pandemia variava di media tra i 50-80 €/MWh. Tuttavia, la situazione ha visto un’escalation, con picchi nel 2022 che hanno raggiunto cifre impensabili.

Le oscillazioni dei prezzi dell’energia elettrica

La conseguenza principale del sistema marginale per il calcolo del costo dell’energia è la stretta correlazione tra l’andamento del prezzo del gas naturale e quello dell’elettricità. In un periodo come questo che stiamo vivendo, guerra in Ucraina e scarsità di gas metano, è quindi normale un aumento del prezzo dell’energia.

Spieghiamo meglio quanto appena espresso. Se si compara l’andamento del prezzo del gas naturale sul relativo mercato di scambio, il PSV (Punto di scambio virtuale, gestito anch’esso dal GME), si vede come le curve abbiano un andamento del tutto simile. La curva del gas naturale influenza quella dell’elettricità.

In altre parole, sulla borsa dell’elettricità, tutti i produttori dichiarano, il giorno prima, quanta elettricità potrebbero produrre il giorno seguente, ora per ora, e il relativo prezzo di vendita sul mercato, indipendentemente dalla fonte di produzione, sia essa rinnovabile o meno. Chi gestisce la borsa elettrica detiene la previsione della domanda del giorno seguente, fornita da Terna. Questo operatore di mercato, in risposta, inizia a “raccogliere” l’elettricità dai produttori che hanno proposto il prezzo più basso, fino a soddisfare il fabbisogno.

Ecco spiegato l’andamento dei rincari luce: per coprire la domanda durante le ore di punta, il prezzo sale poiché si fa ricorso alle centrali la cui produzione ha i costi più alti. Le protagoniste di questa escalation sono le centrali termoelettriche a gas.

Le diverse fonti per la produzione di elettricità

Nel contesto energetico odierno, comprendere che esistono diverse fonti di produzione dell’elettricità si rivela fondamentale. Soprattutto alla luce dell’incessante aumento prezzo energia elettrica e dei conseguenti rincari elettricità che colpiscono la bolletta di imprenditori e cittadini. L’ascesa dei rincari luce e le prospettive del rincari energia fine 2023 rendono ancora più urgente la necessità di rivolgersi verso fonti energetiche sostenibili ed economiche.

Giusto per dare un ordine di grandezza qualitativo, le centrali ad energia rinnovabile sono quelle con i costi di produzione più bassi. In altre parole, questo tipo di centrali entrerà sempre in produzione per coprire la domanda di base. Il motivo della loro convenienza è uno: non devono comprare l’energia primaria dalla quale ricavare elettricità, rendendole particolarmente vantaggiose.

In ordine crescente di costo, le fonti di energia sono le seguenti:

  1. Solare
  2. Idroelettrico
  3. Eolico
  4. Carbone (con produzione limitata in Italia)
  5. Nucleare (energia importata)
  6. Centrali a gas (metano e/o gpl)

Come facilmente intuibile, le centrali a gas o a fonti fossili sono quelle più care. Queste infatti sono soggette non solo ai costi di gestione, ma anche all’acquisto del gas dal mercato, che ha visto un incremento di prezzo considerevole da marzo 2021.

Questo panorama porta alla peculiarità del meccanismo di mercato della borsa elettrica: il prezzo orario è stabilito dalla centrale più costosa chiamata a produrre in un dato momento. Facendo un esempio pratico, in un contesto simile è come se quando andassimo a fare shopping, tutti gli articoli che vengono comprati assumessero il prezzo dell’articolo più costoso. Questo modello, noto come “a prezzo marginale”, adottato in molti paesi dell’Unione Europea, ha evidenti inefficienze economiche. Specialmente ora, con il drastico divario tra il prezzo del gas naturale e le altre fonti primarie.

I motivi dell’adozione del modello “prezzo marginale”

Ma perché è stato adottato il modello a prezzo marginale se presenta delle notevoli inefficienze economiche come il recente aumento del prezzo dell’energia elettrica?

Se sei arrivato a questo punto probabilmente ti starai ponendo questa domanda. Proviamo a rispondere brevemente. Il motivo dell’adozione di questo sistema sta nel voler favorire le centrali di produzione di energia che utilizzano le rinnovabili. A parità di prezzo di vendita dell’energia infatti, queste ultime hanno senza dubbio dei ricavi maggiori visto che il costo di produzione della stessa è praticamente nullo rispetto alle centrali a fonti fossili. In questo modo i governi hanno cercato di incentivare gli investimenti nelle rinnovabili negli ultimi anni.

Tuttavia, oggi il contesto geopolitico e quindi economico è mutato radicalmente rispetto al passato. Sono in molti a denunciare l’inefficienza di questo metodo per stabilire il prezzo dell’energia, ma sono in pochi a proporne il cambiamento e l’adozione di un nuovo modello economico. In altre parole, la questione oggi è politica più che economica, e proprio per questo motivo noi non possiamo fare altro.

Quello che sappiamo per certo è che è venuto il tempo di reagire a questo nuovo caro energia. La soluzione per molti potrebbe risiedere nelle energie rinnovabili, e in particolare nel fotovoltaico, offrendo una protezione contro i crescenti costi e sostenendo un futuro energetico più verde.

Come difendersi dall’aumento prezzo energia elettrica

L’attuale panorama energetico, con il continuo aumento prezzo energia elettrica, pone una sfida significativa per imprenditori e privati cittadini. In questo scenario, le energie rinnovabili emergono come la soluzione ottimale, e il fotovoltaico in particolare si rivela un alleato potente.

In attesa che questo meccanismo venga revisionato (si spera) il prima possibile, come possiamo agire per difenderci dal nuovo caro energia nel frattempo?

Ecco di seguito un elenco di utili consigli:

  1. Sostituire tutte le lampadine tradizionali con più efficienti lampade a LED.
  2. Risparmio consapevole: accendere le luci solo quando necessario e spegnerle quando non servono.
  3. Evitare la modalità stand-by, spegnendo completamente gli apparecchi e rimuovendo la spina.
  4. Regolare pompe di calore o aria condizionata a temperature moderate, senza farli lavorare sempre a piena potenza.
  5. Usare elettrodomestici come lavatrice e lavastoviglie nelle fasce orarie più economiche.
  6. Sfruttare l’autoconsumo con i pannelli fotovoltaici, o, se non ne disponete, considerare l’installazione di pannelli “plug an play”.
  7. Investire in elettrodomestici ad alta efficienza energetica, sostituendo i modelli vecchi e meno efficienti con quelli di ultima generazione.

La scelta delle energie rinnovabili, e in particolare del fotovoltaico, non solo riduce l’impatto ambientale ma si traduce anche in risparmi significativi sulla bolletta. Se desiderate ulteriori informazioni su come poter beneficiare dell’energia fotovoltaica e difendervi dai crescenti rincari, vi invitiamo a lasciare i vostri dati nel modulo contatti in fondo alla pagina. Lo staff di Valore Energia ti ricontatterà al più presto con tutte le indicazioni necessarie e ad assistervi nella vostra scelta energetica sostenibile.

 

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In arrivo nuovi rincari luce e gas per fine 2023

Secondo Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) sono in arrivo nuovi rincari luce e gas per fine 2023.

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L’allarme è stato lanciato: secondo Arera, l’autorità di regolazione per energia reti e ambiente, sono in arrivo nuovi rincari luce e gas per fine 2023. Questo nuovo caro bollette fine 2023 riguarderà non solo i rincari gas ma anche i rincari luce, colpendo pesantemente le tasche di imprenditori e privati cittadini.

Stefano Besseghini, presidente di Arera, ha dichiarato nel corso di un’audizione alla Commissione Finanze della Camera che, nonostante il prezzo del gas naturale sia diminuito da gennaio 2023 fino a marzo, ci aspettano purtroppo rincari energia nei prossimi mesi. E questo sarà vero sia per quanto riguarda l’elettricità che per quanto riguarda il gas. Chi sperava che il caro bollette fosse ormai un dato da archiviare con l’inverno 2022-2023 rischia una doccia fredda

È evidente che diventa sempre più necessario difendersi da questi rincari, ed una soluzione efficace è rappresentata dalle energie rinnovabili, ed in particolare dal fotovoltaico. Per questo, noi di Valore Energia, azienda specializzata nell’installazione di grandi impianti fotovoltaici ed altri impianti di efficientamento energetico, ci proponiamo come il tuo partner ideale se vuoi intraprendere questo percorso verso l’autosufficienza energetica.

Investire in impianti fotovoltaici non solo permette di contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici, ma rappresenta anche una scelta strategica per ridurre drasticamente i costi delle bollette. Invitiamo tutti gli interessati a proseguire nella lettura per scoprire di più su come proteggersi dai rincari luce e gas grazie al fotovoltaico.

 I numeri di Arera sui rincari di luce e gas

I numeri forniti da Arera sui rincari di luce e gas sono preoccupanti. Nonostante nel primo trimestre 2023 sia stata registrata una riduzione del prezzo di riferimento dell’energia elettrica pari al 19,5% rispetto al quarto trimestre 2022, il futuro prossimo non sembra altrettanto roseo. Le quotazioni dei mercati all’ingrosso dell’energia elettrica per i prossimi mesi “hanno mostrato volatilità crescente“.

Di conseguenza, le quotazioni per il terzo e quarto trimestre sono in rialzo, con aumenti di circa il 10% nel terzo trimestre e del 25% nel quarto trimestre rispetto alle quotazioni del secondo trimestre. Questo trend conferma l’andamento dei rincari energia, contribuendo ad un nuovo caro bollette fine 2023.

Questa situazione implica un aumento significativo delle spese per gli imprenditori e i privati cittadini, già gravati da rincari bollette precedenti. È fondamentale, quindi, cercare soluzioni alternative per difendersi da questi rincari. Le energie rinnovabili, ed in particolare il fotovoltaico, rappresentano una risposta efficace a questi rincari luce e gas. Installando un impianto fotovoltaico, è possibile produrre energia pulita ed economica direttamente dalla propria abitazione o azienda, riducendo così la dipendenza dall’energia fornita dalla rete elettrica e, di conseguenza, l’incidenza dei rincari sulle proprie bollette.

I motivi del rincaro: nuove speculazioni in arrivo

Il mercato dell’energia è attualmente influenzato da numerose incognite, che rendono le previsioni sui rincari luce e gas particolarmente incerte. Tra i i fattori che contribuiscono ad un clima di incertezza possiamo senza dubbio citare i seguenti: l

  • la ripresa economica cinese,
  • l’ipotetico taglio definitivo delle forniture russe
  • la riduzione del nucleare francese,
  • la riduzione della produzione dell’idroelettrico a causa della siccità

Ma a giocare un ruolo decisivo sono come al solito le speculazioni sui mercati che sono in grado di influenzare notevolmente il prezzo dell’energia. E’ proprio a causa delle speculazioni che le quotazioni dell’energia si impennano all’aumento della domanda da parte delle famiglie.

Se gli aumenti del gas e della luce, rispettivamente del 15% e del 25%, dovessero avverarsi, ci si deve prospettare una stangata pari a +317€ complessivi annui a nucleo famigliare rispetto alle tariffe attuali. Questo nuovo caro bollette fine 2023 rappresenta un ulteriore peso per le famiglie e le imprese italiane, già gravate dai precedenti rincari bollette.

Il fotovoltaico: l’unico vero alleato contro la volatilità dei prezzi dell’energia

In un contesto in cui i rincari luce e gas sembrano essere l’unico orizzonte visibile, il fotovoltaico si afferma come l’unico vero alleato contro la volatilità dei prezzi dell’energia. Questa tecnologia consente infatti di produrre energia elettrica in modo autonomo e sostenibile, riducendo drasticamente la dipendenza dalle fonti energetiche tradizionali e, di conseguenza, l’impatto dei rincari energia sulle bollette. In un momento in cui il nuovo caro bollette fine 2023 rappresenta una minaccia concreta per il bilancio delle famiglie e delle imprese, investire in fotovoltaico rappresenta una scelta strategica ed ecologicamente responsabile.

Valore Energia, offre soluzioni personalizzate per l’installazione di impianti fotovoltaici ed altri impianti di efficientamento energetico, contribuendo attivamente alla lotta contro i rincari bollette. Grazie alla nostra esperienza e professionalità, siamo in grado di guidare i nostri clienti in ogni fase del progetto, dalla pianificazione alla realizzazione, garantendo risultati ottimali e un servizio di assistenza post-vendita di altissimo livello.

Se sei un imprenditore o un privato cittadino e desideri proteggerti dai rincari luce e gas grazie al fotovoltaico, non esitare a contattarci. Compila il modulo contatti che trovi in fondo alla pagina con i tuoi dati e un nostro esperto ti contatterà al più presto per fornirti tutte le informazioni di cui hai bisogno e per pianificare un intervento su misura per te. Non lasciare che i rincari energetici compromett

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Bando agrisolare 2023: il punto sugli incentivi a fondo perduto e gli interventi finanziabili

Bando agrisolare 2023: in cosa consistono gli incentivi a fondo perduto? Quali interventi possono essere finanziati con questi fondi?

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Il Bando agrisolare 2023 (leggi il testo qui), delineato nel recente decreto parco agrisolare, rappresenta una pietra miliare nella promozione della sostenibilità e dell’efficienza energetica nel settore agricolo, zootecnico e agroindustriale. Rivolto a imprenditori del settore primario, il bando offre un’opportunità unica per coloro che desiderano installare nuovi impianti fotovoltaici o massimizzare le prestazioni di quelli esistenti.

La misura “Parco Agrisolare” è stata creata per sostenere specificamente gli interventi che comprendono lacquisto e posa in opera di pannelli fotovoltaici sui tetti di fabbricati strumentali all’attività in questi settori. Inoltre, il bando include eventuali interventi di riqualificazione dei fabbricati per migliorare l’efficienza energetica delle strutture stesse.

Valore Energia è pronta ad assisterti in questo percorso di crescita e sostenibilità. Con la nostra esperienza e conoscenza del Bando agrisolare 2023, siamo il partner ideale per guidare la tua impresa attraverso questa opportunità senza precedenti. Contattaci oggi per scoprire come possiamo aiutarti a realizzare i vostri obiettivi energetici e ambientali.

Nel frattempo puoi scoprire più in dettaglio il funzionamento del bando agrisolare 2023 e gli interventi che possono beneficiare di questi incentivi continuando a leggere questo articolo!

Quali soggetti possono beneficiare del nuovo Bando Agrisolare 2023?

Il Bando Agrisolare 2023 è una straordinaria opportunità per molte entità nel settore agricolo, che mira a promuovere l’energia rinnovabile e l’efficienza energetica. Il bando agrisolare 2023 si rivolge specificamente agli imprenditori del settore primario, offrendo incentivi significativi per l’installazione di impianti fotovoltaici e la riqualificazione energetica.

I soggetti idonei che possono beneficiare degli incentivi individuati dal bando sono dettagliatamente delineati nel bando, e includono:

  1. Gli IMPRENDITORI AGRICOLI. Sia in forma individuale che societaria, questi soggetti rappresentano la spina dorsale del settore agricolo e sono quindi i principali destinatari del bando.
  2. Le IMPRESE AGROINDUSTRIALI. Con un codice ATECO specifico ancora da definirsi, queste imprese hanno un ruolo significativo nel settore agroindustriale e sono quindi incluse tra i beneficiari.
  3. Le COOPERATIVE AGRICOLE. Incluse quelle sotto forma di consorzio, queste società, similmente all’imprenditore agricolo, svolgono attività come la coltivazione del fondo, silvicoltura, allevamento di animali e attività connesse. Devono essere iscritte nella sezione speciale del registro imprese per essere idonee.
  4. Soggetti costituiti in forma aggregata: Ad esempio, associazioni temporanee di imprese (A.T.I.), raggruppamenti temporanei di impresa (R.T.I), reti d’impresa, comunità energetiche rinnovabili (CER). Questa categoria ammette una diversità di soggetti che possono unire le forze per beneficiare del bando.

La chiara demarcazione di questi soggetti nel Bando Agrisolare 2023 assicura che gli incentivi siano direttamente mirati a coloro che hanno il potenziale di fare la differenza nel settore. Valore Energia, con la sua esperienza nel campo dell’energia solare, è pronta a guidare gli imprenditori attraverso ogni fase del processo, dall’applicazione all’installazione, per garantire che le opportunità dell’Agrisolare 2023 siano pienamente realizzate. Contattaci oggi compilando il modulo in fondo alla pagina per saperne di più su come possiamo aiutarvi a raggiungere i tuoi obiettivi di sostenibilità energetica.

Gli interventi cxhe possono essere finanziati con il nuovo Bando Agrisolare 2023

Quali interventi possono essere finanziati con il nuovo Bando Agrisolare 2023?  Finanziato nel quadro del decreto parco agrisolare, questo bando si concentra sulla promozione della sostenibilità energetica e offre un sostegno finanziario per una serie di interventi mirati.

Gli interventi finanziabili all’interno del Bando Agrisolare 2023 includono:

  1. Installazione di Impianti Fotovoltaici: Sui tetti di fabbricati strumentali all’attività, con una potenza di picco non inferiore a 6 kWp e non superiore a 1 MWp.
  2. Rimozione e Smaltimento dell’Amianto: Un passo cruciale verso la creazione di un ambiente di lavoro sicuro.
  3. Realizzazione dell’Isolamento Termico dei Tetti: Migliorando notevolmente l’efficienza energetica delle strutture.
  4. Realizzazione di un Sistema di Aerazione: Connesso alla sostituzione del tetto, compresa l’intercapedine d’aria, per una ventilazione efficace.

Inoltre, sono ammissibili le seguenti spese relative alla realizzazione di impianti fotovoltaici:

  • Acquisto e posa di componenti come moduli fotovoltaici, inverter, software di gestione, e ulteriori componenti di impianto.
  • Sistemi di accumulo.
  • Fornitura e messa in opera dei materiali.
  • Costi di connessione alla rete.

Il limite massimo è di euro 1.500,00/kWp per l’installazione dei pannelli fotovoltaici, considerando anche le economie di scala, e fino ad ulteriori euro 1.000,00/kWh per sistemi di accumulo, senza eccedere euro 100.000,00. Inoltre, è prevista una spesa aggiuntiva fino a 30mila euro per l’installazione di dispositivi di ricarica elettrica per la mobilità sostenibile e le macchine agricole.

Logica di distribuzione delle risorse destinate al bando

Qual è la logica di distribuzione delle risorse destinate al bando? Questa domanda è fondamentale per gli imprenditori del settore primario interessati al Bando Agrisolare 2023. Con una dotazione complessiva di circa 1 miliardo di euro, questo decreto è strutturato per fornire un sostegno finanziario mirato alle diverse aree dell’agricoltura e dell’agroindustria.

La distribuzione delle risorse è stata attentamente pianificata per rispondere alle specifiche necessità del settore, come segue:

  1. Imprese di Produzione Agricola: Sul totale, 775 milioni di euro sono destinati alle imprese agricole. La suddivisione di queste risorse prevede:
    • Contributi a fondo perduto pari all’80% con vincolo di autoconsumo (anche condiviso) per quasi 700 milioni di euro.
    • Contributi a fondo perduto pari al 30% senza vincolo di autoconsumo per 75 milioni di euro.
  2. Imprese della Trasformazione Agricola: Altri 150 milioni di euro saranno assegnati a queste imprese, con possibilità di un contributo a fondo perduto fino all’80% senza vincolo di autoconsumo.
  3. Imprese dell’Agroindustria: Gli ultimi 75 milioni di euro sono riservati per queste imprese, che possono beneficiare di un contributo a fondo perduto pari al 30% senza vincolo di autoconsumo.
  4. Investimenti di Autoconsumo Condiviso: Le imprese possono realizzare investimenti in questa area, promuovendo la sostenibilità e l’efficienza energetica.

La logica di distribuzione delle risorse all’interno del Bando Agrisolare 2023 mira a sostenere lo sviluppo sostenibile e l’innovazione nel settore agricolo, promuovendo sia l’autoconsumo energetico che l’efficienza generale.

Le modalità di erogazione del contributo

Le modalità di erogazione del contributo nel quadro del Bando Agrisolare 2023 rappresentano una parte cruciale del percorso per coloro che vogliono capitalizzare le opportunità offerte da questa iniziativa. Come partner esperto nel settore, Valore Energia è pronta a guidare gli imprenditori come te attraverso questo processo. 

L’Agrisolare 2023, sotto il decreto parco agrisolare, è strutturato in modo da fornire un contributo fotovoltaico essenziale per promuovere la sostenibilità e l’efficienza energetica nelle attività agricole, zootecniche e agroindustriali.

Ecco le modalità di erogazione del contributo:

  1. Erogazione del Contributo: L’erogazione avverrà tramite bonifico bancario sull’IBAN fornito durante la compilazione della domanda. L’importo sarà trasferito in unica soluzione a intervento concluso.
  2. Anticipo: È possibile ottenere un anticipo fino al 30% del contributo totale, previo rilascio di fideiussione. Questo può aiutare a facilitare la fase iniziale del progetto.
  3. Cumulabilità: Il contributo Bando Parco Agrisolare PNRR 2023 è cumulabile con altri Aiuti di Stato, compresi quelli in regime de minimis. Questo deve essere fatto nel rispetto del divieto del doppio finanziamento e nel limite dell’intensità massima di aiuto stabilita per ciascuna tipologia di intervento.
  4. Compliance: Garantire la conformità con tutte le regolamentazioni e le direttive pertinenti è fondamentale per assicurare che il contributo venga erogato senza ostacoli.

Il Bando Agrisolare 2023 rappresenta una significativa opportunità per gli imprenditori del settore primario che desiderano installare o migliorare un impianto fotovoltaico sui tetti dei loro capannoni. Le modalità di erogazione del contributo sono state concepite per fornire un supporto flessibile e robusto, in linea con le esigenze dell’industria moderna.

Valore Energia è impegnata a supportare ogni fase del vostro progetto, dalla pianificazione all’installazione, assicurandoti di beneficiare pienamente di questo incentivo. Contattaci oggi compilando il modulo contatti in fondo alla pagina per scoprire come possiamo aiutarti a navigare le opportunità offerte dall’Agrisolare 2023 e realizzare la vostra visione di un’agricoltura più sostenibile e produttiva.

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Tutto quello che devi sapere sul nuovo Decreto Parco Agrisolare 2023

Cosa è, come funziona, quante risorse sono stanziate dal nuovo Decreto Parco Agrisolare 2023

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L’energia rinnovabile sta assumendo un ruolo sempre più centrale nel settore agricolo, zootecnico e agroindustriale. In questo contesto, il decreto Parco Agrisolare e relativo Bando (disponibile qui) rappresenta un’iniziativa innovativa ed entusiasmante. Ufficializzato il 24 luglio 2023, questo decreto ministeriale si inserisce nell’ambito del PNRR, Missione 2, componente 1, investimento 2.2 “Parco Agrisolare“, e prevede interventi specifici per la realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici a uso produttivo nel settore agricolo.

L’obiettivo principale del bando agrisolare è incentivare l’installazione di impianti fotovoltaici, trasformando gli edifici agricoli in vere e proprie centrali energetiche sostenibili. Le domande dovranno essere presentate dal 12 settembre al 12 ottobre 2023, un periodo che offre un’opportunità limitata ma preziosa per gli imprenditori che desiderano modernizzare le loro strutture e ridurre le emissioni.

Se sei un imprenditore nel settore primario e stai cercando modi per massimizzare le prestazioni dei tuoi capannoni agricoli, o vuoi installare un nuovo impianto fotovoltaico, il decreto Parco Agrisolare potrebbe rappresentare una straordinaria opportunità. Il finanziamento offerto potrebbe essere la chiave per portare la tua attività al livello successivo di sostenibilità ed efficienza energetica. Con Valore Energia al tuo fianco, potrai navigare attraverso ogni aspetto del bando, assicurandoti di sfruttare appieno le opportunità disponibili. Il futuro dell’energia nel settore agricolo è qui, e con il Parco Agrisolare, è a portata di mano.

Cosa è un Parco Agrisolare? Quali vantaggi può portare?

Il concetto di Parco Agrisolare si sta affermando come una delle innovazioni più promettenti nel campo dell’energia sostenibile, in particolare per il settore agricolo. Ma cosa significa esattamente, e perché rappresenta una scelta vantaggiosa per gli imprenditori del settore primario? Abbiamo riassunto i punti principali qui di seguito.

  1. Definizione del Parco Agrisolare: Il Parco Agrisolare è un progetto innovativo che combina la produzione agricola con la generazione di energia solare. Attraverso l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti di edifici a uso produttivo nel settore agricolo, zootecnico e agroindustriale, il decreto Parco Agrisolare intende promuovere la sostenibilità energetica nelle aree rurali.
  2. Vantaggi Economici: L’implementazione di un Parco Agrisolare consente agli imprenditori di ridurre significativamente i costi energetici. Il bando agrisolare mette a disposizione fondi sostanziali per l’installazione di questi sistemi, rendendo l’investimento ancor più conveniente.
  3. Sostenibilità Ambientale: I parchi agrisolari rappresentano un passo avanti importante verso una gestione responsabile delle risorse. Utilizzando l’energia solare, si contribuisce alla riduzione delle emissioni di gas serra, favorendo un’agricoltura più ecologica e sostenibile.
  4. Ottimizzazione delle Prestazioni: Per gli imprenditori che hanno già installato un impianto fotovoltaico, il Parco Agrisolare offre l’opportunità di massimizzare le loro prestazioni produttive. Ciò include l’ottimizzazione dell’efficienza energetica e l’adozione di tecnologie all’avanguardia.

Il Parco Agrisolare non è solo un concetto futuristico; è una realtà accessibile e vantaggiosa che sta trasformando il modo in cui il settore agricolo percepisce e utilizza l’energia. La combinazione di vantaggi economici, sostenibilità ambientale e opportunità di crescita rende il Parco Agrisolare una scelta saggia e lungimirante per ogni imprenditore agricolo che guarda al futuro.

Cosa prevede il nuovo bando Parco Agrisolare?

Il nuovo bando Parco Agrisolare rappresenta un’opportunità significativa per gli imprenditori del settore primario che cercano di integrare l’energia solare nelle loro operazioni. Con una dotazione totale di 993.031.470,19 €, il decreto si propone di incentivare la produzione di energia rinnovabile in diversi settori agricoli. Ecco cosa è necessario sapere:

  1. Risorse per la Produzione Agricola Primaria: Una quota sostanziale di 693.031.470,19 euro è destinata alle imprese del settore della produzione agricola primaria (come indicato nella tabella 1A dell’Allegato A del Decreto). Questo sottolinea l’importanza dell’implementazione di sistemi fotovoltaici in ambito agricolo.
  2. Supporto alla Trasformazione dei Prodotti Agricoli: Il bando prevede un finanziamento di 150 milioni di euro per le imprese che si occupano della trasformazione di prodotti agricoli (tabella 2A dell’Allegato A del Decreto), sottolineando l’impegno verso la sostenibilità in tutti gli aspetti dell’industria agricola.
  3. Fondi per la Trasformazione di Prodotti Agricoli in Non Agricoli: Le imprese che trasformano i prodotti agricoli in non agricoli (tabella 3A dell’Allegato A del Decreto) possono beneficiare di un finanziamento di 75 milioni di euro, evidenziando la volontà di incoraggiare una produzione più ecologica e responsabile.
  4. Finanziamento per la Produzione Agricola senza Vincolo dell’Autoconsumo: Per le imprese che non rispettano il vincolo dell’autoconsumo (tabella 4A dell’Allegato A del Decreto), sono stati stanziati 75 milioni di euro, offrendo flessibilità nelle modalità di utilizzo dell’energia prodotta.

Quali saranno i beneficiari del Bando Agrisolare?

Ecco chi potrà beneficiare delle risorse stanziate:

  1. Gli IMPRENDITORI AGRICOLI: Sia in forma individuale che societaria, gli imprenditori agricoli possono accedere ai fondi per installare o migliorare gli impianti fotovoltaici sui tetti dei loro capannoni o in altri spazi adeguati.
  2. Le IMPRESE AGROINDUSTRIALI: Le aziende che rientrano nel codice ATECO (ancora da definirsi) avranno l’opportunità di ottenere finanziamenti per promuovere l’uso dell’energia solare nelle loro operazioni.
  3. Le COOPERATIVE AGRICOLE: Compresi i consorzi e le società iscritte nella sezione speciale del registro imprese, queste organizzazioni potranno beneficiare dei fondi per implementare l’energia solare nelle loro attività di coltivazione del fondo, silvicoltura, allevamento di animali e attività connesse.
  4. Forme Aggregative di Imprese: I soggetti costituiti in forme aggregative come associazioni temporanee di imprese (A.T.I.), raggruppamenti temporanei di impresa (R.T.I), reti d’impresa, comunità energetiche rinnovabili (CER), potranno accedere ai fondi per promuovere progetti energetici congiunti.

In sintesi, il bando agrisolare offre un supporto finanziario mirato e flessibile per diversi attori del settore agricolo e agroindustriale, incoraggiando l’adozione di soluzioni energetiche sostenibili. Che si tratti di installare nuovi impianti o di ottimizzare quelli esistenti, Valore Energia è pronta ad assistere tutti i beneficiari idonei nel processo di domanda e implementazione, garantendo che i progetti rispondano pienamente ai requisiti del bando.

Contattateci oggi compilando il modulo in fondo alla pagina per esplorare come possiamo supportarvi nell’ambito del Parco Agrisolare e portare la vostra attività verso un futuro energeticamente efficiente e sostenibile.

Per quali interventi sarà possibile richiedere le risorse individuate dal Bando Parco Agrisolare 2023

Il Bando Parco Agrisolare 2023 rappresenta una significativa opportunità per gli imprenditori del settore primario che intendono investire in soluzioni energetiche sostenibili. Le risorse stanziatmirano a promuovere una transizione energetica verde, sostenendo specifici interventi nei fabbricati strumentali all’attività dei soggetti beneficiari. Ma quali sono esattamente gli interventi che potranno beneficiare del finanziamento?

  1. Acquisto e posa in opera di impianti fotovoltaici: È finanziato l’acquisto e la posa in opera di impianti fotovoltaici con potenza di picco non inferiore a 6kWp e non superiore a 1000kWp sulle coperture dei fabbricati strumentali all’attività dei soggetti beneficiari. Questo intervento è centrale nel Parco Agrisolare ed è progettato per incrementare la produzione di energia pulita.
  2. Rimozione e smaltimento dell’amianto dai tetti: Un intervento che mira alla sicurezza e alla sostenibilità, eliminando materiali dannosi e sostituendoli con soluzioni ecologiche.
  3. Realizzazione dell’isolamento termico dei tetti: Questo intervento migliora l’efficienza energetica dell’edificio, riducendo le perdite di calore e contribuendo a una gestione energetica più efficace.
  4. Realizzazione di un sistema di aerazione connesso alla sostituzione del tetto: Un’ulteriore misura per migliorare l’efficienza energetica, assicurando una ventilazione adeguata e una gestione ottimale della temperatura all’interno del fabbricato.

Se vuoi scoprire di più sugli interventi finanziabili da Bando Agrisolare 2023 leggi questo nostro approfondimento!

Valore Energia: il tuo partner ideale per ottenere i fondi del Bando per il Parco Agrisolare

Con l’annuncio del bando agrisolare e del decreto parco agrisolare, si apre una finestra di opportunità unica per gli imprenditori del settore primario. Valore Energia è al tuo fianco per aiutarti a navigare in questo nuovo scenario, garantendo un percorso agevole verso il successo.

  1. Esperienza e Conoscenza: Con anni di esperienza nell’installazione di impianti fotovoltaici, siamo in grado di guidarti attraverso ogni fase del processo. La nostra comprensione approfondita del Parco Agrisolare significa che possiamo personalizzare una soluzione che si adatti perfettamente alle tue esigenze.
  2. Supporto Completo: Dalla preparazione della documentazione necessaria per accedere ai fondi, fino all’installazione e alla manutenzione dell’impianto, il nostro team è dedicato al tuo successo.
  3. Tecnologia all’Avanguardia: Offriamo le tecnologie più avanzate e sostenibili, assicurando che il tuo impianto sia efficiente e conforme alle linee guida del Parco Agrisolare.
  4. Impegno verso la Sostenibilità: La nostra missione coincide con gli obiettivi del bando agrisolare, promuovendo l’energia rinnovabile e le pratiche sostenibili nel settore agricolo.

In conclusione, Valore Energia è più di un semplice fornitore; siamo il tuo partner strategico nel perseguire le opportunità offerte dal Parco Agrisolare. Contattaci oggi per scoprire come possiamo trasformare i tuoi capannoni e le tue attività agricole, massimizzando le prestazioni e garantendo un futuro più verde e prospero. La nostra esperienza, dedizione e tecnologia ci rendono il partner ideale per realizzare i tuoi obiettivi nell’ambito del Parco Agrisolare.

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Scambio sul posto e ritiro dedicato a confronto

Scambio sul posto e ritiro dedicato a confronto. Quali sono le differenze fra questi incentivi? Quale conviene di più? Facciamo il punto della situazione

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Nell’ambito dell’energia rinnovabile, due termini spesso vengono alla ribalta: Scambio sul Posto (SSP) e Ritiro Dedicato (RID). Entrambi sono sistemi regolamentati da specifiche normative che riguardano l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici, ma funzionano in maniere diverse. Comprendere le peculiarità di ognuno è fondamentale per sfruttare al meglio il potenziale del tuo impianto fotovoltaico. Ciò è valido sia che tu sia un privato che desidera massimizzare l’efficienza energetica della tua abitazione, sia che tu sia un imprenditore che intende ottimizzare il rendimento del tuo capannone industriale.

Lo Scambio sul Posto (SSP) è un meccanismo che permette di immettere in rete l’energia prodotta in eccesso dal proprio impianto fotovoltaico. Al tempo stesso permette anche di prelevare energia dalla rete quando l’impianto non produce abbastanza. In pratica, si tratta di un sistema di “prestito” dell’energia alla rete. Se l’argomento ti interessa puoi cliccare qui per approfondire.

Il Ritiro Dedicato (RID), al contrario, è un sistema che permette di vendere all’operatore del sistema elettrico (Gestore dei Servizi Energetici – GSE) l’energia prodotta in eccesso dal proprio impianto fotovoltaico. Se ti interessa di più questo argomento invece puoi cliccare qui per approfondire.

Entrambi i sistemi presentano vantaggi e svantaggi, che possono variare in base alle specifiche esigenze energetiche, alle dimensioni dell’impianto e ad altri fattori. Nella sezione successiva, analizzeremo più in dettaglio le caratteristiche di SSP e RID, confrontandone le peculiarità e aiutandoti a comprendere quale può essere la soluzione più vantaggiosa per te.

Cosa è e come funziona lo scambio sul posto

Il Scambio Sul Posto (SSP) è un sistema che permette di ottimizzare l’energia prodotta dal tuo impianto fotovoltaico. Questa soluzione, di particolare interesse sia per i privati che per gli imprenditori, risulta molto vantaggiosa nel caso in cui l’energia prodotta dal proprio impianto superi quella consumata.

Lo scambio sul posto funziona in modo piuttosto semplice: l’energia prodotta in eccesso dal tuo impianto fotovoltaico viene immessa nella rete elettrica, venendo in seguito scalata dalla tua bolletta energetica. In pratica, viene creata una sorta di “credito energetico” che puoi utilizzare quando il tuo impianto non produce abbastanza energia, ad esempio durante le ore notturne o nei periodi di minor irraggiamento solare.

Per poter usufruire del meccanismo di SSP, è necessario che l’impianto sia connesso alla rete elettrica e che sia dotato di un contatore capace di misurare sia l’energia immessa che quella prelevata dalla rete. Inoltre, lo scambio sul posto è un servizio regolamentato e gestito dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici), il quale stabilisce ogni anno le condizioni economiche e tecniche per l’erogazione del servizio.

Tuttavia, con l’approvazione della legge di bilancio 2021, lo scambio sul posto è destinato a essere gradualmente sostituito dal Ritiro Dedicato (RID). Questo cambiamento, conosciuto come fine SSP, prevede che l’energia prodotta in eccesso non sarà più scambiata con quella prelevata dalla rete, ma verrà invece venduta direttamente al GSE.

Cosa è e come funziona il Ritiro Dedicato

Il Ritiro Dedicato (RID) è un servizio gestito dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) che consente a chi possiede un impianto di produzione di energia rinnovabile di vendere all’ente l’energia prodotta in eccesso. Si tratta di una soluzione che offre interessanti opportunità sia per i privati che vogliono massimizzare l’efficienza dei loro impianti fotovoltaici installati sui tetti delle abitazioni, sia per gli imprenditori che intendono sfruttare i tetti dei loro capannoni industriali.

Ma come funziona il Ritiro Dedicato? Questo sistema funziona molto diversamente dal Scambio Sul Posto (SSP). Con il RID, l’energia che non usi e che viene prodotta dal tuo impianto fotovoltaico non viene scambiata con la rete, bensì viene venduta direttamente al GSE. Il GSE acquista questa energia a un prezzo che può essere definito annualmente (Prezzo Minimo Garantito) o può variare a seconda del mercato (Prezzo Zonale Orario).

L’entrata in vigore del RID, unitamente alla fine SSP, rappresenta un cambio di paradigma importante nella gestione dell’energia prodotta da fonti rinnovabili. Scegliere tra SSP e RID richiede una comprensione chiara del tuo consumo energetico, delle tue esigenze e dell’andamento del mercato dell’energia.

È importante notare che la scelta del RID comporta un maggiore impegno di gestione e controllo da parte dell’utente, dato che le variazioni di prezzo sul mercato possono influenzare la remunerazione dell’energia prodotta. Tuttavia, in determinate condizioni di mercato, il RID può portare a guadagni significativamente maggiori rispetto al SSP.

Quali sono le differenze tra Scambio sul Posto e Ritiro Dedicato?

Entrambe le opzioni, Scambio sul Posto (SSP) e Ritiro Dedicato (RID), possono essere utilizzate per la gestione dell’energia prodotta, tuttavia si differenziano per alcuni aspetti importanti. Vediamo in principali qui di seguito:

  1. lo Scambio sul Posto, prevede che l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico venga immessa direttamente nella rete elettrica locale. L’utente può poi utilizzare l’energia prodotta da altre fonti presenti nella rete, pagando solamente per l’energia effettivamente consumata, senza alcun costo fisso per la produzione dell’energia da parte dell’impianto fotovoltaico. Per l’energia immessa in rete, viene riconosciuto al produttore una sorta di rimborso da scalare sulla quota di energia consumata. Quindi, è corretto affermare che lo Scambio sul posto è un meccanismo di compensazione tra immissioni e prelievi.
  2. il Ritiro Dedicato, prevede invece che l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico venga acquistata da un soggetto terzo, il Gestore dei Servizi Energetici (GSE). In questo caso, l’utente riceve un pagamento per l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico, ma non ha alcuna possibilità di utilizzare direttamente l’energia prodotta. Il valore di questa energia è stabilito dal GSE e può variare a seconda di molteplici fattori.

La scelta tra SSP e RID può dipendere da diversi fattori, tra cui i seguenti:

  • profilo di consumo energetico,
  • esigenze specifiche
  • volatilità del mercato energetico.

In Valore Energia, il nostro obiettivo è guidarti nel processo di selezione. Ci assicureremo che tu scelga l’opzione che meglio si adatta alle tue necessità energetiche e agli obiettivi di sostenibilità. Con un’adeguata consulenza e pianificazione, puoi ottimizzare la produzione e la gestione dell’energia del tuo impianto fotovoltaico.

Scambio sul posto e ritiro dedicato: quando conviene l’uno e quando l’altro?

Nel campo dell’energia fotovoltaica, si presenta spesso il dilemma tra Scambio sul Posto (SSP) e Ritiro Dedicato (RID). Ciascuna opzione ha i propri vantaggi specifici e può essere la scelta ideale a seconda delle esigenze individuali e del contesto operativo. Per semplificare la decisione, è fondamentale comprendere quando conviene l’uno e quando l’altro.

In generale, lo Scambio sul Posto è l’opzione migliore per coloro che desiderano utilizzare direttamente l’energia prodotta dal proprio impianto fotovoltaico. In questo modo potrai ridurre i costi energetici e contribuendo alla sostenibilità ambientale. Questa opzione conviene maggiormente quando i kWh prelevati dalla rete sono circa lo stesso quantitativo di quelli immessi. Pertanto, lo Scambio sul Posto è particolarmente adatto ai contesti residenziali.

Il Ritiro Dedicato, d’altra parte, rappresenta l’opzione ideale per chi desidera monetizzare l’energia prodotta dal proprio impianto fotovoltaico. Questo conviene di più quando si è in possesso di grandi impianti fotovoltaici (oltre i 200 kW di potenza) che non sono asserviti a nessuna utenza. In questo modo i vantaggi dello Scambio sul Posto sono del tutto superflui poiché l’energia scambiata con la rete sarebbe praticamente nulla. Questa soluzione è quindi più adatta ai contesti aziendali, dove è più comune l’installazione di impianti fotovoltaici di grosse taglie come quelli industriali.

È importante sottolineare che l’unico servizio attivabile rimane oggi quello del Ritiro Dedicato, in seguito all’approvazione della fine dello Scambio sul Posto. Di conseguenza, è essenziale valutare attentamente le diverse opzioni disponibili e determinare quale sia la soluzione migliore per le proprie esigenze, considerando le caratteristiche dell’impianto fotovoltaico e le esigenze energetiche.

In Valore Energia, siamo pronti ad aiutarti a navigare in queste decisioni e a identificare l’opzione più vantaggiosa per il tuo caso specifico. Per una consulenza personalizzata, ti invitiamo a compilare il modulo contatti con i tuoi dati per essere ricontattato dal nostro esperto staff. Siamo qui per guidarti nel mondo dell’energia fotovoltaica, aiutandoti a massimizzare il rendimento del tuo investimento.

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La fine dello scambio sul posto e cosa cambierà con il Ritiro Dedicato

La fine dello scambio sul posto e l’inizio del ritiro dedicato per il fotovoltaico. Come cambierà la situazione? Facciamo il punto della situazione

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Benvenuti al nostro articolo dedicato alla fine dello scambio sul posto (SSP) e all’avvento del ritiro dedicato nel mondo del fotovoltaico. Questo cambiamento rappresenta un momento cruciale per chiunque possieda o stia considerando l’installazione di un impianto fotovoltaico, sia per uso privato che industriale.

Con l’abolizione dello scambio sul posto, si conclude un’era in cui l’energia prodotta dai vostri impianti fotovoltaici poteva essere scambiata con energia dal network elettrico. Questo meccanismo ha reso gli impianti fotovoltaici un investimento molto attraente per molte famiglie e imprenditori. Tuttavia, con la sua imminente fine, c’è bisogno di chiarire quali saranno le nuove regole del gioco.

Il ritiro dedicato (di cui parliamo meglio quiè il nuovo sistema previsto per la gestione dell’energia prodotta in eccesso dagli impianti fotovoltaici. Questa nuova modalità promette di offrire un’alternativa efficace alla fine dello scambio sul posto. Con il ritiro dedicato, l’energia in eccesso prodotta viene venduta al Gestore dei Servizi Energetici (GSE), piuttosto che essere scambiata sul posto.

In Valore Energia, comprendiamo che questi cambiamenti possono creare confusione. Il nostro obiettivo è quello di guidarvi attraverso la transizione dalla fine dello SSP al ritiro dedicato, assicurandoci che siate informati e pronti per navigare in questo nuovo scenario energetico. Che siate privati che intendono installare un impianto sul tetto di casa, o imprenditori che vogliono ottimizzare le prestazioni dei vostri impianti sui tetti dei capannoni industriali, siamo qui per aiutarvi a massimizzare i benefici del vostro impianto fotovoltaico nel corso di questa transizione.

La normativa che regola la fine dello scambio sul posto

Il quadro normativo che riguarda il settore delle energie rinnovabili sta subendo cambiamenti significativi. Con la Legge 22 aprile 2021, n. 53, l’aspetto più rilevante riguarda la fine dello scambio sul posto (SSP), una mossa che sta stimolando il dibattito tra privati e imprenditori che possiedono o intendono installare impianti fotovoltaici.

L’abolizione dello SSP è stata attuata per favorire l’istituzione delle comunità energetiche, con l’obiettivo di promuovere una produzione di energia più concentrata e distribuita. La legge punta inoltre a stimolare l’adozione di sistemi di accumulo di energia, inclusi i veicoli elettrici per il sistema vehicle-to-grid.

L’articolo 5 della legge evidenzia la volontà di promuovere:

  1. I sistemi di autoconsumo da fonti rinnovabili, mirando a ridurre l’utilizzo della rete elettrica.
  2. Meccanismi semplificati che escludono la quota di energia condivisa dalle voci oggetto di fornitura da parte di venditori terzi.
  3. L’impiego diffuso di sistemi di accumulo di energia, tra cui i veicoli elettrici, tramite un iter autorizzativo semplificato.

È importante notare che, pur prevedendo la fine dell’SSP, la legge tiene conto della necessità di proteggere gli investimenti già effettuati. Vengono introdotti nuovi meccanismi per incentivare l’autoconsumo istantaneo e la condivisione dell’energia all’interno di configurazioni di autoconsumo multiplo, come l’autoconsumo collettivo e le comunità dell’energia.

Di conseguenza, la fine dello scambio sul posto apre nuove prospettive per l’autoconsumo, con un’attenzione particolare per i sistemi di accumulo integrati. La transizione sarà certamente un percorso da affrontare con attenzione, ma Valore Energia è qui per aiutarti, che tu sia un privato o un imprenditore, ad adattarti ai nuovi scenari energetici.

Cosa è e come funziona lo scambio sul posto in breve

Lo scambio sul posto (SSP) è un meccanismo di compensazione energetica attualmente in discussione a causa dell’imminente fine del scambio sul posto. Ma cosa è lo SSP e come funziona?

Lo scambio sul posto è un sistema che permette a chi produce energia da fonti rinnovabili, ad esempio attraverso un impianto fotovoltaico, di cedere la propria energia in eccesso alla rete elettrica. In cambio, il produttore riceve un credito energetico che può utilizzare quando il suo impianto non produce energia, come durante la notte o nei periodi di minore irraggiamento solare.

Questo sistema offre una serie di vantaggi:

  1. Riduzione della bolletta elettrica: l’energia immessa in rete viene scalata da quella consumata, riducendo il costo finale.
  2. Indipendenza energetica: grazie all’accumulo energetico, il produttore può utilizzare la propria energia anche quando l’impianto non sta producendo.
  3. Sostenibilità ambientale: lo SSP promuove l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, riducendo l’impatto ambientale.

Tuttavia, a seguito della Legge 22 aprile 2021, n. 53, lo scambio sul posto sta per subire l’abolizione SSP, sostituito da nuovi meccanismi che mirano a incentivare l’autoconsumo istantaneo e la condivisione dell’energia all’interno di configurazioni di autoconsumo multiplo.

Esempio di scambio sul posto

Nel contesto della fine dello scambio sul posto (SSP), è utile considerare un esempio pratico per comprendere meglio come funzionava questo meccanismo. Considera un’installazione fotovoltaica sulla tua abitazione o capannone industriale che produce 5000 kWh di energia all’anno. Se la tua casa o attività consuma 4000 kWh all’anno, il tuo autoconsumo, ovvero l’energia che utilizzi direttamente dall’impianto, è di circa il 35%.

Ecco come si distribuisce l’energia:

  1. Autoconsumo diretto: Circa 2000 kWh sono utilizzati direttamente per il funzionamento della tua abitazione o attività. Questa energia ti consente un risparmio diretto in bolletta.
  2. Immissione in rete: I restanti 3000 kWh vengono immessi nella rete. Dei quali, i primi 2000 kWh possono essere controbilanciati da consumi notturni, invernali, ecc. Questa energia ti viene rimborsata a un tasso interessante.
  3. Energia in eccesso: Infine, l’energia in eccesso che non può essere controbilanciata da un tuo consumo (l’eccedenza) ti viene pagata al prezzo minimo garantito.

Cosa è e come funziona il ritiro dedicato in breve

Nel contesto dell’imminente fine dello scambio sul posto, un nuovo meccanismo sta emergendo come alternativa: il ritiro dedicato.

Ma cosa è e come funziona il ritiro dedicato? E come si inserisce nell’orizzonte di abolizione SSP?

Il ritiro dedicato è un meccanismo che permette ai produttori di energia da fonti rinnovabili, come i pannelli fotovoltaici, di vendere l’energia in eccesso prodotta direttamente al Gestore dei Servizi Energetici (GSE). Questo è fatto a un prezzo prestabilito, garantendo così un ritorno economico stabile e prevedibile.

I punti principali del ritiro dedicato includono:

  1. Vendita diretta all’operatore di rete: L’energia in eccesso viene venduta direttamente al GSE, evitando i costi associati alla vendita sul mercato energetico.
  2. Stabilità economica: Il prezzo dell’energia viene stabilito in anticipo, offrendo una maggiore certezza finanziaria per i produttori.
  3. Promozione delle energie rinnovabili: Proprio come lo scambio sul posto, il ritiro dedicato mira a incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili.

Con la fine dello scambio sul posto, il ritiro dedicato potrebbe diventare una soluzione molto valida per massimizzare il ritorno economico dell’energia prodotta dai tuoi pannelli solari. La fine dell’SSP non significa la fine delle opportunità, ma l’inizio di nuovi orizzonti per l’energia solare.

Quanto viene pagata l’energia ceduta al GSE con il Ritiro Dedicato?

Con l’imminente fine dello scambio sul posto (SSP), si pone la questione di quanto verrà pagata l’energia ceduta al GSE con il meccanismo del Ritiro Dedicato. La risposta a questa domanda dipende dalla modalità scelta per la vendita dell’energia in eccesso.

Esistono due opzioni principali:

  1. Prezzo Minimo Garantito: Questo è un prezzo fisso, stabilito dall’ARERA all’inizio dell’anno. Ad esempio, per il 2022, il prezzo è di 0,04 € al kWh.
  2. Prezzo Zonale Orario: Questo prezzo varia di ora in ora, di giorno in giorno, in modo simile al PUN (Prezzo Unico Nazionale).

Nel contesto dell’abolizione dello scambio sul posto, è interessante notare che molti dei proprietari di impianti fotovoltaici che hanno beneficiato del SuperBonus stanno ora guadagnando somme significative grazie al Ritiro Dedicato, dato che il prezzo dell’energia è notevolmente aumentato. Proviamo a spiegarlo meglio qui di seguito.

Come funziona il mercato dell’energia?

In un contesto caratterizzato dalla fine dello scambio sul posto, diventa essenziale comprendere come funziona il mercato dell’energia.

Il Gestore dei Mercati Energetici effettua un’asta sulla base dei consumi previsti per il giorno successivo, acquistando energia partendo da quella con il prezzo più basso (come quella prodotta dai pannelli fotovoltaici) fino ad arrivare a quella più costosa (come l’energia prodotta tramite gas).

L’energia solare ha un costo per kWh particolarmente basso poiché non sono previsti costi di produzione, al pari dell’idroelettrico e dell’eolico. Tuttavia, il prezzo dell’energia può subire fluttuazioni in base a eventi geopolitici, come le sanzioni alla Russia o i conflitti internazionali. In tali circostanze, il prezzo dell’energia può aumentare notevolmente.

Il prezzo al quale acquistiamo energia viene stabilito in base al prezzo più alto presente sul mercato. Ad esempio, nel novembre 2022, il PUN (Prezzo Unico Nazionale) si attestava intorno ai 0,16 €. Tuttavia, il prezzo dell’energia può variare, e la sua previsione e simulazione diventano complesse, soprattutto per quanto riguarda l’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici.

È quindi fondamentale dimensionare correttamente l’impianto, tenendo conto non solo dei prezzi attuali dell’energia, ma anche delle proiezioni per i prossimi 5-10 anni. Un altro aspetto importante da considerare è la possibilità di unirsi a comunità energetiche, unendo il ritiro dedicato al consumo collettivo, un’opzione che si sposa bene con l’abolizione dello scambio sul posto.

Sappiamo che questi possono essere argomenti complessi. Per questo motivo, presso Valore Energia, ci impegniamo a fornire contenuti dettagliati e consulenza professionale per guidare sia i privati che gli imprenditori attraverso queste sfide. Per parlare con un nostro operatore compila il modulo contatti che trovi qui di seguito con i tuoi dati!

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Cos’è il Ritiro Dedicato? Quali le differenze con lo Scambio sul posto?

Cos’è il ritiro dedicato? Quali sono le differenze con lo Scambio sul Posto? Scoprilo in questo approfondimento

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Sempre più famiglie ed imprenditori italiani stanno scegliendo di installare un impianto fotovoltaico sui tetti degli edifici in cui vivono o in cui hanno sede le loro attività produttive. Si tratta di una scelta che abbraccia un nuovo stile di vita più ecosostenibile. Ricorrere infatti all’energia solare per produrre energia elettrica permette di ridurre notevolmente le emissioni di anidride carbonica ed altri gas serra responsabili dei cambiamenti climatici in atto in questo momento. Ma non solo.

Con gli impianti fotovoltaici è possibile produrre da soli e gratuitamente l’energia elettrica di cui si ha bisogno. In questo modo potresti ridurre notevolmente la quantità di energia elettrica prelevata a pagamento dalla rete elettrica nazionale. In altre parole potresti abbattere i costi delle tue bollette anche dell’80%. Tutto ovviamente dipende dalla quantità di energia prodotta dal tuo impianto che riuscirai ad autoconsumare. Il ruolo giocato dalle batterie di accumulo, per le quali esistono degli incentivi di cui parliamo qui, è quindi molto importante.

Tuttavia, non tutta l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico viene autoconsumata o conservata in batterie di accumulo. Cosa succede a quest’altra energia quindi?

Questa energia di solito viene re-immessa in rete commercializzandola. In sostanza quindi, i possessori di un impianto fotovoltaico possono “vendere” l’energia che il loro impianto produce in eccesso, ovvero quella che non autoconsumano. Questa cessione avviene solitamente tramite due meccanismi: lo Scambio sul Posto ed il Ritiro Dedicato.

Ma cosa sono di preciso? Che differenza c’è tra Ritiro Dedicato e SSP?

Lo abbiamo chiesto ai nostri esperti ed abbiamo cercato di analizzare in particolare il meccanismo del Ritiro Dedicato, in quanto sarà proprio questa modalità a soppiantare nel corso dei prossimi anni lo Scambio sul Posto. Per scoprire di più a riguardo non ti resta altro che continuare a leggere!

Puoi richiedere una nostra consulenza o maggiori informazioni cliccando qui!

Cos’è il ritiro dedicato? Quali sono le differenze con lo Scambio sul Posto?

Cos’è il ritiro dedicato? Quali sono le differenze con lo Scambio sul Posto?

Scambio sul Posto e Ritiro Dedicato

Per capire meglio quale sia la differenza tra Scambio sul Posto e Ritiro Dedicato abbiamo deciso di affrontare prima singolarmente ognuna delle due modalità per poi evidenziarne in un secondo momento le loro differenze.

Che cosa è il Ritiro Dedicato?

Come abbiamo visto, un impianto fotovoltaico potrebbe produrre più energia di quella che il suo possessore potrebbe riuscire ad autoconsumare. Questa energia viene quindi solitamente reimmessa in rete e quindi commercializzata. Una delle modalità di commercializzazione di questa energia è quella del Ritiro Dedicato.

Secondo la definizione che è possibile trovare sul sito ufficiale del GSE, il Gestore dei Servizi Energetici:

“Il Ritiro Dedicato è una modalità semplificata a disposizione dei produttori per la commercializzazione dell’energia elettrica prodotta e immessa in rete.”

Tale modalità è attiva dal 1 gennaio 2008 e consiste nella cessione al GSE dell’energia elettrica immessa in rete dagli impianti. A sua volta, il GSE corrisponde ad ogni singolo produttore di energia, proprio come te, ad un determinato prezzo per ogni kWh immesso in rete. In questo caso il GSE è quindi un acquirente intermediario tra il produttore e il mercato dell’energia.

Ma perché ricorrere al GSE come intermediario?

I vantaggi di ricorrere al GSE sono sostanzialmente due:

  • semplificazione delle procedure;
  • redditività più sicura rispetto ai prezzi che caratterizzano il mercato libero sulla Borsa grazie ai prezzi minimi garantiti.

Un contratto di Ritiro Dedicato solitamente dura un anno solare ed è tacitamente rinnovabile. I possessori degli impianti fotovoltaici, alias i produttori di energia, inoltre, hanno la libertà di recedere il contratto in ogni momento. Per farlo dovranno però inviare la disdetta tramite il portale dedicato entro 60 giorni prima della data dalla quale si intende recedere.

Quali impianti possono accedere al Ritiro Dedicato e quali no?

Non è tanto il proprietario dell’impianto ad accedere ai contratti di Ritiro Dedicato quanto gli impianti di produzione dell’energia veri e propri. Per farlo, tali impianti devono rispettare le seguenti condizioni:

  • Devono avere una potenza inferiore a 10 MW e possono essere alimentati sia da fonti rinnovabili che non;
  • Se gli impianti di produzione dell’energia sono fonti rinnovabili come quella eolica, solare, geotermica, del moto ondoso, maremotrice, idraulica (limitatamente agli impianti ad acqua fluente) non c’è un limite di potenza da rispettare;
  • Devono avere una potenza apparente nominale inferiore a 10 MW se alimentati da fonti non rinnovabili, compresa la produzione non imputabile delle centrali ibride;
  • Devono avere una potenza uguale o superiore a 10 MW nel caso siano alimentati da fonti rinnovabili diverse da quelle citate in precedenza.

Non possono invece accedere ai contratti di Ritiro Dedicato gli impianti:

  • fotovoltaici incentivati dal D.M. 5 luglio 2012 (quinto Conto Energia) o D.M. 5 maggio 2011 (quarto Conto Energia per soli impianti con Tariffa Onnicomprensiva)
  • alimentati a fonti rinnovabili (non fotovoltaici) incentivati dal D.M. 18 Dicembre 2008, dal D.M. 06 Luglio 2012 e dal D.M. 23 Giugno 2016.

Infine una doverosa precisazione: il Ritiro Dedicato non è compatibile con il servizio di Scambio sul posto. Quindi accedere ad uno dei due esclude automaticamente l’accesso all’altro.

Come accedere al Ritiro Dedicato

I produttori di energia possono accedere al regime di Ritiro Dedicato secondo due modalità:

  • Modello Unico. In questo caso possono seguire l’iter semplificato per la realizzazione, la connessione e l’esercizio di nuovi impianti fotovoltaici che richiedono l’accesso al servizio di Ritiro Dedicato. Dopo aver ricevuto dal gestore di rete i dati presenti nel Modello Unico, il GSE, provvederà ad attivare il contratto. Sarà sempre il GSE a comunicare all’utente le informazioni per poterne visualizzare i dettagli tramite il portale Ritiro Dedicato – RID dell’Area Clienti GSE.
  • Modalità standard. Questa procedura ha sicuramente tempi più lunghi visto che prevede che l’invio dell’istanza per il RID, accessibile dall’Area Clienti GSE, avvenga entro 60 giorni dalla data di allaccio alla rete. All’interno della procedura dovranno inoltre essere indicati i dati tecnici e amministrativi.

Il prezzo di ritiro e le tariffe per gli oneri di gestione

Il prezzo per il ritiro dell’energia da parte del GSE è definito dall’Autorità per l’Energia ed è pari al prezzo zonale orario. Ma cosa significa tutto questo?

Il prezzo zonale orario è il prezzo sul mercato elettrico che varia in base all’ora nella quale l’energia viene immessa in rete oltre che in base alla zona di mercato in cui si trova l’impianto. In questo caso il gestore di rete trasmette le misure al GSE, che poi paga il corrispettivo di vendita in base al prezzo zonale orario.

Oltre a questa possibilità però si può anche richiedere dei prezzi minimi garantiti che vengono stabiliti ogni anno dall’Autorità per l’Energia. Tali prezzi riguardano tutti gli impianti che:

  • producono energia da fonti rinnovabili, non sono non incentivati con altri meccanismi di remunerazione, ed hanno una potenza fino a 1 MW;
  • sono già incentivati con altri meccanismi di remunerazione la cui potenza è fino a 100 kW, e sono impianti fotovoltaici;
  • sono già incentivati con altri meccanismi di remunerazione, hanno una potenza fino a 500 kW. e sono idroelettrici.

Il prezzo minimo definito da ARERA solitamente si differenzia per la fonte rinnovabile sulla quale si basano gli impianti che vogliono accedere al Ritiro Dedicato. Inoltre si differenziano anche in base alla quantità di energia ritirata su base annua.

Precisiamo che la maggior parte dei proprietari di un impianto fotovoltaico aderiscono al meccanismo del Ritiro Dedicato con il prezzo minimo garantito. Nel 2022, tale prezzo era di i 40,7 €/MWh quindi costoro potevano ricevere circa 0,04 € per ogni kWh di energia immessa in rete. Certo, il la remunerazione di questa energia tramite il Ritiro Dedicato non è molto conveniente. Ma quello che devi sapere è che a questo incentivo puoi aggiungere quelli previsti per le comunità energetiche. La somma dei due incentivi può anche arrivare a 0,17 €/kWh! Scopri come cliccando qui!

Scambio sul posto: cosa è e come funziona?

Lo scambio sul posto è un meccanismo che consente di immettere l’eventuale eccesso di energia prodotta da un impianto fotovoltaico nella rete elettrica, per poterne poi usufruire nei momenti in cui c’è maggiore richiesta ma meno produzione. A questo proposito puoi approfondire l’argomento cliccando qui.

Per poterne usufruire è necessario che gli impianti per la produzione di energia (solitamente fotovoltaici) siano connessi a un unico punto di connessione con la rete pubblica. Possono usufruire di questa possibilità tutti gli impianti alimentati da fonti rinnovabili o che siano utilizzati per la Cogenerazione ad Alto Rendimento fino a 200 kW di potenza. E’ importante precisare che la potenza degli impianti di produzione complessivamente installata nel sito non deve superare i 500 kW.

Lo scambio sul posto rimane comunque un meccanismo di compensazione tra immissioni e prelievi di energia. Questo significa è che ai fini di una corretta compensazione è necessario conteggiare tutta l’energia immessa in rete. Questa energia sarò poi compensata con quella prelevata dalla rete (e pagata in bolletta). Per questo motivo lo Scambio sul Posto è più simile ad un rimborso dell’energia prodotta in eccesso dal proprio fotovoltaico ed immessa in rete.

Di fatto, il GSE riconosce una corrispettivo economico per compensare l’energia immessa in rete, se quest’ultima eccede quella prelevata. Tale corrispettivo è variabile anche se mediamente si aggira intorno ai 0,15 € a kWh ed è quindi più conveniente rispetto al Ritiro Dedicato. Soprattutto perché anche in questo caso vi si possono sommare gli incentivi per le comunità energetiche. Tuttavia, entro metà del 2023 lo scambio sul posto non sarà più un’opzione accessibile ai nuovi impianti rinnovabili anche se rimarrà in vigore fino al 2024 per quelli che già ne usufruiscono. Lo scambio sul posto verrà sostituito in tota dai già accennati incentivi per le comunità energetiche.

Quali sono le differenze tra Scambio sul Posto e Ritiro Dedicato?

Entrambe le opzioni possono essere utilizzate per la gestione dell’energia prodotta da impianti fotovoltaici, tuttavia si differenziano per alcuni aspetti importanti.

La prima opzione, lo Scambio sul Posto, prevede che l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico venga immessa direttamente nella rete elettrica locale e che l’utente possa utilizzare l’energia prodotta dalle altre fonti presenti nella rete. In questo caso, l’utente paga solamente per l’energia effettivamente consumata, senza alcun costo fisso per la produzione dell’energia da parte dell’impianto fotovoltaico. Per l’energia immessa in rete invece, viene riconosciuto al produttore una sorta di rimborso da scalare sulla quota di energia consumata. E’ quindi corretto affermare che lo Scambio sul posto è un meccanismo di compensazione tra immissioni e prelievi,

La seconda opzione, il Ritiro Dedicato, prevede che l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico venga acquistata da un soggetto terzo, il Gestore dei Servizi Energetici (GSE). In questo caso, l’utente riceve un pagamento per l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico, ma non ha alcuna possibilità di utilizzare direttamente l’energia prodotta.

Conviene di più il Ritiro Dedicato o lo Scambio sul posto?

In generale, lo scambio sul posto è l’opzione migliore per chi vuole utilizzare l’energia prodotta dal proprio impianto fotovoltaico senza dover pagare alcun costo fisso. Il ritiro dedicato invece è l’opzione migliore per chi vuole monetizzare l’energia prodotta dal proprio impianto fotovoltaico.

In ogni caso, è importante valutare attentamente le diverse opzioni disponibili e valutare quale sia la soluzione migliore per le proprie esigenze, in base alle caratteristiche dell’impianto fotovoltaico e alle esigenze energetiche.

Provando a fare delle ipotesi generiche, possiamo affermare che lo Scambio sul posto conviene di più quando i kWh prelevati dalla rete sono più o meno lo stesso quantitativo di quelli immessi. Pertanto questa soluzione è particolarmente adatta ai contesti residenziali.

Il Ritiro Dedicato, invece, conviene di più quando si è in possesso di grandi impianti fotovoltaici (oltre i 200 kW di potenza) che non sono asserviti a nessuna utenza. In questo caso, infatti, i vantaggi dello Scambio sul posto sarebbero superflui in quanto l’energia scambiata con la rete sarebbe praticamente nulla. Questa soluzione è quindi più adatta ai contesti aziendali dove è più facile che vengano installati impianti fotovoltaici di grosse taglie.

Vuoi scoprire di più sugli impianti fotovoltaici prima di installarne uno sul tetto di casa tua? Allora contattaci compilando il modulo che trovi qui sotto ed aspetta la chiamata del nostro operatore! 

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Tutto quello che devi sapere sullo scambio sul posto

Cosa è, come funziona, quanto risparmio e fino a quando posso accedere allo scambio sul posto?

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Come forse già saprai, nell’odierno contesto energetico, lo scambio sul posto rappresenta una grande opportunità per ottimizzare l’efficienza del tuo impianto. Ciò a prescindere che tu sia un privato che voglia massimizzare le prestazioni del tuo impianto sul tetto di casa, o un imprenditore intenzionato a fare lo stesso sul tetto del tuo capannone industriale.

Ma cosa significa esattamente “scambio sul posto” e come può beneficiare voi e la vostra installazione fotovoltaica?

Lo scambio sul posto è un meccanismo di incentivazione dell’energia rinnovabile che ti permette di immettere nella rete l’energia non autoconsumata, ricevendo in cambio un corrispettivo economico. Una strategia vincente per garantire il massimo rendimento del vostro impianto fotovoltaico.

In questo articolo, intitolato “Tutto quello che devi sapere sullo scambio sul posto”, scoprirai come questa pratica possa rappresentare una soluzione vantaggiosa sia in termini di risparmio energetico che economico. Attraverso una panoramica dettagliata, sarete guidati verso una comprensione approfondita di tutti i benefici associati allo scambio sul posto e di come sfruttarli al meglio. Mettiti comodo, e preparati a navigare nelle acque dell’energia rinnovabile e ad imparare tutto ciò che c’è da sapere sullo scambio sul posto.

Cosa è e come funziona lo scambio sul posto

Lo scambio sul posto è un incentivo che ti permette di ottimizzare il rendimento del tuo impianto fotovoltaico. Ma come funziona esattamente?

Lo scambio sul posto, gestito dal GSE (Gestore Servizi Energetici), è un meccanismo che consente di immettere nella rete elettrica l’energia prodotta dal vostro impianto e non autoconsumata. Quest’energia viene valutata economicamente pertanto ti verrà riconosciuto un corrispettivo economico.

Ma vediamo in dettaglio come funziona:

  1. Produzione: Il vostro impianto fotovoltaico produce energia elettrica. Parte di questa energia viene consumata direttamente, il resto viene immesso nella rete elettrica.
  2. Immissione nella rete: L’energia non autoconsumata viene immessa nella rete elettrica. Questo processo è monitorato da un contatore o inverter bidirezionale.
  3. Compensazione: Il GSE calcola la quantità di energia immessa e vi riconosce un corrispettivo economico. Questo corrispettivo può essere utilizzato per compensare i costi dell’energia prelevata dalla rete quando l’impianto non produce (ad esempio di notte).

Questo meccanismo di scambio sul posto permette di massimizzare il rendimento del vostro impianto fotovoltaico, riducendo i costi dell’energia e migliorando l’autosufficienza energetica.

Come si calcola lo scambio sul posto GSE?

Come abbiamo visto, lo scambio sul posto è una modalità che permette ai produttori di energia fotovoltaica di ottenere un corrispettivo per l’energia prodotta e non autoconsumata.

Ma come si calcola questo corrispettivo?

Il GSE (Gestore Servizi Energetici) utilizza una formula specifica per determinare l’ammontare dei contributi.La formula utilizzata dal GSE è la seguente:

Cs = min ( Oe ; Cei ) + CUsf x Es

Dove:

  • Cs è il contributo in conto scambio.
  • Oe, ovvero l’onere dell’energia prelevata dalla rete, è calcolato come il PUN (Prezzo Unico Nazionale), ovvero la media oraria e zonale dei prezzi variabili rilevati giorno per giorno sulla Borsa elettrica, moltiplicato per i kWh prelevati: Oe = PUN x (kWh prelevati).
  • Cei, o controvalore dell’energia immessa in rete, è il prezzo dell’energia, espresso in euro, calcolato nella zona di riferimento e in base agli orari di immissione in rete: Cei = (Prezzo zonale orario energia) x (kWh immessi).
  • CUsf rappresenta il Corrispettivo Unitario di scambio forfetario, un parametro in centesimi di euro che quantifica alcuni costi di rete e gli oneri generali di sistema normalmente pagati in bolletta: CUsf = (oneri di sistema) + (costi di rete).
  • Infine, Es, ovvero l’energia scambiata, espressa in kWh, rappresenta il valore minimo tra le immissioni e i prelievi: Es = min (kWh immessi; kWh prelevati).

Questa formula consente al GSE di calcolare il contributo economico per lo scambio sul posto. È importante notare che queste definizioni sono state riportate in forma semplificata; esse possono variare in base a diversi parametri, come la tipologia del misuratore. Per una consultazione accurata si rimanda alla documentazione ufficiale disponibile sul sito del GSE “Regole Tecniche – Servizio di Scambio sul Posto”.

Chi può accedere allo scambio sul posto?

Come stabilito dal decreto dlgs 199/2021, lo scambio sul posto è accessibile a due categorie specifiche di clienti:

  1. Il cliente finale all’interno di un Altro Sistema Semplice di Produzione e Consumo (ASSPC), che produce energia elettrica attraverso gli impianti di produzione che compongono lo stesso ASSPC.
  2. Il cliente finale che è proprietario di una serie di punti di prelievo e immissione, ed è anche un produttore di energia elettrica, rispetto agli impianti di produzione connessi a tali punti.

Un dettaglio rilevante da sottolineare è che chi ha beneficiato del Superbonus 110% non può richiedere il servizio di scambio sul posto.

Fino a quando si potrà beneficiare di questo incentivo?

È importante aggiornarsi sulle novità che riguardano lo scambio sul posto.

In particolare:

  •  entro la metà del 2023, questo non sarà più un’opzione accessibile ai nuovi impianti rinnovabili,
  •  gli impianti in esercizio perderanno l’incentivo entro la fine del 2024.

Lo scambio sul posto, amato dai professionisti del settore per la sua semplificazione burocratica, e dai privati per il rendimento economico che offre per l’acquisto di un impianto fotovoltaico, vedrà la sua conclusione. Nonostante abbia contribuito alla forte crescita del numero degli impianti fotovoltaici in Italia, questo meccanismo è destinato a terminare.

Questo cambio può generare incertezze sul ritorno economico degli impianti installati recentemente e potrebbe influire sulla pianificazione delle nuove installazioni. Tuttavia, è importante ricordare che la fine dello scambio sul posto è una decisione deliberata dal legislatore, volta a introdurre un altro tipo di incentivo: il Ritiro dedicato (di cui parliamo qui).

Il recente recepimento della direttiva RED II, avvenuto a novembre 2021, porterà significative novità che avranno un impatto considerevole su chi opera nel settore del fotovoltaico residenziale.

Sei un privato o un imprenditore e ti stai chiedendo cosa significhi tutto questo per il tuo impianto fotovoltaico?

A Valore Energia, siamo pronti a guidarti attraverso queste nuove regolamentazioni e ad aiutarti a capire come massimizzare il ritorno sul tuo investimento nel fotovoltaico, nonostante il cambiamento in arrivo nello scambio sul posto.

Cosa è il ritiro dedicato e differenze con lo scambio sul posto

Se possiedi un impianto fotovoltaico, potresti generare più energia di quella che riesci a consumare. Quest’energia viene solitamente reimmessa in rete e venduta. Un metodo comune di vendita è il Ritiro Dedicato.

Il Ritiro Dedicato, come definito dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), è

“una modalità semplificata a disposizione dei produttori per la commercializzazione dell’energia elettrica prodotta e immessa in rete.”

Attiva dal 1 gennaio 2008, consiste nella cessione al GSE dell’energia elettrica generata dagli impianti. Il GSE paga a ciascun produttore di energia, come te, un determinato prezzo per ogni kWh immesso in rete.

Perché dovresti considerare il GSE come intermediario? I benefici del ricorso al GSE sono:

  1. Semplificazione delle procedure;
  2. Redditività più sicura rispetto ai prezzi del mercato libero, grazie ai prezzi minimi garantiti.

Quali sono le differenze tra Scambio sul Posto e Ritiro Dedicato?

Entrambe le opzioni possono essere utilizzate per gestire l’energia prodotta dai tuoi impianti fotovoltaici, ma ci sono alcune differenze chiave.

Lo Scambio sul Posto prevede che l’energia prodotta dal tuo impianto fotovoltaico sia immessa direttamente nella rete elettrica locale, e che tu possa utilizzare l’energia prodotta da altre fonti presenti in rete. In pratica, paghi solo per l’energia effettivamente consumata e ricevi un rimborso per l’energia immessa in rete. Può essere visto come un meccanismo di compensazione tra l’energia che produci e quella che consumi.

Il Ritiro Dedicato, d’altro canto, prevede che l’energia prodotta dal tuo impianto fotovoltaico sia acquistata dal GSE. Ricevi un pagamento per l’energia prodotta, ma non puoi utilizzare direttamente l’energia generata.

In Valore Energia, ci impegniamo a guidarti attraverso queste opzioni, aiutandoti a scegliere il percorso migliore per il tuo impianto fotovoltaico. Per questo se vuoi più informazioni ti consigliamo di compilare il modulo contatti qui di seguito con i tuoi dati ed aspettare la chiamata del nostro operatore!

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