Conversione DL Aiuti e Superbonus: cosa cambia?

Conversione DL Aiuti e Superbonus: cosa cambia?

Con la conversione in legge del DL Aiuti il Superbonus cambia ancora: in arrivo novità con sulla cessione del credito e una nuova proroga per i lavori sulle unifamiliari. Novità anche su bollette e rottamazione cartelle

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La conversione del DL Aiuti, almeno secondo la Camera dei deputati, può considerarsi una pratica chiusa. Sono stati infatti 410 i voti favorevoli contro i 49 voti contrari con i quali è stata approvata la fiducia al governo appunto sulla conversione del DL Aiuti. Certo, ancora è presto per tirare un sospiro di sollievo, il sipario infatti calerà solo quando il Senato lo approverà definitivamente. Un passaggio che in ogni caso dovrà comunque avvenire entro il 16 luglio.

Ma perché è così attesa questa conversione in legge del DL Aiuti? Quali sono le novità che dovrebbe portare?

Alle novità già previste dal testo del decreto legge n. 50 del 17 maggio 2022, si affiancheranno le nuove modifiche in materia di cessione del credito introdotte nel corso dei lavori per la conversione DL Aiuti.

Novità che riguarderanno le banche, e che puntano a sbloccare il mercato delle cessioni (abbiamo parlato della situazione di questo mercato qui). Manca invece un’apertura sulla possibile proroga del superbonus oltre le scadenze ad oggi previste, tra cui la prima del 30 settembre 2022 per i lavori sulle unifamiliari.

Abbiamo cercato di fare il punto della situazione insieme ai nostri esperti qui di seguito.

Attenzione! Il Decreto Legge 11/2023 ha impattato sulla cessione del credito d’imposta. Clicca qui per conoscere le ultime novità.

Cosa cambia per il Superbonus con la conversione del DL Aiuti

Il Superbonus è diventato un vero e proprio elemento di scontro tra Governo e Forze di maggioranza. Uno scontro che si risolverà anche questa volta con nuove modifiche alla normativa dopo la conversione del DL Aiuti. Dl che, ricordiamolo, è già stato approvato alla Camera dei Deputati.

Nuova cessione del credito

La modifica principale riguarda ancora una volta il meccanismo cella cessione del credito d’imposta. Il fine è quello di sbloccare, almeno ci auguriamo, la mole di somme che al momento è rimasta bloccata nei Cassetti Fiscali. I principali istituti di credito, non avendo più acquistato tali crediti infatti hanno determinato l’impossibilità per le aziende esecutrici dei lavori di monetizzarli, provocando un enorme crisi del settore.

La modifica in questione in realtà era già contenuta nel decreto legge n. 50 del 17 maggio scorso. Il testo apriva alla possibilità che il Governo allargasse le maglie della cessione del credito. Nel testo era infatti prevista la possibilità di trasferire in ogni momento le somme acquisite verso specifici soggetti, ossia clienti professionali privati titolari con la stessa di contratto di conto corrente e la banca capogruppo. Questo meccanismo quindi aprirebbe quindi al trasferimento verso le imprese in possesso di specifici requisiti in materia di bilancio, fatturato e fondi propri.

La legge di conversione del DL Aiuti renderà però ulteriormente meno vincolante la selezione da parte delle banche. L’articolo 14 di questa nuova legge di conversione infatti prevede che sarà sempre consentita la cessione a favore di soggetti diversi dai consumatori o utenti, che abbiano stipulato un contratto di conto corrente con la banca stessa, così come con la banca capogruppo. Inoltre stabilisce che il cessionario non potrà in ogni caso cedere a sua volta le somme acquisite da parte della banca.

Tali novità si applicheranno anche in via retroattiva:

“anche alle cessioni o agli sconti in fattura comunicati all’Agenzia delle Entrate prima della data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, fermo restando il limite massimo delle cessioni di cui all’articolo 121, comma 1, lettere a) e b), del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77”

Proroga Superbonus al 30 settembre 2022 per unifamiliari

Il Ministero dell’Economia, almeno per il momento, chiude a qualsiasi ipotesi di proroga della detrazione del 110 per cento. Tuttavia, la conversione del DL Aiuti confermerà la riscrittura del calendario delle scadenze.

In particolare, è previsto un nuovo termine per accedere alla detrazione del 110 per cento per i lavori sulle abitazioni uni familiari. Sarà possibile accedervi per tutte le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022, a patto di effettuare lavori pari almeno al 30 per cento dell’intervento complessivo alla data del 30 settembre. Di fatto quindi la conversione del Decreto Aiuti concede tre mesi di tempo in più ai contribuenti consentendogli più tempo per completare i lavori entro la fine dell’anno.

Vengono inoltre confermate le modalità semplificate di verifica del requisito del 30 per cento dei lavori eseguiti. In particolare il SAL minimo da perfezionare entro la nuova scadenza del 30 settembre 2022 riguarderà l’intervento complessivo, e quindi il contribuente potrà scegliere di includervi anche lavori diversi da quelli rientranti nel superbonus.

Novità per quanto riguarda le bollette e la rottamazione delle cartelle esattoriali

Oltre alle misure già adottate per limitare gli effetti del carobollette, è stata semplificata l’istallazione di pannelli solari sia per quanto riguarda le imprese che gli edifici abitativi. Inoltre, tra le altre novità in arrivo c’è anche la possibilità per provincie e comuni di attingere ai fondi incamerati con le multe e con i parcheggi per saldare le bollette delle strutture pubbliche. In particolare, si potrebbero saldare le spese relative all’illuminazione di scuole, impianti sportivi ecc. Eventuali avanzi di gestione provenienti dai bilanci del 2020 e del 2021 invece potranno essere adoperati per tagliare la Tari, la tassa sui rifiuti.

Prevista anche una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali che dà maggiore respiro. Il limite per chiedere il pagamento delle cartelle in 10 anni sale a 120mila euro (al posto dei 60mila previsti). Nuove scadenze anche per il piano di rateizzazione che decade non più dopo il mancato pagamento di cinque rate, ma di otto.

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