Quando deve essere restituito il bonus ristrutturazione?

Quando deve essere restituito il bonus ristrutturazione?

In quali casi l’Agenzia delle Entrate potrebbe procedere a recuperare la detrazione del Bonus ristrutturazione?

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Come forse saprai già, colui che intende beneficiare del bonus ristrutturazione, deve porre in atto specifici adempimenti.

Tra questi adempimenti figura ad esempio quello di effettuare i pagamenti tramite bonifico parlante al fine di permettere alla banca di poter effettuare la ritenuta dell’8% verso l’impresa che beneficia del versamento. Se si vuole beneficiare del bonus ristrutturazione è necessario  inoltre conservare la copia dei bonifici e delle fatture dei lavori per cui si richiede la detrazione.

Qualora l’Agenzia delle entrate riscontrasse delle anomalie, o che gli adempimenti previsti non siano stati rispettati, potrà procedere al recupero di quanto detratto illegittimamente. 

Proprio di quest’ultimo aspetto vogliamo parlare qui di seguito. Abbiamo infatti chiesto ai nostri esperti quali sono i casi in cui l’Ade potrebbe procedere al recupero del bonus ristrutturazione anche perché, tale evenienza, potrebbe avere dei risvolti anche sul bonus mobili. Non rispettare gli adempimenti previsti potrebbe infatti portarti a perdere anche quest’ultimo oltre al bonus ristrutturazione.

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Il bonus ristrutturazione 50%

Come forse già saprai, la detrazione per i lavori di ristrutturazione (bonus ristrutturazione) è prevista dalla normativa italiana. In particolare è normata dall’art.16-bis del DPR 917/86, (TUIR).

La detrazione in questo caso ammonta solitamente al 36% su una spesa di massimo 48.000 euro. Tuttavia, oltre a questa detrazione, dobbiamo anche specificare che ogni anno viene prorogata la durata della maggiore aliquota del 50%. La maggiore aliquota va di pari passo con l’innalzamento del tetto massimo di spesa che ammonta, per merito delle proroghe a 96.000 euro. Inoltre, la legge di bilancio del 2021 ha prolungato il bonus rafforzato anche per tutto il 2021.

Gli interventi per cui è possibile richiedere la detrazione per i lavori di ristrutturazione

Le proroghe di cui abbiamo parlato poco più sopra non modificano tuttavia la definizione degli interventi che possono beneficiare del bonus ristrutturazione. In particolare, vi possono rientrare interventi come i seguenti:

  • manutenzione ordinaria dell’edificio;
  • straordinaria manutenzione;
  • restauro e risanamento conservativo;
  • ristrutturazione edilizia.

Tutti noi, nel linguaggio di tutti i giorni, utilizziamo il termine “lavori di ristrutturazione” anche quando in realtà parliamo di interventi ammessi alla detrazione del 50%. Si tratta di lavori che possono essere eseguiti sia sulle singole unità abitative che sulle parti comuni degli edifici condominiali.

A questo punto però è necessario fare una precisazione. La manutenzione ordinaria infatti è agevolata solamente nel caso in cui riguardi le parti comuni degli edifici condominiali. Ad esempio rientrano in questa tipologia di lavori i seguenti interventi:

le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici, quelle necessarie a integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti, la sostituzione di pavimenti, infissi e serramenti, la tinteggiatura di pareti, soffitti, infissi interni ed esterni, il rifacimento di intonaci interni, l’impermeabilizzazione di tetti e terrazze, la verniciatura delle porte dei garage (fonte guida Agenzia delle entrate).

In tutti i casi sopra elencati la detrazione di cui si potrà beneficiare sarà fruibile nella dichiarazione dei redditi in 10 quote annuali di pari importo. Per le spese sostenute nel 2020 e 2021, sarà possibile inoltre optare per la cessione del credito d’imposta del bonus ristrutturazione oppure per lo sconto in fattura. Ovviamente quest’ultimo dovrà essere prima approvato dal fornitore che esegue i lavori.

la documentazione da conservare per accedere alla detrazione per i lavori di ristrutturazione

Se ti stai chiedendo: “Quali sono i documenti da conservare per richiedere il bonus ristrutturazione?“, allora sei nel posto giusto. Qui di seguito faremo un elenco di quali sono questi documenti che, oltre alle fatture ed i bonifici dei pagamenti per cui richiedi la detrazione, dovrai conservare. Onde evitare problemi dovrai essere in possesso di:

  • se l’immobile non è ancora censito dovrai essere in possesso della domanda di accatastamento;
  • ricevute di pagamento dell’imposta comunale (Imu), se dovuta;
  • delibera assembleare di approvazione dell’esecuzione dei lavori e tabella millesimale di ripartizione delle spese. Questo aspetto riguarda solo gli interventi sulle parti condominiali;
  • dichiarazione di consenso all’esecuzione dei lavori del possessore dell’immobile, per gli interventi effettuati dal detentore dell’immobile. Ovviamente sarà necessario solamente nel caso in cui il detentore sia diverso dai familiari conviventi;
  • abilitazioni amministrative richieste dalla vigente legislazione edilizia in relazione alla tipologia di lavori da realizzare (concessioni, autorizzazioni, eccetera). Se invece la normativa non prevede alcun titolo abilitativo, sarà necessaria la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà in cui dovrai indicare la data di inizio dei lavori ed attestare che gli interventi realizzati rientrano tra quelli agevolabili.

Tale documentazione è stata individuata dall’Agenzia delle entrate con il provvedimento del 2 novembre 2011.

Quando è necessario restituire il Bonus ristrutturazione?

Come abbiamo accennato in precedenza, il bonus ristrutturazioni deve essere restituito quando, l’Agenzia delle Entrate rileva delle irregolarità. Le casistiche in cui ciò si verifica sono le seguenti:

  • il pagamento non è stato eseguito tramite bonifico bancario o postale o è stato effettuato un bonifico che non riporti le indicazioni richieste. In pratica nel caso in cui non sia stato utilizzato il cosiddetto “bonifico parlante” ovvero che riporti l’ indicazione della normativa della detrazione, del codice fiscale del beneficiario della detrazione, partita iva o codice fiscale del beneficiario della prestazione;
  • non vengono esibite le fatture che dimostrano le spese effettuate;
  • non è esibita la ricevuta del bonifico o questa è intestata a persona diversa da quella che richiede la detrazione;
  • le opere edilizie eseguite non rispettano le norme urbanistiche ed edilizie comunali;
  • si attesta la violazione delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e quelle relative agli obblighi contributivi.

Per tutte queste violazioni elencate qui sopra, il contribuente non perde l’agevolazione se è in possesso di una dichiarazione della ditta esecutrice dei lavori (resa ai sensi del Dpr 445/2000) che attesta l’osservanza delle suddette norme.

Invece, per quanto riguarda il pagamento tramite bonifico non è detto che qualora si non si ricorra al bonifico parlante si vada incontro alla perdita della detrazione. In questi casi tuttavia si può ancora beneficiare del bonus ristrutturazione, come indicato nella circolare dell’Agenzia delle Entrate n° 43/e 2016. Sarà però necessario che l’impresa beneficiaria del pagamento attesti che con dichiarazione sostitutiva di atto notorio:

  • di aver ricevuto le somme corrispondenti all’importo dei lavori che ha effettuato;
  • di averle incluse nella propria contabilità d’impresa.

La restituzione del bonus mobili insieme al bonus ristrutturazione

Qualora l’Agenzia delle entrate riscontri delle irregolarità nella fruizione del bonus ristrutturazione, ed il contribuente oggetto di questo accertamento aveva richiesto anche il bonus mobili, allora anche quest’ultimo viene perso. 

Questo si verifica perché il bonus mobili è direttamente connesso alla detrazione per i lavori di ristrutturazione o recupero del patrimonio edilizio. Se si esegue questa particolare tipologia di lavori infatti si può avere un’ulteriore detrazione del 50% per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici da destinare all’immobile oggetto dei lavori.

Possono dare diritto al bonus mobili le seguenti tipologie di lavori:

  • l’installazione di ascensori e scale di sicurezza;
  • la realizzazione dei servizi igienici;
  • sostituzione di infissi esterni con modifica di materiale o tipologia di infisso;
  • il rifacimento di scale e rampe;
  • la realizzazione di recinzioni, muri di cinta e cancellate;
  • la costruzione di scale interne

In questa sede teniamo a precisare che anche il bonus mobili è stato oggetto di proroga nella Legge di bilancio 2021. La stessa legge ha anche  innalzato da10.000 a 16.000 euro la spesa massima detraibile.

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