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Bollette e costi conto corrente in aumento. Proteggiti con il credito d’imposta

Bollette e costi conto corrente in aumento nel 2022. Ecco come proteggerti grazie al credito d’imposta

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Se non lo avevate già capito, il 2022 è un anno di rincari sotto tutti i fronti. Non sono da meno quelli riguardanti le bollette gas e luce e quelli dei costi conto corrente.

A dire il vero, per quanto riguarda le bollette eravamo preparati. Ne avevamo già parlato qui in tempi non sospetti. Tuttavia, i rincari sotto questo fronte sono stati più alti rispetto a quanto ci si aspettasse. Mediamente infatti le famiglie pagheranno circa 1000 euro in più in un anno. In particolare, nel primo trimestre 2022 è stato quantificato un aumento del 131% dell’energia elettrica rispetto allo stesso periodo del 2021 per il cliente domestico (e del 94% per quello del gas naturale.

Di pari passo però si stanno verificando aumenti anche sui costi conto corrente come riporta l’indagine condotta da Altroconsumo su un campione di oltre 400 conti correnti. Secondo questa indagine, rispetto a febbraio 2021, i costi dei conti corrente bancari sarebbero aumentati in media dal 7 al 14 per cento per famiglie che pensionati. Aumenti ai quali potrebbero aggiungersi anche quelli relativi al pagamento del canone per la carta di debito ovvero il bancomat.

Se per l’aumento delle bollette la soluzione esiste ed è passare sempre di più all’uso ed al consumo di energie rinnovabili, esiste anche una soluzione contro l’aumento dei costi degli oneri bancari e sugli interessi passivi delle giacenze bancarie. Una soluzione che prevede l’acquisto del credito d’imposta.

Ma cosa significa che acquistare il credito d’imposta può essere una soluzione contro l’aumento dei costi conti corrente?

Abbiamo cercato come prima cosa di fare il punto sugli aumenti di questi oneri riguardanti la maggior parte dei correntisti italiani per poi spiegare come mai acquistare il credito d’imposta potrebbe essere una buona soluzione. A questo proposito puoi anche consultare le FAQ dell’Agenzia delle Entrate.

L’aumento dei costi dei conti correnti bancari

La quasi totalità degli utenti delle banche, tutti tranne i giovani, sta per subire dei rincari per quanto riguarda i costi di gestione dei conti corrente. Famiglie, imprese e pensionati stanno infatti per vedere lievitare questi costi di gestione tra il 7 ed il 14% a seconda dei casi.

Ma non finisce qui. Questi rincari devono essere sommati anche a quelli per il canone della carta di debito ovvero il Bancomat. Il tutto mentre l’Antitrust sta decidendo proprio in questi giorni se accogliere o respingere la richiesta di Bancomat spa di abolire la commissione a carico del cliente sul prelievo di contante per spostarla sulla banca proprietaria dello sportello automatico. Se accolta, quest’ultima richiesta, toglierebbe visibilità alle spese sui prelievi (oggi in media di 1,49 € fra le banche che le prevedono) facendole lievitare.

Ma le spese dei conti correnti non finiscono di certo qui. A quelle che abbiamo appena preso in esame infatti devono essere aggiunte anche le seguenti:

  • l’imposta di bollo di 34,20 euro per le giacenze sopra i 5 mila euro;
  • la ritenuta fiscale sulle sulle giacenze di conto da parte dello stato che ammonta al 26%;
  • gli oneri d’interesse passivi, circa lo 0,5% mensile ovvero il 6% annuo, sulle giacenze sopra i 100.000 euro.

Le commissioni: bonifici e le carte di credito. Essere fedeli paga ancora?

Anche le commissioni bancarie, come quelle relative ai bancomat ed alle carte di credito sono aumentate come emerge dall’analisi dei dati riguardanti un campione di 24 banche esaminate da Altroconsumo.

In particolare gli aumenti misurati dall’indagine sono i seguenti:

  • I costi dei bonifici effettuati in filiale hanno subito un aumento dell’8,8%. Il costo medio è adesso di 4,71 €;
  • Per i bonifici online gli aumenti si aggirano intorno al 5,26% per un costo medio di circa 40 centesimi;
  • Il bonifico istantaneo ha subito un sovrapprezzo intorno all’euro e mezzo;
  • Anche il canone per per la carta di credito ha subito un rincaro visto che è aumentato del 7,4% e che adesso ammonta a circa 29€.

Infine Altroconsumo non può fare a meno di riportare un dato sorprendente che riguarda il costo dei conti correnti aperti da molti anni presso lo stesso istituto. Paradossalmente, i nuovi conti appena aperti hanno un costo inferiore rispetto a quelli aperti da più di 10 anni della metà: 113,50 euro l’anno contro i 54 euro.

Come difendersi dagli aumenti dei costi dei conti corrente bancari?

Abbiamo appena esaminato una situazione che evidenzia come le spese dei conti correnti bancari stiano subendo degli aumenti consistenti. Costi che in alcuni casi sono dei veri e propri oneri passivi, come nel caso delle giacenze di conto superiori ai 100.000 euro.

Ma è possibile proteggere i propri risparmi da questi rincari? Se si come?

La strategia principale per difendersi dagli aumenti delle spese del conto corrente è molto semplice: non avere giacenze sui conti correnti, soprattutto se superiori ad una certa cifra.

No, non siamo impazziti, lasciateci spiegare. Non avere giacenze sui conti corrente non significa spendere tutti i soldi senza mettere da parte nulla. Semplicemente significa investire questi soldi e quindi non lasciarli depositati e soggetti ai costi conti corrente.

Acquistare il credito d’imposta (ne parliamo meglio qui) è un investimento sicuro e conveniente in grado di garantirti un guadano certo ed assicurato. Perché? Per almeno altre due buone ragioni:

  1. Acquistare il credito d’imposta ti permette di ottenere un guadagno certo ed immediato. Chi compra del credito d’imposta infatti lo fa per un importo che è inferiore rispetto al reale valore del credito da detrarre.
  2. Comprare il credito d’imposta è al tempo stesso un investimento conveniente e sicuro. L’articolo 121 del DL Rilancio, commi 5, 6 e 7, stabilisce che eventuali violazioni delle norme che stabiliscono l’accesso alla detrazione fiscale sono a carico del beneficiario della detrazione.

Vuoi saperne di più sulla cessione del credito d’imposta e sulle detrazioni fiscali in vigore? Clicca qui per richiedere maggiori informazioni!

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Fotovoltaico e batterie di accumulo per risparmiare sulle tariffe energia elettrica

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Per il nuovo anno è previsto un raddoppio dei costi della componente energetica e del gas, passando da circa 1.560 euro all’anno per arrivare ad oltrepassare i 3.000 euro. Ma non farti prendere dal panico: ci sono ancora valide strategie per risparmiare sulle tariffe dell’energia elettrica.

Vediamo insieme, nei prossimi paragrafi, alcune soluzioni per abbassare i costi delle bollette della luce a fine mese.

Risparmio su tariffe energia elettrica: alcuni consigli

Come accennato in precedenza, il costo della componente energetica è destinato ad aumentare vertiginosamente, rischiando di gravare in maniera consistente sul bilancio di numerose famiglie. Tuttavia, ci sono alcuni trucchi che possono aiutarti a risparmiare in bolletta, ad esempio:

  • ricorda di staccare sempre le spine dalla corrente e non mettere i tuoi dispositivi in modalità stand-by
  • fai un uso corretto degli elettrodomestici, in particolare della lavatrice e della lavastoviglie
  • acquista tipologie di frigoriferi e di congelatori a basso consumo
  • utilizza correttamente il forno a microonde e quello elettrico. Per quando riguarda quest’ultimo, laddove possibile, evita la fase di preriscaldamento
  • fai un buon uso del condizionatore: non aprire le finestre quando è acceso per non disperdere il fresco accumulato. A questo proposito sapevi che esistono dei bonus fiscali anche per i condizionatori? Clicca qui per scoprire di più
  • scegli delle lampadine a LED a basso consumo invece che quelle tradizionali
  • finché possibile, sfrutta la luce naturale
  • quando devi effettuare lavatrici o lavastoviglie, controlla la fascia oraria in cui l’energia costa meno

In aggiunta, puoi installare un impianto fotovoltaico nella tua abitazione. Vediamo nel dettaglio, nel prossimo paragrafo, tutti i vantaggi di questa possibilità.

Sistema di accumulo per fotovoltaico: tutti i vantaggi

Scegliere di ricorrere ad un sistema di accumulo per fotovoltaico nella propria casa comporta numerosi vantaggi non solo dal punto di vista economico ma anche sul piano ambientale.

Nel dettaglio, il prezzo dell’installazione di un sistema di accumulo al litio si aggira intorno ai 370 euro per kWh, un prezzo nettamente più basso rispetto a quello di qualche anno fa. Questo perché ad oggi sono disponibili diversi incentivi per chi decide di installare un impianto fotovoltaico.

Tra i migliori sistemi di accumulo si trovano le batterie per fotovoltaico, prodotti innovativi che hanno la capacità di immagazzinare l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico o, in alternativa, utilizzarla immediatamente. Nel dettaglio, ecco come funzionano:

  • durante il giorno l’impianto fotovoltaico genera energia
  • una parte di energia viene accumulata nelle batterie, mentre l’altra parte viene utilizzata subito
  • durante la notte l’impianto smette di produrre energia e proprio in questo momento le batterie svolgono la loro funzione di accumulo

Tuttavia, è bene sapere che se le batterie dovessero essere scariche, verrà prelevata l’energia necessaria direttamente dalla rete comune e dunque verrà segnata nell’utenza mensile. Per questo motivo le batterie di accumulo devono essere collegate al sistema a pannelli solari ma anche alla rete elettrica esterna.

In aggiunta, si ricorda che l’installazione di una batteria di accumulo comporta il diritto di accesso a incentivi e detrazioni fiscali che riducono il costo del tuo investimento.

Per maggiori informazioni ti consigliamo di visitare il sito ufficiale di ARERA che trovi a questa pagina.

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Le nuove FAQ Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato le FAQ sulle novità della cessione del credito, visto di conformità e misure agevolate dopo il DL 4/2022

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Il DL 4/2022, o Decreto Sostegni Ter, contiene numerose novità riguardanti le agevolazioni fiscali previste dalla normativa fiscale italiana. I cambiamenti apportati non riguardano solo la cessione del credito e le nuove scadenze, ma anche aspetti come il visto di conformità e la nuova possibilità di usufruire di una detrazione per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Nuovi aspetti legati soprattutto al Superbonus 110% che abbiamo affrontato qui!

Novità che sono state subito recepite dall’Agenzia del fisco italiano che ha rilasciato nuove FAQ Agenzia delle Entrate. Abbiamo quindi raccolto ed analizzato qui di seguito le nuove FAQ Agenzia delle Entrate cercando di semplificarle il più possibile.

FaQ Agenzia delle entrate su obbligo del Visto di conformità per spese fino a 10mila euro

Nel caso in cui un contribuente, il 1° dicembre 2021 sostenga delle spese per interventi che possono rientrare nelle agevolazioni previste in edilizia libera o di importo complessivo superiore a 10.000 euro, decida di optare per la cessione del credito, al 3 gennaio 2022 non abbia ancora trasmesso la relativa comunicazione di cessione all’Agenzia delle Entrate è tenuto a richiedere il rilascio del visto di conformità e delle entrate è tenuto a richiedere il rilascio del visto di conformità e dell’asseverazione/attestazione della congruità delle spese?

La FAQ Agenzia delle Entrate prende in esame il decreto legge 11 novembre 2021 ha introdotto l’obbligo del rilascio del visto di conformità e dell’attestazione della congruità delle spese in caso di opzione per la cessione del credito. L’obbligo vale anche per i bonus edilizi diversi dal Superbonus. La circolare dello scorso 29 novembre chiarisce che tale obbligo

“si applica, in via di principio, alle comunicazioni trasmesse in via telematica all’Agenzia delle Entrate a decorrere dal 12 novembre 2021”.

La legge di Bilancio ha però inserito, a decorrere dal 1° gennaio 2022, questo obbligo di visto di conformità previsto per la cessione del credito solo per il Superbonus 110%. Ciò significa che la cessione del credito o lo sconto in fattura non si applica per i Bonus diversi dal Superbonus ed alle opere classificate come edilizia libera di importo inferiore a 10.000 euro.

La legge di Bilancio ha inoltre precisato che restano validi gli atti e i provvedimenti adottati e facendo salvi gli effetti prodottisi ed i rapporti giuridici sorti sulla base del medesimo decreto-legge.

La disposizione normativa in questione è entrata in vigore il 1° gennaio 2022 pertanto, la stessa deve trovare applicazione da tale data. Il caso preso in esame nella FAQ dell’Agenzia delle Entrate sulle novità della cessione del credito rientra fra quelli in cui non è previsto l’obbligo del visto di conformità.

Calcolo del 30% per i lavori del superbonus

Un’altra nuova FAQ Agenzia delle Entrate riguarda il famoso calcolo del 30% del totale dei lavori detraibili con il Superbonus 110% . Questo caldcolo deve essere commisurato all’intervento complessivamente considerato e quindi comprendendo anche gli interventi con altre percentuali di detrazione? Ad essi possono essere sommati anche gli interventi non agevolati?

Secondo la nuova FAQ Agenzia delle Entrate, vista la formulazione della norma, la percentuale del 30% deve essere commisurata all’intervento complessivo. Non solo quindi per i lavori ammessi al Superbonus 110% ma anche per gli altri interventi. Un criterio che rimane valido anche dalle nuove disposizioni contenute nella nuova legge di Bilancio.

FAQ Agenzia delle Entrate: qual’è il limite di spesa per il superbonus 110 per l’eliminazione delle barriere architettoniche?

La FAQ Agenzia delle Entrate si chiede quale sia il limite di spesa per il super ecobonus del 110% applicabile agli interventi finalizzati alla eliminazione delle barriere architettoniche. Questo limite è di 96.000 euro? In caso affermativo, questo può essere considerato un nuovo plafond di spesa rispetto a quello per il bonus casa? 

La risposta alla nuova FAQ Agenzia delle Entrate precisa che il Superbonus spetta nei limiti di spesa sopra riportati. I limiti di spesa sono inoltre applicabili disgiuntamente per ciascun intervento effettuato sia sulle parti comuni dell’edificio che sulla singola unità immobiliare all’interno di tale edificio. I massimali di spesa sono pertanto applicabili disgiuntamente, quindi possono essere sommati fra di loro, per ciascun intervento.

Qualsiasi condomino che abbia un ascensore e che voglia effettuare interventi per l’eliminazione di barriere architettoniche potrà fruire del Superbonus nel limite di spesa di 96.000 euro per gli interventi sulle parti comuni. Lo stesso limite di spesa si applica congiuntamente anche agli interventi dello stesso genere effettuati su ogni appartamento. Pertanto, se un soggetto è proprietario di n appartamenti, potrà fruire di un limite di spesa di nx96.0000€. Qualora invece l’appartamento sia cointestato a più titolari il limite di spesa andrà suddiviso fra di essi.

L’intervento per essere considerato autonomamente detraibile deve essere anche autonomamente certificato dalla documentazione richiesta dalla normativa edilizia vigente. Pertanto l’intervento deve risultare essere “trainato”:

  • da un intervento “trainante” finalizzato all’efficientamento energetico;
  • da un intervento “trainante” antisismico.

Per tali interventi può essere esercitata l’opzione dello sconto in fattura sul corrispettivo dovuto o per la cessione del credito corrispondente alla predetta detrazione.

FAQ Agenzia delle Entrate su Detrazione del superbonus nel 730 precompilato

Se un contribuente detrae il super bonus del 110% nel 730 precompilato può inviarlo direttamente o deve avvalersi di un Caf odia un professionista abilitato, ai fini dell’apposizione del consueto visto di conformità?

L’obbligo del visto di conformità decade nell’ipotesi in cui la dichiarazione sia presentata direttamente dal contribuente, attraverso l’utilizzo della dichiarazione precompilata predisposta dall’Agenzia delle entrate.

Detrazione dell’onorario professionale per superbonus

Considerando che il visto di conformità sull’intero modello Redditi assorbe quello specifico per il super bonus del 110% è detraibile al 110% anche il relativo onorario professionale?

L’articolo 1, della legge di bilancio 2022 ha introdotto l’obbligo del visto di conformità anche qualora il contribuente fruisca di tale detrazione nella dichiarazione dei redditi. L’obbligo decade quando i la dichiarazione sia presentata direttamente dal contribuente all’Agenzia delle entrate.

Resta fermo che il contribuente è tenuto a richiedere il visto di conformità sull’intera dichiarazione nei seguenti casi:

  • quando presentano la dichiarazione modello 730 ad un Centro di assistenza fiscale (CAF) o a un professionista abilitato.
  • nel caso in cui i contribuenti utilizzino in compensazione i crediti relativi alle imposte sui redditi e alle relative addizionali, alle ritenute alla fonte, alle imposte sostitutive delle imposte sul reddito e all’imposta regionale sulle attività produttive, per importi superiori a 5.000 euro annui.

In questi casi i contribuenti hanno l’obbligo di richiedere l’apposizione del visto di conformità relativamente alle singole dichiarazioni dalle quali emerge il credito.

Asseverazione sulla congruità dei costi

La norma della legge di bilancio che prevede la possibilità di effettuare l’asseverazione sulla congruità dei costi anche sulla base del prezzario DEI, ai fini di tutti i bonus edilizi, ha carattere interpretativo?

L’articolo 1, comma 29, lett. b), della legge 30 dicembre 2021 ha introdotto il comma 1-ter), che:

  • prevede l’obbligo del visto di conformità anche in caso di opzione per la cessione del credito o sconto in fattura relativa alle detrazioni fiscali per interventi, diversi dal Superbonus 110%;
  • prevede che i tecnici abilitati devono asseverare la congruità dei prezzi,

Tale comma  prevede che per l’asseverazione della congruità dei prezzi, richiesta per fruire del Superbonus, occorre fare riferimento oltre ai prezzari individuati dal decreto del Ministro dello sviluppo economico anche ai valori massimi stabiliti con decreto del Ministro della transizione ecologica, da adottare entro il 9 febbraio 2022.

Stabilisce inoltre che i prezzari individuati con il decreto MISE del 6 agosto del 2020, per gli interventi di efficientamento energetico (adevono intendersi applicabili anche ai seguenti interventi:

  • antisismici e di riduzione del rischio sismico ;
  • rientranti nel bonus facciate;
  • di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici.

Si ritiene inoltre che la disposizione abbia valenza interpretativa (quindi retroattiva), in quanto chiarisce che ai fini dell’attestazione della congruità delle spese, per tutti gli interventi ammessi alle agevolazioni, è possibile utilizzare i:

  • prezzari predisposti dalle regioni e dalle province autonome,
  • listini ufficiali o delle locali camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura ovvero i prezzi correnti di mercato in base al luogo di effettuazione degli interventi,
  • prezzari individuati nel citato decreto MISE del 6 agosto 2020.

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Proroga cessione del credito 2022: ecco tutte le scadenze!

La Legge di Bilancio proroga la cessione del credito al 2022 ma anche oltre. Scopri tutte le scadenze per i vari bonus fiscali!

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La Legge di Bilancio introduce importanti novità in merito alle detrazioni fiscali in vigore fino al 2021. Non solo nuovi adempimenti o limitazioni, ma soprattutto una revisione delle scadenze per poterne godere. Di pari passo al cambiamento di queste scadenze è anche arrivata la proroga cessione del credito 2022 e dello sconto in fattura ovvero delle alternative alla detrazione dei bonus in dichiarazione dei redditi.

Accanto alla proroga delle scadenze dei bonus per la riqualificazione energetica ovviamente la Legge di Bilancio recepisce anche le modifiche apportate dal Decreto Antifrode che però non esamineremo in questa sede.

Cosa comporta quindi la proroga cessione del credito 2022? Quali sono le nuove scadenze per usufruire della cessione del credito e dello sconto in fattura?

Abbiamo provato a fare ordine in questo approfondimento qui di seguito a cura dei nostri esperti.

Proroga cessione del credito 2022: le nuove scadenze per gli ecobonus 50% e 65%

Una delle novità più importanti apportate dalla nuova Legge di Bilancio è la modifica delle scadenze dei classici ecobonus, in particolare di quello per i pannelli solari al 50% e dell’ecobonus 65%. Entrambi i bonus infatti, visto anche il discreto successo che hanno raccolto in questi anni sono stati prorogati fino al 31 dicembre 2024.

Più che di proroga cessione del credito 2022 quindi sarebbe più corretto parlare di proroga sconto in fattura e cessione del credito al 2024. Una proroga che riguarderà tutti gli interventi di installazione di nuovi impianti fotovoltaici o di sostituzione o realizzazione di impianti di climatizzazione invernale con pompa di calore, solare termico e caldaie a condensazione.

Scadenze cessione del credito d’imposta per il superbonus

La proroga cessione del credito 2022 non riguarda solo i classici ecobonus ma anche il tanto richiesto Superbonus 110%. Più che di una proroga in realtà dovremo parlare al plurale. Le scadenze della maxi-detrazione sono adesso diverse in base alla tipologia di edificio su cui si effettuano gli interventi. 

Ma cosa significa tutto ciò? Quello che stiamo provando a spiegare è che questo:

Per gli interventi sostenuti dai condomini sarà possibile una detrazione per gli interventi previsti dalla normativa con queste differenti aliquote:

  • 110% per quelli sostenuti entro il 31 dicembre 2023;
  • 70% per quelli sostenuti entro il  2024;
  • 65% per quelli sostenuti entro il 2025.

Per quanto riguarda il superbonus 110% per gli interventi sui condomini quindi possiamo affermare che la proroga cessione del credito è al 2025.

La proroga cessione del credito 2022 riguarda invece soprattutto gli interventi effettuati su edifici o abitazioni unifamiliari, ovvero sulle classiche villette. In questo caso, la Legge di Bilancio ne ha prorogato la scadenza al 30 giugno 2022. Tuttavia, nel caso in cui a questa data risultino sostenuti almeno il 30% dei lavori dell’intervento complessivo, allora sarà possibile cedere il credito fino al 31 dicembre di questo anno.

Dobbiamo invece parlare di una proroga della validità dell’opzione per la cessione del credito al 2023 per quanto riguarda gli interventi effettuati dagli IACP. In questo caso la scadenza per lo sconto in fattura e la cessione del credito è il 30 giugno 2023, che però diventa il 31 dicembre del 2023 nel caso in cui al 30 giugno del prossimo anno siano stati effettuati almeno il 60% dei lavori.

Proroga cessione del credito 2022 per il bonus facciate

La Legge di Bilancio interviene anche modificando il bonus facciate soprattutto riducendone l’aliquota di detrazione che dal 90% passerà al 60%. 

La nuova scadenza del bonus sarà quella del 31 dicembre di questo anno che sarà contestuale alla proroga cessione del credito 2022.

Proroga cessione del credito 2022 per abbattimento barriere architettoniche

Possiamo anche parlare di proroga cessione del credito 2022 anche per la nuova detrazione, che sarà possibile richiedere nel corso di questo anno, per l’abbattimento di barriere architettoniche. Questi interventi potranno dare diritto ad una detrazione con aliquota che ammonta al 75% della spesa totale.

Ma in cosa consiste questa nuova detrazione?

Proviamo a spiegarlo brevemente.

L’abbattimento di barriere architettoniche può dare diritto alla detrazione solo se gli interventi sono sostenuti su edifici già esistenti. In alternativa può essere impiegata per l’installazione di sistemi di automazione degli edifici funzionali ad abbattere queste barriere.

I massimali di spesa previsti variano in base al numero delle unità immobiliari ed ammontano a:

  • 50.000 euro per gli edifici unifamiliari o per le unità immobiliari all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti o dispongano di uno o più accesso esterno autonomo;
  • 40.000 euro per unità immobiliare nel caso di edifici composti da 2 a 8 unità immobiliari;
  • 30.000 euro per unità immobiliare nel caso di edifici composti da più di 8 unità immobiliari.

Proroga cessione del credito 2024 per gli altri interventi edili

La legge di Bilancio posticipa la scadenza anche per molti altri interventi edili. In questo caso però, anziché posticiparla di solo un anno introduce un limite di più ampio respiro, il 2024. Di seguito abbiamo riportato la lista dei bonus per i quali sarà possibile cedere il credito d’imposta fino al 2024 In particolare le modifiche introdotte sono le seguenti:

  • sisma bonus al 50-70-75-80-85%;
  • bonus mobili con il limite della spesa massima detraibile di 10.000 euro nel 2022 e di 5.000 euro nel 2023/2024;
  • bonus verde e la sua detrazione IRPEF del 36%.

Se vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità sulle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica compila il form che trovi in questa pagina con i tuoi dati!

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Ecobonus 65 2022. La guida per ottenerlo e le novità sulla proroga al 2024!

Ecobonus 65 % 2022: la Legge di Bilancio proroga la detrazione al 65% fino al 2024! Scopri come ottenerlo in questa semplice guida

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Se sei interessato agli Ecobonus 65% 2022 probabilmente è perché, visti i recenti rincari di luce e gas (ne parliamo qui), stai cercando un modo per risparmiare sulle bollette. Magari, fra le altre cose, stai anche cercando una soluzione che ti permetta anche di inquinare di meno.

Sfruttare gli incentivi e le detrazioni disposte dal legislatore e dall’Agenzia delle Entrate potrebbe essere quindi un’ottima idea. Potresti infatti ottenere il duplice vantaggio di risparmiare sulle bollette e di ridurre notevolmente il costo dell’investimento che ti appresti a sostenere. Una detrazione al 65% infatti, tramite lo sconto in fattura, significa il tuo investimento ammonterà a solo il 35% del totale.

Tuttavia fare chiarezza sulla normativa che regola l’Ecobonus 65 2022 non è una questione da poco. Le normative infatti possono essere a volte contradditorie fra loro oltre ad intervenire su più aspetti che fra loro si sovrappongono. Per questo motivo abbiamo cercato riportare in maniera più semplice possibile quando stabilito dalla normativa in questo approfondimento.

Ma prima una buona notizia, giusto per iniziare questo approfondimento con più serenità. La detrazione al 65%, grazie all’approvazione della Legge di Bilancio 2022, non finirà il 31 dicembre 2022. L’ecobonus al 65% sarà infatti valido fino al 2024, perciò hai tutto il tempo a disposizione per rientrare nella detrazione!

Sei curioso di scoprire quali sono gli incentivi per il riscaldamento domestico in vigore nel 2024? Allora clicca qui e scoprili subito!

Ecobonus 65 2022: gli interventi che danno diritto alla detrazione

L’ecobonus 65 2022 è sostanzialmente un’agevolazione fiscale a cui si accede quando si effettuano dei lavori di riqualificazione energetica su di un immobile. Non importa se questo edificio sia unifamiliare o un condominio.

La misura è rivolta a tutti i cittadini che possiedono un diritto reale di usufrutto dell’immobile in questione. Ovviamente non tutti i lavori di riqualificazione energetica danno diritto alla detrazione in oggetto. Abbiamo pertanto riportato qui di seguito la lista di quelli che possono far ottenere la detrazione al 65%:

  • interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione e contestuale installazione di sistemi di termoregolazione evoluti.
  • gli interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di apparecchi ibridi, costituiti da pompa di calore integrata con caldaia a condensazione;
  • sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale con generatori d’aria calda a condensazione;
  • l’acquisto e posa in opera di micro-cogeneratori in sostituzione di impianti esistenti che producano un risparmio di energia di almeno il 20%, fino a un valore massimo della detrazione di 100.000 euro;
  • rifacimento dell’impianto di riscaldamento;
  • gli interventi di sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore ad alta efficienza e con impianti geotermici a bassa entalpia;
  • sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore per la produzione di acqua calda sanitaria;
  • l’acquisto, l’installazione e la messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo da remoto (building automation) degli impianti di riscaldamento o produzione di acqua calda o di climatizzazione delle unità abitative;
  • interventi di riqualificazione energetica;
  • gli interventi su edifici esistenti, parti di edifici esistenti o unità immobiliari, riguardanti strutture opache verticali (muri), strutture opache orizzontali (coperture e pavimenti);
  • installazione di impianto solare termico per la produzione di acqua calda.

Sconto in fattura e cessione del credito.

La Legge di Bilancio proroga al 2024 la validità dell’ecobonus 65% 2022 e conseguentemente proroga alla stessa data anche la possibilità, per il beneficiario, di optare per lo sconto in fattura o per la cessione del credito.

Richiedere lo sconto in fattura di fatto significa far anticipare all’impresa, quindi a noi, i soldi della detrazione. In cambio di questo sconto però dovrai cedere alla stessa il credito d’imposta che ti spetta. In questo modo noi, diventando creditore d’imposta, avremo di fatto pagato in anticipo le tasse allo stato o, detta in altro modo, avremo uno sconto sulle future tasse da pagare.

Ma il Decreto Rilancio, con il quale è stata ampliata la platea dei beneficiari non prevede solo questo. Prevede anche la possibilità di cedere questo credito ad altri soggetti, compresi gli Istituti di credito (banche ecc.) ed altri Intermediari finanziari. Una cessione che di fatto potrebbe far ottenere la liquidità necessaria alle aziende.

IMPORTANTISSIMO. Con il DL Antifrodi, anche per l’ecobonus 65 2022, è diventata obbligatoria la congruità dei prezzi, oltre all’apposizione del visto di conformità da parte del CAF o del commercialista nel caso in cui il beneficiario decida di optare per lo sconto in fattura o il credito d’imposta.

Requisiti per l’accesso alla detrazione

Per accedere all’ecobonus 65 2022 è necessario che un tecnico abilitato produca una asseverazione di congruità delle spese oltre che un A.P.E. o Attestato di prestazione energetica degli edifici.

Oltre al visto di conformità (per interventi superiori ai 10.000 €) è necessario anche produrre la documentazione necessaria alla Legge 10.

Un altro requisito fondamentale per ottenere l’accesso all’ecobonus 65 2022 è inoltre quello di eseguire gli interventi di riqualificazione energetica su unità immobiliari o edifici esistenti. La categoria catastale di appartenenza di questi edifici non è importante, pertanto possono esservi compresi sia gli edifici rurali che quelli strumentali per un’attività d’impresa o professione. Si all’ecobonus 65 quindi anche per negozi, abitazioni, laboratori, uffici, capannoni industriali, magazzini.

Infine, l’ultimo requisito. Le unità immobiliari su cui si effettuano questi interventi devono essere riscaldate prima che inizino i lavori. Ambienti al grezzo, quindi senza sistema di riscaldamento, non possono quindi farvi accedere alla detrazione.

I massimali di spesa

A questo punto è venuto il momento di rispondere alla domanda delle domande quando si parla di detrazioni ovvero la seguente: qual è l’importo massimo detraibile?

I massimali di spesa per il risparmio energetico sono variabili, in base alla tipologia di intervento. L’ammontare massimo della detrazione va da 30.000 €, per la sostituzione degli impianti termici, ai 60.000 €, per gli interventi su involucro e impianti solari. Qui di seguito abbiamo provato a riassumere i massimali di spesa dell’ecobonus 65 2022.

INTERVENTO

SPESA MAX

DETRAZIONE MAX

Riqualificazione energetica edifici esistenti  153.846,15 € 100.000 €
Isolamento termico 92.307,69 € 60.000 €
Sostituzione infissi 120.000 € 60.000 €
Pannelli solari termici 92.307,69 € 60.000 €
Schermature solari 120.000 € 60.000 €
Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione 46.153,84 € (con regolazione) 60.000 € (senza regolazione) 30.000 €
Sostituzione impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di pompe di calore ad alta efficienza o impianti geotermici 46.153,84 € 30.000 €
Sostituzione impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di apparecchi ibridi 46.153,84 € 30.000 €
Sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore. 46.153,84 € 30.000 €
Acquisto e posa in opera di micro-cogeneratori in sostituzione di impianti esistenti 153.846,15 € 100.000 €
Sostituzione o nuova installazione di impianti di climatizzazione invernale con generatori di calore alimentati a biomasse 46.153,84 € 30.000 €
Installazione di sistemi di building automation 23.076 € 15.000 €

Precisiamo inoltre che è possibile cumulare le varie detrazioni a patto che queste siano richieste per lavorazioni diverse. Non è quindi possibile richiedere più detrazioni per lo stesso intervento!

Gli adempimenti per ottenere l’ecobonus 65 2022

Per ottenere la detrazione al 65% in vigore nel 2022 è innanzitutto necessario inviare un’apposita comunicazione all’Enea. Ad essa dovrà essere allegata l’asseverazione prodotta da un tecnico abilitato che certifichi il rispetto dei requisiti richiesti dalla legge. L’invio di questa comunicazione dovrà avvenire entro i 90 gg successivi al termine dei lavori e dovrà essere effettuato in modalità telematica.

Non sempre però è necessario presentare anche l’asseverazione. In particolare non ce n’è bisogno nel caso di una sostituzione degli infissi in un’unità immobiliare, oppure la sostituzione del generatore di calore sempre in un’unità immobiliare. Altri casi sono i seguenti:

  • sostituzione caldaia a condensazione sotto 100 kW: l’asseverazione può essere sostituita dalla dichiarazione del fornitore circa ns (efficienza energetica stagionale per il riscaldamento) maggiore o uguale al 90%. Lo stesso vale per i generatori di aria calda a condensazione;
  • pompe di calore di potenza termica utile non superiore a 100 kW, l’asseverazione può essere sostituita da una dichiarazione del fornitore attestante il rispetto dei requisiti tecnici;
  • sistemi ibridi con potenza termica utile della caldaia minore o uguale a 100 kW. L’asseverazione può essere sostituita da una dichiarazione del fornitore attestante il rispetto dei requisiti tecnici;
  • sostituzione delle finestre in singole unità immobiliari. L’ asseverazione può essere sostituita da una dichiarazione dei fornitori o assemblatori o installatori di detti elementi, attestante il rispetto dei valori individuati tabella 1 dell’allegato E;

In ogni caso, le documentazioni raccolte, comprese le Asseverazioni a firma del tecnico incaricato, andranno poi consegnate al proprio consulente fiscale/CAF entro la data di presentazione della Dichiarazione dei redditi.

I beneficiari dell’ecobonus 65 2022

Chiudiamo il nostro approfondimento prendendo in esame i soggetti che possono fruire della detrazione prevista dalla normativa che regola gli ecobonus 65 2022.

L’agevolazione spetta non soltanto ai proprietari degli immobili, ma anche ai titolari di diritti reali/personali di godimento sugli immobili oggetto degli interventi e che ne sostengono le relative spese. Riassumendo, possono quindi richiedere la detrazione:

  • le persone fisiche, compresi gli esercenti arti e professioni e i nudi proprietari;
  • i titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie);
  • tutti i contribuenti che conseguono reddito d’impresa (persone fisiche, società di persone, società di capitali) con riferimento ai fabbricati strumentali che utilizzano nell’esercizio della loro attività imprenditoriale;
  • locatari (affittuari) o comodatari;
  • enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale;
  • associazioni tra professionisti;
  • Istituti autonomi per le case popolari e le cooperative di abitazione a proprietà indivisa;

Possono inoltre fruire della detrazione, qualora sostengano le spese per la realizzazione degli interventi i seguenti soggetti:

  • familiari convivente con il possessore o il detentore dell’immobile oggetto dell’intervento (coniuge, componente dell’unione civile, parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo grado)
  • il convivente more uxorio, non proprietario dell’immobile oggetto degli interventi né titolare di un contratto di comodato.

Valore energia la scelta giusta quando si parla di riqualificazione energetica

Se vuoi usufruire dell’ecobonus 65 2022 il nostro consiglio è quello di affidarti a dei professionisti come noi per ottenere la detrazione. La nostra squadra di tecnici ed il nostro personale amministrativo, grazie all’esperienza ed al know-how accumulato in anni sul campo, sono diventati dei veri esperti in materia di detrazioni fiscali e credito d’imposta.

Affidarsi a Valore Energia significa infatti fruire della detrazione del 65% in maniera certa ma soprattutto in tempi brevi, anzi brevissimi!

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