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In arrivo nuovi rincari luce e gas per fine 2023

Secondo Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) sono in arrivo nuovi rincari luce e gas per fine 2023.

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L’allarme è stato lanciato: secondo Arera, l’autorità di regolazione per energia reti e ambiente, sono in arrivo nuovi rincari luce e gas per fine 2023. Questo nuovo caro bollette fine 2023 riguarderà non solo i rincari gas ma anche i rincari luce, colpendo pesantemente le tasche di imprenditori e privati cittadini.

Stefano Besseghini, presidente di Arera, ha dichiarato nel corso di un’audizione alla Commissione Finanze della Camera che, nonostante il prezzo del gas naturale sia diminuito da gennaio 2023 fino a marzo, ci aspettano purtroppo rincari energia nei prossimi mesi. E questo sarà vero sia per quanto riguarda l’elettricità che per quanto riguarda il gas. Chi sperava che il caro bollette fosse ormai un dato da archiviare con l’inverno 2022-2023 rischia una doccia fredda

È evidente che diventa sempre più necessario difendersi da questi rincari, ed una soluzione efficace è rappresentata dalle energie rinnovabili, ed in particolare dal fotovoltaico. Per questo, noi di Valore Energia, azienda specializzata nell’installazione di grandi impianti fotovoltaici ed altri impianti di efficientamento energetico, ci proponiamo come il tuo partner ideale se vuoi intraprendere questo percorso verso l’autosufficienza energetica.

Investire in impianti fotovoltaici non solo permette di contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici, ma rappresenta anche una scelta strategica per ridurre drasticamente i costi delle bollette. Invitiamo tutti gli interessati a proseguire nella lettura per scoprire di più su come proteggersi dai rincari luce e gas grazie al fotovoltaico.

 I numeri di Arera sui rincari di luce e gas

I numeri forniti da Arera sui rincari di luce e gas sono preoccupanti. Nonostante nel primo trimestre 2023 sia stata registrata una riduzione del prezzo di riferimento dell’energia elettrica pari al 19,5% rispetto al quarto trimestre 2022, il futuro prossimo non sembra altrettanto roseo. Le quotazioni dei mercati all’ingrosso dell’energia elettrica per i prossimi mesi “hanno mostrato volatilità crescente“.

Di conseguenza, le quotazioni per il terzo e quarto trimestre sono in rialzo, con aumenti di circa il 10% nel terzo trimestre e del 25% nel quarto trimestre rispetto alle quotazioni del secondo trimestre. Questo trend conferma l’andamento dei rincari energia, contribuendo ad un nuovo caro bollette fine 2023.

Questa situazione implica un aumento significativo delle spese per gli imprenditori e i privati cittadini, già gravati da rincari bollette precedenti. È fondamentale, quindi, cercare soluzioni alternative per difendersi da questi rincari. Le energie rinnovabili, ed in particolare il fotovoltaico, rappresentano una risposta efficace a questi rincari luce e gas. Installando un impianto fotovoltaico, è possibile produrre energia pulita ed economica direttamente dalla propria abitazione o azienda, riducendo così la dipendenza dall’energia fornita dalla rete elettrica e, di conseguenza, l’incidenza dei rincari sulle proprie bollette.

I motivi del rincaro: nuove speculazioni in arrivo

Il mercato dell’energia è attualmente influenzato da numerose incognite, che rendono le previsioni sui rincari luce e gas particolarmente incerte. Tra i i fattori che contribuiscono ad un clima di incertezza possiamo senza dubbio citare i seguenti: l

  • la ripresa economica cinese,
  • l’ipotetico taglio definitivo delle forniture russe
  • la riduzione del nucleare francese,
  • la riduzione della produzione dell’idroelettrico a causa della siccità

Ma a giocare un ruolo decisivo sono come al solito le speculazioni sui mercati che sono in grado di influenzare notevolmente il prezzo dell’energia. E’ proprio a causa delle speculazioni che le quotazioni dell’energia si impennano all’aumento della domanda da parte delle famiglie.

Se gli aumenti del gas e della luce, rispettivamente del 15% e del 25%, dovessero avverarsi, ci si deve prospettare una stangata pari a +317€ complessivi annui a nucleo famigliare rispetto alle tariffe attuali. Questo nuovo caro bollette fine 2023 rappresenta un ulteriore peso per le famiglie e le imprese italiane, già gravate dai precedenti rincari bollette.

Il fotovoltaico: l’unico vero alleato contro la volatilità dei prezzi dell’energia

In un contesto in cui i rincari luce e gas sembrano essere l’unico orizzonte visibile, il fotovoltaico si afferma come l’unico vero alleato contro la volatilità dei prezzi dell’energia. Questa tecnologia consente infatti di produrre energia elettrica in modo autonomo e sostenibile, riducendo drasticamente la dipendenza dalle fonti energetiche tradizionali e, di conseguenza, l’impatto dei rincari energia sulle bollette. In un momento in cui il nuovo caro bollette fine 2023 rappresenta una minaccia concreta per il bilancio delle famiglie e delle imprese, investire in fotovoltaico rappresenta una scelta strategica ed ecologicamente responsabile.

Valore Energia, offre soluzioni personalizzate per l’installazione di impianti fotovoltaici ed altri impianti di efficientamento energetico, contribuendo attivamente alla lotta contro i rincari bollette. Grazie alla nostra esperienza e professionalità, siamo in grado di guidare i nostri clienti in ogni fase del progetto, dalla pianificazione alla realizzazione, garantendo risultati ottimali e un servizio di assistenza post-vendita di altissimo livello.

Se sei un imprenditore o un privato cittadino e desideri proteggerti dai rincari luce e gas grazie al fotovoltaico, non esitare a contattarci. Compila il modulo contatti che trovi in fondo alla pagina con i tuoi dati e un nostro esperto ti contatterà al più presto per fornirti tutte le informazioni di cui hai bisogno e per pianificare un intervento su misura per te. Non lasciare che i rincari energetici compromett

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Nuova norma UE sui condizionatori: previsto l’ obbligo di sostituzione

Nuova norma UE sui condizionatori: obbligo di sostituzione in quasi tutte le case italiane. Scopriamo di più

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Dopo l’obbligo di ristrutturazione green delle case più inquinanti, di sostituzione delle cucine a gas con cucine a induzione, delle caldaie a gas e l’installazione di pannelli solari, arriva un’altra importante misura da parte dell’Unione Europea. Questa volta i condizionatori sono nel mirino delle normative.

Se sei interessato a scoprire quali sono i cambiamenti in arrivo e come potrebbero influenzare la tua casa, continua a leggere.

La nuova legge UE impone l’obbligo di sostituire i vecchi condizionatori per motivi di sostenibilità ambientale. L’obiettivo infatti è quello di ridurre l’impatto ambientale e promuovere soluzioni più sostenibili ed efficienti.

Ma cosa prevede esattamente la nuova legge UE sui condizionatori?

All’interno di questo articolo scopriremo insieme i dettagli e gli obblighi green aggiuntivi che l’Unione Europea ha imposto. Sarà fondamentale comprendere le implicazioni di questa normativa per poter prendere decisioni informate in merito al tuo sistema di climatizzazione. Continua a leggere per scoprire come puoi adattarti a questi nuovi obblighi green e fare la tua parte per un futuro migliore.

Cosa prevede la nuova norma UE sui condizionatori

La nuova norma UE sui condizionatori impone importanti restrizioni e obblighi green che potrebbero influenzare il futuro dei tuoi sistemi di climatizzazione. L’Unione Europea ha adottato una legge di indirizzo green con l’obiettivo di ridurre gli effetti nocivi degli idrofluorocarburi (F-gas) e limitare l’impatto dell’effetto serra.

L’UE mira a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e la lotta agli F-gas è una delle principali sfide per raggiungere questo obiettivo. La nuova legge prevede il divieto di assistenza e manutenzione per i condizionatori e altre apparecchiature contenenti gas fluorurati, responsabili delle emissioni di gas ad effetto serra. Considerando che circa l’80% dei condizionatori attualmente in uso produce F-gas, la sostituzione sarà necessaria per conformarsi alle nuove normative.

L’obbligo di sostituire i condizionatori entrerà in vigore il primo gennaio 2024, il che significa che è importante essere preparati e valutare le alternative disponibili. Tuttavia, alcune associazioni di categoria hanno espresso preoccupazioni riguardo ai divieti e alla mancanza di considerazione delle diverse applicazioni degli apparecchi, nonché dei tempi necessari per la formazione dei tecnici.

Ulteriori obblighi green già imposti da Ue oltre alla Norma UE condizionatori

L’Unione Europea ha imposto una serie di obblighi green che coinvolgono anche il settore immobiliare. La nuova norma UE sui condizionatori si aggiunge agli altri requisiti già imposti, come l’obbligo di ristrutturazione delle vecchie abitazioni. Vediamoli meglio qui di seguito.

Direttiva casa green

La direttiva UE sulla ristrutturazione obbligatoria mira a rendere più efficienti le case con una classe basse che sono considerate particolarmente inquinanti. L’obiettivo è elevare il livello di efficienza energetica di queste abitazioni, riducendo così l’impatto ambientale.

I passaggi previsti da questa direttiva europea sono ben definiti.

  1. Entro il 2030, tutti gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E;
  2. Entro il 2033 la classe energetica richiesta sarà la D;
  3. Il traguardo finale è raggiungere un parco immobiliare a zero emissioni entro il 2050.

La nuova legge impone l’obbligo di ristrutturazione per tutte le case e gli edifici con una classe energetica inferiore a E. Entro il 2023, gli edifici con classi energetiche F e G dovranno essere ristrutturati per migliorare la propria efficienza energetica e ridurre le emissioni inquinanti.

Tuttavia, alcuni tipi di immobili sono esentati da questo obbligo di ristrutturazione, tra cui i seguenti:

  • edifici di pregio artistico,
  • quelli con riconosciuti meriti storico-architettonici,
  • i edifici di culto
  • le seconde case.

È importante tenere presente questi obblighi green imposti dall’UE, in quanto richiedono un adeguamento degli immobili per garantire una maggiore efficienza energetica e ridurre l’impatto ambientale.

Lo stop per le caldaie a gas

L’Unione Europea ha stabilito uno stop deciso per le caldaie a gas che gradualmente verranno eliminate entro il 2029. Questa norma mira a promuovere soluzioni di riscaldamento più sostenibili e rispettose dell’ambiente.

La transizione verso alternative alle caldaie a gas sarà progressiva. Il primo step avverrà tra il 2025 e il 2026, quando gli incentivi per l’acquisto di caldaie a gas saranno sospesi, favorendo invece l’installazione di tecnologie alternative e la sostituzione degli impianti esistenti. Il secondo step prevede il completamento del processo entro il 2029, con lo stop totale alla vendita di caldaie a gas sul mercato.

Questa decisione dell’UE rappresenta un cambiamento significativo nel settore del riscaldamento domestico. Sarà necessario considerare alternative più ecologiche, come le caldaie a biomassa, le pompe di calore o i sistemi ibridi.

La transizione verso queste nuove tecnologie comporterà benefici sia per l’ambiente che per te. Ridurre l’uso delle caldaie a gas significa diminuire le emissioni nocive e contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico. Inoltre, l’adozione di soluzioni più sostenibili può comportare risparmi energetici e economici a lungo termine.

Gli obiettivi per il fotovoltaico

Gli obiettivi per il fotovoltaico stabiliti dall’Unione Europea offrono nuove opportunità per l’adozione di energia solare pulita. Questa norma promuove l’installazione di pannelli solari su edifici pubblici, commerciali e residenziali, contribuendo così alla transizione verso un futuro più sostenibile.

Ecco le tappe principali dell’obbligo imposto dall’UE per l’installazione dei pannelli solari:

  1. Entro il 2026, tutti i nuovi edifici commerciali e pubblici con un’area utile superiore a 250 metri quadrati dovranno essere dotati di pannelli solari.
  2. A partire dal 2027, l’obbligo si estenderà anche agli edifici esistenti della stessa tipologia, incoraggiando la trasformazione energetica di strutture già presenti.
  3. A partire dal 2029, l’obbligo di installazione dei pannelli solari si estenderà a tutti i nuovi edifici residenziali, favorendo la produzione di energia pulita anche nei contesti abitativi.

L’obiettivo dell’UE è ambizioso: raddoppiare la capacità fotovoltaica europea e installare 600 gigawatt di energia solare entro il 2030. Questo progetto a tappe mira a garantire una transizione graduale e sostenibile verso l’utilizzo diffuso dell’energia solare.

L’installazione dei pannelli solari rappresenta una soluzione ecologica ed efficiente per la produzione di energia. Non solo contribuirai alla riduzione delle emissioni di gas serra, ma potrai anche beneficiare di un’autosufficienza energetica e di un potenziale risparmio economico a lungo termine.

Non perdere l’opportunità di partecipare a questa rivoluzione energetica. Scopri di più sulle vantaggiose soluzioni fotovoltaiche disponibili e come poter integrare l’energia solare nella tua vita quotidiana. Approfitta dell’obbligo stabilito dall’UE per adottare una scelta energetica più sostenibile ed eco-friendly. Compila il modulo che trovi qui sotto con i tuoi dati!

 

 

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Dal 2 maggio si può presentare la comunicazione per il Superbonus in 10 anni

Superbonus in 10 anni per beneficiario, fornitore o cessionario: ecco le e regole contenute nel nuovo manuale delle Entrate per la piattaforma cessione crediti

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Dal 2 maggio, è possibile estendere la durata dei crediti derivanti dal Superbonus in 10 anni grazie a una nuova funzionalità della piattaforma cessione crediti delle Entrate. Questa importante novità offre ai beneficiari la possibilità di rateizzare i crediti residui in dieci rate annuali, consentendo una maggiore flessibilità nella fruizione di questo vantaggio fiscale.

Secondo quanto stabilito dal Provvedimento ADE n. 132123 del 18 aprile, le modalità di attuazione delle disposizioni prevedono che i soggetti titolari di crediti da Superbonus, Sismabonus e Bonus barriere architettoniche possano ripartire in 10 anni i crediti non ancora utilizzati. Ciò a condizione che sia stata comunicata la prima opzione entro il 31 marzo precedente.

La recente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, Legge n. 38 di conversione del DL n. 11 del 11 aprile, ha introdotto anche la novità dello “spalmacrediti” in dieci anni per il superbonus, offrendo ulteriori opportunità ai beneficiari di fruire dei vantaggi fiscali nel corso di un periodo più lungo.

Questa nuova possibilità di allungare la vita dei crediti rappresenta un’opzione preziosa per coloro che intendono gestire in modo più agevole i benefici derivanti dal Superbonus. La guida aggiornata dell’Agenzia delle Entrate fornisce tutte le informazioni necessarie, compresa la nuova funzionalità di “ulteriore rateazione” per le cessioni dei crediti, consultabile a pagina 27.

Assicurati di valutare attentamente questa opportunità e di adempiere a tutte le disposizioni normative in vigore per garantire una corretta gestione dei crediti e una fruizione ottimale del Superbonus in un periodo di 10 anni.

Superbonus in 10 anni: la disciplina precedente

L’articolo 9, comma 4, del decreto-legge 18 novembre 2022, n. 176 stabilisce, nella formulazione previgente alla legge di conversione del DL n 11, conteneva alcune importanti disposizioni per quanto riguarda il Superbonus. In particolare:

  • Per gli interventi rientranti nella disciplina del Superbonus, l’articolo 121, comma 3, terzo periodo, del decreto-legge n. 34 prevedeva che la quota di credito d’imposta non utilizzata nell’anno non potesse essere usufruita negli anni successivi, né richiesta a rimborso.
  • i crediti d’imposta derivanti dalle comunicazioni di cessione o di sconto in fattura inviate all’Agenzia delle entrate entro il 31 ottobre 2022, e non ancora utilizzati, potevano essere fruiti in 10 rate annuali di pari importo. Ciò andava quindi a sostituire l’originaria rateazione prevista per i predetti crediti ossia delle quattro quote annuali, previo invio di una comunicazione all’Agenzia delle entrate da parte del fornitore o del cessionario. Comunicazione che doveva essere effettuata in via telematica. Tale comunicazione può essere inviata anche avvalendosi dei soggetti indicati al comma 3 dell’articolo 3 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 32.

Questa disciplina precedente fornisce un quadro chiaro delle regole applicabili alla fruizione del Superbonus in 10 anni. Disciplina che però è stata ulteriormente rivista per garantire una maggiore flessibilità nella gestione dei crediti d’imposta derivanti da cessione o sconto in fattura.

Le novità della conversione in legge del DL n 11

Con la conversione in Legge del DL n 11/2023 con il comma 3-quinquies, introdotto in sede referente, si apportano importanti modifiche all’articolo 9, comma 4, del decreto-legge 18 novembre 2022, n. 176. Queste modifiche riguardano la possibilità di allungare i termini per beneficiare dell’agevolazione fiscale in caso di cessione dei crediti d’imposta legati a diverse situazioni:

  1. Superbonus (articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34).
  2. Interventi finalizzati al superamento e all’eliminazione di barriere architettoniche (119-ter del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34).
  3. Interventi antisismici e di riduzione del rischio sismico (articolo 16, commi da 1-bis a 1-septies, del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63).

Grazie a queste modifiche normative, si amplia la possibilità per il cessionario di beneficiare di tali crediti d’imposta.

Si stabilisce infatti che, per i crediti d’imposta per i quali le comunicazioni di cessione o di sconto in fattura sono state inviate all’Agenzia delle entrate entro il 31 marzo 2023, sarà possibile ripartire l’utilizzo del credito residuo in 10 rate annuali.

Inoltre, il comma 3-sexies, introdotto in sede referente, modifica l’articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, aggiungendo un comma 8-quinquies. Questa modifica consente al contribuente di optare per il riparto della detrazione spettante in 10 quote annuali di pari importo per le spese sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022, relative agli interventi legati al superbonus. L’opzione è irrevocabile e deve essere esercitata nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2023.

Si ricorda che l’opzione è valida solo se la rata di detrazione relativa al periodo d’imposta 2022 non è indicata nella dichiarazione dei redditi.

Al momento, si attende l’attuazione delle regole definitive da parte dell’Agenzia delle Entrate, che sono già state proposte prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge n. 38/2023.

Non perdere l’opportunità di rimanere informato compilando il modulo che trovi qui di seguito con i tuoi dati!

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Le banche hanno sbloccato la cessione del credito: ecco quali sono le 3 banche che accettano pratiche con bonifico diretto

Dopo mesi di blocco oggi possiamo le banche hanno sbloccato la cessione del credito e sono tornate ad accettare nuove pratiche. Scopriamo insieme di quali banche si tratta

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Hai bisogno di informazioni aggiornate sulla cessione del credito?

Buone notizie: le banche hanno finalmente sbloccato questa pratica e sono pronte ad accettare nuove pratiche con bonifico diretto. Grazie a nuovi accordi di ri-cessione del credito, alcune importanti istituzioni bancarie hanno liberato capienza fiscale per assumere nuove pratiche di cessione. Questo processo avviene mediante la cessione dei crediti presenti nel loro portafoglio a soggetti terzi, solitamente grandi aziende, che utilizzano questi crediti scontati per pagare imposte e contributi tramite l’F24. A questo proposito puoi approfondire l’argomento sulla compensazione dei crediti fiscali in F24 cliccando qui.

Grazie a questa nuova capienza fiscale, le banche possono offrire pratiche di cessione anche a coloro che hanno affrontato spese di ristrutturazione per la propria abitazione e stanno lottando per recuperarne i costi. Lo stesso vale per le imprese che hanno accordato sconti in fattura ai loro clienti e ora cercano di liberarsi del credito edilizio corrispondente.

Negli ultimi tempi, tre banche in particolare si sono distinte per la loro attività nella cessione del credito.

Scopriamo quali sono questi istituti di credito e quali opportunità offrono per chi desidera sfruttare questa pratica.

La situazione attuale sulla cessione del credito

Prima di tutto, è importante sottolineare che le banche hanno finalmente sbloccato questa pratica, aprendo nuove possibilità per chi desidera ottenere liquidità attraverso la cessione del proprio credito. Ma facciamo un passo indietro.

La recente serie di interventi normativi (ne parliamo qui) aveva creato un clima di incertezza, che aveva portato le banche e gli altri intermediari a sospendere l’accettazione di nuove pratiche di cessione. Questo ha generato una crisi nel sistema delle detrazioni edilizie, lasciando le imprese con un portafoglio di crediti in sospeso e senza il sostegno finanziario necessario per continuare le proprie attività. Questo fenomeno è comunemente conosciuto come “crediti incagliati”.

L’assenza di possibilità di cedere il credito alle banche ha avuto come conseguenza la mancanza di liquidità per le imprese. Di conseguenza, molti cantieri edili si sono bloccati (ne avevamo parlato qui) e coloro che avevano pianificato la ristrutturazione delle proprie abitazioni utilizzando i bonus edilizi si sono trovati costretti a rinunciare ai loro progetti.

Fortunatamente, con l’entrata in vigore del Decreto Legge 11/2023, sono state definite nuove modalità di cessione del credito e sconto in fattura per specifici tipi di lavori e sono previsti nuovi effetti economici.

In particolare la cessione del credito e lo sconto in fattura saranno ancora ammessi per:

  • interventi di eliminazione delle barriere architettoniche agevolati al 75%,
  • lavori nei comuni colpiti da eventi sismici o eventi meteorologici nelle Marche a partire da settembre 2022, 
  • lavori svolti da IACP, ONLUS e ODV.

Questi soggetti potranno usufruire delle opzioni di cessione del credito a condizione che siano stati costituiti prima dell’entrata in vigore del decreto. Queste nuove disposizioni offrono una luce di speranza per coloro che desiderano beneficiare delle detrazioni edilizie e ottenere la liquidità necessaria per portare avanti i propri progetti.

Le 3 banche che hanno riaperto la cessione del credito

Finalmente, dopo mesi di blocco, le banche hanno riaperto le porte alla cessione del credito visto che alcune istituzioni finanziarie stanno nuovamente accettando nuove pratiche di cessione. In particolare le banche che hanno iniziato a farlo sono:

  • Banca Intesa,
  • Unicredit,
  • Sparkasse.

Tra queste, Banca Intesa si è dimostrata particolarmente attiva, concludendo diversi accordi di ri-cessione del credito per liberare la capienza fiscale necessaria ad accettare nuove pratiche di cessione. Recentemente, sono emerse notizie sulle nuove collaborazioni di Banca Intesa con importanti attori del settore, come Piva Group, un leader nella produzione di serramenti, Università Luiss Guido Carlo e Sacef Group.

Se sei interessato a beneficiare della cessione del credito, è consigliabile agire tempestivamente e rivolgersi a una delle tre banche menzionate. Tuttavia, è importante tenere presente che la cessione comporterà dei costi, con un’aspettativa di perdita tra il 15% e il 20% del valore del credito.

La piattaforma di enel x per la cessione del credito

Le banche hanno sbloccato la cessione del credito ma, allo stesso tempo, anche Enel X si sta preparando per il lancio della sua piattaforma. La piattaforma dovrebbe essere lanciata a settembre, dopo essere stata bloccata per mesi a causa del decreto blocca crediti. In particolare, la sottosegretaria al ministero dell’Economia e delle Finanze ha annunciato l’arrivo imminente della piattaforma, rispondendo a un’interrogazione parlamentare.

La piattaforma Enel X avrà il compito di sbloccare il mercato della cessione del credito, fungendo da società veicolo che acquisterà i crediti incagliati dalle banche e li cederà a soggetti terzi, soprattutto imprese. Queste imprese potranno poi compensare gli acquisti tramite il modello F24 per i versamenti contributivi e tributari.

L’interesse per le imprese non riguarda solo la possibilità di acquistare crediti a un valore inferiore a quello nominale, ma anche la possibilità di ottenere una riduzione delle imposte grazie alla compensazione nell’F24.

La piattaforma Enel X è quindi fondamentale per riattivare il mercato dei crediti, bloccato dopo l’emanazione del decreto blocca crediti da parte del governo, nonostante le parziali esenzioni introdotte. Al momento, Enel X, Intesa Sanpaolo e Sparkasse sono già attive nel ri-acquisto dei crediti, mentre Credit Agricole, Unicredit e Poste stanno ultimando le procedure per avviare il processo. È importante sottolineare che anche Banco Bpm si è dichiarata disponibile a riattivare la cessione del credito.

Non perdere l’opportunità di beneficiare di queste nuove iniziative e rimani informato compilando il modulo che trovi qui di seguito con i tuoi dati!

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Effetti economici superbonus 110: l’impatto è positivo

Effetti economici superbonus 110: l’impatto è positivo sui conti dello stato. Analizziamo alcuni numeri

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Il Superbonus 110% sta dimostrando un impatto positivo sull’economia, come conferma uno studio condotto dalla Fondazione Nazionale dei commercialisti e pubblicato in un recente comunicato stampa del 5 giugno 2023.

Secondo lo studio, la spesa generata dal Superbonus per gli anni 2021 e 2022, che comprende gli investimenti aggiuntivi nel settore delle costruzioni e l’effetto sulle interconnessioni settoriali, si attesta a un valore notevole di 96 miliardi di euro.

Il costo per lo Stato derivante da tali spese ammonta a 97 miliardi di euro. Tuttavia, l’impatto sull’economia è significativo: viene previsto un incremento del PIL di quasi 91 miliardi di euro nel corso di cinque anni e un gettito fiscale di circa 37 miliardi di euro.

Rispetto a tali stime, il costo per lo Stato si mantiene a un livello contenuto di 60 miliardi di euro, un importo nettamente inferiore all’incremento del PIL.

Questi risultati confermano l’efficacia del Superbonus 110% nell’attivare gli investimenti nel settore delle costruzioni e nel promuovere la crescita economica a più ampio raggio. Non solo l’iniziativa fornisce benefici tangibili ai cittadini che possono usufruire della detrazione fiscale, ma stimola anche l’intera economia nazionale.

Ma il comunicato sullo studio della Fondazione Nazionale dei commercialisti analizza ben più in profondità l’impatto del superbonus sull’economia. Abbiamo quindi deciso di analizzare quanto riportato dal comunicato qui di seguito anche alla luce del fatto che dal 2 maggio si può presentare la comunicazione per il Superbonus in 10 anni,

Superbonus, l’impatto è positivo: il costo è inferiore all’incremento del PIL secondo lo studio della Fondazione Nazionale dei commercialisti

Qualche giorno fa è stato diffuso il nuovo studio della Fondazione Nazionale dei commercialisti che analizza l’effetto economico del superbonus.

Questo documento prende in esame la spesa generata dall’agevolazione per gli anni 2021 e 2022, includendo gli investimenti aggiuntivi nel settore delle costruzioni e le interconnessioni settoriali con altri settori dell’economia. L’importo totale di tali investimenti si attesta a un significativo valore di 96 miliardi di euro. Il costo per lo Stato, rappresentato dalle detrazioni aggiuntive rispetto a quelle ordinarie, ammonta a circa 97 miliardi di euro.

Come riportato nel comunicato stampa,

“Di conseguenza, anche se in un orizzonte temporale più ampio corrispondente a circa un quinquennio, si stima un incremento di PIL di quasi 91 miliardi di euro e di gettito fiscale di circa 37 miliardi di euro.”

Il costo netto per lo Stato relativo al superbonus viene stimato in 60 miliardi di euro, un importo notevolmente inferiore all’incremento del PIL. Questi dati sono contenuti nella nuova pubblicazione, aggiornata con i dati disponibili fino al 31 dicembre 2022.

Lo studio rivela che il moltiplicatore sull’aumento del PIL generato dagli investimenti aggiuntivi indotti dal superbonus è dello 0,95%. Inoltre, l’effetto di retroazione fiscale, che rappresenta l’aumento del gettito fiscale rispetto all’aumento della spesa pubblica, è del 38%.

Come specificato nel comunicato,

“Se si considera adeguatamente l’effetto di retroazione fiscale, l’impatto del Superbonus 110 per cento sulle finanze pubbliche è dunque addirittura positivo, nel senso che l’incremento del PIL generato comunque a debito, cioè facendo deficit, sarebbe superiore all’impatto sul debito, migliorando, in termini percentuali, il rapporto debito/PIL.”

Le dichiarazioni del presidente dell’ordine dei commercialisti sugli Effetti economici superbonus 110

“Il nostro documento rappresenta un contributo tecnico che può orientare il decisore politico a riconsiderare il meccanismo della cessione del credito anche nell’ambito della proposta avanzata dal Consiglio Nazionale di inserire, per gli anni 2024 e 2025, un superbonus ‘sostenibile’, mirato cioè agli interventi di riqualificazione energetica degli edifici meno performanti sotto tale profilo e realizzati su grandi condomini, immobili destinati a edilizia residenziale pubblica e a beneficio dei soli nuclei familiari meno abbienti.”

Queste sono le parole del presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, che ha elogiato il documento diffuso in merito agli effetti economici del superbonus 110.

Il presidente ha inoltre suggerito che una porzione delle risorse potrebbe essere destinata anche alle aziende:

“Parte delle risorse potrebbero essere destinate anche alle imprese, attraverso meccanismi di detrazione fiscale o di riconoscimento di crediti di imposta connessi all’installazione di sistemi di autoproduzione di energia attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili, in particolare di quella solare fotovoltaica.”

Queste dichiarazioni evidenziano la volontà di promuovere un superbonus “sostenibile” che si concentri sulla riqualificazione energetica degli edifici meno efficienti e sull’utilizzo delle energie rinnovabili. Questa proposta mira a favorire due soggetti in particolare:

  1. i grandi condomini e quindi a sostenere l’edilizia residenziale pubblica, oltre a offrire benefici alle famiglie a basso reddito.
  2. le imprese, incoraggiando l’installazione di sistemi di autoproduzione di energia solare fotovoltaica attraverso meccanismi di detrazione fiscale o riconoscimento di crediti d’imposta.

Queste proposte testimoniano l’importanza di un approccio sostenibile nel settore energetico e l’impegno a utilizzare il superbonus come strumento per raggiungere tali obiettivi.

Le altre dichiarazioni sul Superbonus 110: l’impatto positivo sugli investimenti, l’occupazione e l’ambiente

Lo studio sugli effetti economici del superbonus 110 ha suscitato commenti anche da parte di Salvatore Regalbuto, tesoriere nazionale con delega alla fiscalità, che ha curato il documento insieme ai ricercatori Tommaso Di Nardo, Pasquale Saggese e Enrico Zanetti.

Regalbuto ha spiegato quanto segue:

“Attraverso il modello teorico del Consiglio e della Fondazione nazionali stimiamo un impatto molto positivo dei bonus edilizi, in particolare del Superbonus 110 per cento, sugli investimenti in edilizia e, quindi, sul Pil, oltre che sull’occupazione.”

Ha inoltre sottolineato l’impatto sia ambientale che occupazionale:

“Sebbene non si possa dire che le agevolazioni in edilizia si ripaghino totalmente, si può certamente asserire che tali agevolazioni hanno una elevata capacità di attivazione economica e fiscale con importanti ricadute in termini ambientali e occupazionali e anche sui fondamentali di finanza pubblica.”

Il tesoriere nazionale con delega alla fiscalità ha chiarito l’importanza dei dati aggiornati forniti dal MEF:

“In questo contesto un’importantissima conferma giunge dai dati resi noti dal Mef nell’Audizione del 23 maggio 2023, laddove, sulla base delle stime di impatto dei bonus edilizi sul Pil nominale per il periodo 2021-2025, per altro, limitate al solo impatto del Superbonus e del bonus facciate, si ricava un valore complessivo di incremento del Pil, per i cinque anni presi in considerazione, di 121 miliardi di euro. Un dato persino superiore alle nostre stime che si assestano a 91 miliardi di euro.”

Queste dichiarazioni sottolineano l’impatto positivo del superbonus 110 non solo sugli investimenti nel settore edilizio e sull’occupazione, ma anche sull’ambiente e sulle finanze pubbliche. I dati forniti dal MEF confermano l’importanza di tali agevolazioni e la loro capacità di stimolare l’economia, superando persino le previsioni iniziali.

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