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Le caldaie a biomassa per abitazione a policombustibile

Le caldaie a biomassa per abitazione a policombustibile sono davvero una scelta vantaggiosa per il risparmio energetico e per l’ecosostenibilità?

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Una delle alternative più efficaci per risparmiare sulle bollette per il riscaldamento della tua abitazione è l’acquisto di caldaie a biomassa per abitazione policombustibili. Attraverso l’utilizzo di questi dispositivi infatti potrai avere gli ambienti riscaldati sempre al punto giusto senza dipendere dalla fornitura di gas, metano o gpl, necessario al tuo impianto a produrre acqua calda sanitaria e per il riscaldamento.

Il termine policombustibile inoltre sta ad indicare la possibilità della caldaia a biomassa per abitazione di bruciare diverse specie di combustibile. Una flessibilità che di certo ha i suoi vantaggi se vuoi puntare ad un alto risparmio con un sistema non inquinante in grado di riscaldare e produrre acqua calda sanitaria.

Ma come funzionano le caldaie a biomassa per abitazione? Quali combustibili può bruciare una caldaia a biomassa policombustibile? Quali sono i vantaggi di questo sistema?

Proviamo a scoprire a risposta a queste domande nell’approfondimento qui di seguito.

Come funzionano le caldaie a biomassa per abitazione policombustibile?

Il funzionamento delle caldaie a biomassa per abitazione policombustibile è praticamente lo stesso delle normali caldaie a biomassa (ne parliamo anche qui).

Grazie alla combustione delle biomasse, ovvero qualsiasi sostanza di matrice organica, vegetale o animale, utilizzabile a fini energetici, sono in grado di riscaldare l’acqua per il riscaldamento o quella sanitaria. L’energia provocata dalla combustione infatti non è altro che calore che va a scaldare l’acqua presente all’interno della caldaia stessa. 

A differenza della combustione basata sui gas naturali, quella delle biomasse non produce praticamente inquinamento rilasciando in atmosfera solamente vapore acqueo. Certo, la combustione è un processo che genera scarti, in questo caso produce ceneri. Tuttavia, queste sono un ottimo fertilizzante e quindi possono essere utilizzate in agricoltura.

Le caldaie per abitazione a policombustibile generalmente sono integrabili all’impianto di riscaldamento già presente. Di norma presentano un serbatoio che viene riempito con il combustibile sulla loro parte alta a destra o sinistra a seconda del modello. Da questo serbatoio la biomassa passa in un condotto e confluisce nella camera di combustione che generalmente sfrutta la combustione a fiamma capovolta. In questo modo è possibile gestire il consumo del combustibile con più facilità in modo da prolungarne la durata.

Solitamente questo tipo di caldaie non vengono installate all’interno dell’abitazione in un locale che sia abbastanza ampio all’interno del quale sia possibile lo stoccaggio dei combustibili.

Quali sono i combustibili che possono bruciare le caldaie a biomassa policombustibile?

La caldaia a biomassa per abitazioni policombustibile è anche detta “onnivora” dal momento che è in grado di bruciare molti combustibili diversi. Sul mercato infatti esistono numerose tipologie di caldaia che possono essere alimentate da svariate biomasse, sia di origine legnosa che vegetale. Le più comuni sono le seguenti:

  • Pellet. Si ottiene pressando la segatura prodotta dagli scarti della lavorazione del legno. Pressatura che avviene solo dopo averli essiccati producendo dei piccoli cilindri. Si tratta di una fonte particolarmente efficiente dal momento che ha un basso residuo di ceneri ed è molto economico specie se comparato ai combustibili fossili.
  • Cippato. Non è altro che il legno sminuzzato da presse cippatrici. La sua potenza termica ovviamente dipende dal tipo di legname che viene usato per ricavarlo. Potenza che aumenta più la percentuale di umidità residua è inferiore.
  • Sansa di olive. E uno scarto dei processi di estrazione dell’olio di oliva che si ottiene dai residui del nocciolino;
  • Gusci di mandorle e nocciole: sono di facile utilizzo e anch’essi garantiscono un buon rendimento termico.
  • Scarti dell’industria agroalimentare: scarti della produzione di mais, pistacchi, prugne, semi di uva e girasoli oppure gli ossi da albicocca.

Potere calorifero e prezzi di alcune biomasse

Come dicevamo in precedenza, il grande vantaggio delle caldaie a biomassa per abitazione policombustibile è quello di poter scegliere il combustibile. Non tutti i combustibili sono uguali fra di loro: nella loro scelta devi considerare il loro potere calorifero e, soprattutto, il loro prezzo. In questo modo puoi variare a seconda delle tue esigenze e necessità riuscendo sempre a risparmiare il più possibile.

Abbiamo cercato di riportare nella tabella sottostante dei dati che possano rendere bene l’idea del potere calorifero e del prezzo di alcuni dei combustibili più diffusi.

COMBUSTIBILE POTERE CALORIFICO IN Kcal/Kg PREZZO IN TONNELLATE
SANSA DI OLIVA 4500 70 €
CIPPATO 3000 85 €
GUSCI DI MANDORLE 4200 132 €
LEGNA DA ARDERE 3500 150 €
PELLET 4500 195 €
MAIS 6000 210 €

Altre funzioni delle caldaie a biomassa per abitazione a policombustibile

Scegliere una caldaia a biomassa per abitazione policombustibile di nuova generazione è garanzia di comfort e di elevata funzionalità. Questi dispositivi infatti sono dotati di sistemi altamente tecnologici che garantiscono un’elevata praticità e semplicità nel loro uso quotidiano. Sono inoltre in grado di garantire notevoli livelli di efficienza ed una significativa riduzione degli sprechi di combustibile.

Per far funzionare questo tipo di dispositivi di solito basta caricare il serbatoio e programmarla correttamente. Dopodiché la caldaia funziona automaticamente. Tuttavia esistono anche modelli più completi ed all’avanguardia che possono essere dotati di:

  • centralina elettronica-digitale. In questo modo è possibile programmarne l’accensione, lo spegnimento, il rifornimento della camera di combustione, e regolare il mantenimento del focolare acceso e di modulare la fiamma. Con questo tipo dispositivo dovrai procedere all’accensione manuale solo la prima volta e caricare il serbatoio almeno una volta al giorno anche se ciò dipende dall’utilizzo che hai intenzione di farne. 
  • sensore di livello del combustibile: regola la quantità di combustibile che deve affluire nella camera di combustione, quando il livello è giusto il meccanismo di ricaricamento automatico si blocca;
  • modulo per la produzione di acqua calda. Grazie ad uno scambiatore di calore a piastre è in grado di riscaldare l’acqua calda sanitaria in maniera pressoché istantanea. Di solito è presente anche una pompa che serve da imprimere la potenza necessaria all’acqua riscaldata per farla entrare nell’impianto.
  • aspiratore autopulente a pale: è un sistema automatico regolato da un motore che pulisce le parti interne della caldaia. In questo modo eviterai pericolose incrostazioni che possono provocare malfunzionamenti all’apparecchio oltre che frequenti spese di manutenzione.
  • cassettino per l’estrazione delle ceneri: che facilita le operazioni di pulizia.

Vantaggi

I vantaggi dello scegliere una caldaia a biomassa per abitazione policombustibile non sono di certo pochi, specie quando prendiamo in considerazione i dispositivi più evoluti. Proviamo quindi a riassumerli qui di seguito:

  • scegliere una caldaia a biomassa per abitazione policombustibile ti permette di scegliere di volta in volta il combustibile più adatto alle tue esigenze;
  • questi apparecchi sono molto efficienti ed offrono prestazioni davvero ottime con il minimo apporto di combustibile;
  • praticità di utilizzo: una volta accesa e programmata la caldaia funzionerà praticamente da sola;
  • caricamento semplice progettato secondo criteri ergonomici e talvolta addirittura automatico;
  • risparmio notevole rispetto alle caldaie a combustibile fossile. Soprattutto nei periodi in cui questi combustibili sono soggetti a variazione di prezzi non indifferenti proprio come in questo momento;
  • riduzione delle emissioni di CO2;
  • possibilità di riutilizzare gli scarti in agricoltura per fertilizzare.
  • possibilità di fruire delle detrazioni fiscali del 65% per la sostituzione della tua vecchia caldaia!

Ecobonus al 65% per l’installazione di una caldaia a biomassa

Installare una caldaia a biomassa per abitazione è quindi conveniente da un punto di vista economico visto il notevole risparmio in bolletta che può garantire, ma non solo per questo motivo. Se è vero infatti che sfruttare questo sistema per il riscaldamento richiede un investimento non indifferente è anche vero che oggi sono disponibili molti incentivi fiscali in grado di ridurne il costo.

Grazie ai cosiddetti Ecobonus al 65% potrai ottenere una detrazione fiscale che ti permetterà di ottenere uno sconto in fattura del 65% sul costo totale. Una bella possibilità che ti permette di pagare solamente il 35% del valore della caldaia a biomassa per abitazione!

In questo modo non solo ridurrai l’investimento iniziale ma, grazie al risparmio che potrai ottenere in bolletta, potrai rientrare prima dell’investimento che ti appresti ad effettuare.

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Caldaia a Biomassa: come funziona e cosa brucia?

Come funziona una caldaia a biomassa? Come fa ad ottenere il calore necessario per riscaldare l’acqua calda sanitaria?

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Se sei qui forse è perché stai pensando di sostituire la tua vecchia caldaia alimentata a combustibile fossile con una caldaia a biomassa. Quest’ultima infatti è senza dubbio un ottima soluzione ed una valida alternativa se comparata alle caldaie tradizionali dal momento che è in grado si riscaldare sia abitazioni, che condomini ma anche attività commerciali ed industriali.

Se ti trovi in un area extraurbana che non è coperta dalla fornitura del gas metano ricorrere alla caldaia a biomassa potrebbe essere l’unica soluzione da percorrere. Inoltre se ti trovi in zone montuose o forestali potresti anche avere facilmente accesso al combustibile (legna o trucioli legnosi) che spesso potrai trovare ad un prezzo conveniente.

Ma perché la caldaia a biomassa è così conveniente rispetto a quelle tradizionali? Cos’è la biomassa? Come funzionano questi tipi di caldaie?

Abbiamo cercato di fare il punto della situazione in questo approfondimento.

Che cos’è la biomassa?

Prima di spiegare il funzionamento della caldaia a biomassa riteniamo sia opportuno fare un passo indietro e spiegare il concetto di biomassa.

Con il termine biomassa viene indicata qualsiasi sostanza di matrice organica, vegetale o animale, utilizzabile a fini energetici. In sostanza rientrano in questa definizione tutti quei materiali organici che possono essere utilizzati come combustibili indipendentemente dal loro stato (solido, liquido, gassoso).

I vantaggi più grandi di questi combustibili sono sostanzialmente due: il primo è che durante la loro combustione generano pochissimi residui inquinanti. Il secondo è che i materiali sono generalmente scarti di altre lavorazioni, generalmente attività agricole, che possono essere trasformati semplicemente in energia termica ed elettrica. Rientrano infatti nel concetto di biomassa i seguenti materiali:

  • residui di attività agricole o forestali;
  • legna da ardere;
  • liquidi reflui derivanti dagli allevamenti;
  • scarti delle industrie alimentari;
  • alghe marine.

L’elemento delle biomasse che approfondiremo in questa sede però è quello della parte legnosa. L’energia termica delle caldaie a biomassa può infatti essere ottenuta bruciando direttamente combustibili legnosi all’interno delle caldaie.

Caldaia a biomassa: le differenti tipologie

A differenza delle caldaie tradizionali come quella a gas, la caldaia a biomassa brucia al suo interno una fonte rinnovabile. Il legno infatti è a tutti gli effetti una fonte rinnovabile dal momento che le piante ricrescono continuamente al contrario dei giacimenti di gas naturale che si esauriscono.

Tuttavia di materiali legnosi ne esistono diversi ed le caldaie a biomassa si distinguono in base al materiale che bruciano. In particolare i combustibili legnosi esistenti sono i seguenti:

  • Pellet ovvero scarti di lavorazione legno resi in cilindretti pressati. Questo materiale si impiega nelle stufe per il riscaldamento diretto degli ambienti, oppure nelle caldaie per riscaldare acqua per i termosifoni e/o pannelli radianti a pavimento. Scopri di più sulle caldaie a pellet cliccando qui ;
  • Cippato ovvero legno naturale di provenienza boschiva tritato con o senza corteccia;
  • Segatura derivante da scarti industriali;
  • Tronchetti di legno: costituiti da residui di legno pressati;
  • Legna a pezzi (ciocchi): porzioni di tronco e di provenienza boschiva. Parliamo meglio della caldaia a legna qui.

Una caldaia a biomassa si contraddistingue in base alla possibilità di essere alimentata solo con uno dei precedenti tipi di combustibile oppure anche tramite diversi tipi. In quest’ultimo caso ne aumenta quindi la sua versatilità ed usabilità da parte degli utenti finali. Inoltre le caldaie a biomassa sono particolarmente sicure visti i loro affidabili sistemi di sicurezza.

La tipologia più comune di caldaia a biomassa è quella a fiamma inversa o rovesciata. In sostanza la fiamma non si sviluppa verso l’alto, bensì verso il basso, mentre la carica di biomassa si trova nella parte superiore. In questo modo è possibile caricare la caldaia o stufa al massimo senza che la biomassa bruci troppo in fretta e tutta insieme riuscendo quindi a gestire il calore in grado di generare in maniera ottimale.

Come funziona?

Il funzionamento di una caldaia a biomassa non è poi così differente rispetto a quello di una caldaia tradizionale a gas. E’ la combustione della biomassa, anziché quella del gas naturale, a fornire l’energia necessaria a riscaldare l’acqua calda sanitaria. 

La facilità con cui è possibile reperire le biomasse legnose, assieme al loro costo molto ridotto, rende inoltre conveniente l’installazione di una caldaia a biomassa. Ricorrendo a questa soluzione è possibile infatti ridurre drasticamente i costi della gestione della tua caldaia.

Anche dal punto di vista della manutenzione sono convenienti. L’unica cosa a cui devi prestare attenzione è infatti la pulizia dalle ceneri prodotte dalla combustione all’interno della caldaia ogni 2-3 giorni o ogni 4 settimane. La frequenza con cui svuoterai la caldaia dipende soprattutto dalle dimensioni della stessa. Le ceneri che possono essere a sua volta riutilizzate, magari conservandole in un cumulo di compost che si utilizza per aiutare la fertilizzazione.

Durante la stagione estiva infine la tua caldaia a biomassa può essere tranquillamente spenta e “messa a riposo”.

Ecobonus al 65% per l’installazione di una caldaia a biomassa

Installare una caldaia a biomassa può essere quindi conveniente da un punto di vista economico visto il notevole risparmio in bolletta che può garantire. Utilizzando le biomasse infatti non devi più temere i rincari di gas, cosa che ad esempio si sta verificando proprio in questo momento.

Tuttavia, per installare un caldaia a biomassa, è richiesto un investimento inziale che non tutti sono in grado o si sentono di sostenere. Il prezzo di una caldaia biomassa infatti si aggira intorno ai 4000 €. Ma allora dove sta la convenienza?

La convenienza sta nel fatto che in questo momento sono in vigore i cosiddetti Ecobonus al 65%. Si tratta di una detrazione fiscale che in sostanza ti permette di ottenere uno sconto in fattura del 65% sul costo totale dell’intervento di installazione della caldaia a biomassa. Una bella possibilità che ti permette di pagare solamente il 35% del valore della caldaia!

In questo modo non solo ridurrai l’investimento iniziale ma, grazie al risparmio che potrai ottenere in bolletta, potrai rientrare prima dell’investimento che ti appresti ad effettuare.

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Ecologisti: “Stop caldaie a gas dal 2025”

La rete di associazioni Coolproduct spinge per lo stop caldaie a gas facendo pressione sulla Commissione Europea

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L’Unione Europea. come hai già avuto modo di leggere fra queste pagine, si è posta l’ambizioso obiettivo di azzerare le proprie emissioni di CO2 entro il 2050. In particolare, l’obiettivo prefissato evidenzia come l’Europa possa e debba avere un ruolo guida per conseguire un impatto climatico zero.  Un ruolo guida che verrà raggiunto investendo in soluzioni tecnologiche realistiche, coinvolgendo i cittadini e armonizzando gli interventi in settori fondamentali, garantendo una transizione ecologica giusta. Tuttavia, le nuove regole che la Commissione Europea sta per adottare non prevedono lo stop caldaie a gas almeno fino al 2030.

Per approfondire l’argomento con le ultime novità clicca qui!

A denunciarlo è la coalizione di ong Coolproduct, secondo cui le nuove regole non solo non prevedono lo stop alle caldaie a gas ma ne permetteranno l’installazione almeno fino al 2050. Una pratica che è in forte contrasto con gli obiettivi di impatto climatico zero da raggiungere, secondo Bruxelles, entro il 2050.

Alcuni dati a sostegno dello stop caldaie a gas

Lo stop alle caldaie a gas viene inserito in un contesto più ampio frutto di un’attenta analisi. Secondo la rete di ong Coolproduct infatti:

“Attualmente ci sono circa 129 milioni di caldaie (di tutti i tipi) installate nell’Ue… Più del 50% delle quali sono molto inefficienti, classificate in classe energetica C o inferiore… più dell’80% di tutti gli impianti di riscaldamento installati in Europa sono alimentati da fonti fossili”.

Anche l’Agenzia Internazionale dell’Energia lo scorso maggio è intervenuta sulla questione ribadendo la sua posizione a favore dello stop caldaie a gas e ad altri combustibili fossili entro il 2025. La data del 2025 non è una data simbolica ma è una data frutto di ricerche che dimostrano come:

“permettere la vendita di caldaie e riscaldatori a combustibili fossili nell’Ue dopo quell’anno rischia di compromettere gli sforzi che diversi Stati membri stanno facendo per impedire nuove vendite di vecchie tecnologie di riscaldamento inquinanti”.

Le richieste di Coolproduct

Come si evince dalla situazione sopra riportata è facile capire come mai la rete di O.N.G. Coolproduct sostenga in maniera decisa lo stop caldaie a gas. Le O.N.G. infatti richiedono un’eliminazione graduale degli apparecchi di riscaldamento a combustibile fossile entro il 2025 attraverso le norme sull’ecodesign. Norme che la Commissione Europea dovrebbe approvare entro la fine del 2021 come più volte garantito dalla Commissione stessa.

In particolare, fra le richieste delle O.N.G. ce ne sarebbe una specifica in quanto vorrebbero far cessare l’installazione di nuove caldaie a combustibili fossili al di sotto dei 400 kW entro il 2025.

La situazione italiana

Coolproduct ha anche prodotto un quadro completo della situazione italiana sul riscaldamento degli edifici residenziali, commerciali e pubblici citando i dati Ispra.

In particolare, questo settore pesa per oltre il 17,7% delle emissioni di anidride carbonica totali. Ha dunque un ruolo particolarmente decisivo nell’inquinamento atmosferico (secondo i dati del 2018) in quanto è responsabile del:

  • 64% della quantità di polveri sottili PM 2,5,
  • 53% di PM10
  • 60% di monossido di carbonio emessi

Le soluzioni dopo lo stop caldaie a gas

La scelta di obbligare ad uno stop caldaie a gas è quindi, secondo gli ecologisti una scelta da prendere nel più breve tempo possibile e da non rinviare al 2030. Ma se ci sarà lo stop alle caldaie a gas, quali saranno le modalità con cui sarà possibile riscaldare gli ambienti di lavoro o di casa tua?

Le soluzioni sono sostanzialmente 2:

  • Caldaie a condensazione: ovvero una caldaia ad acqua calda nella quale si riesce ad ottenere la condensazione del vapore acqueo dei fumi di scarico. In questo modo si ha il recupero del calore latente di condensazione e di conseguenza maggiore efficienza energetica rispetto ad una caldaia tradizionale. Se è un dispositivo molto efficiente e dall’inquinamento ridotto, è pur vero che per scaldare l’acqua è comunque necessario l’utilizzo di gas e pertanto non è la soluzione migliore.
  • Caldaie a biomassa: il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria per la casa è fornita dalla combustione della biomassa ovvero trucioli di legno. Il combustibile produce per combustione il calore che viene poi utilizzato per riscaldare l’acqua. Il vantaggio di questo sistema è l’enorme facilità del combustibile che spesso si trova a prezzi bassissimi e che quindi permette di ridurre drasticamente i costi della gestione della caldaia.

Accanto a queste soluzioni di facile implementazione ne esistono altre basate su diverse tecnologie come le pompe di calore o come il solare termico. Soluzioni di sicura affidabilità che però, in questa sede non ci interessa approfondire.

Gli incentivi per la sostituzione della caldaia

Non aspettare lo stop caldaie a gas per sostituire la tua!

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Come difendersi dal rincaro luce e gas?

In questi mesi è previsto un rincaro luce e gas che potrebbe arrivare fino al 40%. Come difendersi da questi aumenti delle bollette?

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Dopo un anno terribile come quello del 2020, il 2021 sembra volgere al termine meglio di come ci si aspettasse. O meglio, sembrava. Se infatti il 2020 è stato segnato dalla pandemia con la chiusura di molte attività produttive durante il lock-down, il 2021 ha segnato una netta ripresa economica. Tuttavia questa è solamente un analisi superficiale del quadro complessivo.

Focalizzandoci sui consumi energetici, la situazione è un po’ più complessa di quanto abbiamo appena riportato. La chiusura di molte attività ha infatti fatto calare drasticamente la domanda di energia, pertanto il costo delle materie prime necessarie a produrla è calato in maniera sostanziale. Ciò ha quindi contribuito a fare in modo che le bollette delle utenze subissero una riduzione significativa.

Tuttavia, la ripresa delle attività produttive, ha contribuito ad innalzare la domanda delle materie prime contribuendo a farne alzare nuovamente il costo. In questo momento quindi si sta verificando un rincaro luce e gas che potrebbe colpire duramente le utenze domestiche ed aziendali.

Probabilmente a questo punto, come noi del resto, avrai diverse domande che ti frullano in testa. Forse ti starai chiedendo: “E’ possibile che la pandemia sia stata l’unica causa del rincaro luce e gas?” anche se la domanda più importante di tutte è probabilmente un altra. Forse infatti ti starai chiedendo: “Come faccio a proteggermi dal rincaro luce e gas una volta per tutte?”.

Abbiamo cercato di analizzare a fondo la questione insieme ai nostri esperti ed abbiamo riassunto le nostre considerazioni qui di seguito.

LA PANDEMIA DA SOLA È SUFFICIENTE A GIUSTIFICARE UN RINCARO LUCE E GAS COSÌ ALTO?

Come abbiamo cercato di spiegare poco fa, l’effetto pandemia sul costo dell’energia inizia a farsi sentire prepotentemente in questi giorni. Se infatti il costo delle materie prime necessarie alla produzione di energia era sceso al suo minimo storico nel corso del 2020, ora sta risalendo in maniera esponenziale. D’altronde un calo della domanda provoca sempre un calo dei prezzi così come è altrettanto vero il contrario. Tuttavia, può questa ragione essere sufficiente a provocare un rincaro così alto?

A ben vedere esistono anche altri motivi dietro al rincaro luce e gas tra cui i seguenti:

  1. Gazprom, colosso russo del settore del gas naturale, ha, oramai da qualche tempo, tagliato le forniture all’Europa. Risale infatti al dicembre 2020 la notizia secondo cui, i volumi di gas che viaggiavano verso l’Europa sono diminuiti di un terzo. Il calo della fornitura di gas, al pari della stessa domanda ha provocato un innalzamento dei prezzi dello stesso che non può non riflettersi sulle bollette.
  2. Le centrali nucleari francesi stanno attraversando una fase di manutenzione piuttosto importante. Come è noto, l’Italia acquista ogni anno parte dell’energia di cui ha bisogno dalla Francia. Quest’anno, e forse anche il prossimo, la Francia non potrà quindi garantire la stessa produzione di energia pertanto, inevitabilmente, l’energia acquistata dai transalpini costerà di più.
  3. Infine c’è da considerare un fattore strutturale italiano che riguarda le energie rinnovabili. La maggior parte degli impianti fotovoltaici installati sui tetti delle case e delle imprese italiane sono stati installati tra il 2007 ed il 2014. Si tratta quindi di impianti dotati di una tecnologia oramai datata e, soprattutto per i più vecchi, soggetti ad un calo di efficienza. Se a questo aggiungiamo la scarsa ventosità del 2020 è evidente come l’apporto energetico delle energie rinnovabili nel 2020 si sia ridotto notevolmente.

E’ evidente quindi che la sola pandemia non è sufficiente a giustificare un rincaro luce e gas così alto ma c’è tutto un insieme di cause che lo determinano. Non ultima una volontà di speculare che, come sempre nei momenti di crisi, torna a farsi prepotente a discapito dei normali cittadini.

Come è possibile tutelarsi dall’aumento delle bollette per sempre?

La soluzione per risolvere il problema del rincaro luce e gas una volta per tutte è solo una: l’autoconsumo di energia. Tramite questo concetto intendiamo la possibilità di produrre da soli l’energia che si consuma tramite le energie rinnovabili.

Con un fotovoltaico abbinato ad una batteria di accumulo ad esempio, sarai in grado di produrre gran parte dell’energia elettrica di cui hai bisogno per far funzionare gli elettrodomestici di casa tua. Un impianto solare termico invece potrebbe essere in grado di farti ottenere acqua calda sanitaria gratuitamente senza dover utilizzare il gas per riscaldarla. Con una pompa di calore abbinata ad un fotovoltaico invece potresti produrre l’energia elettrica necessaria al funzionamento della PDC oltre che quella per i tuoi elettrodomestici.

Certo, per fare in modo di utilizzare uno o alcuni di questi impianti a fonti rinnovabili precedentemente elencati, è necessario fare un investimento non indifferente.

Per fortuna, in questo momento esistono una miriade di detrazioni fiscali, come gli ecobonus 65% o gli incentivi per il fotovoltaico al 50% in grado di alleggerire notevolmente l’investimento. In questo modo, non solo abbatterai drasticamente i costi delle tue bollette, ma riuscirai a rientrare dell’investimento che ti appresti ad effettuare in tempi più brevi!

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Quando è ammesso il Superbonus 110 sugli immobili abusivi?

Nuovi chiarimenti dal Mef sulla possibilità di usufruire del superbonus 110 immobili abusivi

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Una delle domande principali, che probabilmente ti sarai posto anche tu, è la seguente: “Il Superbonus 110 può essere usufruito dagli immobili abusivi?“.

Fin dall’approvazione del DL Rilancio, in effetti, i dubbi in merito erano moltissimi. I fabbricati realizzati senza permesso di costruire oppure con difformità essenziali, possono fruire della maxi-detrazione oppure no?

Finalmente, dopo circa un anno e mezzo dalla sua approvazione, il Mef è intervenuto sulla questione fornendo una risposta definitiva il merito al superbonus 110 immobili abusivi. In particolare, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha precisato che è possibile ottenere il Superbonus 110% anche per i lavori edilizi agevolati da eseguire sugli immobili abusivi, ma a precise condizioni. Condizioni che sono riportate anche sulla Guida dell’Agenzia delle Entrate.

Il Superbonus 110 può quindi essere fruito anche dagli immobili abusivi anche se, in questo caso, l’abuso compiuto in precedenza rimane tale ed è pertanto passibile di sanzione. Il Superbonus 110 immobili abusivi quindi non permette di ottenere la sanatoria anche se di fatto, per questa volta, chiude un occhio e permette di ottenere almeno l’agevolazione fiscale.

Superbonus 110 immobili abusivi: quando è ammesso?

Come abbiamo appena riportato, il superbonus 110 su immobili abusivi è ammesso. In particolare, gli immobili che possono beneficiare della maxi-detrazione fiscale sono quelli che presentano:

  • irregolarità urbanistiche o edilizie di vario genere (ad esempio la costruzione in assenza del titolo necessario);
  • difformità essenziali dal titolo necessario alla costruzione;
  • incongruenze e difformità dalle prescrizioni contenute nei piani regolatori comunali.

I fabbricati che risultano nelle casistiche elencate precedentemente integrano di fatto un abuso edilizio. L’abuso è comunque vietato dalla legge pertanto è passibile di sanzioni amministrative o penali oltre che, nei casi più estremi, della demolizione della costruzione interamente abusiva o quantomeno della sua parte irregolare. Per approfondire questo ultimo aspetto clicca qui!

Come usufruire del Superbonus 110 immobili abusivi?

Il via libera al superbonus 110 immobili abusivi è arrivato dal Mef dopo che un’interrogazione avanzata in Commissione Parlamentare. La risposta del Mef sostanzialmente precisa che il Superbonus è consentito in tutti i casi e pertanto non è precluso agli immobili abusivi. Il Ministero ha comunque stabilito che nei prossimi giorni, l’Agenzia delle Entrate pubblicherà una circolare il cui scopo sarà quello di chiarire i dubbi sul tema.

La risposta del Mef sulla possibilità di fruire del Superbonus 110 immobili abusivi ruota attorno alla “nuova Cila”(Comunicazione inizio lavori asseverati, redatta nel formato specifico per il Superbonus 110% ex Cilas). Questa “nuova Cila” infatti deve essere redatta dal “tecnico progettista abilitato” e soprattutto, “non prevede l’attestazione dello stato legittimo dell’immobile”. Pertanto l’architetto o il geometra che redigono la “nuova Cila” non devono dichiarare lo stato di legittimità dell’immobile.

E’ quindi per questo motivo che viene riconosciuto il superbonus 110 immobili abusivi: l’assenza dell’informazione riguardante lo stato di legittimità dell’immobile non è infatti ostativa al riconoscimento della maxi-detrazione. Come ha quindi specificato il sottosegretario Alessandra Sartore, in materia di superbonus, l’aspetto fiscale viene separato da quello sulla regolarità edilizia.

Cosa deve contenere il Modulo Cilas per il  Superbonus 110%?

Le ultime modifiche apportate nel 2021 dal Decreto Semplificazioni bis alla normativa del Superbonus stabiliscono che i lavori di riqualificazione energetica previsti nel Superbonus possono essere realizzati previa presentazione Comunicazione di inizio lavori asseverata per il Superbonus. La “nuova Cilas” è però diversa da quella vecchia visto che non richiede di inserire l’attestazione di stato legittimo dell’immobile.

L’ottenimento del superbonus 110 immobili abusivi comunque non pregiudica le prerogative di controllo delle pubbliche amministrazioni dei comuni. L’abuso in essere rimane infatti tale e non viene sanato usufruendo della detrazione. Il responsabile degli abusi quindi, rimane soggetto a tutte le sanzioni, amministrative, penali e pecuniarie previste. Tra queste sanzioni inoltre rientra anche la demolizione dell’opera realizzata o della parte oggetto di abusi edilizi.

Vuoi conoscere le condizioni ed i requisiti per ottenere l’agevolazione fiscale?

Compila con i tuoi dati il modulo qui di seguito e leggi la nostra “Guida al Superbonus 110%”.

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Bando POR FESR 2014-2020 Asse III – Azione 3.3.1

Solar Cash srl ha ricevuto un contributo dalla Regione Umbria per lo sviluppo dei propri processi di internazionalizzazione

In un epoca come questa è necessario rivolgere il proprio business anche all’estero, non solo al proprio mercato nazionale di riferimento.

Per questo motivo abbiamo partecipato al bando “Bando POR FESR 2014-2020 Asse III – Azione 3.3.1” per ottenere dei contributi per lo sviluppo di un sistema di gestione degli incontri con i fornitori e clienti esteri. E’ proprio tramite l’incontro con questi soggetti che infatti è possibile iniziare il nostro percorso di internazionalizzazione del nostro business.

Un incontro che avverrà avvalendosi di strumenti moderni quali, dapprima il nostro sito web, con una creazione di un apposito modulo di richiesta informazioni, ed in un secondo momento tramite una piattaforma di gestione conference sempre all’interno del nostro sito web.

Il nostro progetto è risultato vincitore del bando Bando POR FESR 2014-2020 Asse III – Azione 3.3.1 per la seguente motivazione:

Il progetto, sviluppato in tempi di covid, ha previsto lo sviluppo di un sistema di gestione degli incontri con fornitori e clienti esteri per avviare il processo di internazionalizzazione dell’azienda. Le attività hanno previsto la creazione di un form di inserimento sia per clienti che fornitori, di richiesta informazione ed allo steso tempo di gestione di conference  direttamente nel sito aziendale.

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Abbiamo pertanto ricevuto un sostegno di € 7.000,00 da parte della Regione Umbria.

Detrazione 50% fotovoltaico e accumulo: ecco come ottenerla!

Detrazione 50% fotovoltaico e accumulo. Ecco come fare per ottenerla!

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La detrazione IRPEF del 50% per gli interventi di ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica sarà valida anche per tutto il 2021.

Una notizia importantissima dal momento che fra questi interventi rientrano anche quelli per e l’installazione di un impianto fotovoltaico e/o di un sistema di accumulo (batteria). Possiamo quindi affermare che esiste una vera e propria detrazione 50% fotovoltaico e accumulo.

Ma come funziona la detrazione 50% fotovoltaico e accumulo? Chi può ottenerla? 

Abbiamo chiesto ai nostri esperti di fare il punto della situazione sulla detrazione fotovoltaico 50% in questo approfondimento. Continua a leggere per scoprire di più!

Come funziona la detrazione 50% fotovoltaico e accumulo?

L’installazione di un impianto fotovoltaico e/o relativo sistema di accumulo di energia da diritto ad una detrazione irpef del 50%. Sostanzialmente quindi è possibile recuperare la metà del costo dell’intero impianto sotto forma di detrazioni fiscali di pari importo nei 10 anni successivi all’installazione dell’impianto. 

La detrazione 50% fotovoltaico e accumulo permette quindi di dimezzare il costo dell’intero impianto permettendoti così di rientrare dell”investimento in tempi ancora più brevi. Tempi su cui influisce anche il notevole risparmio che avrai sui costi delle tue bollette elettriche ma anche considerando l’IVA agevolata al 10% di cui potrai usufruire per acquistare i componenti dell’impianto.

Tuttavia esiste un massimale di spesa da rispettare per poter usufruire della detrazione 50% fotovoltaico e accumulo. Il limite di spesa è fissato a € 96.000 per immobile e sono pertanto detraibili in 10 aliquote di pari valore al massimo €48.000 per immobile. Il limite detraibile è calcolato su base annuale ed in base al singolo progetto.

Tuttavia, il DL Rilancio, ha introdotto anche altre modalità alternative alla classica detrazione in dichiarazione dei redditi. Ci riferiamo allo sconto in fattura e la cessione del credito.

Usufruendo della detrazione, maturerai infatti un credito d’imposta del valore della detrazione fiscale. Questo credito d’imposta potrà essere ceduto all’impresa che effettua i lavori, in questo caso a noi di Valore Energia, in cambio di un immediato sconto in fattura del 50%. In questo modo non dovrai attendere 10 anni per recuperare i tuoi soldi ma potrai installare un impianto fotovoltaico con accumulo spendendo la metà!

Chi può usufruire della detrazione fiscale del 50%?

Può usufruire della detrazione 50% fotovoltaico e accumulo colui che detiene i diritti reali di godimento dell’immobile soggetto a ristrutturazione o riqualificazione energetica. Non solo il proprietario dell’immobile ha diritto alla detrazione, ma anche il familiare convivente, a patto che le fatture relative agli interventi gli/le siano intestate.

Nel caso si decidesse di optare per la detrazione IRPEF in dichiarazione dei redditi e l’immobile venga venduto prima dei 10 anni necessari alla detrazione, sarà l’acquirente a fruire delle detrazioni fiscali. Il valore dell’immobile potrebbe pertanto aumentare dal momento che, oltre all’immobile, il cedente vende anche le detrazioni di cui avrebbe potuto godere. Resta fermo che comunque entrambe le parti sono libere di accordarsi diversamente.

Qual’è la procedura per richiedere la detrazione 50% per il fotovoltaico con batterie di accumulo?

La procedura per richiedere la detrazione 50% fotovoltaico e accumulo è relativamente semplice, contrariamente a quella del Superbonus 110%. Per questo, insieme anche al fatto dei requisiti più semplici da soddisfare rispetto a quelli della maxi-detrazione, sono in molti ad aver optato per questa soluzione. Sostanzialmente la procedura per ottenere detrazione 50% fotovoltaico e accumulo si articola in 3 fasi:

  1. Saranno i tecnici di Valore Energia ad installare l’impianto fotovoltaico con accumulo presso il suo immobile oggetto di riqualificazione energetica e/o ristrutturazione.
  2. Una volta allacciato l’impianto alla rete le verrà chiesto di provvedere al pagamento del saldo tramite bonifico. Scegliendo di usufruire della detrazione tramite sconto in fattura, sceglierai di fatto di usufruire di un credito d’imposta del valore del 50% dell’importo totale dei lavori. Cedendo questo credito d’imposta a Valore Energia di fatto riceverai uno sconto del 50% sul costo totale dei lavori per l’installazione dell’impianto fotovoltaico con accumulo di energia.
  3. Valore Energia ti guiderà passo passo in modo da seguire l’apposita procedura bancaria senza errori dal momento che per ottenere la detrazione è necessario effettuare dei “bonifici parlanti” ed inserire apposite causali. Inoltre ti ricordiamo di conservare le apposite ricevute di pagamento per evitare problemi in caso di successivi controlli.

Nel caso in cui sceglierai di usufruire della detrazione tramite la dichiarazione dei redditi invece preparati a compilarla inserendo i dati catastali dell’immobile, le fatture e le ricevute di pagamento.

Valore Energia è la scelta giusta

Come hai avuto modo di leggere, nonostante usufruire della detrazione 50% fotovoltaico e accumulo sia abbastanza semplice è sempre meglio affidarsi a professionisti per ottenere la detrazione. Professionisti come noi di Valore Energia che grazie all’esperienza sul campo accumulata nel corso degli anni sono diventati dei veri esperti in materia di detrazioni fiscali e credito d’imposta.

Affidarsi a Valore Energia significa infatti fruire della detrazione 50% fotovoltaico e accumulo in tempi brevi, anzi brevissimi!

Perché aspettare 10 anni per recuperare i tuoi soldi quando puoi farlo subito tramite uno sconto della metà dell’intero importo dei lavori senza anticipare nulla?

Clicca qui e scopri le ultime novità sugli ecobonus 2022 contenute nella Legge di Bilancio!

Per maggiori informazioni compila il modulo che trovi qui sotto con i tuoi dati!

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Detrazione batterie fotovoltaico al 50%!

Detrazione batterie fotovoltaico al 50%: ecco come fare per ottenerla!

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La componentistica degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili sta, da qualche tempo a questa parte, subendo una calo dei prezzi di vendita. Una riduzione dei prezzi che va di pari passo con l’emergere di soluzioni innovative sempre più all’avanguardia sul piano tecnologico e pertanto in grado di aumentare l’efficienza e la produttività dell’impianto.

Una riduzione dei prezzi che deriva sia da una maggiore concorrenza, ma anche alla continua ricerca che sta riuscendo a portare il massimo dei benefici con degli investimenti minimi. E’ questo il caso dei sistemi di accumulo per gli impianti fotovoltaici che, dopo un primo periodo di iniziale scetticismo riescono oggi ad essere davvero convenienti economicamente e dal punto di vista delle prestazioni.

Certo, è necessario sottolineare come, se impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo dell’energia hanno così tanto successo è anche merito della detrazione batterie fotovoltaico. Un incentivo fiscale che può arrivare anche al 50% della spesa sostenuta per acquistarlo ed installarlo.

Ma in cosa consiste questa detrazione batterie fotovoltaico? Come si fa ad ottenerla?

Abbiamo cercato di approfondire l’argomento insieme ai nostri esperti in questo articolo. Continua a leggere per scoprire tutto quello che devi sapere sulla detrazione batterie fotovoltaico!

A  cosa servono le batterie di accumulo?

Prima di esaminare la detrazione batterie fotovoltaico forse è necessario ricapitolare brevemente cosa sono ed a cosa servono le batterie di accumulo dell’energia.

Le batterie di accumulo di un fotovoltaico servono ad immagazzinare l’energia che l’impianto produce in eccesso in modo da poterla riutilizzare in un momento successivo.

Capita infatti che durante il giorno il fabbisogno energetico di un edificio, soprattutto se di un’abitazione privata, sia minimo. Al tempo stesso però, è proprio durante il giorno che l’impianto fotovoltaico raggiunge il suo picco produttivo. L’energia prodotta in eccesso non sarebbe quindi sfruttata ai fini dell’autoconsumo ma sarebbe immessa nella rete elettrica nazionale tramite il meccanismo dello scambio sul posto in assenza di uno storage di energia. Di notte invece, o comunque in condizioni metereologiche avverse (nubi, temporali ecc.), l’impianto fotovoltaico non riesce a produrre energia solare, oppure ne produce poca rispetto a quanto potrebbe.

Grazie alla detrazione batteria fotovoltaico è possibile installare un sistema di accumulo dell’energia che ti permetterà di conservare l’energia che il tuo impianto fotovoltaico con accumulo produce in eccesso durante il giorno. Energia che sarai libero di utilizzare quando il tuo fabbisogno energetico sarà più alto ovvero, nella maggior parte dei casi durante le ore notturne, oppure semplicemente quando il tuo fotovoltaico non è in grado di soddisfare il tuo fabbisogno.

La conseguenza principale di tutto ciò è il fatto che auto-consumando in maniera più efficiente l’energia che produce il tuo impianto, potrai risparmiare notevolmente sui costi energetici della tua bolletta!

Tutte le Detrazioni per le batterie di accumulo del fotovoltaico

La buona notizia, per chi come te vuole investire su di un impianto fotovoltaico con accumulatore di energia, è che esistono diversi sgravi fiscali per l’installazione di un impianto con pannelli solari ed anche delle detrazioni batterie fotovoltaico.

In particolare, per quanto riguarda gli impianti la detrazione può rientrare in quelle previste dal Superbonus 110% (clicca qui per scoprire di più), oppure in quella degli Ecobonus che prevede la detrazione al 50% per l’impianto fotovoltaico.

Per quanto riguarda l’installazione di batterie di accumulo il vantaggio economico può provenire da almeno 3 fonti:

  • lo sgravio fiscale al 50% (ecobonus) che riguarda il fotovoltaico domestico sino a 20 kw, da spalmare sui 10 anni successivi;
  • agevolazioni relative all’IVA al 10% che riguardano gli immobili ad uso abitativo (in aggiunta anche alla detrazione Irpef fissata al 50%);
  • dal risparmio dei costi della bolletta elettrica.

Come funziona la detrazione batterie fotovoltaico al 50%?

La detrazione batterie fotovoltaico al 50% è praticamente la stessa degli ecobonus 50% per l’impianto a pannelli solari. Una detrazione per cui, tra le altre cose, è possibile far rientrare anche alcune installazioni di impianti di domotica.

La detrazione ammonta al 50% della spesa totale che hai sostenuto fino ad un massimo di 96.000 euro. Pertanto potrai recuperare in dichiarazione dei redditi, nei successivi 10 anni tramite rate di pari importo, fino a 48.000 euro. In queste spese, ci teniamo a precisarlo, potranno rientrare quindi sia l’installazione dell’impianto fotovoltaico, sia le batterie di accumulo dell’energia dello stesso.

Grazie al Decreto Rilancio sono però state introdotte altre 2 modalità tramite cui beneficiare della detrazione: la cessione del credito e lo sconto in fattura. Sostanzialmente la detrazione batterie fotovoltaico può quindi essere riscossa tramite un credito d’imposta che sarà poi cedibile all’azienda che effettua i lavori in cambio di uno sconto immediato in fattura del 50%. Una bella alternativa al dover aspettare 10 anni per detrarre la somma!

Il chiarimento dell’Agenzia dell’Entrate sulla detrazione batterie fotovoltaico al 50%

In merito alla possibilità di fruire della detrazione batterie fotovoltaico è intervenuta anche l’Agenzia delle Entrate per specificare meglio la questione.

Secondo l’Agenzia del fisco italiano anche l’installazione di un sistema di storage collegato a un impianto fotovoltaico dà diritto alla detrazione Irpef del 50% prevista per gli interventi finalizzati al risparmio energetico.

Ciò è valido anche nel caso in cui l’installazione del sistema di storage sia contestuale o successiva a quella dell’impianto. Nel secondo caso infatti, si può accedere alla detrazione batterie fotovoltaico perché di fatto, il sistema di storage dell’energia è considerato un elemento funzionale dell’impianto dal momento che è in grado di migliorarne le potenzialità.

Quali condizioni sono necessarie per beneficiare della detrazione?

Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ha individuato alcune condizioni da rispettare per poter beneficiare della detrazione batterie fotovoltaico. Eccole qui di seguito:

  1. Puoi beneficiare della detrazione batteria fotovoltaico anche se il tuo impianto ha già beneficiato degli incentivi statali del conto energia dal GSE (Gestore Servizi Energetici). Se invece possiedi un impianto fotovoltaico (fino a 20 Kw di potenza) installato nel 2005 e/o 2006 incentivato con il Primo Conto Energia non potrai usufruire di ulteriori incentivi per l’integrazione di sistemi di accumulo.
  2. Potrai usufruire della detrazione fiscale del 50% nel caso in cui tu decida di installare un nuovo impianto fotovoltaico con accumulo. Non potrai però in questo caso usufruire delle tariffe incentivanti relative all’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici realizzati fino al 2013. Otterrai comunque il risparmio dovuto alla maggior autonomia rispetto alla rete elettrica nazionale.
  3. Gli impianti FV di nuova realizzazione per uso domestico sotto i 20 KW, oltre a beneficiare dello sgravio fiscale, sono totalmente esenti dal pagamento degli oneri di sistema sull’energia autoconsumata, previsti invece per taglie superiori.

IVA agevolata del 10% per l’installazione del fotovoltaico

Accanto alle varie agevolazioni introdotte dallo stato rivolte ai cittadini che intendono riqualificare i propri impianti di produzione di energia c’è anche una riduzione dell’IVA. L’IVA in questo caso infatti passa dal 22% al 10% e riguarda gli interventi di:

  • installazione,
  • ristrutturazione;
  • manutenzione;

degli impianti fotovoltaici.

In particolare, l’aliquota IVA agevolata al 10%, si applica nel caso di acquisto di:

  • una “componente dell’impianto”,
  • somme impiegate per il pagamento delle prestazioni e dei servizi relativi alla costruzione degli impianti.

Detrazione batterie fotovoltaico e tutti gli altri benefici economici

Non solo detrazione batterie fotovoltaico o IVA agevolata. L’installazione delle batterie di accumulo dell’energia insieme ad un impianto fotovoltaico produce dei seri benefici economici. Benefici che rendono senza dubbio più conveniente l’investimento iniziale.

Secondo uno studio di ANIE (associazione nazionale imprese elettrotecniche e elettroniche) ogni nucleo familiare può  risparmiare tra i 160 ed 180 € ogni anno sul costo delle proprie bollette energetiche grazie ai sistemi di accumulo.

I sistemi di accumulo dunque, con o senza detrazione batterie fotovoltaico, rappresentano dunque un investimento sicuro per te ma anche per l’ambiente. Ricorrendo a questi sistemi infatti puoi renderti protagonista di un cambiamento radicale nello stile di vita nella direzione di una sempre maggiore autonomia energetica ad impatto zero.

Per scoprire di più o ricevere maggiori informazioni sulla detrazione batterie fotovoltaico compila il modulo qui sotto con i tuoi dati ed attendi la chiamata di un nostro operatore!

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Detrazione fotovoltaico 50 %: tutto quello che devi sapere

Detrazione fotovoltaico 50 %: cosa é? Come funziona? Il punto della situazione

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Sono già alcuni anni oramai che lo stato italiano ha deciso di puntare in maniera decisa sulle energie rinnovabili.

Come?

Garantendo incentivi fiscali volti ad alleggerire il costo dell’investimento a coloro che decidono di installare impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Incentivi che se da un lato dovrebbero appunto invogliare i privati ad installare impianti di produzione di energia rinnovabile, dall’altro dovrebbero servire a rilanciare l’economia italiana messa a dura prova dalla pandemia.

In questo senso infatti è stato introdotto, grazie all’approvazione del DL Rilancio, il tanto famoso Superbonus 110%, che si va ad affiancare alla già esistente detrazione fotovoltaico 50 %. La detrazione in questione in particolare si calcolare sull’IRPEF ed attualmente è in vigore per tutto il 2021 anche se sono buone le probabilità che venga ulteriormente provocata.

Mentre per il Superbonus 110% la situazione è complicata, anche a causa delle tempistiche ristrette per effettuare i lavori, per quanto riguarda la detrazione fotovoltaico 50 % la situazione è molto più agevole.

Ma in cosa consiste questa detrazione fotovoltaico 50 %? Come si può ottenere?

Abbiamo cercato di riassumere tutte le informazioni a riguardo in questo approfondimento con l’aiuto dei nostri esperti.

Detrazione fotovoltaico 50%

Dopo il 6 luglio 2013, coloro che desiderano installare un impianto a pannelli solari, possono usufruire della detrazione fotovoltaico 50 %, nota anche come Ecobonus 50%.

Si tratta di una detrazione che ammonta al 50% della spesa sostenuta per l’installazione dell’impianto, spesa che però non deve essere superiore ai 96.000 euro.

La detrazione del 50% è valida per le spese sostenute fino al 31/12/2021 e, almeno originariamente, poteva essere portata in detrazione nella dichiarazione dei redditi in 10 anni, tramite rate di uguale importo.

Il meccanismo è oramai rodato. Era infatti il 2012 quando, con l’allora Decreto Sviluppo, veniva previsto un bonus delle detrazioni IRPEF dal 36% al 50% e innalzato il tetto massimo di spesa da 48 mila euro a 96 mila euro per interventi di ristrutturazione e/o riqualificazione energetica. Se dapprima la validità di questa detrazione scadeva il 30 giugno 2013, in seguito, visto anche il successo della misura, è stata prorogata con cadenza pressoché annualmente dai vari governi. In ultimo appunto il governo Conte che, a dicembre dello scorso anno ha ulteriormente prorogato la validità della detrazione fotovoltaico 50% fino al 31 dicembre 2021.

Ecobonus 50% per il fotovoltaico: ancora più convenienza grazie al Decreto Rilancio!

La pandemia però ha costretto i legislatori italiani ad adottare misure eccezionali, confluite nell’ormai famoso DL Rilancio che, a ben vedere, rende più allettante usufruire di questa detrazione. Come mai?

Il DL Rilancio introduce due modalità particolarmente furbe per usufruire delle varie detrazioni fiscali oltre alla classica dichiarazione dei redditi: lo sconto in fattura e la cessione del credito. Proviamo a spiegare brevemente in cosa consistono qui di seguito:

  • Sconto in fattura. Si tratta di un contributo, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, di importo massimo non superiore, in questo caso, al 50% del corrispettivo stesso.  Il contributo dovrà essere anticipato dal fornitore dell’impianto fotovoltaico. Costui recupererà il contributo anticipato sotto forma di credito d’imposta di importo pari alla detrazione spettante. In seguito il fornitore avrà la facoltà di cedere tale credito ad altri soggetti, ivi inclusi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari;
  • Cessione del credito. I beneficiari della detrazione fotovoltaico 50% potranno optare per la cessione di un credito d’imposta corrispondente alla detrazione spettante, ad altri soggetti, ivi inclusi istituti di credito e altri intermediari finanziari, con facoltà di successive cessioni.

In sostanza quindi, se anche tu vorrai beneficiare delle detrazione fotovoltaico 50% potrai farlo senza aspettare di recuperarla in 10 anni tramite la dichiarazione dei redditi. Potrai invece approfittare di uno sconto in fattura del 50% sul costo dell’impianto fotovoltaico qualora tu decida di cedere il credito d’imposta cui avresti diritto all’azienda che realizzerà il lavoro.

Il vantaggio è proprio qui: perché dovresti aspettare 10 anni per ottenere un vantaggio economico che potresti ottenere oggi?

Requisiti per usufruire della detrazione fotovoltaico 50% e documenti da conservare

Per poter usufruire della detrazione fotovoltaico 50 % sulla spesa sostenuta per l’installazione di un nuovo impianto fotovoltaico è necessario rispettare alcuni requisiti. In particolare:

  1. Per rientrare nel fotovoltaico 50 % non si deve usufruire del Quinto Conto Energia;
  2. L’impianto fotovoltaico deve servire per produzione di energia per autoconsumo e non per fini commerciali;
  3. Se l’energia prodotta supera il fabbisogno, non sarà possibile venderla, si immetterà in rete e si potrà utilizzare in altre ore della giornata, pena la perdita della detrazione IRPEF del 50%.

Sarà inoltre necessario conservare i seguenti documenti:

  • documenti che attestano l’acquisto e l’installazione dell’impianto fotovoltaico,
  • abilitazioni amministrative richieste dalle norme edilizie oppure una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà.

Clicca qui per scoprire come usufruire della detrazione fiscale per il revamping degli impianti!

Ancora più vantaggi se fai parte di una comunità energetica

Poniamo il caso che tu voglia usufruire della detrazione fotovoltaico 50%. Ad intervento finito, avrai un impianto a pannelli solari, con o senza batteria di accumulo, che immetterà in rete l’energia che produce in eccesso. Un aspetto, quest’ultimo che riguarda da vicino il fare parte o meno di una Comunità Energetica dal momento che farne parte, significa immettere l’energia prodotta in eccesso in rete. In particolare, una parte di questa energia verrà immessa nella rete nazionale ed una parte nella rete della comunità energetica.

Questo comporta due vantaggi:

  1. Il primo è che in qualità di produttore di energia potrai auto-consumare l’energia che produci.
  2. Il secondo deriva dal fatto che l’energia che produci in eccesso viene immagazzinata e poi redistribuita agli altri membri della comunità. In questo modo questa energia non viene distribuita tramite la rete nazionale pertanto gli utenti di una Comunità energetica non dovranno pagare “il trasporto” dell’energia elettrica risparmiando notevolmente (circa 10 cent di € per ogni Kw/h).

Oltre a questo devi considerare che parte dell’energia che produci sarà immessa anche nella rete elettrica nazionale, un fattore fondamentale per usufruire della detrazione fotovoltaico 50%.Particamente è come se la Comunità Energetica vendesse al distributore l’energia che immette in rete in cambio di una tariffa incentivante di circa 16 cent di € per ogni Kw/h.

Clicca qui e scopri le ultime novità sugli ecobonus 2022 contenute nella Legge di Bilancio!

Per scoprire di più ed avere tutte le informazioni sulla detrazione fotovoltaico 50% compila il modulo che trovi qui di seguito!

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Fotovoltaico con accumulo: cosa è? Quali sono i vantaggi?

Fotovoltaico con accumulo: Quanto costa? Come funziona?

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La soluzione del fotovoltaico con accumulo, in tema di risparmio energetico, è una di quelle che riesce a garantire i risparmi maggiori sui costi energetici. Se fino a qualche tempo fa i dubbi attorno all’impianto fotovoltaico con batterie di accumulo erano molti, oggi non è più così. Il notevole balzo in avanti delle tecnologie di stoccaggio dell’energia, le batterie appunto, ed i numerosi incentivi fiscali che ne promuovono l’installazione hanno decisamente reso conveniente questo tipo di soluzione.

Ma quando il fotovoltaico con accumulo è davvero conveniente? Quali sono i vantaggi di questo sistema? Si tratta davvero della combinazione migliore per favorire il risparmio energetico? 

Abbiamo cercato di fare il punto della situazione insieme ai nostri esperti e ne abbiamo raccolto il parere in questo approfondimento.

Fotovoltaico con accumulo: cos’è e a cosa serve?

Il fotovoltaico con accumulo (detto anche energy storage per fotovoltaico) ha rappresentate un vera e propria rivoluzione nel campo della produzione dell’energia elettrica alternativa e “green”.

Gli impianti a pannelli solari, come certamente già saprai, hanno un grosso limite tecnico: non sono in grado di produrre energia elettrica durante le ore notturne. Tuttavia sono queste le ore in cui spesso si concentrano la maggioranza dei consumi elettrici domestici. D’altro canto però è vero che durante il giorno, specie se non si registrano dei consumi sostenuti, l’impianto fotovoltaico produce molta più energia di quanta effettivamente ne consumerete tu e la tua famiglia.

Come fare allora per non disperdere questa energia e sfruttarla durante la notte?

Le batterie di accumulo servono proprio a risolvere questo problema. Il fotovoltaico con accumulo è infatti in grado di immagazzinare l’energia elettrica prodotta in eccesso dall’impianto durante le ore diurne e metterla a disposizione della tua utenza in un secondo momento. Si tratta quindi di una soluzione ideale per coloro che concentrano i propri consumi elettrici durante le ore notturne. Una soluzione che ti permetterà di coprire fino al 90% del fabbisogno di energia elettrica della tua famiglia con elettricità auto-generata.

conviene o no installare un fotovoltaico con batterie di accumulo?

“Conviene installare un impianto fotovoltaico con accumulo?”. Se stai leggendo questo approfondimento probabilmente questa è una delle domande che ti frullano in testa.

Le bollette della luce e del gas che paghi infatti, specie in questo ultimo periodo, si sono fatte sempre più salate. Ecco perché sono in molti, non solo tu, a pensare di utilizzare dispositivi che si alimentano ad elettricità in modo da coprire tutti i consumi tramite un impianto fotovoltaico con accumulo.

Il ragionamento che abbiamo riportato qui sopra non fa una piega, tuttavia merita delle dovute considerazioni. Se è vero infatti che riuscirai a risparmiare sulle bollette è altrettanto vero che per installare questo impianto dovrai sostenere dei costi. Sarà dunque necessario anche capire in quanto tempo riuscirai a rientrare dell’investimento dell’impianto.

Inoltre, non per forza di cose infatti dovrai ricorrere al fotovoltaico con accumulo. Esiste anche la possibilità di ricorrere al cosiddetto Scambio sul posto. In sostanza puoi decidere di cedere al Gse l’energia che produci in eccesso ottenendo in cambio un corrispettivo. Tuttavia, questo corrispettivo, è decisamente inferiore al costo che pagheresti tu l’energia che consumi e che quindi non presenta dei vantaggi così evidenti.

Fotovoltaico con accumulo: la scelta migliore per casa grazie a Superbonus 110% ed Ecobonus 50%

Il Superbonus che agevola gli impianti fotovoltaici, così come gli incentivi al 50% per il fotovoltaico, hanno cambiato di molto lo scenario inerente al fotovoltaico con accumulo.

Nel caso del Superbonus 110% infatti esiste la possibilità di installare fotovoltaico e accumulo addirittura gratis se si decide di optare per la cessione del credito d’imposta. E’ bene specificare però che questa possibilità non contempla la possibilità di optare per lo scambio sul posto.

Un discorso analogo vale anche per gli Ecobonus 50% per il fotovoltaico, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di usufruire dello sconto in fattura del 50%. Grazie al DL Rilancio infatti è possibile di fatto pagare solamente la metà per il proprio impianto fotovoltaico con accumulo usufruendo quindi di uno sconto in fattura del 50%.

Grazie a questi incentivi quindi, il costo di impianto e sistema di accumulo è nullo o comunque ridotto della metà. In questo modo per te sarà più semplice rientrare dal costo dell’investimento, e soprattutto potrai farlo in tempi più brevi!

Ma non solo, potendo usufruire di queste importanti agevolazioni potrai concentrarti su altri fattori del tuo impianto fotovoltaico con accumulo. In particolare potrai senza dubbio optare per una soluzione di maggiore qualità e quindi, si spera, anche più duratura. Qualità che è anche sinonimo di migliori prestazioni del tuo impianto.

Inoltre c’è da considerare che i prezzi di questi componenti, a prescindere dagli incentivi in vigore, stanno subendo un trend al ribasso costante. Un motivo in più per optare per questo tipo di soluzione!

Cosa significa scegliere il fotovoltaico con batteria di accumulo?

Se deciderai di installare un impianto fotovoltaico con accumulo devi sapere che la scelta dei suoi componenti è fondamentale. Scegliendo bene, anche grazie all’aiuto dei nostri tecnici, potrai ottenere un impianto con prestazioni migliori e con una durata più lunga nel tempo. Per essere chiari, un impianto con accumulo realizzato come si deve può farti risparmiare fino all’80% sulle tue bollette energetiche.

La qualità dei componenti dell’impianto, specie se utilizzerai quelli di ultima generazione, inciderà in maniera sostanziale sulla durata del tuo impianto. Pannelli solari fotovoltaici performanti che possono durare oltre 30 anni. Sistemi di accumulo affidabili, possibilmente con batterie al litio ferro fosfato invece possano durare anche oltre i 20 anni.

Fotovoltaico con accumulo: tutti i vantaggi

“Quali sono quindi i vantaggi derivanti dall’abbinamento di un fotovoltaico con le batterie di accumulo dell’energia?”. Abbiamo riassunto i principali vantaggi qui di seguito:

  • Maggiore autonomia energetica (approfondisci ulteriormente qui): un impianto di accumulo fotovoltaico dà la possibilità di essere autonomi rispetto ai vincoli e alle limitazioni imposte dalla rete elettrica. Avere un impianto fotovoltaico con accumulo non significa staccarsi completamente dalla rete elettrica, ma ti permetterò comunque di mitigare il rischio di variazioni al rialzo dei prezzi dell’energia. In questo senso avere un fotovoltaico con accumulo è sinonimo di indipendenza energetica, totale o parziale, che si traduce in un vantaggio notevole sia per abitazioni private sia per le aziende.
  • Incremento dell’autoconsumo di energia: il sistema di accumulo permette di auto-consumare fino all’ 80% dell’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico con accumulo. Ciò ovviamente comporta un aumento notevole dell’ efficienza del tuo sistema fotovoltaico.
  • Risparmio garantito: avere una maggiore quota di energia auto-consumata significa anche ridurre i costi di approvvigionamento dell’energia elettrica.
  • Innovazione: l’installazione dell’impianto fotovoltaico è senza dubbio più innovativa ed all’avanguardia rispetto ad un sempleice impianto elettrico. Innovazione che non solo va a migliorare il comfort dell’abitazione su cui l’impianto fotovoltaico è installato ma che è anche a tutti gli effetti una vera e propria scelta green di protezione e tutela dell’ambiente.

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