La nuove caldaie a condensazione a miscela metano idrogeno

La nuove caldaie a condensazione a miscela metano idrogeno

La miscela metano idrogeno potrebbe rappresentare il futuro per quanto riguarda l’alimentazione delle nuove caldaie a condensazione

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Le nuove caldaie a condensazione che funzionano con una miscela di metano idrogeno, conosciute anche come  “hydrogen 20% ready”, sono già una realtà per i produttori di generatori termici a gas. Questa tecnologia è davvero innovativa visto che sarebbe sicura e sostenibile al tempo stesso e che secondo gli addetti ai lavori potrà essere un punto di riferimento per il mercato del riscaldamento domestico. Con l’entrata in vigore dei sistemi di distribuzione e produzione dell’idrogeno i nuovi riscaldamenti a miscela idrogeno metano saranno anche semplici da installare e quindi tenderanno a diffondersi sempre di più.

La miscela metano idrogeno è una soluzione abbastanza ovvia ad un problema sempre più importante: il rincaro dei prezzi del gas. Il caro bollette sta infatti convincendo molti a cambiare metodo di riscaldamento puntando sempre di più su combustibili diversi dal metano o quantomeno su sistemi che ne consumino di meno. Le caldaie a condensazione sono appunto dispositivi più efficienti rispetto alle normali caldaie e che quindi consumano meno combustibile. Se a questo uniamo il fatto che la quantità di metano richiesta è miscelata con il 20 o il 30 % di idrogeno, allora il consumo di metano sarà ancora più ridotto.

L’industria del riscaldamento sta già puntando decisamente su questi nuovi generatori di calore a condensazione a miscela metano ed idrogeno. Tanto che le caldaie “hydrogen 20% ready” sono già pronte per essere immesse sul mercato e che si sta anche cercando di aumentare la quota di idrogeno della miscela. Da un punto di vista di prestazioni c’è da rimarcare il fatto che, sempre secondo i produttori, i nuovi apparecchi consentiranno di mantenerle pressoché inalterate.

Inoltre, la diffusione delle caldaie a miscela idrogeno metano contribuirà a creare le condizioni per sostenere la crescita della domanda di idrogeno verde ovvero quello prodotto da fonti rinnovabili. Un fattore che senza dubbio è funzionale anche nell’ottica della de-carbonizzazione del settore energetico.

In questo approfondimento abbiamo cercato di rispondere ad alcuni degli interrogativi sulle nuove caldaie a miscela di idrogeno metano cercando anche di buttare uno sguardo al futuro.

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Perché ricorrere all’idrogeno?

L’idrogeno è un gas molto diffuso in natura, è infatti l’elemento più diffuso sul nostro pianeta. Tuttavia, non si trova allo stato puro ma si trova in abbondanza nelle sue forme composte come ad esempio nelle molecole di acqua. Se la produzione industriale dell’idrogeno infatti passa attraverso processi energivori ed inquinanti è però altrettanto vero che l’idrogeno può essere ottenuto anche tramite elettrolisi dell’acqua e quindi consumando elettricità.

Da quanto abbiamo appena riportato possiamo dedurre che l’idrogeno è un vettore che deve essere ricavato da fonti primarie utilizzando energia. Se questa energia però è ottenuta da fonti rinnovabili allora possiamo parlare di idrogeno verde. E l’idrogeno verde, a ben vedere, potrebbe anche contrastare alcuni grandi problemi ambientali visto che la sua produzione avrebbe impatti ambientali più contenuti.

Un altro vantaggio dell’idrogeno verde è che può essere prodotto localmente senza significativi investimenti a livello di infrastrutture. SNAM infatti,  il principale operatore europeo nel trasporto e nello stoccaggio di gas naturale, sostiene che il 99% della rete italiana di distribuzione del metano è già in grado di trasportare una miscela metano/idrogeno al 10%. Inoltre sono già in corso ricerche e verifiche per rendere sicuro il trasporto di miscele con percentuali di idrogeno superiori. Il problema è che attualmente non esistono impianti di elettrolizzazione in grado di assorbire l’eccedenza di energia rinnovabile già disponibile.

Perché utilizzare miscele idrogeno metano al 20%?

La decisione di sviluppare nuove caldaie a miscela metano idrogeno al 20% risponde principalmente all’esigenza di compatibilità con:

  • le caratteristiche tecniche delle reti esistenti. A questo proposito sono stati anche considerati gli eventuali interventi di adeguamento oltre che  l’implementazione di procedure di monitoraggio, sorveglianza e manutenzione preventiva;
  • il mantenimento dell’attuale livello di sicurezza e funzionalità, soprattutto se confrontato con quello delle caldaie a metano o a condensazione già installate;
  • le potenzialità a medio e lungo termine di produzione e importazione dell’idrogeno verde.

Il problema delle caldaie a condensazione a miscela idrogeno/metano è semmai un altro: l’effettiva disponibilità del miscelato. In ogni caso questi apparecchi costituiscono comunque un’opportunità per il consumatore. Costui infatti non avrà assolutamente nessun problema a fronteggiare il progressivo passaggio alla miscela con idrogeno al 20  visto che il generatore garantirà sempre la stessa efficienza e sicurezza.

Nei fatti la tecnologia “hydrogen 20% ready” è in anticipo rispetto all’effettiva disponibilità del combustibile miscelato, ma costituisce comunque un’opportunità per il consumatore. Costui infatti avrà pur sempre a disposizione un generatore di pari efficienza in grado di fronteggiare, nella massima sicurezza ed efficienza, il progressivo passaggio alla miscela con idrogeno al 20%.

Quali saranno i cambiamenti normativi per la diffusione delle caldaie a miscela idrogeno metano?

La UNI/TS 11854 è la prima specifica norma tecnica emanata da un ente di normazione europeo sulle caldaie alimentate con miscela di metano/idrogeno al 20%.   pubblicata a febbraio del 2021. All’interno della norma, pubblicata a febbraio del 2021, è possibile rintracciare una precisa indicazione di un percorso di sviluppo tecnologico che definisce regole utili alla certificazione “hydrogen 20% ready” dei nuovi prodotti, secondo uno standard condiviso.

D’altronde, visto che i test finora effettuati su apparecchi tradizionali non hanno evidenziato un comportamento differente rispetto al metano puro, specie per quanto riguarda la sicurezza è possibile prevedere una normativa che ricalchi quella attuale. Possiamo immaginare che vengano emanate norme e raccomandazioni per la verifica di apparecchi e impianti e per l’effettuazione delle tarature in campo.

I bonus per l’installazione della caldaia a miscela metano idrogeno

Per quanto riguarda i bonus fiscali come la detrazione al 50 o 65% per l’installazione o sostituzione di nuovi impianti di climatizzazione o della caldaia (di cui parliamo qui) nulla dovrebbe cambiare, almeno per ora. Gli attuali incentivi infatti prevedono già la sostituzione di generatori termici esistenti con caldaie a condensazione, aventi efficienza almeno pari alla classe A. Queste caldaie possono anche essere anche integrate in sistemi ibridi, indipendentemente dalla composizione chimica del combustibile utilizzato.

Tuttavia, nel pacchetto RePower EU è previsto, dal 2027, l’abbassamento della classe energetica degli apparecchi alimentati da fonti fossili. Pertanto questi apparecchi non potranno più accedere agli incentivi statali. Possiamo inoltre presumere che in futuro potrebbe essere previsto un divieto completo alla loro immissione nel mercato.

Altra questione economica riguarda il prezzo della miscela idrogeno metano. Solo infatti se il prezzo della miscela sarà competitivo rispetto a quello del solo gas metano ci potrà essere una reale diffusione di questi apparecchi. Pertanto le politiche di decarbonizzazione dovrebbero cercare di incentivare anche economicamente l’utilizzo delle caldaie a miscela metano idrogeno. E dovrebbero farlo anche attraverso una riduzione dei costi della miscela o promuovendo l’idrogeno verde.

Caldaie a miscela metano idrogeno al 30%

La percentuale di idrogeno nella miscela con il metano è però destinata presto a salire in modo da ridurre ancora di più la richiesta di gas metano. Sono infatti pronte per essere distribuite caldaie a condensazione a miscela metano idrogeno con una percentuale di H2 del 30 %. Tale miscela permetterà una riduzione di CO2 di oltre il 10%.

Un percentuale che nel giro di pochi anni potrebbe salire anche al 100% visto che sempre più produttori stanno investendo in tal senso. Se ciò avvenisse in tempi abbastanza brevi sarebbe senza dubbio un importante passo in avanti verso un futuro sempre più green.

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