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Con il “bando stufe” di Regione Umbria arrivano sconti fino al 95%! Tutto quello che devi sapere

Pubblicato il bando stufe di Regione Umbria: agevolazioni fino al 95% per la sostituzione della vecchia stufa a legna o camino. Leggi questo approfondimento per scoprire tutto quello che devi sapere!

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Pubblicato il 2 agosto nel bollettino numero 37 il “Bando stufe” di Regione Umbria che si pone come obiettivo primario la promozione dell’efficientamento energetico in ambito domestico, offrendo una straordinaria opportunità per tutti i cittadini umbri. Grazie a questo importante bando stufe Regione Umbria, è ora possibile ottenere sconti fino al 95% per la sostituzione della vecchia stufa a legna o camino con sistemi di riscaldamento di ultima generazione.

Per chi risiede in Umbria e desidera sottrarsi ai crescenti rincari del gas, è l’occasione ideale per effettuare il passaggio a soluzioni più efficienti ed ecologiche, come quelli a pompa di calore, ibridi a pompa di calore, termocamini, o nuove stufe e camini a legna o pellet. I benefici sono molteplici, a cominciare dalla significativa riduzione dei consumi energetici e delle emissioni inquinanti.

Il bando stufe prevede incentivi sostituzione stufa a legna, incentivi sostituzione camino e incentivi sostituzione riscaldamento a biomassa, mirando così a coprire un ampio spettro di necessità domestiche. La Regione Umbria ha dimostrato una grande attenzione all’ambiente e al benessere dei suoi cittadini, mettendo in campo misure concrete per stimolare la transizione energetica.

Il meccanismo di accesso all’incentivo è chiaro.

Per beneficiarne, è necessario rispettare questi requisiti:

  • E’ essenziale aver fatto domanda di ottenimento dell’incentivo nazionale Conto Termico dal 19 gennaio 2023 al 31 dicembre 2025.
  • Il beneficio inoltre è riservato a chi presenta un ISEE inferiore o uguale a 75.000 €
  • Può essere richiesto per un massimo di due immobili.

Non lasciatevi sfuggire questa preziosa opportunità: se siete tra i privati cittadini che desiderano un futuro più verde e sostenibile, è arrivato il momento di agire. 

Come funziona l’incentivo previsto dal Bando Stufe della regione Umbria?

Il bando stufe della Regione Umbria rappresenta una grande opportunità per i cittadini umbri che desiderano abbracciare soluzioni di riscaldamento più sostenibili, soprattutto in vista dei rincari del gas. Questo incentivo è stato pensato per chi aspira a sostituire la propria stufa a legna o camino con opzioni più efficienti e moderne, come i sistemi a pompa di calore, gli ibridi a pompa di calore, i termocamini, o le nuove stufe e camini a legna o pellet.

Il cuore dell’incentivo risiede nella sua capacità di essere cumulabile con altre offerte. L’incentivo è obbligatoriamente cumulabile al Conto Termico. E’ proprio grazie a questa caratteristica che può arrivare coprire tra l’85 al 95% dei costi ammissibili riconosciuti dal GSE. Questo significa che la spesa effettiva per i cittadini può essere notevolmente ridotta.

Ma come viene calcolato questo incentivo? Si basa su due criteri principali:

  1. Zona di installazione: Viene riconosciuto un massimale del 90-95% per i Comuni della Zona della conca ternana ed della Zona di valle, mentre i Comuni nella Zona Collinare Montuosa beneficiano di un massimale dell’85-90%.
  2. ISEE del beneficiario: Un ISEE inferiore a 30.000 € concede il 95% nei comuni della Zona Conca Ternana e della Zona di Valle e il 90% negli altri Comuni. Al contrario, un ISEE tra 30.000 € e 75.000 € garantisce un incentivo del 90% nei comuni della Zona Conca Ternana e della Zona di Valle e l’85% nelle altre zone.

I massimali di erogazione dell’incentivo previsti

L’incentivo riconosciuto dalla Regione ha inoltre un massimale da 2.000 a 5.000 € in base alla tipologia di impianto a biomassa installato:

  • Nuova stufa a 4 stelle: 2.000 €;
  • Nuova stufa a 5 stelle: 3.000 €;
  • Nuovo termocamino a 4 stelle: 3.000 €;
  • Nuovo termocamino a 5 stelle: 4.000 €;
  • Nuova caldaia a 4 stelle 4.000 €;
  • Nuova caldaia a 5 stelle 5.000 €.

L’entità effettiva dell’incentivo viene quindi calcolata tenendo in considerazione sia il massimale dell’incentivo regionale che il massimale cumulato tra incentivo regionale e Conto Termico.

Questo bando, dunque, rappresenta un passo concreto verso l’efficientamento energetico, offrendo incentivi sostituzione stufa a legna, incentivi sostituzione camino e incentivi sostituzione riscaldamento a biomassa. Per i cittadini umbri, è l’occasione ideale per modernizzare il proprio sistema di riscaldamento, salvaguardando l’ambiente e risparmiando sulle bollette.

Esempio di calcolo dell’incentivo

L’attuale scenario energetico sottolinea l’importanza di optare per soluzioni di riscaldamento efficienti, soprattutto in Umbria, dove il bando stufe Regione Umbria emerge come una soluzione chiave per i residenti. Questo bando è una risposta diretta per coloro che vogliono districarsi dai crescenti costi del gas, offrendo incentivi sostituzione stufa a legna, incentivi sostituzione camino e incentivi sostituzione riscaldamento a biomassa.

Immaginiamo una situazione comune: l’installazione di un nuovo termocamino a 5 stelle in sostituzione di un camino aperto da parte di un beneficiario con un ISEE di 29.000 € nel Comune di Terni. La dinamica dell’incentivo funziona così: il GSE riconosce al beneficiario un incentivo di 1.500 € su 5.000 € di spese ammissibili. Ma non si ferma qui. Grazie al bando stufe, il beneficiario può presentare domanda alla Regione Umbria per ulteriori agevolazioni. In questo caso, ottiene un ulteriore incentivo di 3.250 €, calcolato come il valore inferiore tra il valore ottenibile basato sul massimale cumulato (5.000 x 95% – 1.500 = 3.250 €) e l’importo massimo regionale per quella tecnologia specifica (Termocamino a 5 stelle = 4.000 €).

Questa struttura di incentivi non solo agevola la transizione verso soluzioni di riscaldamento più sostenibili, ma rappresenta anche un sostanziale risparmio economico. La Regione Umbria, con il suo bando stufe, conferma l’impegno a supportare i suoi cittadini nella scelta di opzioni energetiche più ecologiche, come quelli a pompa di calore, ibridi a pompa di calore e termocamini. È un’occasione imperdibile per chi desidera un’abitazione più verde ed efficiente dal punto di vista energetico.

Come presentare la domanda per il Bando Stufe della Regione Umbria?

A questo punto rimane solo da chiarire solo un aspetto: Come presentare domanda e accedere a tali benefici? Le domande di incentivazione potranno essere presentate a sportello dalle ore 15:00 del 1 settembre 2023, alle ore 14:00 del 31 ottobre 2025 nell’apposita pagina web resa disponibile sul portale regionale nella sezione Bandi dell’area tematica Ambiente.

Per quanto riguarda le risorse stanziate, sono state allocate 5.500.000 € suddivisi nel modo seguente:

  • 1.000.000 € nell’esercizio finanziario 2023;
  • 2.500.000 € nell’esercizio finanziario 2024;
  • 2.000.000 € nell’esercizio finanziario 2025.

Desideri approfondire? Consulta il Bando sul sito istituzionale della Regione Umbria nel Bollettino n. 37 del 02/08/2023. L’Allegato B del Bando fornisce anche un dettagliato elenco dei Comuni interessati dalla zonizzazione.

Tuttavia, se la prospettiva di navigare attraverso questi dettagli ti sembra scoraggiante, Valore Energia è qui per guidarti. Decidendo di affidarti a noi, il nostro esperto team si occuperà di tutto. Non esitare e compila il modulo contatti: sarai presto ricontattato dal nostro staff, pronto a fornirti tutte le informazioni necessarie e ad accompagnarti in questo percorso verso l’efficienza energetica.

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In arrivo nuovi rincari luce e gas per fine 2023

Secondo Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) sono in arrivo nuovi rincari luce e gas per fine 2023.

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L’allarme è stato lanciato: secondo Arera, l’autorità di regolazione per energia reti e ambiente, sono in arrivo nuovi rincari luce e gas per fine 2023. Questo nuovo caro bollette fine 2023 riguarderà non solo i rincari gas ma anche i rincari luce, colpendo pesantemente le tasche di imprenditori e privati cittadini.

Stefano Besseghini, presidente di Arera, ha dichiarato nel corso di un’audizione alla Commissione Finanze della Camera che, nonostante il prezzo del gas naturale sia diminuito da gennaio 2023 fino a marzo, ci aspettano purtroppo rincari energia nei prossimi mesi. E questo sarà vero sia per quanto riguarda l’elettricità che per quanto riguarda il gas. Chi sperava che il caro bollette fosse ormai un dato da archiviare con l’inverno 2022-2023 rischia una doccia fredda

È evidente che diventa sempre più necessario difendersi da questi rincari, ed una soluzione efficace è rappresentata dalle energie rinnovabili, ed in particolare dal fotovoltaico. Per questo, noi di Valore Energia, azienda specializzata nell’installazione di grandi impianti fotovoltaici ed altri impianti di efficientamento energetico, ci proponiamo come il tuo partner ideale se vuoi intraprendere questo percorso verso l’autosufficienza energetica.

Investire in impianti fotovoltaici non solo permette di contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici, ma rappresenta anche una scelta strategica per ridurre drasticamente i costi delle bollette. Invitiamo tutti gli interessati a proseguire nella lettura per scoprire di più su come proteggersi dai rincari luce e gas grazie al fotovoltaico.

 I numeri di Arera sui rincari di luce e gas

I numeri forniti da Arera sui rincari di luce e gas sono preoccupanti. Nonostante nel primo trimestre 2023 sia stata registrata una riduzione del prezzo di riferimento dell’energia elettrica pari al 19,5% rispetto al quarto trimestre 2022, il futuro prossimo non sembra altrettanto roseo. Le quotazioni dei mercati all’ingrosso dell’energia elettrica per i prossimi mesi “hanno mostrato volatilità crescente“.

Di conseguenza, le quotazioni per il terzo e quarto trimestre sono in rialzo, con aumenti di circa il 10% nel terzo trimestre e del 25% nel quarto trimestre rispetto alle quotazioni del secondo trimestre. Questo trend conferma l’andamento dei rincari energia, contribuendo ad un nuovo caro bollette fine 2023.

Questa situazione implica un aumento significativo delle spese per gli imprenditori e i privati cittadini, già gravati da rincari bollette precedenti. È fondamentale, quindi, cercare soluzioni alternative per difendersi da questi rincari. Le energie rinnovabili, ed in particolare il fotovoltaico, rappresentano una risposta efficace a questi rincari luce e gas. Installando un impianto fotovoltaico, è possibile produrre energia pulita ed economica direttamente dalla propria abitazione o azienda, riducendo così la dipendenza dall’energia fornita dalla rete elettrica e, di conseguenza, l’incidenza dei rincari sulle proprie bollette.

I motivi del rincaro: nuove speculazioni in arrivo

Il mercato dell’energia è attualmente influenzato da numerose incognite, che rendono le previsioni sui rincari luce e gas particolarmente incerte. Tra i i fattori che contribuiscono ad un clima di incertezza possiamo senza dubbio citare i seguenti: l

  • la ripresa economica cinese,
  • l’ipotetico taglio definitivo delle forniture russe
  • la riduzione del nucleare francese,
  • la riduzione della produzione dell’idroelettrico a causa della siccità

Ma a giocare un ruolo decisivo sono come al solito le speculazioni sui mercati che sono in grado di influenzare notevolmente il prezzo dell’energia. E’ proprio a causa delle speculazioni che le quotazioni dell’energia si impennano all’aumento della domanda da parte delle famiglie.

Se gli aumenti del gas e della luce, rispettivamente del 15% e del 25%, dovessero avverarsi, ci si deve prospettare una stangata pari a +317€ complessivi annui a nucleo famigliare rispetto alle tariffe attuali. Questo nuovo caro bollette fine 2023 rappresenta un ulteriore peso per le famiglie e le imprese italiane, già gravate dai precedenti rincari bollette.

Il fotovoltaico: l’unico vero alleato contro la volatilità dei prezzi dell’energia

In un contesto in cui i rincari luce e gas sembrano essere l’unico orizzonte visibile, il fotovoltaico si afferma come l’unico vero alleato contro la volatilità dei prezzi dell’energia. Questa tecnologia consente infatti di produrre energia elettrica in modo autonomo e sostenibile, riducendo drasticamente la dipendenza dalle fonti energetiche tradizionali e, di conseguenza, l’impatto dei rincari energia sulle bollette. In un momento in cui il nuovo caro bollette fine 2023 rappresenta una minaccia concreta per il bilancio delle famiglie e delle imprese, investire in fotovoltaico rappresenta una scelta strategica ed ecologicamente responsabile.

Valore Energia, offre soluzioni personalizzate per l’installazione di impianti fotovoltaici ed altri impianti di efficientamento energetico, contribuendo attivamente alla lotta contro i rincari bollette. Grazie alla nostra esperienza e professionalità, siamo in grado di guidare i nostri clienti in ogni fase del progetto, dalla pianificazione alla realizzazione, garantendo risultati ottimali e un servizio di assistenza post-vendita di altissimo livello.

Se sei un imprenditore o un privato cittadino e desideri proteggerti dai rincari luce e gas grazie al fotovoltaico, non esitare a contattarci. Compila il modulo contatti che trovi in fondo alla pagina con i tuoi dati e un nostro esperto ti contatterà al più presto per fornirti tutte le informazioni di cui hai bisogno e per pianificare un intervento su misura per te. Non lasciare che i rincari energetici compromett

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Nuova norma UE sui condizionatori: previsto l’ obbligo di sostituzione

Nuova norma UE sui condizionatori: obbligo di sostituzione in quasi tutte le case italiane. Scopriamo di più

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Dopo l’obbligo di ristrutturazione green delle case più inquinanti, di sostituzione delle cucine a gas con cucine a induzione, delle caldaie a gas e l’installazione di pannelli solari, arriva un’altra importante misura da parte dell’Unione Europea. Questa volta i condizionatori sono nel mirino delle normative.

Se sei interessato a scoprire quali sono i cambiamenti in arrivo e come potrebbero influenzare la tua casa, continua a leggere.

La nuova legge UE impone l’obbligo di sostituire i vecchi condizionatori per motivi di sostenibilità ambientale. L’obiettivo infatti è quello di ridurre l’impatto ambientale e promuovere soluzioni più sostenibili ed efficienti.

Ma cosa prevede esattamente la nuova legge UE sui condizionatori?

All’interno di questo articolo scopriremo insieme i dettagli e gli obblighi green aggiuntivi che l’Unione Europea ha imposto. Sarà fondamentale comprendere le implicazioni di questa normativa per poter prendere decisioni informate in merito al tuo sistema di climatizzazione. Continua a leggere per scoprire come puoi adattarti a questi nuovi obblighi green e fare la tua parte per un futuro migliore.

Cosa prevede la nuova norma UE sui condizionatori

La nuova norma UE sui condizionatori impone importanti restrizioni e obblighi green che potrebbero influenzare il futuro dei tuoi sistemi di climatizzazione. L’Unione Europea ha adottato una legge di indirizzo green con l’obiettivo di ridurre gli effetti nocivi degli idrofluorocarburi (F-gas) e limitare l’impatto dell’effetto serra.

L’UE mira a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e la lotta agli F-gas è una delle principali sfide per raggiungere questo obiettivo. La nuova legge prevede il divieto di assistenza e manutenzione per i condizionatori e altre apparecchiature contenenti gas fluorurati, responsabili delle emissioni di gas ad effetto serra. Considerando che circa l’80% dei condizionatori attualmente in uso produce F-gas, la sostituzione sarà necessaria per conformarsi alle nuove normative.

L’obbligo di sostituire i condizionatori entrerà in vigore il primo gennaio 2024, il che significa che è importante essere preparati e valutare le alternative disponibili. Tuttavia, alcune associazioni di categoria hanno espresso preoccupazioni riguardo ai divieti e alla mancanza di considerazione delle diverse applicazioni degli apparecchi, nonché dei tempi necessari per la formazione dei tecnici.

Ulteriori obblighi green già imposti da Ue oltre alla Norma UE condizionatori

L’Unione Europea ha imposto una serie di obblighi green che coinvolgono anche il settore immobiliare. La nuova norma UE sui condizionatori si aggiunge agli altri requisiti già imposti, come l’obbligo di ristrutturazione delle vecchie abitazioni. Vediamoli meglio qui di seguito.

Direttiva casa green

La direttiva UE sulla ristrutturazione obbligatoria mira a rendere più efficienti le case con una classe basse che sono considerate particolarmente inquinanti. L’obiettivo è elevare il livello di efficienza energetica di queste abitazioni, riducendo così l’impatto ambientale.

I passaggi previsti da questa direttiva europea sono ben definiti.

  1. Entro il 2030, tutti gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E;
  2. Entro il 2033 la classe energetica richiesta sarà la D;
  3. Il traguardo finale è raggiungere un parco immobiliare a zero emissioni entro il 2050.

La nuova legge impone l’obbligo di ristrutturazione per tutte le case e gli edifici con una classe energetica inferiore a E. Entro il 2023, gli edifici con classi energetiche F e G dovranno essere ristrutturati per migliorare la propria efficienza energetica e ridurre le emissioni inquinanti.

Tuttavia, alcuni tipi di immobili sono esentati da questo obbligo di ristrutturazione, tra cui i seguenti:

  • edifici di pregio artistico,
  • quelli con riconosciuti meriti storico-architettonici,
  • i edifici di culto
  • le seconde case.

È importante tenere presente questi obblighi green imposti dall’UE, in quanto richiedono un adeguamento degli immobili per garantire una maggiore efficienza energetica e ridurre l’impatto ambientale.

Lo stop per le caldaie a gas

L’Unione Europea ha stabilito uno stop deciso per le caldaie a gas che gradualmente verranno eliminate entro il 2029. Questa norma mira a promuovere soluzioni di riscaldamento più sostenibili e rispettose dell’ambiente.

La transizione verso alternative alle caldaie a gas sarà progressiva. Il primo step avverrà tra il 2025 e il 2026, quando gli incentivi per l’acquisto di caldaie a gas saranno sospesi, favorendo invece l’installazione di tecnologie alternative e la sostituzione degli impianti esistenti. Il secondo step prevede il completamento del processo entro il 2029, con lo stop totale alla vendita di caldaie a gas sul mercato.

Questa decisione dell’UE rappresenta un cambiamento significativo nel settore del riscaldamento domestico. Sarà necessario considerare alternative più ecologiche, come le caldaie a biomassa, le pompe di calore o i sistemi ibridi.

La transizione verso queste nuove tecnologie comporterà benefici sia per l’ambiente che per te. Ridurre l’uso delle caldaie a gas significa diminuire le emissioni nocive e contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico. Inoltre, l’adozione di soluzioni più sostenibili può comportare risparmi energetici e economici a lungo termine.

Gli obiettivi per il fotovoltaico

Gli obiettivi per il fotovoltaico stabiliti dall’Unione Europea offrono nuove opportunità per l’adozione di energia solare pulita. Questa norma promuove l’installazione di pannelli solari su edifici pubblici, commerciali e residenziali, contribuendo così alla transizione verso un futuro più sostenibile.

Ecco le tappe principali dell’obbligo imposto dall’UE per l’installazione dei pannelli solari:

  1. Entro il 2026, tutti i nuovi edifici commerciali e pubblici con un’area utile superiore a 250 metri quadrati dovranno essere dotati di pannelli solari.
  2. A partire dal 2027, l’obbligo si estenderà anche agli edifici esistenti della stessa tipologia, incoraggiando la trasformazione energetica di strutture già presenti.
  3. A partire dal 2029, l’obbligo di installazione dei pannelli solari si estenderà a tutti i nuovi edifici residenziali, favorendo la produzione di energia pulita anche nei contesti abitativi.

L’obiettivo dell’UE è ambizioso: raddoppiare la capacità fotovoltaica europea e installare 600 gigawatt di energia solare entro il 2030. Questo progetto a tappe mira a garantire una transizione graduale e sostenibile verso l’utilizzo diffuso dell’energia solare.

L’installazione dei pannelli solari rappresenta una soluzione ecologica ed efficiente per la produzione di energia. Non solo contribuirai alla riduzione delle emissioni di gas serra, ma potrai anche beneficiare di un’autosufficienza energetica e di un potenziale risparmio economico a lungo termine.

Non perdere l’opportunità di partecipare a questa rivoluzione energetica. Scopri di più sulle vantaggiose soluzioni fotovoltaiche disponibili e come poter integrare l’energia solare nella tua vita quotidiana. Approfitta dell’obbligo stabilito dall’UE per adottare una scelta energetica più sostenibile ed eco-friendly. Compila il modulo che trovi qui sotto con i tuoi dati!

 

 

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Dal 2 maggio si può presentare la comunicazione per il Superbonus in 10 anni

Superbonus in 10 anni per beneficiario, fornitore o cessionario: ecco le e regole contenute nel nuovo manuale delle Entrate per la piattaforma cessione crediti

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Dal 2 maggio, è possibile estendere la durata dei crediti derivanti dal Superbonus in 10 anni grazie a una nuova funzionalità della piattaforma cessione crediti delle Entrate. Questa importante novità offre ai beneficiari la possibilità di rateizzare i crediti residui in dieci rate annuali, consentendo una maggiore flessibilità nella fruizione di questo vantaggio fiscale.

Secondo quanto stabilito dal Provvedimento ADE n. 132123 del 18 aprile, le modalità di attuazione delle disposizioni prevedono che i soggetti titolari di crediti da Superbonus, Sismabonus e Bonus barriere architettoniche possano ripartire in 10 anni i crediti non ancora utilizzati. Ciò a condizione che sia stata comunicata la prima opzione entro il 31 marzo precedente.

La recente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, Legge n. 38 di conversione del DL n. 11 del 11 aprile, ha introdotto anche la novità dello “spalmacrediti” in dieci anni per il superbonus, offrendo ulteriori opportunità ai beneficiari di fruire dei vantaggi fiscali nel corso di un periodo più lungo.

Questa nuova possibilità di allungare la vita dei crediti rappresenta un’opzione preziosa per coloro che intendono gestire in modo più agevole i benefici derivanti dal Superbonus. La guida aggiornata dell’Agenzia delle Entrate fornisce tutte le informazioni necessarie, compresa la nuova funzionalità di “ulteriore rateazione” per le cessioni dei crediti, consultabile a pagina 27.

Assicurati di valutare attentamente questa opportunità e di adempiere a tutte le disposizioni normative in vigore per garantire una corretta gestione dei crediti e una fruizione ottimale del Superbonus in un periodo di 10 anni.

Superbonus in 10 anni: la disciplina precedente

L’articolo 9, comma 4, del decreto-legge 18 novembre 2022, n. 176 stabilisce, nella formulazione previgente alla legge di conversione del DL n 11, conteneva alcune importanti disposizioni per quanto riguarda il Superbonus. In particolare:

  • Per gli interventi rientranti nella disciplina del Superbonus, l’articolo 121, comma 3, terzo periodo, del decreto-legge n. 34 prevedeva che la quota di credito d’imposta non utilizzata nell’anno non potesse essere usufruita negli anni successivi, né richiesta a rimborso.
  • i crediti d’imposta derivanti dalle comunicazioni di cessione o di sconto in fattura inviate all’Agenzia delle entrate entro il 31 ottobre 2022, e non ancora utilizzati, potevano essere fruiti in 10 rate annuali di pari importo. Ciò andava quindi a sostituire l’originaria rateazione prevista per i predetti crediti ossia delle quattro quote annuali, previo invio di una comunicazione all’Agenzia delle entrate da parte del fornitore o del cessionario. Comunicazione che doveva essere effettuata in via telematica. Tale comunicazione può essere inviata anche avvalendosi dei soggetti indicati al comma 3 dell’articolo 3 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 32.

Questa disciplina precedente fornisce un quadro chiaro delle regole applicabili alla fruizione del Superbonus in 10 anni. Disciplina che però è stata ulteriormente rivista per garantire una maggiore flessibilità nella gestione dei crediti d’imposta derivanti da cessione o sconto in fattura.

Le novità della conversione in legge del DL n 11

Con la conversione in Legge del DL n 11/2023 con il comma 3-quinquies, introdotto in sede referente, si apportano importanti modifiche all’articolo 9, comma 4, del decreto-legge 18 novembre 2022, n. 176. Queste modifiche riguardano la possibilità di allungare i termini per beneficiare dell’agevolazione fiscale in caso di cessione dei crediti d’imposta legati a diverse situazioni:

  1. Superbonus (articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34).
  2. Interventi finalizzati al superamento e all’eliminazione di barriere architettoniche (119-ter del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34).
  3. Interventi antisismici e di riduzione del rischio sismico (articolo 16, commi da 1-bis a 1-septies, del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63).

Grazie a queste modifiche normative, si amplia la possibilità per il cessionario di beneficiare di tali crediti d’imposta.

Si stabilisce infatti che, per i crediti d’imposta per i quali le comunicazioni di cessione o di sconto in fattura sono state inviate all’Agenzia delle entrate entro il 31 marzo 2023, sarà possibile ripartire l’utilizzo del credito residuo in 10 rate annuali.

Inoltre, il comma 3-sexies, introdotto in sede referente, modifica l’articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, aggiungendo un comma 8-quinquies. Questa modifica consente al contribuente di optare per il riparto della detrazione spettante in 10 quote annuali di pari importo per le spese sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022, relative agli interventi legati al superbonus. L’opzione è irrevocabile e deve essere esercitata nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2023.

Si ricorda che l’opzione è valida solo se la rata di detrazione relativa al periodo d’imposta 2022 non è indicata nella dichiarazione dei redditi.

Al momento, si attende l’attuazione delle regole definitive da parte dell’Agenzia delle Entrate, che sono già state proposte prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge n. 38/2023.

Non perdere l’opportunità di rimanere informato compilando il modulo che trovi qui di seguito con i tuoi dati!

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Le banche hanno sbloccato la cessione del credito: ecco quali sono le 3 banche che accettano pratiche con bonifico diretto

Dopo mesi di blocco oggi possiamo le banche hanno sbloccato la cessione del credito e sono tornate ad accettare nuove pratiche. Scopriamo insieme di quali banche si tratta

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Hai bisogno di informazioni aggiornate sulla cessione del credito?

Buone notizie: le banche hanno finalmente sbloccato questa pratica e sono pronte ad accettare nuove pratiche con bonifico diretto. Grazie a nuovi accordi di ri-cessione del credito, alcune importanti istituzioni bancarie hanno liberato capienza fiscale per assumere nuove pratiche di cessione. Questo processo avviene mediante la cessione dei crediti presenti nel loro portafoglio a soggetti terzi, solitamente grandi aziende, che utilizzano questi crediti scontati per pagare imposte e contributi tramite l’F24. A questo proposito puoi approfondire l’argomento sulla compensazione dei crediti fiscali in F24 cliccando qui.

Grazie a questa nuova capienza fiscale, le banche possono offrire pratiche di cessione anche a coloro che hanno affrontato spese di ristrutturazione per la propria abitazione e stanno lottando per recuperarne i costi. Lo stesso vale per le imprese che hanno accordato sconti in fattura ai loro clienti e ora cercano di liberarsi del credito edilizio corrispondente.

Negli ultimi tempi, tre banche in particolare si sono distinte per la loro attività nella cessione del credito.

Scopriamo quali sono questi istituti di credito e quali opportunità offrono per chi desidera sfruttare questa pratica.

La situazione attuale sulla cessione del credito

Prima di tutto, è importante sottolineare che le banche hanno finalmente sbloccato questa pratica, aprendo nuove possibilità per chi desidera ottenere liquidità attraverso la cessione del proprio credito. Ma facciamo un passo indietro.

La recente serie di interventi normativi (ne parliamo qui) aveva creato un clima di incertezza, che aveva portato le banche e gli altri intermediari a sospendere l’accettazione di nuove pratiche di cessione. Questo ha generato una crisi nel sistema delle detrazioni edilizie, lasciando le imprese con un portafoglio di crediti in sospeso e senza il sostegno finanziario necessario per continuare le proprie attività. Questo fenomeno è comunemente conosciuto come “crediti incagliati”.

L’assenza di possibilità di cedere il credito alle banche ha avuto come conseguenza la mancanza di liquidità per le imprese. Di conseguenza, molti cantieri edili si sono bloccati (ne avevamo parlato qui) e coloro che avevano pianificato la ristrutturazione delle proprie abitazioni utilizzando i bonus edilizi si sono trovati costretti a rinunciare ai loro progetti.

Fortunatamente, con l’entrata in vigore del Decreto Legge 11/2023, sono state definite nuove modalità di cessione del credito e sconto in fattura per specifici tipi di lavori e sono previsti nuovi effetti economici.

In particolare la cessione del credito e lo sconto in fattura saranno ancora ammessi per:

  • interventi di eliminazione delle barriere architettoniche agevolati al 75%,
  • lavori nei comuni colpiti da eventi sismici o eventi meteorologici nelle Marche a partire da settembre 2022, 
  • lavori svolti da IACP, ONLUS e ODV.

Questi soggetti potranno usufruire delle opzioni di cessione del credito a condizione che siano stati costituiti prima dell’entrata in vigore del decreto. Queste nuove disposizioni offrono una luce di speranza per coloro che desiderano beneficiare delle detrazioni edilizie e ottenere la liquidità necessaria per portare avanti i propri progetti.

Le 3 banche che hanno riaperto la cessione del credito

Finalmente, dopo mesi di blocco, le banche hanno riaperto le porte alla cessione del credito visto che alcune istituzioni finanziarie stanno nuovamente accettando nuove pratiche di cessione. In particolare le banche che hanno iniziato a farlo sono:

  • Banca Intesa,
  • Unicredit,
  • Sparkasse.

Tra queste, Banca Intesa si è dimostrata particolarmente attiva, concludendo diversi accordi di ri-cessione del credito per liberare la capienza fiscale necessaria ad accettare nuove pratiche di cessione. Recentemente, sono emerse notizie sulle nuove collaborazioni di Banca Intesa con importanti attori del settore, come Piva Group, un leader nella produzione di serramenti, Università Luiss Guido Carlo e Sacef Group.

Se sei interessato a beneficiare della cessione del credito, è consigliabile agire tempestivamente e rivolgersi a una delle tre banche menzionate. Tuttavia, è importante tenere presente che la cessione comporterà dei costi, con un’aspettativa di perdita tra il 15% e il 20% del valore del credito.

La piattaforma di enel x per la cessione del credito

Le banche hanno sbloccato la cessione del credito ma, allo stesso tempo, anche Enel X si sta preparando per il lancio della sua piattaforma. La piattaforma dovrebbe essere lanciata a settembre, dopo essere stata bloccata per mesi a causa del decreto blocca crediti. In particolare, la sottosegretaria al ministero dell’Economia e delle Finanze ha annunciato l’arrivo imminente della piattaforma, rispondendo a un’interrogazione parlamentare.

La piattaforma Enel X avrà il compito di sbloccare il mercato della cessione del credito, fungendo da società veicolo che acquisterà i crediti incagliati dalle banche e li cederà a soggetti terzi, soprattutto imprese. Queste imprese potranno poi compensare gli acquisti tramite il modello F24 per i versamenti contributivi e tributari.

L’interesse per le imprese non riguarda solo la possibilità di acquistare crediti a un valore inferiore a quello nominale, ma anche la possibilità di ottenere una riduzione delle imposte grazie alla compensazione nell’F24.

La piattaforma Enel X è quindi fondamentale per riattivare il mercato dei crediti, bloccato dopo l’emanazione del decreto blocca crediti da parte del governo, nonostante le parziali esenzioni introdotte. Al momento, Enel X, Intesa Sanpaolo e Sparkasse sono già attive nel ri-acquisto dei crediti, mentre Credit Agricole, Unicredit e Poste stanno ultimando le procedure per avviare il processo. È importante sottolineare che anche Banco Bpm si è dichiarata disponibile a riattivare la cessione del credito.

Non perdere l’opportunità di beneficiare di queste nuove iniziative e rimani informato compilando il modulo che trovi qui di seguito con i tuoi dati!

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